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3. LA TEORIA DEGLI ATTI LINGUISTICI: DA AUSTIN A GRICE - AUSTIN

2/10/2024

N.B. teoria degli atti linguistici: punto di partenza che ha fatto capire a chi “studia la lingua”

che la lingua è fatta sì di strutture (items) PERO’ non è il singolo pezzo che fa l’uso

linguistico, MA è come usi questi pezzi in relazione con gli altri → pezzi che possono essere

usati e riusati per tantissimi scopi, una serie di elementi con cui facciamo delle cose, per

realizzare l’atto linguistico, che prescinde dalla forma (forma che dipenderà da molti fattori,

dal contesto. es. Siediti! vs. per favore siediti).

→ questa riflessione nasce alla fine anni ‘50 inizio ‘60 da John Austin → lui si stacca dallo

studio della grammatica generativa (che studia la lingua in un momento specifica, con un

uso ideale e non reale).

- 1962: How to do things with words (Austin) / 1969: Speech Acts: AN Essay in the Philosophy of language (Searle)-

→ Cosa si fa con la lingua? NON solo creare informazioni MA fare delle cose.

vd. “Il P(arlante) realizza degli atti linguistici, delle attività che compie con l’intento di

produrre nell’A(scoltatore) una reazione, un cambiamento di stato mentale o un

comportamento” (Andorno 2005: 62)

→da qui la partenza della pragmatica vera e propria

Da dove arriva questo studio?

vd. DA Aristotele, filosofia classica:

-​la nozione di contesto

-​usi che non hanno a che fare con la verità dell’informazione, ma es. uso metaforico o

implicito, tutto quello che non è secca informazione ma attiva altri meccanismi.

INOLTRE Arisotele distingueva tra enunciati apofantici (vero/falso, assertivo) e enunciati

semantici (espressivi)

vd. DA filosofia dell’empirismo inglese:

-​tutto quello che è teoria deve essere legato ad una concretezza, a qualcosa di tangibile.

Espressione del fare con il pensiero teorico.

vd. DA filosofia europea (soprattutto tedesca):

-​sottolineano il legame con la realtà e il contesto, uso della lingua in un determinato

contesto reale. C’è sì una verità del pensiero MA ANCHE applicazione concreta. vd. slide 5!

N.B. La teoria degli atti linguistici distingue tra: ((atto linguistico= forma + contenuto))

-​ livello proposizionale: il come è costruita la frase

-​ livello pragmatico

→ il significato di un enunciato non coincide con la sua rappresentazione semantica o con il

suo contenuto proposizionale

vd. L'interpretazione semantica si occuperà di comporre i vari significati possibili; starà poi

alla disambiguazione estrarne quello corretto.

N.B. I 4 studiosi attorno alla teoria atti linguistici, ognuno di loro ha una nozione principale. Il

primo è Austin.

Austin: Performativo e constatativo. 1958

-​ enunciati assertivi (si afferma qualcosa,che può essere vero/falso) 7

-​ enunciati performativi (si compie un’azione mentre si dice qualcosa) → contengono un

verbo performativo

→ verbo performativo: verbi che in determinate condizioni non descrivono un’azione, ma la

compiono (non basta che raccontino un evento! // implicano l’esecuzione dell’azione che

evocano // atti che cambiano lo stato di una persona) → devono essere 1 per sing

indicativo presente, forma/diatesi attiva. → resa molto più chiara la responsabilità del

singolo

es. asserire, giudicare, ordinare, scommettere, giurare, dichiarare, domandare, salutare,

licenziare, dimettersi, battezzare. (vd. slide 9 con esempi)

N.B. performativi canonici / non canonici: che lo sono ma non nella forma, che hanno la

forma e non lo sono

Austin, partendo dalla condizione di efficacia di un atto linguistico, la chiama: condizione di

felicità/ di buona riuscita. ALLORA servono alcune condizioni (vincoli, circostanze

necessarie per cercare un certo atto): -

-​ci devono essere delle competenze sulla procedura convenzionale accettata: che deve

includere certe persone in certe circostanze, il loro atto di pronunciare certe parole e la

loro rispettiva appropriatezza.

-​rispetto della procedura: che deve essere eseguita in modo corretto e completo. (aspetti

imprescindibili che devono essere tutti rispettati)

-​Stati interni del parlante: coerenti con la procedura eseguita e comportamenti

conseguenti coerenti (ha un po' meno a che fare con gli atti formali. posso aver rispettato

tutte le forme, ma se sto dicendo qualcosa di falso, annullo tutto l'atto performativo. es. ti

prometto di esserti sempre fedele su... )

→ a cui corrispondono condizioni di infelicità, cattiva riuscita (quando si deve annullare)

vd. slide 12

-​colpi a vuoto: violazione della

prima condizione di felicità //

invocazioni indebite

-​atto preteso MA nullo:

violazione della seconda

condizione // rispetto alla

procedura

-​abusi: rispetto al parlane,

violazione della terza

condizione // atto ostentato

ma vacuo

giuramento di Obama: lui deve ripetere quello che dice qualcos’altro. Quello che suggeriva

sbaglia, allora devono ricominciare perché altrimenti tutto sarebbe stato nullo. vd. osservare

le posizioni: quali sono gli elementi che compongono il rituale, come sono vestiti

N.B. Per analizzare gli atti linguistici, quando diciamo qualcosa, compiamo tre atti in uno.

