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RAPPORTO CON L’ARTE - TECNICHE A MEDIAZIONE GRAFICO-PITTORICA E
SCULTOREA
L’arte, oltre ad essere una possibilità di espressione, può liberare da situazioni di
difficoltà, angoscia, conflitto. Il bambino ha un naturale potenziale per sviluppare
l’espressione verbale, ma anche quella grafica, musicale, cinestesica. Oltre alle
capacità logico-verbali molti studi sottolineano quindi l’importanza di un pensiero per
immagini (e l’importanza dell’immaginazione, espressioni di tipo analogico, es.
metafora) che non è di tipo sequenziale, logico, formale, ma che rappresenta un
arricchimento e non soltanto una fase propedeutica a tale pensiero. Addirittura alcuni
disturbi sembrano avere origine dall’impartizione un’educazione di tipo puramente
logico-proposizionale da parte di adulti, che sembra dimenticare l’importanza di una
dimensione umana così fondamentale dell’uomo.
L’arteterapia è molto indicata per gli adulti che non sono in grado, per condizioni
intellettive e/o emotive, di affrontare un approccio terapeutico tradizionale basato sul
colloquio verbale, oppure con i bambini per offrire esperienze a loro congeniali spesso
spontaneamente utilizzate per affrontare il disagio emotivo. Può avere anche
applicazioni di gruppo (es. gruppi di crescita personale o gruppi di risocializzazione).
L’espressione grafico-figurativa permette loro di esprimere contenuti intrapsichici
prelogici o troppo carichi di energia emotiva per essere verbalizzati, dando
soddisfazione e autostima.
Obiettivi: Soddisfacimento dei bisogni narcisistici – Alleggerimento della tensione –
Allargamento delle possibilità figurative – Rafforzamento dell’area di intervento dell’io
– Aumento dell’autostima – Maggiore definizione della propria identità – Sostegno
dell’atto creativo.
Produzione artistica (• Non è utile se non per l’investimento di abilità che l’esigenza
dell’autore deve sviluppare per esprimersi • Condizione di libertà che risponde a una necessità
di espressione o comunicazione senza vincoli • L’oggetto che si produce non è funzionale al
Attività a carattere artigianale/ terapia occupazionale
vivere pratico) ≠ (•
L’obiettivo è ricondurre la persona a una condizione di autonomia e indipendenza attraverso
attività di svago, di artigianato, di gioco • Le attività sono valutate e graduate per rispondere a
bisogni e desideri del paziente).
MATERIALI – devono avere valore soggettivo, essere variegati e si dividono in
materiali rigidi: hanno contatto diretto tra mano e supporto da colorare (es
o pastelli)
materiali ad acqua: l’uso del pennello permette la decontrazione muscolare e
o l’esecuzione di esercizi pittografici di grande dimensione
materiali plastici: la creta è la più usata in atelier, è il materiale più arcaico
o (terra e acqua), può sollecitare vissuti primitivi
SUPPORTI - anch’essi hanno valore affettivo e simbolico, dimensioni e spessore vanno
definiti a piacimento.
ATELIER - È il luogo adibito allo svolgimento dell’attività quindi esclusivo (riservato solo
a quella), un setting appropriato con una serie di regole poste e tutelate dall’operatore
che rimandano valore e importanza all’attività, diviene solido contenitore per il
fruitore. L’operatore è custode e testimone della gestione dell’atelier e crea un clima
favorevole.
STORIE - Creare storie fa scoprire come dentro a ciascuno di noi ci siano molte
potenzialità creative sopite e mai utilizzate in chiave positiva, l’Io dell’operatore si
riscopre nella propria individualità e inalienabilità.
DANZATERAPIA
Utilizza, quale tramite terapeutico, il linguaggio del movimento e della danza
percezione corporea
unitamente al processo creativo. L’intervento favorisce la definizione dei limiti
attraverso il riconoscimento dei vari segmenti corporei, la
corporei, corpo movimento
l’integrazione tra il inteso come soma e il inteso come
l’incontro con l’altro,
possibilità espressiva individuale, rendendo possibile la
costruzione di relazioni positive.
Linee guida per tutti i metodi: focus su corpo e movimento espressivo-creativo, il
processo creativo è fondamentale, integrazione tra corpo e psiche, predilezione del
canale comunicativo non verbale.
L’obiettivo, reso possibile grazie alla valenza espressiva, è migliorare le performances
comunicative intrapersonale e interpersonale, espressive, di regolare le emozioni, di
potenziare l’integrazione corporea e l’immagine di sé (che rende possibile il
cambiamento); “ processi che concorrono all’evoluzione positiva della persona, si acuisce
consapevolezza del proprio stile motorio, si rappresenta nel processo espressivo la molteplicità
.”
delle dinamiche transferali e della gamma emozionale
Obiettivi: piacere funzionale, l’affinamento delle funzioni psicomotorie, l’unità
psicocorporea, la simbolizzazione, l’immagine corporea e la stima di sé.
