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In Francia ad aderire alla riforma calvinista sono tre parti della società: parte della
chiesa, le città, e la nobiltà. Il calvinismo serve come collante ad una nobiltà che non si
riconosce o che ha dei problemi con la dinastia dei Valois. In questa società le
conversioni della nobiltà portano una serie di conversioni a cascata in quella che è la
rete sociale di detta nobiltà; questo crea dei blocchi fortemente omogenei. Altro
elemento che spiega lo scoppio delle guerre di religione è che il processo di
consolidamento della monarchia francese, cominciato con Francesco I, è un
processo imperfetto. Tale processo è ostacolato da diversi elementi: 1 Pace di Cateau-
Cabresis 1559, la Francia deve riconoscere la propria sconfitta italiana, ciò comporta
una perdita di prestigio della nobiltà e di risorse economiche; 2 la morte di Francesco
II, accidentale, porta al passaggio del potere a dei figli ancora minorenni, incapaci di
costruire un potere forte, il potere passa alla reggente Caterina de’Medici, che deve
gestire l’intero potere politico francese. Manca quindi la capacità di regolazione delle
tensioni della società dalla monarchia. Dagli anni sessanta cambia il ruolo e
l’importanza della corte.
La corte è un luogo aperto, in cui il re si attornia della propria nobiltà, è quindi luogo
in cui si risolvono le tensioni della nobiltà, in cui il re amministra la giustizia
attribuendo o togliendo poteri simbolici e concreti; serve ad ascoltare la propria nobiltà
e premiare chi ha servito il re; quando tale meccanismo non funziona nascono delle
tensioni nella società. Danzare in pubblico significa conoscere le regole sociali e
inserirsi nello spazio di corte, perché la danza mostra agli altri di aver controllo di sé
stessi; il buon cortigiano non è colui che tesse le lodi di un re, ma colui che sa stare a
corte e che sa quindi agire politicamente e socialmente, conosce le forme di gentilezza
e quindi la danza. Altro elemento essenziale è che la corte è lo spazio di mescolanza,
in cui si tessono le alleanze e si rompe l’omogeneità maschile, per diventare uno
spazio di alleanze familiari in cui le donne giocano un ruolo essenziale; poiché sono
coloro che organizzano la vita culturale della corte e quindi indirettamente influenzano
le decisioni del re. Margherita di Valois si preoccuperà di far arrivare i testi italiani
del rinascimento. La donna più importante sarà Caterina de’Medici, che
prenderà decisioni importanti per il regno.
(LETTERA DI CATERINA DE MEDICI AL TERZO FIGLIO ENRICO III) scritta dopo le guerre
di religione, spiega qual è il mestiere di re e come deve governare la Francia e come
comportarsi in pubblico.
Considera deficitario questo potere, che Enrico III non stia applicando delle regole di
governo, gli dice quindi che è un mestiere che si può fare solo avendo la conoscenza di
certi princìpi, serve la comprensione per poter governare. Caterina non considera
importante il contenuto della religione, ma è importante per l’ordine che porta, ne
considera il valore politico. Altro strumento è la corte, della quale deve occuparsi
perché è lì che costruisce il suo potere politico. L’onore si costruisce sulla
restaurazione secondo Dio e la Ragione, è compito del re conformarsi alle lezioni del
passato; serve fare come il suo defunto padre per estinguere le guerre civili, di fronte
al caos si riporta l’ordine conformandosi all’esempio dei padri. A messa si va in
pubblico per mostrarsi, non protetto dalle guardie del corpo, ma attorniati dai
gentiluomini, così si costruisce il rispetto nella società di ancien regime. Deve inoltre
saper danzare e fare esercizio fisico, simulando costantemente il combattimento,
impegnare la nobiltà in tornei significa evitare che combatta davvero. Questa lettera ci
dice quindi che essere re significa essere il primo dei nobili di Francia e per farsi
rispettare bisogna essere il migliore in tutti questi ambiti, questo crea il potere.
Quando non c’è la persona viene a mancare il potere, è il re, attraverso la sua
presenza, che crea continuamente una gerarchia.
La corte non è un luogo di divertimento, ma in cui si governa, saper punire e
ricompensare è fondamentale per essere un buon sovrano rispettato. Quello che però
manca dagli anni cinquanta è la capacità di saper punire la nobiltà che si sta
staccando dalla corte, permettendo così che la corte diventi uno spazio vuoto. Questo
è uno dei fondamentali da cui scaturiscono le guerre di religione, si crea all’interno
della società un vuoto di potere, colmato dalla violenza dei gruppi che non si
riconoscono più nella corte e nella monarchia. A far scoppiare le guerre è quindi la
mancanza di una monarchia forte, dimostrazione è la congiura di Ambouas, in cui
un gruppo di nobili calvinisti assalta il castello del re con l’obbiettivo di arrivare al re
ed aprirgli gli occhi sulla situazione del regno. La congiura fallisce ma mostra che una
ventina di persone possono tentare di rapire il re, aprendo così la lotta al più forte. Le
ostilità cominciano quando nel 1562 riconosce la libertà religiosa nel regno, questo
significa dichiarare la debolezza della monarchia, che si dichiara non in grado di
scegliere. Questo gesto viene interpretato come inizio delle ostilità, chiunque sente
di potersi inserire nella società ed imporsi. Le guerre di religione non sono attribuibili
unicamente al fattore religioso.
