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INCONTRARE I GENITORI

1. I genitori portavoci del disagio del foglio (momento di urgenza… o sollecitati da

insegnanti)

2. Richiesta di consultazione in percentuale maggiore in età di latenza

I genitori ci portano il sintomo. Dopo aver visto i genitori senza il bambino facciamo

2\3 incontri con il bambino da soli. Dopo questi incontri rivediamo i genitori nel

colloquio di restituzione dove diciamo quello che abbiamo osservato e facciamo la

nostra proposta terapeutica se ce ne è bisogno. Con l’adolescente la modalità cambia

perché dipende dall’età. Quando ci contattano i genitori se l’adolescente ha 15\16 anni

chiediamo ai genitori se in questi primi incontri anche il ragazzo vuole essere

presente. È una proposta che rifacciamo al ragazzo dopo gli incontri che facciamo da

soli, rispetto al colloquio di restituzione. Tutto questo differenzia un po’ il lavoro con gli

adolescenti rispetto ai bambini. L’aspetto dell’intrusione genitoriale è molto più

presente. Spesso i genitori arrivano in un momento di urgenza, quando c’è una

situazione che non riescono più a gestire o perché vengono sollecitati dalla scuola.

Questa è un’età in cui ci sono diverse richieste. Non avviene prima perché in qualche

modo la scuola e le nuove richieste da parte dell’ambiente mettono in luce delle

difficoltà che venivano gestite diversamente prima.

Incontrare i genitori:

1. All’inizio→ c’è richiesta ma anche resistenze, negazione, vergogna. È difficile

per un genitore affidare il proprio figlio a quello che si avverte un genitore

“migliore”. È anche difficile non poter sentirsi in grado di aiutare in prima persona i

propri figli. Le resistenze sono tante e su questo dobbiamo stare molto attenti

perché affinché poi il lavoro si possa avviare e reggere è necessario creare

un’alleanza terapeutica con il bambino e con i genitori. Un aspetto che spesso

osserviamo è il meccanismo della negazione perché si mette in discussione la

propria capacità genitoriale. Sentiamo che c’è un meccanismo molto forte di

negazione ma è anche molto forte il senso di colpa. A volte succede anche che i

genitori si palleggino questo senso di colpa. Il nostro atteggiamento deve essere di

accoglimento, stando molto attenti perché può essere che loro credano che

stiamo lì per giudicarli. Si manifesta anche in un meccanismo proiettivo in cui

viene attaccata la scuola. Dobbiamo stare molto attenti ad avere un

atteggiamento non giudicante ma anche a non colludere. Dobbiamo anche

ascoltare le preoccupazioni, la storia, quale immagine ha di suo figlio?

Spesso dopo che abbiamo incontrato i genitori e poi il bambino ci troviamo di

fronte a un bambino che noi ci siamo immaginati in modo diverso. Poi cerchiamo di

capire la situazione familiare e la storia del bambino. È un incontro in cui

accogliamo la preoccupazione dei genitori ma in cui dobbiamo anche prendere

delle informazioni. Dopo aver esplorato la situazione attuale ci facciamo raccontare

(com’è andata la gravidanza, il parto),

la storia del bambino è importante esplorare

anche quali sono le fasi dello sviluppo, come sono stati affrontati i primi momenti di

sviluppo del linguaggio

separazione. Cercare di capire lo (se c’è stato un

sviluppo motorio. storia

linguaggio) ma anche lo Poi cerchiamo di capire anche la

della coppia perché influisce nella relazione con il proprio figlio (tra noi e i nostri

figli c’è sempre di messo la nostra storia).

2. Dopo gli incontri con il bambino c’è la restituzione

IL SETTING CON IL BAMBINO

1. Aspetti materiali e aspetti psichici (setting interno ed esterno). Il setting

interno riguarda tutte le predisposizioni mentali ed emotive del clinico e il setting

esterno riguarda gli aspetti materiali.

2. Durata: 45\50 min

3. Specifico materiale di gioco l’unica regola è che non dobbiamo

4. Massima libertà (giochi, sogni, parlare, “fare”,

farci male) e sincerità (es. su incontro con i genitori). Siamo sempre molto sinceri

su chi siamo, che lavoro facciamo ma adattiamo il linguaggio in base all’età.

Dobbiamo dirgli che abbiamo incontrato i suoi genitori che ci hanno parlato di

lui. Diciamo che noi sappiamo già qualcosa di lui, in maniera sempre molto

generale. Dobbiamo soffermarci sul segreto professionale anche con i bambini,

quindi anche ai genitori non diciamo cosa ci dice il bambino nello specifico. Questo

lo diciamo anche ai genitori, perché non serve conoscere i contenuti, ma serve

comprendere cosa il bambino sta comunicando in quel momento.

OSSERVARLO E OSSERVARCI→ Bambini aggressivi e bambini inibiti. Sono due estremi

ed entrambi queste situazioni ci metto di fronte a situazioni emotivamente

impegnative. Dobbiamo usare il transfert e il controtransfert.

SIGNIFICATO TERAPEUTICO DELLA SEDUTA (per bambini e genitori)

1. Esperienza di contenimento

2. Aiuto a creare dei nessi

3. Sentirsi compresi (incontro con mente pensante)

Già dall’inizio della consultazione ha un significato terapeutico. Cioè, il fatto che ci

possa essere dello spazio dove posso portare la mia difficoltà crea un alleggerimento.

