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CAMBIAMENTI MORFOLOGICI

IL SISTEMA NOMINALE = funzioni casi diventano preposizioni

o IL NOME:

o RIDUZIONE DELLE DECLINAZIONI DA 5 A 3 = A, ÛS, Ø, ŪS, E

 (categorie flessionali del latino) la quarta e la quinta vengono

inserite nelle altre categorie flessionali (la quarta nella

seconda e la quinta nella prima)

CAMBI DI GENERE il latino come le lingue classiche ed

 

indoeuropee, esprime il genere, ovvero una specificazione in più

che fa la lingua per andare a definire una certa cosa. Nelle lingue

indoeuropee originarie il genere era animato (per animali e

persone = maschile e femminile) e inanimato (per gli oggetti =

16 neutro, privo di genere perché non genera perché GENERE =

Indicatore che la natura ci da per generare, perché indica la stirpe,

la discendenza) = questi generi si sono poi andati a

specializzare

Genere naturale = cavallo e cavalla, applico una marca di genere

su un elemento animato che mi permette di distinguere maschio e

femmina.

Es. FICUS BENIAMINA nelle lingue neolatine elementi in -US

che sono femminili vengono portati in maschile perché cambia

genere; MANUS = diventa MANO italiano mantiene il genere

femminile nell’articolo = TENDENZA ALLA REGOLARIZZAZIONE

ovvero semplificazione nella riduzione delle declinazioni e

cambiamento di generi

PERDITA DEL NEUTRO In latino la differenza tra neutro e

 

maschile viene data da una differente uscita -US per il neutro e -UM

per il maschile ma la perdita della possibilità di esprimere la -s e la

-m = confusione e le forme diventano tutte maschili = le forme

del neutro transitano in quelle maschili

RIDUZIONE DEI CASI a causa di fattori fonetici

 

ARTICOLO (categoria grammaticale che accompagna il

 nome o l’aggettivo e si può combinare per formare le

preposizioni articolate) = non esisteva in latino e dunque è

una categoria grammaticale nuova nelle lingue

neolatine A CHE COSA SERVE? Indicare una cosa nota o

non nota, le cose nuove o non note sono indicate

dall’articolo indeterminativo (UN, UNA) mentre quelle

note da un articolo determinativo (IL, LO, LA, I, GLI, LE);

aggiungere qualche cosa al nome. L’articolo viene posto a

sinistra rispetto alla testa della parola perché l’elemento

modificatore sta sempre a sx e perché è un elemento libero;

dunque, le forme del latino vengono analizzate e

liberate dando origine ad una forma binaria (articolo o

preposizione + sostantivo) (in latino tutte le funzioni erano

contenute in una singola parola operazione di sintesi)

DECLINAZIONE DEL RUMENO + ARTICOLO = unica lingua

 neolatina che nel percorso di riduzione dei casi del latino

conserva parte di questa flessione (dei casi) anche perché

sostenuto dalle lingue slave e in parte dal greco. In rumeno

abbiamo unione di nominativo con accusativo, genitivo

con dativo (come altre lingue balcaniche, albanese ad

esempio), vocativo (vox = caso con cui noi chiamiamo 

invocare, avvocare) che mantiene il latino maschile della

seconda declinazione con terminazione -E, ed estende questa

possibilità anche ai nomi femminili. Il rumeno si trova con i

modificatori a dx e quindi dove mette l’articolo? Per

fare questa nuova categoria lo inserisce ancora a dx come

per la lingua latina, articolo posposto: es. DONN-UL (in

rumeno l’articolo non è libero perché va a dx) + aggiunge

l’indicazione di caso= DONN-UL-UI

17 LA FUNZIONE caso > preposizione = cambiamento posizione del

 

modificatore

SOSTANTIVO + CASO = T + M

 PREPOSIZIONE + SOSTANTIVO + CASO = M + T + M

 PREPOSIZIONE + SOSTANTIVO = MODIFICATORE + TESTA

AGGETTIVO (modifica il nome aggiungendo qualcosa) riduzione

 delle classi da tre a due (semplificazione)

COMPARATIVO E SUPERLATIVO = strumenti che utilizzano le

 lingue per indicare il grado della qualità di una specifica

cosa. Una tendenza delle lingue neolatine è l’analisi (distribuire le

informazioni su più parole) delle forme del latino, perché il latino è

sintetico (ovvero concentra le funzioni di una cosa in un unico

elemento) stessa cosa succede sull’aggettivo, le lingue

romanze sostituiscono le forme sintetiche con quelle

analitiche o BINARIE = in latino abbiamo una T (testa) +

elementi modificatori che indicano il grado positivo, comparativo o

superlativo dell’aggettivo FORT-IS, FORT-IOR, FORT-ISSIMUS

 

nelle lingue neolatine FORTE, PIÚ FORTE, MOLTO FORTE 

differenza = tendenza all’analisi delle forme del latino e

allo spostamento del modificatore rispetto alla testa a dx

(in italiano abbiamo anche fortissimo dunque mantiene una forma

sintetica del latino). Rumeno BUN, MAI BUN, FARTE BUN =

tendenza verso l’analisi, forme latine completamente eliminate.

Le lingue romanze nascono in diversi momenti dopo processi molto lunghi che

portano a trasformazioni attraverso cui il latino non può più essere considerato

tale le lingue volgari sono talmente distanti da dover essere considerate

lingue diverse anche se mantengono il tipo linguistico generale del latino.

