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Lunghezza/durata/quantità:

- riguarda l’estensione temporale relativa con cui i foni e le sillabe sono prodotti.

Ogni fono può essere breve o lungo. La lunghezza delle vocali o delle consonanti può avere

valore distintivo.

In italiano non ha funzione distintiva a meno che non prendiamo in considerazione le

consonanti doppie come “cane” vs. “canne”.

Per le vocali la durata in italiano invece non è pertinente, mentre in molte lingue la durata

vocalica funziona da tratto pertinente. In latino classico dove “malum” con al “a” breve è

“male, malanno” mentre con la “a” lunga è “mela”.

Le classi di suono dei fonemi :

Queste classi contengono diversi suoni, che però non modificano il significato della parola, ma

solamente la pronuncia di essa.

Es : la lettera "n" in IPA fa parte della classe associata al nostro suono "n" in italiano comune.

"n" fa infatti parte di {"n", "n allungata a destra", "n allungata a sinistra"}

- ["K o n t o"] e ["K o n allungata a destra t o"] significano la stessa cosa, ma hanno una

pronuncia differente in base al dialetto piemontese.

Infatti si definisce "allofono" il "finto opposto" di un suono.

Ovvero quel suono appartenente ad una classe "X", che contrapposto ad un suono della

medesima classe "X" si può definire opposto per quanto riguarda la pronuncia, ma non per

quanto il significato.

- ["K o n t o"] e ["K o n allungata a destra t o"] significano la stessa cosa, ma hanno una

pronuncia differente in base al dialetto piemontese.

La Sillaba :

Minima combinazione di suoni costruita attorno ad un picco sonoro.

Infatti essa è rappresentabile su in piano cartesiano avente asse delle ascisse il tempo, e come

asse delle ordinate la frequenza, l' intensità sonora, ovvero la forza (quindi la quantità d' aria

utilizzata dall' apparato) attraverso la quale sono prodotti i suoni.

! Il rapporto tra "f" (frequenza) e "t" (tempo) é dato dalla quantità di aria emessa in un

determinato tempo necessario per far vibrare le corde vocali.

Quindi maggiore sarà la quantità d' aria utilizzata, minore sarà il tempo impiegato per farle

vibrare.

La struttura della sillaba :

- Apice (prima consonante della sillaba)

- Nucleo (in Italiano é sempre la vocale della sillaba, nelle altre lingue dipende)

- Coda (non sempre c'è, ma se c'è é la seconda consonante)

Es : "stanco" = stan / co

- st: apice, sillaba 1

- a : nucleo, sillaba 1

- n : coda, sillaba 1

- c: apice 2, sillaba 2

- o : nucleo, sillaba 2

Accento :

É data dall'aumento di intensità della produzione del suono (E dal conseguente aumento di

frequenza).

In Italiano ha una funzione fonematica distintiva: ovvero cambia il modo di scrivere la parola e

permette di distinguere i diversi significati.

Es : Capitano VS Capitanó

Tono :

É dato dall' altezza della sillaba, caratterizzata dalla frequenza maggiore o minore del suono.

In base a ciò potrò rappresentare una catena melodica ascendente o discendente, secondo

l'intonazione e la pronuncia.

In Italiano ha una funzione del tutto fonologica e non distintiva, ma in altre lingue toniche

come il cinese, ciò può variare (perché a seconda del tono, varia il significato).

Lunghezza :

É la durata di produzione di un suono.

In Italiano è in media di 80 mille secondi, ed ha un valore distintivo.

[Linguistica A/L, Venerdì 5 Ottobre 2018]

La morfologia :

La parola :

Secondo il concetto prototipico di parola, la definizione della stessa é un insieme di lettere e

suoni che vengono letti senza interruzioni.

Essa all' interno della frase ha una posizione del tutto libera : è dunque un' unità mobile.

Il suo significato è tipicamente lessicale e distintivo, in quanto ci permette di collegare un

concetto astratto ad uno concreto appartenente alla nostra realtà, secondo un legame del tutto

intuitivo e basato su una convenzione universale.

- Es : Palla = oggetto rotondo con cui giocare

La struttura della parola :

Le parole sono composte da differenti morfemi (singole unità), che ci permettono di

comprendere il significato dei termini.

Esempio : Giust/ific/abil/e

- Giust : morfema lessicale, che ci permette di comprendere il significato intrinseco nel

termine

- Ific : morfema ...., che rende la parola x appartenente ad una determinata classe

- Abil : morfema ...., che rende la parola x appartenente ad una determinata classe

- E : morfema distintivo, che ci permettere di distinguere tra maschile/femminile e singolare/

plurale (in questo caso maschile singolare)

Per dividere in morfemi è fondamentale tenere conto del termine di partenza, così da riuscire

bene a capire dove suddividere.

[Se poi ho ancora dei dubbi basta pensare alla scrittura in IPA.]

Esempio 1 : Im/mangi/abil/e

Dove se ho un dubbio su dove mettere la seconda "i" nella suddivisione, basta pensare che

"mang" nulla ha a che fare con il termine "mangiare" (piuttosto potrebbe ricordare la parole

"mango").

Esempio 2 : Il/legg/ibil/e

Dove se ho un dubbio su dove mettere la seconda "i" nella suddivisione, basta pensare che

"leggere" non ha la "i" e che quindi andrà con il morfema seguente.

