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I COMPRESSORI VOLUMETRICI
I compressori sono delle macchine operatrici per fluidi comprimibili, e, nel caso dei compressori
volumetrici, l’aumento della pressione del gas avviene riducendo il volume a sua disposizione.
I compressori volumetrici
Si usano quando si devono lavorare piccole portate di gas con elevati rapporti di compressione,
altrimenti vengono usati i turbocompressori.
1 Valvola di aspirazione 2 Valvola di mandata 3 Testata 4 Stantuffo 5
Biella 6 Cilindro raffreddato ad aria con alettatura
Per far si che i compressori volumetrici si adattino a qualsiasi
esigenza, le configurazioni di questo possono essere diverse. Tra
queste possiamo avere i compressori a più stadi, monocilindrici o con
più cilindri anche con diverse posizioni, con stantuffo semplice, a
doppio effetto o a gradici, oppure anche con un diverso fluido di
raffreddamento, ad aria o ad acqua.
I compressori volumetrici si dividono in alternativi e rotative, a
seconda del movimento che la macchina fa per ottenere la riduzione
del volume a disposizione.
alternativi quelli nei quali il moto è diretto da un sistema biella-manovella che fa muovere lo
- stantuffo da un punto inferiore (volume massimo) a uno superiore (volume minimo, detto
anche morto o nocivo). Quindi in senso alternato.
rotativi se il moto avviene grazie a una rotazione di un organo meccanico.
-
Nei compressori volumetrici alternativi, la differenza tra il volume massimo e il volume minimo è
detta cilindrata. Le valvole di mandata e aspirazione garantiscono invece il ricambio del fluido di
lavoro, consentendo, nel caso della valvola di aspirazione, e l’ingresso del gas nella camera, facendo
in modo che lo stantuffo si muova dal punto morto superiore a quello inferiore.
Nel caso della valvola di mandata invece, invia il gas compresso all’utenza durante la fase di
mandata, nel corso della quale lo stantuffo si muove dal punto morto inferiore a quello superiore
riducendo il volume a disposizione del gas.
Le valvole sono generalmente automatiche a lamelle, cioè si aprono e chiudono automaticamente in
base alla pressione presente nel cilindro.
La lubrificazione degli organi meccanici viene effettuata grazie al moto della manovella, che pesca
l’olio nel carter (basamento del compressore) e lo centrifuga su tutte le parti in movimento. Per
garantire la lubrificazione degli organi in movimento, è necessario assicurare un’adeguata tenuta per
evitare il mescolamento con il gas.
Lezione 33
IL CICLO IDEALE
Ogni volta che l’albero motore compie una rotazione completa, avrò completata un ciclo di lavoro,
ovvero quando lo stantuffo realizza il suo moto alternato in due corse.
All'interno di questo ciclo si distinguono 4 fasi:
1-2 compressione isoentropica fino alla pressione p2: lo stantuffo, dal punto morto inferiore sale
verso quello superiore, fino a quando si raggiunge la pressione p2 che apre la valvola id mandata
2-3 mandata a pressione p2: dopo l’apertura della valvola lo stantuffo invia il gas nel cilindro
nell’ambiente di mandata fino al punto morto superiore. Quindi come possiamo ben capire non
parte dal punto morto inferiore, ma è già un pò più su.
3-4 espansione isoentropica del gas contenuto nel volume morto fino alla pressione p1: raggiunto il
punto morto superiore si inverte la corsa, di conseguenza la valvola di mandata si chiude e il gas si
espande fino alla pressione p1 che provoca l’apertura della valvola di aspirazione.
4-1 aspirazione del gas a pressione p1: proseguendo la sua corsa lo stantuffo aspira dall’ambiente il
gas a pressione p1 fino ad arrivare al punto morto inferiore, dove avviene una nuova inversione della
corsa e una nuova compressione.
Nel ciclo ideale tutte le trasformazioni sono considerate reversibili, quindi espansione e
compressione sono isoentropiche, mentre nelle fasi di mandata ed aspirazione non vi sono perdite di
carico attraverso le valvole. Inoltre, le pressioni in tali fasi sono considerate costanti. Sono, infine,
trascurate le fughe del gas attraverso le tenute.
Lezione 34
PRESTAZIONI DEL CICLO IDEALE
Durante il ciclo, la massa all’interno del cilindro varia, ma, nonostante ciò, è possibile determine
quella inviata in mandata per ogni ciclo che è pari alla massima aspirata.
La massima massa che potrebbe essere elaborata è invece:
Il rapporto tra queste, quindi tra la massa elaborata e la massima massa elaborabile è detto
coefficiente di riempimento volumetrico:
oppure
Dato che l’espansione è isoentropica, cioè è una trasformazione che avviene a entropia costante,
Di conseguenza il coefficiente di riempimento volumetrico diventa:
Questo coefficiente risulta inferiore a 1, anche nel caso ideale, a meno che non sia nullo il volume
morto o che il rapporto di compressione sia pari a 1.
Il valore massimo del rapporto di compressione annulla il coefficiente di riempimento:
Nelle condizioni massime il ciclo degenera in un ciclo
chiuso composto solo da un'espansione e da una compressione, che elaborano sempre la stessa
portata.
Dato che l’utenza esterna impone il rapporto di compressione, il volume morto risulta essere il
parametro fondamentale per poter variare il coefficiente di riempimento. Il volume morto è di circa
0.02-0.07.