LE GRANDI AREE DELLA ROMÀNIA CONTINUA = europea e continentale:

IBEROROMANIA = penisola iberica; molte varietà linguistiche tra cui

o alcune hanno anche valore giuridico:

PORTOGHESE

1. =decina di milioni di parlanti in Portogallo, ma molti

di più in Brasile

GALIZIANO O GALLIEGO PORTOGHESE

2. = circa 3 milioni, regione

autonoma della Galizia in cui è riconosciuta questa lingua come

ufficiale, molto simile al portoghese, ma separata dal Portogallo

e che ha acquisito molte influenze dal Castigliano

CASTIGLIANO

3. = o spagnolo che in origine è la varietà del regno

della Castiglia, attore fondamentale della Reconquista della

penisola iberica, per questo è la prima lingua ufficiale del

paese andando ad imporsi linguisticamente anche alle varietà

meridionali sottoposte per secoli agli arabi

ASTURIANO

4. = regione autonoma con capitale Oviedo (stessa

funzione del Galles per l’Inghilterra, il principe di Asturia diventa re

di Spagna). Varietà non riconosciuta ancora a livello

nazionale, ma particolare attenzione per ottenere il

riconoscimento nell’uso ufficiale = Accademia che lavora a tale

scopo

18 BASCO

5. = è l’ultimo rappresentante delle lingue preindoeuropee

che ha resistito per millenni, è una lingua di sostrato

CATALANO

6. = comprende tre regioni autonome: Catalogna,

comunità di Valencia (varietà del valenciano più che catalano),

isole Baleari i catalani pur divisi costituiscono circa un quarto

della popolazione (10 milioni). Lingua ufficiale del principato

di Andorra tra Spagna e Francia + è parlato anche nella città

sarda di Alghero con la varietà algherese.

SPAGNOLO LINGUA NEO-LATINA CHE HA AVUTO PIÚ SUCCESSO FUORI

DALL’EUROPA America meridionale e centrale fortissima presenza come gli

stati meridionali degli USA (comunità latina) = centinaia di milioni di parlanti

GALLOROMANIA = Gallia (celti, popolazioni che occupavano tutta

o l’Europa occidentale) = Gallia transalpina, due aree linguistiche

principali:

FRANCESE O LINGUA D’OIL NELLA PARTE SETTENTRIONALE

1. = ha condotto l’unificazione della Francia, da nord come per la

Spagna. Nell’uso ufficiale il francese, segnalata come lingua dei

franchi, è la varietà settentrionale che va ad assumere un

ruolo di lingua nazionale prevaricando anche quella che è la

lingua meridionale =

OCCITANO O PROVENZALE NELLA PARTE MERIDIONALE

2. = in

epoca medievale aveva molto più prestigio (poemi epici,

PROVENZALE

ballate etc.). = dal latino ‘’provincia’’, indica la prima

OCCITANO

provincia latina al di là delle Alpi; = indica il carattere

LINGUA D’OC

della lingua = = oc si è grammaticalizzato e va a

definire l’elemento che indica l’affermazione = era dove

utilizzavano l’oc per dire di sì. I parlanti di occitano si stanno

riducendo (5 milioni)

19 FRANCO PROVENZALE

3. = val d’Aosta e Borgogna (terra dei

burgundi) = presente una varietà di compromesso tra quelle

settentrionali e meridionali, come lingua è stata studiata da

Ascoli nel quarto volume dell’Archivio glottologico italiano

del 1878. Si parla di varietà e non di lingua perché non ne esiste

una comune.

4. BASCO

BRETONE

5. = ultima lingua celtica continentale

ALSAZIANO

6. nella regione dell’Alsazia lungamente contesa tra

Francia e Germania. Regione di Strasburgo, minoranza tedesca

molto forte e molta pressione del francese per l’assimilazione,

alsaziano è un dialetto tedesco parlato in Francia e

appartenente al gruppo alemanno.

CORSO

7. = Corsica dal punto di vista politico e amministrativo è

francese, ma dal punto di vista linguistico molto vicino al sardo, è

una varietà di transizione che presenta tratti sardi e toscani

(rapporti con la Repubblica marinara di Pisa) non è francofona,

varietà dal punto di vista tipologico italo-romanza

FRANCESE SI TROVA ANCHE = in Louisiana, in Québec e in tutta

l’Africa subsahariana e tutte quelle zone un tempo colonie francesi lingua

dell’istruzione, delle classi dirigenti, dell’amministrazione. È anche la seconda

lingua della comunità europea, perché per secoli ha giocato un ruolo

importante tanto come lingua della diplomazia che della letteratura.

ITALOROMANIA = penisola italica, tante lingue e dialetti

o DIALETTI GALLO ITALICI

1. = nell’area settentrionale, lingue di

origine celtica che hanno un tipo linguistico ben preciso, divise

dall’area centro-meridionale mediante una linea che va dalla

20 Spezia a Rimini circa. sono il trentino, il lombardo, il ligure, il

piemontese e l’emiliano-romagnolo.

DIALETTI VENETI

2. = veneto

ALTRE LINGUE PARLATE NELLA ZONA SETTENTRIONALE

3. =

PROVENZALE, FRANCO PROVENZALE (Valle d’Aosta,

 Piemonte, provincia di Torino e Puglia -due comuni in

provincia di Foggia-);

TEDESCO (in Alto Adige e sud Tirolo, soprattutto a Bolzano vi

 è una forte comunità tirolese, perché alla fine della prima

guerra mondiale l’Italia occupa Trentino e Tirolo

meridionale = comunità germanofona molto forte (circa

350 mila) con norme di tutela altissime riconosciute dopo la

Trattato De Gasperi – Gruber

Seconda guerra mondiale 

=

Dettagli
Publisher
A.A. 2023-2024
43 pagine
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-LIN/01 Glottologia e linguistica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Gaia.turchet di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Linguistica generale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Udine o del prof Vicario Federico.