vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
FARMACI E CHIRALITÀ
Come la chiralità influenza l’attività dei farmaci?
Cosa significa essere chirale
→
1848 Il giovane dottorando Louis Pasteur, studiando le proprietà ottiche dell’acido tartarico scopre la chiralità. Le
immagini speculari di queste molecole chirali non sono sovrapponibili, come le mani di un uomo. Queste molecole
verranno chiamate chirali e le due forme enantiomeri.
La chiralità è uno dei maggiori temi affrontati nel processo di drug discovery e development di nuovi farmaci, infatti,
due enantiomeri possono (non devono necessariamente) presentare diversa attività biologica.
Cosa sono gli epimeri? Sono due stereoisomeri che si differenziano per la configurazione di un solo stereocentro.
Cosa sono gli anomeri? Sono due isomeri che differiscono in configurazione solo al carbonio anomerico. Si fa riferimento
in particolare agli zuccheri in cui il carbonio anomerico è quello in α.
La chiralità è un proprietà di sistemi non sovrapponibili alla propria immagine speculare, ma soprattutto è una proprietà
intrinseca dei “building blocks” del nostro organismo (“mattoni della vita”), quali zuccheri, amminoacidi, proteine (ad
attività enzimatica o recettoriale), fosfolipidi, nucleosidi.
Il tema della CHIRALITA’ è centrale nel disegno, nella scoperta e nello sviluppo di nuovi farmaci.
Ogni effetto delle sostanze sull’organismo è legato alla loro interazione con l’organismo stesso (proteine, enzimi…)
Effetto = interazione farmaco-bersaglio. La maggior parte di queste interazioni sono chirali e l’interazione farmaco-
bersaglio può essere enantiopreferenziale o enantioselettiva. Anche i processi metabolici catalizzati da enzimi
(intrinsecamente chirali) possono essere enantiopreferenziali o enantioselettivi.
Tuttavia, a prescindere dalla comprensione della struttura dei composti e del concetto di
chiralità l’uomo ha imparato fin dall’antichità ad utilizzare molecole stereochimicamente
definite a fini terapeutici.
Esempi:
Gli estratti dei semi di papavero descritti già da Omero, venivano usati dagli Egizi come
sedativo per i bambini, e dai Persiani per combattere la tosse. Tuttavia, la MORFINA fu isolata
per la 1° volta dal giovane farmacista tedesco Seturner nel 1800. Ebbe un forte impatto sul
mercato. RESERPINA (Rauwolfia spp): L’uso delle radici di Rauwolfia
serpentina era noto nella medicina Hindu fin dal 600 a.C. Negli anni
Trenta vennero usate in India come ipotensive per la cura della
ipertensione. Nel 1951 venne isolata la reserpina; nel 1953 Ciba
commercializza il prodotto come ipotensivo e sedativo.
CHININA (Cinchona spp)
1633: Importata in Europa dal Perù da un
monaco Agostiniano e introdotta nella
medicina europea dai Gesuiti. L’estratto
di corteccia dagli Indiani del Sud America
che la usavano per curare raffreddore e
febbre.
1677: “London Pharmacopoeia” indica la
CHININA come farmaco per il
trattamento della malaria e degli stati
febbrili in genere.
I processi fisiologici sono in genere omochirali, procedono cioè con una stereoselettività del 100% e portano alla
formazione di solo uno dei possibili stereoisomeri.
Perché due enantiomeri possono presentare diversa attività biologica?
Gli enantiomeri di un farmaco chirale vengono
somministrati con una opportuna via di
somministrazione; a seguito della
somministrazione nell’organismo si hanno alcuni
fenomeni che portano alla comparsa dell’effetto.
ciò che si può osservare è che i due enantiomeri
del farmaco chirale possono presentare diversa
attività biologica dovuta al fatto che la chiralità
intrinseca della molecola somministrata e la
chiralità intrinseca dei sistemi biologici portano
ad un effetto che è stereospecifico e
stereoselettivo.
Due enantiomeri possono interagire in modo
differente con il target biologico, queste sono
differenze farmacodinamiche che non sono le
uniche differenze. Infatti, ci sono delle differenze
anche in ambito farmacocinetico perché il
farmaco deve superare le membrane biologiche,
entrare nel torrente circolatorio, legarsi alle
proteine plasmatiche, il farmaco libero si
distribuisce, raggiunge i tessuti e interagisce con il
target e dà un effetto, ma viene anche
metabolizzato ed eliminato.