Spesso già dopo la consultazione i genitori dicono di aver osservato piccoli

cambiamenti legate al poter sentire che intanto mamma e papà hanno compreso che

c’è una difficoltà e che stanno cercando attraverso un'altra persona di aiutarci. Questo

aspetto lo sottolineiamo con i genitori, rispetto alle resistenze e alla competizione,

cioè, essere noi come uno strumento.

Valore trasformativo sin dall’inizio. Anche per i genitori che sperimentano una

situazione di accoglimento e contenimento. Inoltre, con i genitori già a partire dalla

consultazione il clinico li aiuta a trovare dei nessi. Dopo la consultazione possiamo non

proporre niente perché magari vediamo che è un aspetto transitorio oppure c’è

eccessiva ansia da parte dei genitori nell’attribuire un aspetto patologico ai figli

laddove non c’è- possiamo dare un lavoro solo ai genitori e magari c’è una proiezione

dei genitori sul bambino. possiamo proporre un lavoro solo con il bambino oppure è

necessario uno spazio sia per il bambino che per i genitori con due terapeuti diversi. A

volte i genitori non accettano questa proposta e a volte con i bambini più piccoli

magari possiamo proporre di lavorare con i bambini e periodicamente anche i genitori.

GIORGIO (8 anni) → nevrosi fobico-ossessiva

- Pensieri persistenti

- Fobie (es sporco)

- Rituali

Alla fine del primo incontro di consultazione riporta un disegno che è significativo di

come i bambini percepiscono l’aiuto. Ci sono tante montagne. Ci sono due persone su

un punte che fa pensare ai genitori. C’è una persona che si arrampica su una fune che

fa pensare a Giorgio. Giorgio chiede alla terapeuta se potranno rivedersi, lei dirà di sì e

Giorgio aggiunge nel disegno un rifugio. → i bambini capiscono subito cos’è quello

spazio.

DISTURBI ALIMENTARI (è una problematica che riguarda anche i bambini)

1. Forme eziologiche e sintomatologiche diverse

2. Distinguere: aspetti transitori da patologie

1. Espressione del normale processo di autoregolazione del bambino o di momenti

critici inerenti la diade

2. Anoressie, bulimie, ruminazione, mericismo, terrore del cibo

Periodi critici: 8 mesi (inizio svezzamento), tra 2 e 3 anni (prime separazioni).

Svezzamento e comparsa dell’angoscia dell’estraneo; periodo del passaggio verso

l’alimentazione autonoma (momenti in cui le capacità biologiche, cognitive e affettive

si riorganizzano ad un livello di sviluppo più complesso) → processo di separazione-

individuazione. In questi periodi un modo che i bambini hanno per segnalare che c’è

un carico cognitivo maggiore è quello di rifiutare il cibo, smettere di mangiare, essere

più selettivi. Le prime forme psicopatologiche di comunicazione che compaiono nel

bambino riguardano l’alimentazione, il sonno e la regolazione emotiva.

CORNICE TEORICA PSICOANALITICA

1. Studi condotti secondo il modello dell’infant observation (Bick 1964). I primi

studi sono stati condotti negli anni ’60 perché si osservano i momenti

dell’allattamento, dello svezzamento.

2. Oralità (Freud, A. Freud). Lo studio psicoanalitico dei disturbi infantili. A. Freud dice

che dobbiamo distinguere i disturbi organici dell’alimentazione dove c’è un grave

problema organico da i disturbi che riguardano gli aspetti funzionali che sono legati

al conflitto tra il bambino e il genitore proprio perché si è nella fase di separazione-

individuazione. La Freud dice di distinguere i disturbi nevrotici dove è più marcato

l’aspetto proiettivo di questo conflitto sul cibo. Per il bambino l’aspetto

dell’alimentazione rappresenta la prima relazione con l’altro quindi il processo

dell’alimentazione riguarda la relazione. la Freud dice che, se c’è un conflitto con il

caregiver questo viene proiettano sul cibo.

SLIDE

MELANIE KLEIN (1932) → Violenza e concretezza della vita emotiva nella prima infanzia

(fantasie d’amore impastate ad un distruttivo bisogno di affermazione e predominio);

importanza della risposta della madre. La Klein parla della violenza, delle fantasie dei

bambini che se da una parte sono caratterizzate da questo forte amore, dall’altra sono

caratterizzate da un aspetto distruttivo nei confronti della persona da cui si sente

dipendente per la dipendenza è una medaglia a due facce “da una parte devo stare

con te, dall’altro ti odio perché non posso fare a meno di te”. Il caregiver diventa

l’oggetto su cui il bambino può proiettare tutta la sua aggressività. È importante la

risposta del caregiver che possa accogliere queste proiezioni distruttive senza far

sentire cattivo il bambino. È anche importante che il bambino senta che il caregiver

non si fa distruggere dai suoi attacchi. Anche la Klein sottolinea che gli aspetti

dell’alimentazione sono legati alle fantasie inconsce e distruttive del bambino.

RUOLO DI CONTENITORE (BION, 1962) È importante che il bambino senta che gli

aspetti emotivi possano essere accolti dalla madre perché il potere di incontrare una

mente che accoglie e che pensa determina la capacità del bambino di pensare i

pensieri.

1. Contatto con la madre di una madre che lo pensa e lo definisce attraverso le sue

fantasie e i propri significanti simbolici→ la capacità nel bambino di pensare

Dettagli
Publisher
A.A. 2024-2025
8 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PSI/08 Psicologia clinica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Gheps_ di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Psicopatologia e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi Gabriele D'Annunzio di Chieti e Pescara o del prof Candelori Carla.