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Nel 90 Andersen caratterizza i vari sistemi di welfare occidentali
- socialdemocratico: Nord Europa e Inghilterra pre Thatcher (the milk snatcher…).
Prevede il fatto che il welfare sia universale e esteso a tutti in maniera
completamente gratuita e facilmente accessibile
- corporativo: Germania e Francia hanno una parte di tutele riconosciute per tutti ma
hanno anche specifici benefici legati alla posizione professionale delle persone
- mediterraneo: Italia Portogallo Grecia Spagna hanno una discreta copertura di
misure universalistiche, in italia pure il sistema scolastico è welfare. Sanità pubblica
però il modello mediterraneo parte dal presupposto che lo stato non abbia le risorse
per sopperire a tutti i bisogni e in questo modello tipicamente la compensazione di
quello che lo Stato non riesce a fare è lasciato alla famiglia che funziona da
ammortizzatore sociale e quindi certe forme di disuguaglianza si sentono già molto di
più perché tutte le famiglie son diverse economicamente e quindi si hanno meno figli.
Se la famiglia è una forma di garanzia concreta rispetto alla possibilità di
sopravvivere in un certo senso le ultime generazioni hanno aumentato la quota di
dipendenza
- liberale: anche i servizi di welfare negli stati uniti sono attori di mercato, esiste la
scuola pubblica ma non la sanità pubblica, è costruito come qualsiasi altra forma di
mercato il welfare quindi se hai i soldi hai i servizi migliori sennò no.
Quindi si crea un sistema paradossale in cui c’è più dipendenza dai boomer ma sempre
meno capacità di comprendersi reciprocamente viste le enormi differenze di esperienza. Poi
i giovani sono stigmatizzati dalla politica, dai giornali, dalla classe dominante insomma per
legittimare e perpetrare la loro egemonia.
Le generazioni in sociologia. Compaiono nel 1928 e bene o male poi si riparte sempre da lui
perché è stato abbastanza bravo.
Recupera il concetto di classe per sè e classe in sè di marx. Lui dice che la classe operaia
per potersi organizzare deve passare da classe in sè cioè persone che condividono la
stessa esperienza del mondo e lo stesso posizionamento rispetto ai processi produttivi per
potersi organizzare e fare la rivoluzione deve diventare una classe per sè cioè sviluppare
coscienza di classe e unirsi. Pure con le generazioni si può fare un lavoro simile. Esistono
generazioni in sè cioè persone che appartengono alla stessa corte anagrafica. Essere nati
negli stessi anni comporta di condividere con altre persone la stessa corte in
posizionamento nella cultura sociale e quindi dal posizionamento avere un’esperienza
piuttosto simile. Le generazioni in sè condividono uno spazio limitato di esperienze possibili.
Però come fa a diventare generazione per sè con consapevolezza e coscienza? Lo fa
quando la generazione in sè è esposta a un trauma culturale (non psicanalitico) cioè un
momento in cui la riproduzione delle routine anche culturali di una società è interrotto a
causa di eventi particolarmente dirompenti tipo la guerra oppure il covid per noi. Quando si
vivono questi periodi la generazione può sviluppare forma di consapevolezza, riconoscerci
come una generazione acquisire coscienza colelttiva ed essere riconosciuta come
generazione per sè. Può organizzarsi per produrre forme di mutamento desiderate oppure
per cercare di mantenere lo stato di cose com’è. La stessa generazione sviluppa poi diverse
unità generazionale tipo i rossi e i fasci. La definizione della generazione parte dai giovani
perché è molto diverso quando fai esperienza di un trauma culturale in un periodo della tua
vita in cui stai diventando adulto quindi il trauma culturale lascia un impatto molto più
profondo sul tipo di adulto cche diventerai. Periodo di stratificazione della coscienza quindi
da adulti si è meno duttili e malleabili mentre sui giovani più impatto. Una delle letture più
interessanti è quella delle genrazioni globali. Si può anche raccontare l’avvicendamento
delle varie generazioni in base al concetto di campo. La società è divisibile in diversi campi
in cui attori specifici competono per il raggiungimento di condizioni di potere tipo campo
dell’accademia, pure la relazione intergenerazionale è un campo in cui diverse condizioni
competono per l’ottenimento di potere, chi riesce a conquistare potere è generazione attiva
e impone mutamento e orienta il mutamento. Possiamo considerare l’idea che esista un
ordine generazionale che ci permette di considerare le disuguaglianze sulla differenza
generazionale (viene dalla sociologia dell’infanzia), la differenza è di potere culturale quindi
di costruire quelle verità che diventano dominanti. Sulle generazioni più giovani si sono
prodotti molti stereotipi specialmente dai signori del governo in maniera trasversale a destri
sinistri (e anche quei mostri del centro, anche se ho già detto destri) e specialmente viene
dai ministri del lavoro tipo bamboccioni schizzinosi scansafatiche niente gavetta.
“I giovani di oggi non sono più disposti a fare la gavetta”.
