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Kawara ha continuato a inviare questi telegrammi no al 2000, creando un archivio che
documenta la sua esistenza quotidiana in modo discreto ma potente.
“Today Series” (1966)
Questa serie rappresenta un impegno quotidiano dell’artista: dipingere una piccola tela riportante
esclusivamente la data del giorno, in uno stile uniforme e tipogra co, simile a quello di un timbro
d’u cio. La lingua utilizzata cambia a seconda del paese in cui si trova. Questa pratica ri ette
l’interazione tra il luogo, il tempo e il contesto, rendendo ogni opera unica e irripetibile.
In conclusione, l’arte concettuale segna una delle più signi cative rivoluzioni nella storia dell’arte,
spostando il focus dal prodotto nale al processo mentale che lo genera.
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Artisti come Sol LeWitt, Daniel Buren e On Kawara hanno ride nito i con ni dell’arte,
interrogandosi su cosa costituisca un’opera d’arte e su come il contesto e la percezione
in uenzino la sua interpretazione. Questa corrente non si limita alla provocazione, ma esplora
profondamente il rapporto tra artista, opera e spettatore, aprendo nuove possibilità per l’arte
contemporanea. L’eredità dell’arte concettuale risiede nella sua capacità di porre domande
fondamentali e di s dare continuamente le convenzioni, facendo dell’idea il vero protagonista del
processo creativo.
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L’arte concettuale è una corrente artistica emersa negli anni ’60, in cui il concetto o l’idea
rappresenta l’aspetto centrale dell’opera, relegando l’esecuzione a un ruolo secondario. Sol
LeWitt, una delle gure più rappresentative di questa tendenza, descrive così l’arte concettuale:
“Nell’arte concettuale, l’idea o il concetto è l’aspetto più importante dell’opera. Quando un artista
utilizza una forma d’arte concettuale, signi ca che tutta la piani cazione e le decisioni vengono
prese in anticipo e l’esecuzione è un atto secondario. L’idea diventa una macchina che crea
l’arte.” (Artforum, 1967) Da questa de nizione si evince come l’arte concettuale si distacchi dalla
tradizione artistica che privilegia l’abilità manuale e il risultato estetico. Qui il processo mentale e
progettuale è il cuore pulsante dell’opera. Sebbene ogni forma d’arte veicoli implicitamente delle
idee, l’arte concettuale si concentra speci camente sull’eliminazione di tutti gli aspetti decorativi e
visivi, seguendo il percorso avviato da Marcel Duchamp con i suoi ready-made. Duchamp, pur
cercando di eliminare il gusto, la bellezza e la dimensione “retinica” dell’arte, non rinunciava del
tutto alla sua componente visiva. Tuttavia, nell’arte concettuale l’intellettualità domina
completamente il processo creativo.
Domande Fondamentali dell’Arte Concettuale
Gli artisti concettuali pongono due questioni centrali:
1. Quali sono i limiti per considerare qualcosa un’opera d’arte?
Alcuni artisti arrivano a dichiarare che l’idea stessa o il titolo dell’opera siano su cienti per
de nirla come tale, eliminando la necessità di una realizzazione materiale.
2. In che modo le condizioni di esposizione e fruizione in uenzano la percezione dell’opera?
Questa domanda apre la strada alla critica istituzionale, che ri ette sul contesto espositivo come
elemento determinante per la de nizione di un oggetto come opera d’arte. Un esempio tipico è il
commento “Lo potevo fare anch’io”, che sottolinea come un oggetto comune diventi arte solo
grazie alla sua collocazione in un museo.
Questi interrogativi portano gli artisti concettuali a spingersi oltre i con ni tradizionali, esplorando
il ruolo del contesto e il rapporto tra opera, spettatore e spazio.
Sol LeWitt (Centralità dell’Istruzione) è stato un artista americano, considerato uno dei pionieri
dell'arte concettuale e del minimalismo. è uno dei principali teorici e praticanti dell’arte
concettuale. Le sue opere consistono spesso in istruzioni dettagliate inviate a musei o gallerie,
che possono essere eseguite da altri per creare il lavoro nale. LeWitt considera l’idea come il
motore dell’opera, relegando l’esecuzione a un compito secondario.
“Modular Structures” (1964)
sono una serie di opere che esplorano la relazione tra forma, spazio e serialità. Realizzate a partire
dagli anni '60, queste strutture sono composte da moduli geometrici semplici, come cubi e griglie,
spesso costruiti in materiali industriali come l'alluminio e l’acciaio. ri ettono l’in uenza del
minimalismo, di erenziandosi per la loro attenzione alla ripetizione geometrica, che non svuota
mai completamente il corpo dell’opera. LeWitt ha iniziato a lavorare con il cubo aperto, una
struttura scheletrica formata da dodici elementi lineari identici collegati agli otto angoli, per poi
sviluppare con gurazioni più complesse. Le sue opere modulari sono caratterizzate da una
ripetizione sistematica e da variazioni minime, che creano un senso di ordine e progressione.
