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LE FIGURE RETORICHE
Dagli anni 50 in poi l’uso delle forme retoriche nelle pubblicità sono raddoppiate ora più del 70%
à
delle pubblicità usano le forme retoriche attirano di più l’attenzione delle persone e rendono il
à
messaggio + efficace si cerca sempre di togliere il disturbo (captatio benevolentia = “accorcia la
à
distanza e toglie il rumore” davanti a me c’è una persona capace di dar valore a quello che io
à
dico).
Du Marsais nel 1700 “si usano più figure retoriche in un giorno a Les Halles (mercati generali di
à
Parigi) che in un anno alla sorbona (università in Francia)” uso frequente nel linguaggio
à
quotidiano.
RETORICA = l’arte del dire studio delle forme espressive.
à
Platone retorica nasce in politica critica la retorica insegnata a scuola in quanto iniziava da un
à à
percorso falso e veniva usata per dissuadere.
Alcune distinzioni con la retorica antica:
1. La concezione antica distingueva fra retorica e poetica la retorica del pubblicitario include
à
anche degli strumenti della poetica;
2. Nel tipo di testo la pubblicità contemporanea è nella sua forma più tipica un breve
à
messaggio (slogan) ideato per essere eclatante e memorabile.
La struttura dello slogan è spesso una figura retorica nella sua forma poetica e musicale.
La pubblicità mira a stimolare il ricordo.
RETORICA E PUBBLICITÀ
La difficoltà non è quella di arrivare a noi ma quella di rimanere nella nostra mente.
Wall’s ice cream era una macelleria prima ma non esistendo i banchi frigo allora per non
à
licenziare le persone si trasforma in carretto del gelato “fermami, comprane uno”.
à
Stesso tipo di comunicazione nelle locandine politiche “unisciti all’esercito”.
Le figure di SUONO (fonetiche) = altamente ritmiche e poetiche, sono in grado di offrire una
coerenza fonetica (risulta gradevole) ripetizioni fonetiche servono ad aggiungere enfasi e creare
à
corrispondenze.
• ALLITERAZIONE = ripetizione di una sillaba o di un suono consonantico all’interno di una
successione di parole da enfasi e crea connessione tra gli elementi (coca-cola, paypal).
à
• ANAFORA = è la ripetizione di una o più parole all’inizio di due o più versi o di enunciati
successivi.
• ANTONOMASIA = è un nome proprio che si estende ad altri soggetti date le qualità specifiche
del primo.
• ASSONANZA = rima imperfetta, tra parole vicine tra loro.
• CHIASMO = consiste nell’inversione dell’ordine di un gruppo di parole che si corrispondono
tra loro.
• ELLISSI = mancanza si omette una parte del testo o del messaggio per farlo ricostruire al
à
lettore. 13
• IPERBOLE = esagerazione, verbale o visiva, che serve a magnificare alcune caratteristiche del
prodotto o il prodotto stesso.
• IRONIA = è un’affermazione che sottintende il contrario.
• LITOTE = affermare una cosa negando l’opposto o l’idea contraria.
• METAFORA = (portare oltre, trasferire) tra le più importanti, dovuto alla capacità di
à
sorprendere il destinatario grazie all’applicazione di un elemento espressivo a un oggetto o
a un’azione con il quale di solito non si accoppia.
• METONIMIA = consiste nella sostituzione di un termine vicino a quello cui si riferisce in base
alla relazione di contiguità spaziale, temporale, logica o causale (es. bevo una peroni à
marca per una bevanda).
• OSSIMORO = accostamento di due termini di senso contrario nella stessa locuzione (es. un
caldo inverno).
• RIMA = identità di suono delle ultime sillabe molto usata.
à
• SINEDDOCHE = si usa il nome di una parte per indicare il tutto o viceversa rapporto di tipo
à
estensione. 14
LA STRATEGIA CREATIVA
STRATEGA = deriva dal greco e rappresenta colui che conduce l’esercito, ora è un esperto in
risoluzioni astute.
Differenza tra strategia e tattica Allan Poe disse “quando si guarda troppo fisso una stella si perde
à
di vista il firmamento” con la stella = tattica e il firmamento = strategia.
- Tattica = linea di condotta che ci permette di ottenere dei vantaggi in un arco di tempo
limitato e breveà promozioni e direct marketing sono prevalentemente tattici (mirano a un
aumento delle vendite);
- Strategia = ci permette di ottenere vantaggi nel medio/lungo periodo.
Nascita del planning strategico e della figura dello strategic planner Londra nel 1968 perché si ha
à
un grande periodo di crescita creativa.
Definisco un obiettivo —> nasce una strategia che mi permette di arrivare all’obiettivo —> possono
nascere delle tattiche mirate nel tempo o nell’obiettivo.
Non si costruisce un brand in poco tempo —> la strategia agisce nel medio/lungo periodo, la tattica
non può essere usata per un periodo troppo prolungato (agisce nel breve periodo).
BRIEFING (riunione) = ne esistono due tipi —> quello che il cliente trasmette all’azienda tramite il
BRIEF (documento scritto); e quello che gli account e/o planner dell’agenzia trasmettono al cliente.