Ciascuna fase del processo farmacocinetico
presuppone l’interazione con dei sistemi biologici
omochirali, quindi, è potenzialmente una fase
stereoselettiva o stereopreferenziale.
Quindi, potrebbe essere che due enantiomeri superino in maniera differente le membrane biologiche (caso poco
frequente), interagiscano in modo stereopreferenziale con le proteine plasmatiche (caso abbastanza frequente), ma
una diversa interazione con le proteine plasmatiche significa avere per i due enantiomeri una diversa frazione di farmaco
libero che è ciò che è effettivamente responsabile della distribuzione, dell’attività biologica e del metabolismo (gli enzimi
sono chirali e il sito catalitico è chirale).
Gli enantiomeri possono “reagire” in modo differente nel nostro corpo provocando grandi benefici o grandi danni
(infatti, due enantiomeri possono presentare anche diversa tossicità.
Il Caso Della Talidomide
− Nel 1957 (ottobre) l’azienda tedesca Chemie
Grünenthal immette sul mercato tedesco la
talidomide, (Contergan) quale sedativo per
trattare l’insonnia e per ridurre la nausea in
gravidanza.
− Nel 1960 il farmaco era commercializzato in
circa 20 paesi (Europa e Africa).
− Il 18 novembre 1961, una rivista tedesca
riporta i risultati di uno studio secondo il
quale le donne che hanno assunto la
talidomide durante la gravidanza hanno partorito neonati con gravi malformazioni fisiche.
− Il 27 novembre dello stesso anno l’azienda Grünenthal ritira il farmaco dal commercio.
− Il farmaco era commercializzato come racemo, quindi, come miscela dei due enantiomeri.
Lo sviluppo di farmaci omochirali avrebbe potuto prevenire la tragedia della talidomide?
Riflessione: Fino alla fine degli anni ‘70 la maggior parte dei farmaci chirali presenti sul mercato erano RACEMI.
Inizio degli anni ‘80 aumentato l’interesse nei confronti dei composti omochirali grazie allo:
➢ Studio e sviluppo di opportune tecnologie per la preparazione e l’analisi di composti enantiomerici.
➢ Sviluppo di tecnologie idonee all’analisi di composti enantiomerici anche nei fluidi biologici
Dalla metà degli anni ‘80 ad oggi c’è stato un crescente interesse verso i farmaci chirali. Infatti, due enantiomeri possono
→
interagire differentemente con i sistemi biologici Possono, quindi, presentare differente attività biologica
Frequentemente:
❖ l’attività biologica desiderata è dovuta ad un solo stereoisomero;
❖ gli effetti collaterali/tossici sono attribuibili allo stereoisomero meno attivo o inattivo.
L’immagine riporta la prima definizione di eutomero
e distomero data da Ariens, il quale disse che,
considerando solo l’effetto biologico desiderato
inteso come interazione farmaco-recettore
stereoselettiva, l’eutomero è la sostanza più
potente, il distomero è la sostanza meno potente. Si
definisce rapporto eudismico il rapporto tra l’attività
dell’eutomero e l’attività del distomero.
L’esperienza degli ultimi 30 anni ha portato ad approfondire i
termini della classificazione di Ariens, ritenuta semplicistica.
→
Dunque, la definizione ad oggi ritenuta corretta dice che:
❖ L’eutomero è la sostanza, l’enantiomero, lo stereoisomero
che ha l’attività di interesse;
❖ Il distomero può essere:
o l’enantiomero privo di attività desiderata,
o l’enantiomero che ha l’attività desiderata ma è meno potente dell’eutomero,
o se l’eutomero è un agonista allora il distomero può essere un antagonista (quindi, c’è una diversa attività
biologica);
o l’enantiomero che ha pari attività ma diversi effetti collaterali o diversa tossicità,
o l’enantiomero che ha attività completamente diversa (quindi, mentre l’eutomero agisce sul target di
interesse, il distomero agisce su un target completamente diverso dando una risposta biologica diversa).
L’eutomero e il distomero, l’enantiomero R e l’enantiomero S devono
anzitutto essere considerate come due sostanze diverse tra di loro, e a loro
volta diverse dal racemo (che è una miscela 50-50 dei due enantiomeri).
Dunque, se uno è il distomero e l’altro l’eutomero è chiaro che il racemo è
potenzialmente una miscela impura della componente distomerica.