L’atto del dire si può scorporare in tre livelli (molto evidenti nel performativo MA presenti in tutti gli atti linguistici):

1.​ Locutivo: atto del dire qualcosa (come pronuncio una frase con un certo significato) // il

modo in cui dico una cosa è molto importante (è importante se sono più deciso, più

genitle etc etc) 8

2.​ Illocutivo: atto nel dire (come deve essere interpretato quello che dico, si lega anche

all’ascoltatore) // legato alla forza di quell’atto

3.​ Perlocutivo: atto col dire, quello che otteniamo o riusciamo a fare con le parole)

INOLTRE anche aspetto fonetico, grammaticale: daranno delle altre info al mio ascoltatore //

costruire relazioni

→ questi tre aspetti sono circolari! non consecutivi! Devo stare sempre attenta a tutti e 3

15/10/2024

Indicatori di forza illocutoria

vd. in ogni lingua abbiamo degli strumenti (convenzionali a quella cultura) che ci permettono

di raggiungere certi obiettivi)

1.​ Indicatori di tipo lessicale

-​ forme di intestazione (es: richiesta di…)

-​ verbi illocutori

-​ espressioni frasali (es. per favore, se vuoi…) → posso modularne la forza stessa!

2.​ Indicatori sintattici (meglio dire morfosintattici)

-​ Modi verbale: imperativo e le sue funzioni → il più forte, esprime il massimo della

forza illocutiva // indicativo: modo dell’asserzione

-​ Passivo (es. è vietato fumare) → consente l'allontanamento dall’azione, si rimuove

l’agente

MA tutto quello che allunga una frase è una potenziale fonte di scarsa

comprensione QUINDI l’uso del passivo va valutato

-​ Forma impersonale: il “si”

-​ Tempo verbale: presente / futuro: allontana la possibilità o il dovere

vd. down toner: non servono veramente MA indicano che bisogna fare attenzione a quello

che viene dopo (es. si avverte che, guarda che..)

3.​ Indicatori Prosodici (tutti gli elementi che accompagnano la voce)

-​ il tono della voce

-​ l’enfasi

→ es. Vieni da noi? → Vieni da noi!

N.B. Austin basa la sua teoria degli atti linguistici sulla base dei verbi performativi e della

forza illocutoria

N.B. Ciò che facciamo col dire (atto perlocutivo) può restare identico pur variando ciò che

facciamo nel dire (atto illocutivo) PERCHE’ le forme illocutive modulano l’atto linguistico

es. Un relatore che chiede il silenzio:

-​ non verbalmente

-​ con una domanda: potete fare silenzio?

-​ con un’asserzione: sembra il mercato

-​ con un’esortazione: facciamo silenzio!

-​ con un ordine: fate silenzio!

-​ con un’esclamazione: che chiacchiera!

TIPI DI ATTI LINGUISTICI IN RELAZIONE AI VERBI ILLOCUTIVI

●​ Verdittivi: emissione di un verdetto, un giudizio, una valutazione

●​ Esercitivi: esercizio di poteri, diritti, influenza // legati al ruolo della persona 9

●​ Commissivi: assumere un impegno (es. prometto…, scommetto…, ti giuro…)

●​ Comportativi: legati ad atteggiamenti e comportamenti sociali (es. mi scuso…, ti

auguro…)

●​ Espositivi: usati nel discorso nella esposizione di un modo di vedere = illustrare

opinioni, portare avanti discussioni, chiarire usi e riferimenti (es. penso…)

vd. slide 19 - vd. slide “Performativi: applicazioni pratiche” - esercizi nelle ultime due slide!

TEORIA DEGLI ATTI LINGUISTICI: DA AUSTIN A GRICE - SEARLE

16/10/2024 -

Searle: il primo a riprendere Austin e a criticarlo → evolversi della riflessione contemporanea

(INOLTRE Austin muore giovane e la sua innovazione si ferma lì non essendoci più lui a

portarla avanti)

Siamo negli anni ‘60 e fioriscono tanti studi di linguistica: Influenza di filosofi del linguaggio e

della linguistica chomskiana

→ TEORIA GENERATIVA

Il generativismo: ogni lingua ha una componente generativa, cioè una capacità di generare

strutture cognitive sempre nuove. Si concentra sul “come funziona la lingua”

vd. distanza con la pragmatica PERCHE’ il parlante non parla sempre in maniera regolare e

c’è sicuramente da prendere in considerazione il contesto - che Chomsky ignorava : lingua

come sistema

E SEARLE? voleva classificare i diversi tipi di atti linguistici, creare un modello classificatorio

basandosi sui diversi principi che distinguono gli atti linguistici (sistematizzazione della

teoria)

INOLTRE considerava la lingua come strumento di comunicazione (che sta in un contesto!)

“Parlare una lingua significa impegnarsi in una forma di comportamento molto complessa,

governata da regole” (Searle 1969). → la lingua è solo uno dei comportamenti che

comunicano!

PRINCIPIO DI ESPRIMIBILITA’: qualsiasi cosa significata (che abbia un significato) può

essere detta

→ QUINDI bisogna studiare la forza illocutoria degli atti → bisogna esplicitare il legame tra

contenuto proposizionale e la forza illocutoria (cardini di questa relazione):

-​ Una stessa forza può essere innestata su contenuti proposizionali diversi;

-​ Forze illocutorie diverse possono avere lo stesso contenuto proposizionale;

-​ Test della negazione: è possibile negare separatamente la forza o il contenuto

proposizionale. 10

Quanti tipi ci sono di atti illocutori?

Nel suo ragionamento, Searle sceglie l’atto di promessa e individua i principi di felicità:

SE applico tutto ciò:

DIMENSIONI FONDAMENTALI DI V

Dettagli
Publisher
A.A. 2024-2025
51 pagine
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-FIL-LET/12 Linguistica italiana

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher IzzyBrg di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Linguistica pragmatica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Bergamo o del prof Molinelli Piera.