La portata elaborata da un compressore sarà:
Dove e è il numero di effetti; n è la velocità di rotazione in
giri al minuto, V è la cilindrata λV è il coefficiente di riempimento volumetrico e ρ1 la densità
nell’ambiente di aspirazione.
Lezione 35
Il lavoro compiuto dal compressore nel ciclo si può ricavare da:
Il lavoro può essere dunque visto anche come l’area compresa sul ciclo nel piano p-V.
Inoltre, il lavoro può essere determinato come:
Tenuto conto che le trasformazioni 2-3 e 4-1 sono isobare abbiamo:
Inoltre, lungo le trasformazioni di compressione e espansione abbiamo rispettivamente:
Il lavoro è dunque pari a:
Svolgendo l’integrale abbiamo che:
Ricordando la definizione di cilindrata e del coefficiente di riempimento otteniamo:
La potenza è quindi ricavabile da
Ovvero:
Ora se la portata elaborata è pari a:
Poiché la potenza è pari alla portata per il lavoro specifico, analogamente alle altre macchine
operatrici, possiamo definire il lavoro per unità di massa elaborata come:
In realtà la portata in una macchina volumetrica sarà caratterizzata da un andamento non costante,
ma è possibile utilizzare tale valore considerando la macchina come sistema chiuso e con una
portata mediamente regolare.
Lezione 36
IL CICLO DI LAVORO REALE
Le differenze tra il lavoro ideale e quello reale sono:
Perdite di carico lungo i condotti: percorrendo i condotti di aspirazione e mandata il gas
- subisce delle perdite di carico in corrispondenza delle valvole. Per questo motivo la
pressione nella fase di aspirazione sarà quindi minore della pressione alla mandata. Di
conseguenza però, avrò che la pressione all’interno del cilindro nella fase di mandata, sarà
superiore a p2.
Perdite interne: La compressione e l’espansione del gas residuo contenuto nel volume
- morto sono trasformazioni reali caratterizzate da perdite interne.
Scambi termici con le pareti: come ben si sa, il corpo caldo cede calore al corpo freddo,
- anche nei compressori volumetrici la situazione è la stessa. Ecco perché, in un ciclo reale, la
compressione e l’espansione non sono adiabatiche. Infatti nella fase iniziale di compressione
il gas sarà più freddo delle pareti, prendendo quindi calore da esse. Quando il gas arriva al
punto di superare la temperatura delle pareti, succederà il processo contrario. Viceversa
succede per l’espansione
Perdite e fughe di gas: la massa effettivamente inviata ad ogni ciclo di lavoro, risulterà
- essere inferiore a quella aspirata, perché lo stantuffo ed il cilindro non hanno delle tenute
perfette. Si tiene conto quindi di queste con il rendimento di fuga
Ciclo indicato Il ciclo indicato riporta la descrizione dell’andamento della
pressione che può essere determinata solo sperimentalmente.
L'aspirazione e la mandata avvengono con pressione p1 e p2
costante, inferiori a quelle ideali.
Vengono ricavate attraverso due coefficienti di perdita di carico,
definiti come:
Il compressore si troverà quindi a lavorare con un rapporto di compressione interno pari a:
Inoltre le fasi di espansione e compressione vengono approssimate con trasformazioni politropiche
caratterizzate da due esponenti me e mc tali che:
Lezione 37
PRESTAZIONI DEL CICLO REALE
Analogamente a quanto effettuato nel ciclo reale è possibile determinare la portata aspirata per
ogni ciclo, come segue: (37.1)
Il coefficiente di riempimento risulta pari a:
(37.2)
E l’equazione della politropica relativa all’espansione risulta:
(37.3)
Da cui (37.4)
Ricordando che V3 = Vm e μ = Vm/V, possiamo quindi determinare il coefficiente di riempimento:
(37.5)
Definiamo inoltre il coefficiente di carica come λc:
(37.6)
La portata inviata dal compressore alla mandata è pari a:
(37.7)
Anche in questo caso è possibile definire un limite massimo al rapporto di compressione interno,
ovvero quel valore del rapporto di compressione per il quale il compressore impiega tutta la corsa
dal PMI al PMS, non avendo quindi la fase di mandata :
(37.8)
Immaginiamo di avere un volume morto pari a 0,07, ed un indice della politropica pari a 1,3, il
rapporto di compressione che annulla la portata sarebbe pari a:
(37.9)
Valore, comunque, molto maggiore rispetto ai valori comunemente usati, che raggiungono limiti
massimi di 10, ma comunemente sono al di sotto del valore di 4-6. Il lavoro compiuto dal
compressore è ricavabile analogamente al caso reale:
(37.10)
Ovvero: (37.11)
La potenza del compressore nel caso reale è calcolabile come:
(37.12)
Il lavoro di compressione per unità di massa è nuovamente definibile come:
(37.13)
Si definisce rendimento interno del compressore il rapporto tra la potenza interna ideale e quella
reale: (37.14)
Si definisce rendimento organico, il rapporto tra la potenza trasferita nel ciclo e quella richiesta
all’albero: (37.15)
Si definisce rendimento del compressore rapporto fra la potenza che sarebbe assorbita da una
macchina ideale e quella effettivamente richiesta all’albero:
(37.16)
che in funzione può anche essere espresso in funzione del rendimento interno e di quello organico,
come segue: (37.17)
Lezione 38
LA REGOLAZIONE DELLA PORTATA
La regolazione della portata può essere fatta in due modi:
Regolazione variando il numero di giri
- o Regolazi