Briefing del cliente = se già lo conosciamo sarà un po’ più semplice rispetto ad un nuovo cliente.
L’agenzia deve tenere conto di:
- Scenario dei consumi;
- Mercato;
- Prodotto e la sua storia;
- Marca;
- Concorrenza;
- Consumatore;
- Comunicazione;
- Obiettivi e strategie di marketing;
- Il problema che la pubblicità deve risolvere.
Il briefing del cliente problemi
à:
- In realtà sono pochi i clienti capaci di dare un briefing corretto;
- Quando va bene il briefing del cliente contiene un esame completo della situazione del
mercato e della marca e qualche indicazione sugli obiettivi di comunicazione:
- Va peggio quando è il cliente stesso a proporre delle idee creative;
- Questi problemi sono pi evidenti con la P.A ., anche se c’è un miglioramento rispetto al
passato.
Ciclo della pianificazione strategica si basa su 5 domande:
à
1. Dove siamo? di informazioni relative soprattutto al brand awarness, alla brand image
àserie
e alla reputazione della marca; 15
2. Perché siamo qui? bisogna ascoltare il consumatore, sia colui che compra la nostra marca
à
che colui che compra nel mercato dove opera la nostra marca;
3. Dove vogliamo arrivare? definizione dell’obiettivo;
à
4. Come possiamo arrivarci? momento di scrivere la strategia;
à
5. Ci stiamo arrivando? verifiche successive al lancio, poi seguono le fasi di controllo.
à
I padri del planning: stantley pollitt e Stephen king.
Pollitt: è molto critico sulle ricerche —> “fanno le domande sbagliate alle persone sbagliate”
King: “la gente sceglie le proprie marche come sceglie gli amici —> non gli scegliamo per le loro
particolare abilità ma perché ci piacciono in quanto persone”.
Al planner spetta fare “cross”, passarla al creator che “cerca la porta e fa goal”.
Bisogna porsi le domande giuste per avere le risposte giuste.
Ci sono due tipi di reazione:
reazione diretta = “corro a comprarlo”
può esse re immediato o non così
immediato (come nel caso dei concorsi
a premi);
cercare informazioni = “sembra
interessante, devo saperne di più”;
correlare ai propri bisogni e desideri =
“che bella idea fa proprio per me”;
portare in cima i propri pensieri =
“questo mi fa ricordare che devo…”;
modificare atteggiamenti = “non
l’avevo mai visto in questo modo”;
rinforzare atteggiamenti = “sto facendo la cosa giusta”.
Modello FCB Grid = importante per identificare come i prodotti e i servizi vengono percepiti dalle
persone pubblico avrà approccio razionale o emotivo a cui si aggiunge il coinvolgimento.
à
È quindi uno strumento valido per capire come si posizionano le marche nella mente del
consumatore.
Processo dell’acquisto: ricevuto uno stimolo segue una riflessione iniziamo la ricerca allora
à à à
pendiamo una scelta quindi procediamo all’acquisto che ci garantisce un’esperienza.
à
Per creare un creativo brief ci sono 3 domande fondamentali:
1. A chi mi rivolgo? il target;
à
2. Che cosa voglio dirgli? promessa della marca al target;
à
3. Come glielo voglio dire? tono di voce.
à 16
GLI STILI CREATIVI
Claude Hopkins =
- Copywriter considerato uno dei padri della moderna pubblicità abolì un modo vago e
à
poetico di fare pubblicità.
- Era attento nel cercare di comprendere il consumatore e nell’integrare la pubblicità nello
sforzo di marketing totale.
- Ha il merito di aver dimostrato l’efficacia in termini di vendite, degli eventi, della formula
soddisfatti o rimborsati, dei farmacisti, dei campioni omaggi e molte altre pratiche e
tecniche.
- Propose un modello fortemente scientifico supportato da severe leggi (es: immagini usate
solo se comunicano più delle parole e non come decorazioni).
A COSA SERVE LA PUBBLICITÀ? a intrattenere il consumatore, a vendere.
à
Pubblicità = deve essere chiara, concisa e ciascuna illustrazione deve avere un valore di vendita à
secondo Hopkins la pubblicità efficace è quella in grado di creare un profitto.
Nonostante le sue idee innovative , alcune sue conclusioni oggi sono discutibili:
No: - “La pubblicità non deve interessare, divertire e attirare”
- “La pubblicità deve essere rivolta solo a nuovi clienti”
Si: - Attenzione ai gusti popolari;
- Test sulla pubblicità fu il primo a commissionare dei test sulla pubblicità;
à
- Offre ai consumatori dei campioni del prodotto;
- Impiega negli annunci il meccanismo di dimostrazione della qualità e del valore del prodotto.
1923 = Hopkins scrivere “scientific advertising” sosteneva la necessità di scegliere uno e uno solo
à
tra i possibili argomenti di vendita e di insistere su quello. Per lui la pubblicità funziona se riesce ad
attirare l’attenzione, a motivare attraverso la convinzione e se sono rispettate le scientifiche leggi
di buona comunicazione e di buon senso.
HARD SELLING = è oggi sinonimo di comunicazione promozionale fondata su prezzi, sconti, offerte
e novità.
Theodore MacManus: assert