LEOPARDI,IL ROMANTICISMO ITALIANO E IL ROMANTICISMO EUROPEO
•Da questa concezione della poesia come recupero del mondo immaginoso dell'infanzia, che
si fonda sul “vago e indefinito” e la “rimembranza”, discende il fatto che, tra le varie forme
poetiche, Leopardi privilegia soprattutto quella lirica, intesa come espressione immediata
dell'io, della soggettività e dei sentimenti, come "canto"
•In questo Leopardi si contrappone alla scuola romantica lombarda, che tende invece a una
letteratura oggettiva, realistica, fondata sul vero, animata da intenti civili, morali, pedagogici,
intesa all'utilità sociale, e visto per le odi e per i cori manzoniani) che quindi predilige le forme
narrative e drammatiche.Viceversa, anche per questo aspetto Leopardi appare più vicino allo
spirito della poesia romantica d'Oltralpe
•È indubbiamente separato dalla cultura romantica dal suo retroterra filosofico, che è
illuministico, sensistico e materialistico, mentre presupposto del Romanticismo europeo è una
visione del mondo idealistico,fondata su una concezione della realtà come processo spirituale
•Però è vicino al Romanticismo per una serie di grandi motivi che ricorrono nelle sue opere: la
tensione verso l'infinito, l'esaltazione della soggettività, il titanismo, l'enfasi posta sul
sentimento, il conflitto illusione-realtà, la scelta del mondo dell'immaginazione contrapposto a
quello della realtà, l'amore per il “vago e indefinito”, il culto della fanciullezza e del primitivo
come momenti privilegiati dell'esperienza umana, il senso tormentato del dolore cosmico, un
dolore che abbraccia tutto il creato
•Va precisato comunque che il Leopardi in cui si possono riconoscere maggiori affinità con i
romantici è quello della prima fase, in cui accoglie l'idea roussoviana di una natura benigna,
uno dei fondamenti della visione romantica. La svolta del 1824, rappresentata dal Dialogo
della Natura e di un Islandese, in cui la concezione della natura buona è rovesciata in quella
della natura maligna, segna un progressivo distacco dalle posizioni giovanili, un prevalere del
“vero” sulle illusioni e sul “vago e indefinito”, sino all'estrema stagione del "ciclo di Aspasia" e
della Ginestra
•X tanti altri aspetti poi la poesia di Leopardi, come è stato notato da un acuto critico come
Vincenzo Mengaldo, si distacca da quella dei romantici tedeschi, inglesi, francesi soprattutto
per una serie di assenze: dell'esotismo orientaleggiante e del culto per il Medioevo, della
tematica magico-demoniaca, del macabro-mortuario, dell'interesse per il favoloso e la poesia
popolare, del fascino del mistero e dell'ineffabile, della mitizzazione della notte e delle tenebre
in contrapposizione alla luce e alla solarità, dell'identificazione fra io e non-io, soggetto e
mondo esterno
-La poesia romantica europea è caratterizzata da un uso ridondante del linguaggio metaforico
e figurato: continua metamorfosi, indistinzione fra soggetto e oggetto. Invece il suo linguaggio
è fedele alla indigenza classica e risponde ad una visione connessa con il sensismo e il
materialismo
I CANTI
•Il periodo successivo alla conversione “dall'erudizione al bello”, è ricco di esperimenti
letterari.Molti di questi esperimenti rimangono puri progetti o abbozzi
• Fra il 1818 e il 1823 il poeta compone dieci canzoni, che pubblica in un opuscolo a
Bologna,sempre a Bologna, stampa una raccolta di Versi, che comprende due elegie, un'e-
pistola in versi e sei componimenti riuniti sotto il titolo di Idilli
•Infine nel 1831, a Firenze raccoglie le canzoni, i testi dei Versi e alcuni lavori giovanili, e al
volume dà il nome complessivo di Canti: è questa la prima edizione dell'opera poetica
fondamentale di Leopardi
•Seguirà una seconda edizione ed una terza.Il titolo Canti, del tutto inedito nella tradizione
letteraria italiana per una raccolta di versi, rimanda al carattere squisitamente lirico di queste
poesie, che traggono alimento dall'intima soggettività dell'autore, anche quando trattano temi
civili o filosofici abbiamo anche generi poetici diversi, alcuni rientranti nelle categorie
consacrate dalla tradizione, come canzoni, elegie, epistole in versi, altri invece,connotati da
una forma decisamente più libera e originale, che non risponde ai codici prestabiliti, anche
nella struttura metrica, come vedremo: questi canti portano all'estremo l'ispirazione lirica
soggettiva
LE CANZONI
•Le Canzoni sono componimenti di impianto decisamente classicistico, che riproducono lo
schema metrico fissato sin dalla lirica duecentesca e da Dante e che impiegano il linguaggio
aulico, sublime e denso della tradizione, con sensibili influenze soprattutto di Alfieri e Foscolo.