E’ detto che nel curriculum va messo tutto quello che sembra spendibile ma anche le
cazzatine tipo ho tenuto il fratellino da piccolo ed è una roba da retorica dominante che
produce una forte distorsione per cui si vende lavoro gratuito ai giovani (pure il signor
comune di Genova) che non è volontariato ma mi dicono cosa fare e mi pagano solo in
esperienza per questa ipervalorizzazione completamente retorica dell’esperienza. Questa
cosa diventa super boostata poi quando c’è l’expo Milano che si è appoggiato tantissimo
sulla chiamata di giovani a lavoro gratuito. Quindi abusano della gratificazione al posto di
sganciare le palanche. Quindi stellina al posto dei soldi. Questo tipo di esperienza molto
spesso ti incatenano a questo tipo di cose che poi non comportano crescita professionale
ma solo lavoro gratis e sfruttamento.
Diversi stili di consumo in base alla generazione, un fattore più significativo di differenza è
quella della crisi del senso biografico. Sempre meno stanrdizzate, sempre meno determinate
dall’azione che le istituzioni (anche educative hanno) mentre per le generazioni precedenti
un certo livello di istruzione corrispondeva a un certo inserimetno nel mondo del lavoro. Ci si
sposa dopo, ognuno ha un percorso più unico e meno standardizzato quindi i vecchi racconti
entrano in crisi, c’è un grande peso specialmente quando ti chiedono come ti immagini tra
10 anni. Non ha più senso fare il paragone temporale con le gen precedenti, è cambiato
tutto, l’orologio biologico è cambiato
Problema ad essere riconosciuti come adulti legittimi
4 aprile 2024
il genere è tutto quello che ci succede da quando ci viene attribuito un sesso alla nascita
insomma. Judit batler ci dice che non è sesso biologico e genere culturale, lei dice che
l’attribuzione del sesso quando nasciamo è già culturale. ora si dice assegnato maschio o
femmina alla nascita o insomma quando si sa ecco. Quando una persona nasceva con
genitali non proprio riconoscibili veniva tolto uno. Le persone intersex hanno una storia di
suicidi ecc perché insomma non trattati perfettamente dalla società.
Insomma poi fin da piccoli maschi e femmine son trattati diversamente quando piangono,
giocattoli diversi, parole diverse, toni diversi e tutto questo si incorpora si stratifica e diventa
un modo diverso di parlare di gesticolare e di muoversi e queste aspettative che il mondo ha
su di noi diventano anche delle diverse attitudini.
La divisione di genere produce anche delle leggi che presuppongono queste differenze, il
diritto non è neutro ma costruito su una certa immagine di società e da un certo tipo di
persone. Il giusfemminismo cerca di mostrare, di decostruire alcuni principi che fondano il
diritto. L’intersezionalità è un tema forte all’interno della filosofia del diritto perché impone di
ripensare alcune leggi appunto sul principio di intersezionalità (la donna nera non veniva
assunta perché vedeva le 2 discriminazioni separate e quindi non riusciva a gestire il caso).
L’unione civile è stata data alle persone omosessuali ma con delle cose in meno tipo no
adozione no fedeltà per dire che era diverso dal matrimonio. Quindi è interessante il
rapporto tra sociologia e diritto perché mostra come questi presupposti si traducono in limiti
normativi che non fanno altro che riproporre queste divisioni. Quindi ruoli riproduttivi (la
donna) e ruoli produttivi (l’uomo). Ordine di genere è questo modo di considerare le
differenze di genere che struttura il nostro interagire e che produce disuguaglianze e
discriminazioni. C’è anche l’espressività di genere spesso confusa con l’identità di genere. In
ogni società, in ogni cultura esistono dei modelli di genere prevalenti che non troviamo così
tanto ma sono delle stereotipizzazioni delle cristalizzazioni di uomo e donna ideale e variano
in base a cultura ed epoca ma danno dei repertori di espressione di genere. Noi attingiamo e
mettiamo in scena la performance di genere (Goffman, quello del teatro insomma la messa
in scena del sè, i copioni), molto del pensiero di goffman è stato assunto nel pensiero di
genere che utilizza le sue categorie concettuali. Si usano molto i copioni sessuali che sono
dei modelli che arrivano dal nostro ordine di genere e spesso generano infelicità perché ci
muoviamo attraverso copioni che non per forza son quello che vogliamo e di cui abbiamo
bisogno però sono delle aspettative appunto. Espressività di genere vuol dire che io posso
forzare in modo non conforme alle aspettative. Il non binarismo ha a che fare col rifiuto di
essere incasellato in uno o nell’altro ma non ha a che fare con una trasizione di genere, il
non binarismo ha a che fare con la possibilità di muoversi in fluidità di genere e muoversi in
canoni che non per forza corrispondono al mio copione di genere. Abbiamo avuto negli ultimi
anni delle produzioni culturali che si sono aperte al non binarismo. Molte persone possono
ora reperire categorie più affini a quello che sentivano.
Pensare che ci sia un ordine di genere è rassicurante. Nelle epoche di cambiamento
succede questo backlash cioè ritorno indietro che riporta le questioni di genere a situazione
precedente perché quando si perdono un po’ i punti di riferimento l’ordine di genere è un
ancoraggio. Da un’altra parte sappiamo che la maggior parte delle attribuzioni sono
abitudinarie. Liberazione dalla gabbia del