I cattolici intransigenti si riuniscono attorno alla famiglia dei Guisa, che sceglie la
difesa degli interessi della Chiesa cattolica, mobiliteranno addirittura dei propri
eserciti; dall’altro lato abbiamo i riformati, che poggiano sulla famiglia dei Condè e
Cognigni, storicamente nemiche della famiglia dei Guisa; questi sono i due grandi
gruppi che si scontrano negli anni. Un terzo schieramento è quello dei malcontenti,
cioè dei gruppi che sono convinti che la pace possa essere riportata abbandonando la
tematica religiosa e creando uno stato forte, che sappia privare della libertà la società
per darle l’ordine. Se la libertà produce la guerra civile allora il problema è la liberta,
serve creare uno spazio senza libertà per mantenere e garantire la pace. Il non
prevalere di nessun dei gruppi porta ad un inasprirsi della violenza, che culmina con il
massacro della San Bartolomeo. Dagli anni ottanta abbiamo l’entrata del terzo stato
nelle guerre di religione. Il massacro della notte di San Bartolomeo avviene
perché cattolici e protestanti dovevano riunirsi perché i capi delle due fazioni si
alleavano attraverso il matrimonio di Enrico IV, capo della fazione protestante che si
sarebbe convertito, in questa occasione un sicario dei Guisa tenta di uccidere il capo
della fazione protestante; non riesce però ad ucciderlo, scatenando così il panico, i
nobili cattolici si aspettano ora la vendetta protestante. La decisione presa da Caterina
de’Medici e suo figlio Carlo IX porta ad anticipare il massacro con altra violenza, quella
notte tutte le famiglie nobili protestanti sono massacrate a Parigi. Le confraternite e le
corporazione di Parigi decidono di intervenire nel massacro (essendo alle dipendenze
dei Guisa). Viene decapitato il partito ugonotto per impedirgli di agire. Enrico di
Navarra fugge, riuscendo a riorganizzarsi nel sud-ovest; la notizia del massacro arriva
in tutte le altre città, dando luogo a massacri locali seguendo una logica di imitazione.
36 anni di massacri non porteranno a nessuna evoluzione della struttura sociale della
società, perché le famiglie nobiliari riescono a tenere la società. Soprattutto anche
l’editto di Nantes del 1598 riconosce che ci sia una minoranza protestante nel
regno e che la monarchia non è in grado di estirparla. Non riconosce la libertà
religiosa, ma introduce l’idea di tolleranza religiosa.
Storia Moderna 4
28.02.2024
L’assolutismo nasce come reazione alle guerre di religione. Jean Bodin scrive “i sei
libri della repubblica” nel 1576, dove la monarchia è la testa del corpo che è lo stato,
la sua eredità sarà poi ripresa dalle altre monarchie come gli Stuart, soprattutto sarà
letto dal cardinale Richellier. In Spagna avrà invece meno successo.
EL SIGLO DE ORO ESPANOL: l’egemonia spagnola tra metà del ‘500 e primi del ‘600
si costruisce e afferma in Europa. Filippo II eredita il trono da Carlo V ed ha il compito
di gestire questa eredità, che cambia con la conquista delle Filippine, che permettono
alla Spagna il controllo del Pacifico, e nel 1578 con la morte dell’ultimo re di Portogallo,
nel 1580 verrà così annesso alla Spagna. Possiamo
ridurre a tre elementi la forza di questo impero:
1 forza economica, la creazione di un sistema mondo, dagli anni ’20 abbiamo la
creazione di rotte commerciali definite tra Sevilla e le Americhe, rotte che portavano in
Spagna materie preziose come oro e argento, necessari a sostenere lo sforzo bellico,
questo cambia gli equilibri geopolitici, nel medio termine questo sarà però causa di un
impoverimento dell’economia spagnola che si trasformerà in un’economia di rendita
della ricchezza americana, interrompendo tali rotte la Spagna cadrebbe; l’argento
viene speso anche per creare una rete di commerci intro-europea, con Mediterraneo e
Nord Europa, da Valencia e Bilbao si comprano manifatture che la Spagna non vuole
produrre; altro elemento importante è l’organizzazione del sistema della Mesta,
grandi transumanze importanti per la produzione di lana che verrà poi venduta a
Bilbao verso il nord Europa; nell’arco del secolo c’è una forte disponibilità di denaro,
che produce un’inflazione forte da sconvolgere le economie europee. 2
struttura amministrativa della monarchia burocratica, estremamente innovativa,
questo permette una forte centralizzazione politica; questo processo comporta una
trasformazione del ruolo del sovrano, Filippo II è il primo dei re burocrati e passa le sue
giornate ad amministrare questo immenso regno centralizzando il potere; crea una
corte permanente (Escorial), che non si sposta perché lavora al servizio del suo re,
primo dei funzionari, assistito da un nuovo ceto di non-nobili, provenienti spesso dal
clero e appartenenti agli strati più poveri della società, questi sanno che il loro valore è
dato dal loro mestiere, questo rende efficiente l’amministrazione, serve però avere
una conoscenza accurata della legge, di fatto questi segretari costitui