“Modular Wall Structures” (1964) sono una serie di opere che esplorano la relazione tra forma,
spazio e serialità. Realizzate a partire dagli anni '60, queste strutture sono composte da moduli
geometrici semplici, come cubi e griglie, spesso costruiti in materiali industriali come l'alluminio e
l’acciaio. si sviluppano a parete. Qui emerge la ripetizione ossessiva del modulo come elemento
centrale. (Come la precedente ma a parete)
“Cube Structures Based on Five Modules” (1970-71)
Modellini modulari, alcuni dei quali sono stati realizzati come installazioni di grandi dimensioni,
sottolineando la essibilità delle strutture di base.
“Four Basic Kinds of Straight Lines and Their Combinations” (1969)
Studi a matita che sovrappongono linee rette in diverse combinazioni. (Questi disegni
costituiscono la base per murales monumentali.) . Questa opera concettuale esplora le possibilità
formali delle linee rette, utilizzando quattro varianti fondamentali: linee verticali, orizzontali,
diagonali da sinistra a destra e diagonali da destra a sinistra. LeWitt ha creato una serie di
combinazioni di queste linee, sovrapponendole in diverse con gurazioni per esplorare le loro
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interazioni visive. L'opera è presentata in un formato di libro d'artista, con ogni pagina che mostra
una singola combinazione di linee. Questo approccio sistematico e metodico ri ette l'interesse di
LeWitt per la serialità e la ripetizione, elementi chiave del suo lavoro concettuale "Four Basic
Kinds of Straight Lines and Their Combinations" è un esempio signi cativo dell'arte concettuale di
LeWitt, dove l'idea e il processo sono più importanti del prodotto nale. L'opera invita lo
spettatore a ri ettere sulla natura della forma e della struttura, sottolineando l'importanza del
concetto nell'arte contemporanea.
"Wall Drawings” serie di opere concettuali che esplorano la relazione tra idea e esecuzione.
Iniziata nel 1968, questa serie comprende circa 1.350 disegni murali, realizzati seguendo istruzioni
precise fornite da LeWitt. Le istruzioni, spesso eseguite da assistenti, sottolineano l'importanza
del concetto rispetto alla realizzazione materiale, un principio fondamentale dell'arte concettuale.
Le "Wall Drawings" variano da semplici linee e forme geometriche a complesse con gurazioni di
colori e motivi. Ogni disegno è unico, poiché le istruzioni di LeWitt lasciano spazio
all'interpretazione, rendendo ogni esecuzione un'opera originale. Questi disegni sono stati esposti
in numerosi musei e gallerie in tutto il mondo, tra cui il MASS MoCA, che ospita una retrospettiva
permanente di 105 disegni murali di LeWitt. Le "Wall Drawings" hanno avuto un impatto
signi cativo sull'arte contemporanea, in uenzando il modo in cui gli artisti concepiscono la
relazione tra l'idea e la sua realizzazione materiale.
Installazione alla Paula Cooper Gallery, NY (2016)
Paula Cooper è una galleria centrale per l’arte concettuale e minimalista. Qui, le opere di LeWitt
trovano una cornice ideale per esplorare il rapporto tra spazio espositivo e opera.
Daniel Buren (Contesto Espositivo) artista francese, si concentra sul rapporto tra l’opera e il
contesto di esposizione, cercando di depersonalizzare completamente l’opera. Questo intento si
ri ette nell’uso del suo marchio distintivo: le strisce verticali bianche e colorate, spesso
paragonate alle carte da zucchero (candy-striped).
“A chages” (1970) è una serie di interventi artistici noti come “A chages sauvages”. Questi
lavori consistono nell'a ssione di fogli di carta a strisce bianche e grigie, larghe 8,7 cm, su muri e
super ci pubbliche senza autorizzazione. realizza un progetto innovativo applicando 130 cartelloni
pubblicitari nella metropolitana di Parigi, decorati con le sue tipiche strisce verticali bianche e
colorate. L’idea sottostante è quella di creare un’opera distribuita simultaneamente in più luoghi,
sottolineando l’impossibilità di percepirla nella sua totalità. Nessuno spettatore può osservare tutti
i 130 cartelloni contemporaneamente, e nemmeno due di essi. Questo lavoro enfatizza il legame
tra l’opera e la vita dell’artista, rendendo impossibile separare i due elementi.
On Kawara (L’Arte come Estensione della Vita) esplora il legame tra arte e tempo, facendo della
propria vita un’estensione diretta dell’opera. La sua pratica si concentra sulla registrazione del
passaggio del tempo e sul coinvolgimento personale nell’arte.
“I Am Still Alive” (1933-2014) A partire da un certo momento della sua carriera, On Kawara invia
quotidianamente telegrammi a varie persone, contenenti il messaggio: “I am still alive” (“Sono
ancora vivo”). Questo semplice atto trasforma il tempo e la presenza in un’opera d’arte,
sottolineando la fragilità e la continuità dell’esistenza. Questa serie rappresenta un'esplorazione
profonda e minimalista del concetto di esistenza e presenza. L'atto di inviare un telegramma, un
mezzo di comunicazione ormai obsoleto, sottolinea l'urgenza e la semplicità del messaggio.
Kawara ha continuato a inviare questi telegrammi no al 2000, creando un archivio che
documenta la sua esistenza quotidiana in modo discreto ma potente.
“Today Series” (1966)
Questa serie rappresenta un impegno quotidiano dell’artista: dipingere una piccola tela riportante
esclusivamente la data del giorno, in uno stile uniforme e tipogra co, simi