P-
=
Più la parete preme e più si oppone all’entrata di acqua dentro la cellula e quindi riporterà il valore
di più prossimo allo zero.
In una soluzione più un soluto è concentrato, più
aumenta, più diminuisce la concentrazione di acqua e
quindi il potenziale idrico stesso. Il potenziale idrico non è
altro che la risultante della pressione idrostatica, meno la
pressione osmotica e si misura in MPa. Il potenziale idrico
è un modo per misurare l’energia libera dell’acqua e il suo
movimento. L’acqua di muoverà spontaneamente da
potenziali più alti, prossimi allo zero, a potenziali più bassi,
più negativi. Il grafico riporta l’analogia di un movimento di
una sfera su un piano inclinato, spontaneamente la sfera
si muoverà verso dx.
I movimenti dell’acqua all’interno e all’esterno della cellula sono
però molto veloci, non compatibili con la velocità con cui
solitamente l’acqua permea la membrana. Dobbiamo dunque
fare una precisazione sulla via di passaggio dell’acqua. Se
guardiamo il movimento delle cellule stomatiche, che dipende
dall’entrata e dall’uscita d’acqua, questo si realizza in
pochissimi secondi, così anche la chiusura e apertura delle
foglie di alcune piante dopo essere toccate, chiusura che
dipende dal fatto che l’acqua entra dentro siti delle cellule
velocemente facendole variare di dimensione e causando la
chiusura delle foglie, anche questa avviene molto rapidamente.
L’acqua in questi due casi deve prendere una via preferenziale
che le permetta di essere così veloce.
È vero che l’acqua può permeare liberamente le
membrane, ma sulle membrane biologiche delle cellule
vegetali, esistono specifiche proteine
che fanno passare liberamente un
grande flusso di acqua: esse sono le
acquaporine che permettono il
passaggio dell’acqua grazie alla loro
particolare struttura.
L’acquaporina lascia fluire l’acqua
all’interno della membrana biologica
perché al suo interno ci sono degli aa
carichi positivamente che riescono ad
attrarre l’acqua, molecola polare con
parziale carica positiva e negativa.
Ci sono 6 domini transmembrana (6 alfa eliche idrofobiche che attraversano la
membrana) e due loop transmembrana che presentano una ripetizione di una
sequenza aminoacidica: Asparagina, Prolina, Alanina.
Di questi 3 aa, Asn è quello idrofilo che interagirà con le molecole d’acqua e ne permetterà il
passaggio in quanto questi due loop si riuniscono insieme nella struttura terziaria a formare una
settima struttura transmembrana che permette il passaggio dell’acqua. Inoltre qui troviamo dei
residui di serina che possono essere fosforilati per regolare apertura e chiusura della proteina e
residui di istidina che possono essere o meno protonati a seconda del PH e favorire anche loro
apertura e chiusura dell’acquaporina.
Le acquaporine oltre all’acqua fanno passare anche piccoli
soluti privi di carica come il glicerolo o gas azotati e CO2, la
loro funzione dunque è molteplice come canali di
membrana. Le due asparagine, come dicevamo, hanno
natura fortemente idrofila e dunque grazie a loro l’acqua
passa all’interno di queste proteine, vediamo come.
I due loop si riuniscono in questa settima struttura
tridimensionale transmembrana a costituire il poro da cui
passerà l’acqua, poro che contiene le asparagine.
Tutte le molecole di acqua sono coordinate fra loro tramite
legami a ponte ad idrogeno, legami di coordinazione tra il
parziale dell’ossigeno e il parziale dell’idrogeno.
- +
All’interno di queste proteine la Asn riesce ad attrarre
l’acqua per la sua natura idrofila, per il suo parziale +
sull’azoto e un parziale dell’ossigeno sul suo terminale.
-
Quindi due Asn vengono a legare una singola molecola di
acqua isolandola dalle altre e rompendo il legame a ponte
ad idrogeno tra questa molecola e le altre ed è questo il
passaggio che facilita la permeazione dell’acqua molto
velocemente attraverso questi canali.
All’arrivo di una seconda molecola di acqua, la prima rimane
legata ad una sola Asn, perché l’altra Asn sta svolgendo un
legame con la molecola d’acqua in arrivo, dunque la prima
molecola di acqua si trova legata ad una sola Asn e viene
rilasciata nella parte citosolica della membrana. La molecola
ultima arrivata viene ora legata da due Asn e poi rilasciata
nel citosol e via di seguito con le altre molecole.
Video ruolo dele asparagine nel favorire la permeazione
dell’acqua attraverso le acqua porine:
www.ks.uiuc.edu/Research/aquaporins/
Il gating delle acquaporine, ovvero apertura e chiusura, avviene attraverso forsforilazione (aperta)
o defosforilazione (chiusa) della proteina sulla serina. In condizioni di stress ci sono dei
meccanismi che ne provocano la chiusura per non far perdere troppa acqua alle cellule: in
condizioni di siccità, viene rimosso il fosfato e la proteina si chiude. In condizione di allagamento, il
citosol si acidifica e porta il protone sull’istidina, determinando nuovamente chiusura
dell’acquaporina e risparmio di acqua.
Possiamo tornare a capire la direzione dei movimenti dell’acqua nelle cellule considerando il
potenziale idrico dell’acqua nel simplasto rispetto al potenziale idrico dell’acqua nell’apoplasto.