M. Stark Whitehouse,
ORIENTAMENTO PSICANALITICO - Riferimenti teorici:
Laban, J. Adler, D: Winnicot, M. Klein, C.G. Jung, J. Hillman – ambiente facilitante,
spazio simbolico dove avviene l’incontro creativo, relazione terapeutica sia nei suoi
aspetti transferali che controtransferali, interdipendenza presente tra processo
creativo e terapeutico, lo sviluppo della capacità di giocare con le immagini, di
perdersi e di ritrovarsi nei simboli, viene unita alla conoscenza resa possibile dalla
psicoanalisi, dallo studio delle fasi evolutive e dei processi mentali, dalla
comprensive delle dinamiche relazionali e della psicopatologia.
approccio danzaterapico etno-
ORIENTAMENTO ESPRESSIVO - Riferimenti teorici:
antropologico di Duplan, F.Schott Billmann, Sheelen e Bellia – hanno rilevanza
l’apporto gruppale e la dimensione espressiva-creativa, multidimensionalità
dell’esperienza umana (corpo, mente, relazioni, cultura), il corpo espressivo è il
terreno della crescita personale e sociale, il processo creativo è una riscoperta delle
appartenenze e una ricerca a nuovi sviluppi soggettivi ed intersoggettivi (passato e
futuro)
DANZAMOVIMENTOTERAPIA INTEGRATA - Concetto di corpo intelligente inteso come
presenza del soggetto, conduzione del gruppo, setting definito in modo rigoroso,
conduzione del lavoro, la necessità di formulare proposte specifiche tenendo conto
dei destinatari, attivazione dei processi di potenziamento della consapevolezza
corporea e delle competenze corporeo-relazionali, emotive ed affettive e crescita
della regolazione emotiva.
DANZATERAPIA DI MARIA FUX – musica mai casuale, stimoli coreografici, parole
madri semplici e significative, il conduttore e la relazione terapeutica, plasticità e
dalla duttilità # che consente percorsi molto diversificati, la soggettività del
danzaterapista ha un peso molto alto, ci sono 4 momenti #: A. Fase iniziale o di
riscaldamento B. Momento centrale di proposta di uno stimolo danzaterapico C.
Momento di rilassamento o di scarica delle tensioni attraverso una danza libera D.
Fase finale di verbalizzazione. la
DANZAMOVIMENTOETARPIA IN CHIAVE SIMBOLICA - Riferimenti teorici:
medicina archetipica di Ziegler, la psicologia transfpersonale di Maslow e
Assaggioli, la psicologia analitica di Jung e le sue teorizzazioni sul simbolo,
sull’archetipo e sull’immagine – il corpo è costituito da organi e apparati che sono
depositari di archetipi che a loro volta sono considerati come entità universali
somatizzate, la patologia diviene una metafora della storia individuale del
soggetto.
DANZAMOVIMENTO TERAPIA A ORIENTAMENTO GESTALTICO - elementi teorico-
pratici provenienti da altre scuole di DMT quali l’Expressione Primitive secondo
l’elaborazione di Schott Billmann, i modelli di DMT nazionali e internazionali, affine
all’arte terapia in generale e alla DMT in particolare.
MUSICA - TECNICHE A MEDIAZIONE MUSICALE
La musica è il mito dispensatrice di vita, il senso musicale sembra comparire prima
della nascita nel grembo materno, verso il settimo mese, addirittura sembra
memorizzarli. I suoni acuti producono uno stato di iperattività transitoria nel feto, se
anche breve produce il fenomeno “startle” # (battito delle palpebre, rotazione del
capo, estensione delle gambe).
EFFETTO MUSICA #: una sorta di effetto magico, suscitatore di emozioni, ricordi,
fantasie, perché evocatore di esperienze passate, le più remote, le più confuse che
riportano all’epoca prenatale, all’esperienza di un paradiso perduto il cui incanto rimane in
. SUONO
ciascuno di noi come struggente nostalgia di qualche cosa di unico, non più ripetuto
= tutto l’universo sonoro in rapporto all’uomo, dove, movimento-suono e ritmo sono in
continua relazione costituendo un’unità indivisibile.
Musica come incontro tra mito e scienza: il mito ne parla con il suo linguaggio, la
scienza lo dimostra attraverso le sue ricerche e applicazioni (come la musicoterapia).
MUSICOTERAPIA - La musicoterapia consiste proprio nel giocare all’aperto, con i
suoni, con la spontaneità, affidarsi al caso e così rappresentare sé stessi. La sua
complessità come disciplina consiste nella convivenza di arte e scienza #.
Requisiti di base: la musica bisogna anche farla oltre che conoscerla, si devono usare
tutti gli strumenti, si devono interpretare i simbolismi.
PRINCIPALI MODELLI DI MUSICOTERAPIA: Scuole a impianto somatico (scuola di
Tomasis), Scuole a impianto psicosomatico (obiettivo: sviluppo o mantenimento delle
capacità cognitive, espressive e di apprendimento, orientamento e coordinamento
motorio - Gertrud Orff, Giordano Bianchi, Zoltan Kodàl), Scuole a impronta
psicoanalitica (obiettivo: sviluppo degli aspetti sociali della persona - Scuole di Clifford
Madsen, Helen Bonny, Paul Nordoff e Clive Robbins, Rolando Benezon, Mary Priestley).
CAMPI DI APPLICAZIONE: Clinico – Riabilitativo - Terapeutico - Pedagogico (area
prevenzione e promozione del benessere).
Le scuole di musicoterapia accettate a livello mondiale sono quelle che applicano i 5
metodi riconosciuti dal congresso mondiale di musicoterapia a Washington nel 1999,
ovvero:
1 «musicoterapia creativa» Nordoff-Robins
2 Metodo Benenzon: «Iso Strumento intermediario»
3 Mary Proestley: «La musicoterapia analitica»
4 Kenet Bruscia «l’improvvisazione sperimentale»
5 G.I.M. Immaginazione guidata e musica di H.L. Bonny
Benenzon: una disc