Le prime cinque,affrontano una tematica civile. La base di pensiero è costituita da quel
pessimismo "storico" che caratterizza la visione leopardiana in questo periodo. Sono animate
da aspri spunti polemici contro l'età presente, considerata inerte e corrotta, incapace di azioni
eroiche, immersa in una “nebbia di tedio”, a questa polemica si contrappone un'esaltazione
delle età antiche, generose e magnanime
•La più significativa è Ad Angelo Mai che è un vero e proprio compendio dei temi cari a
Leopardi in questo momento: oltre alla polemica vs l'Italia,c’è il motivo del “caro immaginar”
e dei “leggiadri sogni” dissolti dalla conoscenza razionale del “vero”, che accresce solo il
senso del nulla e la noia
•Caratteristiche diverse possiedono il Bruto minore e l'Ultimo canto di Saffo.Leopardi non vi
parla più in prima persona, ma delega il discorso poetico a due personaggi dell'antichità,
entrambi suicidi, Bruto, l'uccisore di Cesare, e la poetessa greca Saffo, Il pessimismo storico
giunge a una svolta: si delinea l’idea di un'umanità infelice non solo per ragioni storiche, ma
per una condizione assoluta. Non si incolpa ancora la natura, ma gli dèi e il fato, visti come
forze malvagie che si compiacciono di perseguitare l’uomo
•Ad esse si contrappone l'eroe singolo, che si ribella alla forza crudele che l'opprime e afferma
la propria libertà in un gesto di sfida suprema, dandosi la morte. È l’affermazione più decisa
del titanismo eroico che caratterizza il primo Leopardi
•Ancora # sono le altre canzoni della seconda fase. Alla Primavera è una rievocazione
nostalgica delle «favole antiche», di quella visione fanciullesca e immaginosa che era propria
dell'antichità, e che i moderni hanno perduto definitivamente. L'Inno ai Patriarchi, o dei
principi del genere umano,l’unico dei progettati Inni cristiani che sia stato portato a
compimento, è una rievocazione dell'umanità primitiva, felice nella sua ingenuità. Alla sua
donna infine é dedicata ad un'immagine ideale, platonica, della donna, creata dalla sua mente
GLI IDILLI
•Altri componimenti scritti all'incirca nello stesso periodo delle Canzoni, gli Idilli, presentano
un carattere molto diverso: le tematiche sono intime e autobiografiche e il linguaggio è più
colloquiale e di limpida semplicità. Con il titolo complessivo di Idilli Leopardi designò alcuni
componimenti,pubblicati sulla rivista "Il Nuovo Ricoglitore" e poi nell'edizione dei Versi:
L'infinito, La sera del giorno festivo (poi La sera del di di festa), La ricordanza (poi Alla luna), Il
sogno, Lo spavento notturno, La vita solitaria. Il titolo non ricompare nelle successive raccolte
dei Canti, ma la designazione è rimasta di uso comune
•La parola idillio deriva dal greco eidýllion, diminutivo di éidos, "immagine, quadro", quindi
significa propriamente "quadretto". Nella letteratura greca antica rappresentante principale
della poesia idillica fu Teocrito, siracusano:autore di componimenti ambientati in un mondo
pastorale idealizzato, visto come rifugio di pace e di serenità. Il termine idillio non aveva a che
fare con la poesia pastorale e indicava solo la brevità dei testi; ma poiché Teocrito divenne
famoso per le sue poesie pastorali, la parola acquistò quella sfumatura pastorale che ha poi
conservato. Il modello teocriteo era stato ripreso nella letteratura latina da Virgilio con le
Bucoliche: 10 componimenti appunto di ambientazione pastorale (boukólos in greco è il
pastore)
•Negli anni precedenti il 1819 Leopardi aveva tradotto gli idilli pastorali del poeta greco
Mosco: imitatore di Teocrito, e aveva composto egli stesso poesie pastorali;ma essi non hanno
più nulla a che fare con la tradizione bucolica classica, che rappresentava una campagna
stilizzata e figure idealizzate di pastori
•Non hanno neppure a che fare con la nozione moderna di idillio, quell'idillio "borghese" che si
era affermato nel ‘700 nelle letterature nordiche e che amava rappresentare scene della vita
quotidiana di personaggi di mediocre condizione sociale:è quel tipo di idillio a cui si rifanno i
Promessi sposi, per rovesciarlo
•Anni dopo, Leopardi definì gli idilli come espressione di “sentimenti, affezioni, avventure
storiche del suo animo”. Negli idilli la rappresentazione della realtà esterna, delle scene di
natura serena, è tutta in funzione soggettiva: ciò che a Leopardi preme di rappresentare sono
momenti essenziali della sua vita interiore
•Esemplare è 1) L’infinito (in cui compare una situazione che può ricordare l'idillio, classico: il
poeta accanto alla siepe che definisce uno spazio limitato, lo stormire del vento tra le foglie);
ma non è lo scenario di una semplice quiete contemplativa e rasserenante, bensì lo spunto
per una vertiginosa meditazione lirica sull'idea di infinito creato dall'immaginazione, a partire
da sensazioni visive e uditive.2) Alla luna: affronta invece il tema complementare della
“ricordanza” (tale era infatti il titolo primitivo), che, come l'immaginazione, trasfigura. il reale
e l'abbellisce, anche se la realtà è triste e angosciosa
•3) La sera del di di festa: prende l'avvio da un notturno lunare, una di quelle scene
suggestive per la loro vaghezza. e indeterminatezza che Leopardi predilige, ma poi trapassa
ad una confessione disperata, dell'infelicità e dell'esclusione della vita patite dal poeta, per
allargarsi infine a una più vasta meditazione sul tempo che cancella ogni traccia dell'azione
umana: 4) La vita solitaria (1821) è un componi
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