Nel simplasto il potenziale idrico delle cellule sarà negativo, dato che la concentrazione dell’acqua
sarà poca visto l’elevato accumulo di soluti dentro la cellula. L’acqua può passare attraverso
plasmalemma e tonoplasto che sono permeabili all’acqua ma che contengono anche acquaporine
che possono essere regolate, da aperte a chiuse. Anche i soluti possono passare le membrane
biologiche e il loro passaggio è regolato da trasportatori.
Nel vacuolo il potenziale idrico è negativo ed è in equilibro osmotico con il citosol, perché hanno
entrambi un sacco di soluti, quindi possiamo parlare genericamente di citosol senza distinguere tra
citoplasma e vacuolo, o meglio di simplasto.
Il potenziale idrico del simplasto è dunque negativo perché all’interno delle cellule vi sono molti
soluti necessari a mantenere un potenziale osmotico.
Ricapitolando, una cellula concentra i soluti attivamente all’interno contro il loro gradiente
elettrochimico, attraverso il lavoro de l’H+ ATPasi, con risultante iperpolarizzazione della
membrana sfruttata da canali e carriers. L’accumulo dei soluti all’interno della cellula ha come
risultato una concentrazione d’acqua maggiore nell’apoplasto e genererà potenziale più alto di
quello del vacuolo e della cellula. Dunque la differenza di potenziale idrico tra apoplasto e
simplasto determina la direzione del flusso tra questi due scompartimenti.
Se vogliamo essere precisi e capire come funziona l’accumulo dei soluti all’interno della cellula,
dobbiamo considerare che il potassio è il soluto maggiormente responsabile del potenziale
negativo della cellula vegetale. Il potassio è un catione che entra nella cellula per
iperpolarizzazione di membrana, in quanto i canali del potassio possono permettere il flusso di
questo ione all’interno dato che il citosol è negativo e l’esterno è positivo. Ovviamente ci sono
anche altri soluti come ad esempio il Cloro che entra come
controione del potassio per controbilanciare la carica ma non il PH
della cellula che è mantenuto tale dalla pompa protonica.
Come è chiaro dall’immagine, l’accumulo del potassio all’interno della
cellula, genera la differenza di potenziale tra apoplasto e simplasto,
fra parete cellulare e cellula, che permette gradiente potenziale idrico
e entrata dell’acqua all’interno della cellula via acquaporine.
Quando per gradiente di potenziale idrico vi è un flusso di acqua nella
cellula, la cellula aumenta di dimensioni, fino a raggiungere una
condizione di equilibrio chiamato turgore cellulare che dipende dal
fatto che la cellula vegetale ha una parete che può opporsi ad
un’ulteriore entrata di acqua. L’acqua entra fino a che la parete è
estensibile, via via che entra la parete inizia a esercitare una pressione ad un’ulteriore entrata di
acqua nella cellula. Quando la parete raggiunge il suo massimo di estensibilità, abbiamo una
condizione di turgore cellulare, un equilibrio tra acqua in entrata e acqua in uscita.
Detto questo vediamo cosa succede comparativamente quando una
cellula animale e una cellula vegetale sono poste in condizione
ipotoniche e ipertoniche. Quando le cellule sono poste in una
soluzione ipotonica, queste avranno un potenziale idrico minore
della soluzione stessa e l’acqua comincerà ad entrare. Nel caso
delle cellule animali l’acqua entrerà fino a lisi della cellula stessa,
scoppio per la troppa acqua entrata. Nel caso dell cellule vegetali,
dove la parete cellulare si oppone alla troppa entrata dell’acqua e
riporta il potenziale idrico verso valori meno negativi, verso lo zero,
l’acqua entra fino alle condizione di turgore cellulare, senza lisi della cellula.
Nel caso della soluzione iperosmotica, ci sarà in questo caso l’uscita di acqua, in quanto è la
soluzione ad avere un potenziale idrico più basso, quindi la cellula animale implode su se’ stessa,
la cellula vegetale invece va nella così detta condizione di plasmolisi, in cui in seguito all’uscita
dell’acqua, la membrana si stacca dalla parete ma non si ha implosione della cellula perché ci
sono plasmodesmi, ponti citoplasmatici che mettono in comunicazione tutto il simplasto e che
quindi permettono la plasmolisi e non l’implosione della cellula su se’ stessa. Se le variazioni di
potenziale idrico non sono troppo grandi, il processo di plasmolisi è
reversibile e dunque anche in tali condizioni la cellula vegetale
riesce a sopravvivere maggiormente agli stress osmotici rispetto
alla cellula animale stessa.
Qui vedete un altro schema sui movimenti dell’acqua fuori e dentro
la cellula a seconda che questa si trovi in soluzioni iso, iper o
ipotoniche.
I movimenti dell’acqua fuori e dentro la cellula a seconda della
soluzione in cui è posta, nel caso delle cellule vegetali, si possono
anche osservare in un preparato a fresco per microscopia ottica
perché in parte le cellule vegetali sono colorate naturalmente,
posseggono i plastidi di colore verde per la presenza della clorofilla.
Così se noi mettiamo il nostro tessuto in una soluzione ipotonica,
l’acqua
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3) Lezione acqua
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Lezione 4 - Fisiologia Vegetale
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Lezione 2 - Fisiologia vegetale
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Lezione 1 -Fisiologia vegetale