! Coppia minima: coppia di parole uguali in tutto tranne che per la presenza di un fonema al

posto di un altro.

Una coppia minima identifica sempre due parole identiche, aventi un solo morfema differente

all’interno di esse [Es : Pigna – Piglia, dove nella trascrizione cambiano solo i morfemi “gl” e

“gn”]

I morfemi nella parola :

I morfemi spesso possono essere confusi uno con l' altro, ma in realtà essi sono strettamente

collegati al significato ed al significante in questione.

Esempio : Fam/os/o e Fam/e

"Fam" in questo caso non ha lo stesso significato in entrambe i termini

- "Fam" in famoso : morfema lessicale, che ci permette di comprendere il significato

intrinseco nel termine di "Fama"

- "Fam" in fame : morfema lessicale, che ci permette di comprendere il significato intrinseco

nel termine di "Fame"

I morfemi allomorfi nella parola :

Nel caso invece dell' allomorfia, ho differenti morfemi, che però mi riportano al medesimo

significato

Esempio : In/legg/ibil/e e Il/legg/ibil/e

"In" e "Il" in questo caso hanno lo stesso significato di "non" (non leggibile)

! Suplletinismo :

É un tipo di allomorfismo, nel quale due differenti morfemi hanno lo stesso significato lessicale

Esempio : "Acqua" e "Idrico"

- ACQ e IDR hanno lo stesso significato lessicale, benché differenti

Le classi dei morfemi :

I Morfemi possono essere distinti in classi funzionali (in base alla funzione che svolgono):

Morfemi lessicali :

- fanno riferimento ad un referente di una realtà esterna, dunque al significante. Ci

permettono di collegare il significato al significante (oggetto rotondo = palla). Essi creano

una classe aperta.

Morfemi grammaticali :

- Derivazionali :

formano una classe chiusa e permettono di derivare una parola dall' altra attraverso

l'inserimento di una nuova particella. In questo modo ne modificano il significato. (Es :

"Immangiabile" da "Mangiare", dove "Im" e "Abil" sono morfemi derivazionali)

Flessionali :

anche essi formano una classe chiusa e danno luogo alle diverse forme della parola : mi

permettono di cambiare genere e numero dei sostantivi, di variare tempo e persona dei

verbi. Qua il significato resta il medesimo. (Es : "Gatto" e "Gatti", dove i morfemi "I" e "O"

sono morfemi Flessionali, che mi permettono di cambiare genere e numero della parola)

Ma i Morfemi possono essere anche distinti in classi posizionali (in base alla posizione che

hanno nella parola):

Morfemi grammaticali :

- Prefissi :

che stanno prima del morfema lessicale (in Italiano hanno tutti una funzione derivazionale).

Suffissi :

che stanno dopo del morfema lessicale

[Linguistica A/L, Giovedì 11 Ottobre 2018]

I morfemi lessicali funzionali :

In italiano sono composti dagli articoli determinativi ed indeterminativi.

Es : l|a |cas|a

- dove "L" è un morfema grammaticale funzionale, che dipende strettamente da "A", ovvero

un morfema suffisso flessionale. Ma se io sostituissi potrei avere l|e |cas|e oppure un|a |

cas|a

I morfemi lessicali liberi :

In italiano sono composti dalle parole invariate, che rimarranno sempre tali.

Es : i|l |caffè| / i |caffè|

- dove nella parola singolare avrò un morfema funzionale grammaticale "L" accompagnato

da un morfema flessionale "I" ed un morfema lessicale libero che non è separabile ed è

invariato "CAFFE'

- dove nella parola plurale avrò un morfema funzionale grammaticale "I" ed un morfema

lessicale libero che non è separabile ed è invariato "CAFFE'

I Morfemi cumulativi :

Sono in grado di esprimere più valori contemporaneamente

Esempio : i libr|i

⁃ la prima "i" qua è un morfema funzionale, mentre la seconda è un morfema flessionale

! Spesso un morfema cumulativo, può infatti anche essere un morfema flessione

I morfemi nelle lingue estere :

Morfemi sostitutivi :

Sono tipici del' inglese ed hanno un valore grammaticale differente, in base alla modificazione

del timbro vocale

- Es : "Man" VS "Men"

Morfemi zero :

Sono tipici del latino ed hanno un valore grammaticale differente, a differenza del caso in cui

vengono declinati.

In base al valore flessionale obbligatorio dato al caso in questione (nominativo, genitivo,

dativo, ...) io posso così comprendere il significato del termine.

Es :

- Puer - (senza nulla) é al nominativo ed ha un morfema zero, dunque é soggetto.

- Mentre Puer - Um é all' accusativo ed ha un morfema ("um"), dunque è complemento

oggetto.

Gli affissi :

Gli Affissi segmentari italiani:

- Prefissi

- Suffissi

Gli Affissi segmentari nelle lingue estere :

- Infissi :

vengo inseriti all' interno del morfema lessicale. (che però in italiano non esistono e non

vengono utilizzati)

- Circonfissi :

vengono inseriti all' interno del morfema lessicale, mettendo un pezzetto all' inizio del

morfema ed uno alla fine (ad esempi

Dettagli
Publisher
A.A. 2018-2019
31 pagine
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-FIL-LET/12 Linguistica italiana

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher sara.felletti di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Linguistica generale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi di Torino o del prof Cerruti Massimo.