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Discriminazione e pregiudizio nel partito conservatore

Prevedibilmente, i partecipanti del partito conservatore aiutavano in misura maggiore le persone bianche rispetto a quelle nere. Sebbene lo stesso andamento si riscontrasse anche tra i liberali, esso era molto più contenuto. Questo è un tipico esempio di discriminazione legata a un pregiudizio classico, dove in presenza di una domanda di aiuto ci si rifiuta di aiutare le persone del gruppo di minoranza.

In un caso come questo, come si può discriminare in maniera "sottile" e socialmente accettabile? Ad esempio, chiudendo la chiamata anzitempo, prima ancora che il richiedente possa formulare la sua richiesta di aiuto. Questo è proprio quello che succedeva ai liberali, che chiudevano anzitempo la chiamata con lo sperimentatore afroamericano in misura maggiore rispetto a quello bianco; questo effetto era, invece, molto meno evidente nei conservatori. Ma possiamo ancora parlare di pregiudizio? Sì, perché sappiamo che il comportamento era diverso.

seconda che la persona che chiedeva aiuto fosse bianca o nera. Ma dal punto di vista del partecipante, probabilmente no: in fondo, stava solo evitando di essere disturbato da uno scocciatore. L'essenza del pregiudizio riluttante sta proprio nel razionalizzare un atto discriminatorio, giustificandolo con una spiegazione non legata alla natura intergruppi dell'interazione, quanto con una motivazione indipendente e accettabile dal punto di vista sociale ("non voglio essere disturbato"). Dunque, la persona con alti livelli di pregiudizio riluttante è una persona con ideali egualitari che non desidera discriminare, almeno non consapevolmente. Tuttavia, lo farà nel caso in cui non sia saliente una norma sociale di non discriminazione. Nell'esempio riportato, rifiutarsi di rispondere a uno scocciatore è socialmente accettato ed evita di vedere il comportamento come legato a una questione discriminatoria. Tutto questo rende questa forma di

Il pregiudizio è una forma di giudizio preconcetto che può influenzare il modo in cui le persone percepiscono e interagiscono con gli altri. È particolarmente insidioso, in quanto le persone si rifiutano di accettarlo: probabilmente, i partecipanti liberali dello studio appena descritto si sarebbero sentiti offesi nell'essere etichettati come persone con pregiudizio verso gli afroamericani.

Legata al concetto di pregiudizio riluttante è la distinzione tra pregiudizio esplicito e pregiudizio implicito. Mentre il pregiudizio esplicito si riferisce alla valutazione consapevole di un outgroup (ad esempio, quella che potremmo fornire su una misura self-report contenuta in un questionario), il pregiudizio implicito è in buona parte al di fuori della consapevolezza, si attiva automaticamente ed è dunque relativamente impervio a bias di autopresentazione.

Il pregiudizio implicito viene spesso concettualizzato come una reazione affettiva automatica a uno stimolo e consistente in un'associazione mentale tra un concetto (ad esempio, una categoria outgroup) e attributi valutativi (ad esempio, buono/cattivo).

bello/brutto; vedi cap. 2 per un esempio di misurazione di questo pregiudizio). Pregiudizio esplicito e implicito sono spesso indipendenti, tanto che si osserva generalmente una dissociazione tra i due, evidente ad esempio dal fatto che il pregiudizio verso i gruppi di minoranza è basso, se si considera quello esplicito, e alto se si guarda a quello implicito. Nonostante rifletta processi largamente inconsapevoli, il pregiudizio implicito ha notevoli effetti sul comportamento. Mentre si è ritenuto a lungo che il pregiudizio implicito fosse prevalentemente associato a comportamenti inconsapevoli, quali il comportamento non verbale, evidenze recenti puntano a un suo ruolo rilevante nel prevedere tutti i tipi di comportamento, inclusi quelli consapevoli. Il pregiudizio implicito riflette molto spesso valutazioni negative nei confronti di outgroup minoritari, come ad esempio persone disabili o appartenenti a minoranze etniche. Tuttavia, si osserva come le valutazioni negative non sianonecessariamente rivolte all'outgroup. Infatti, gruppi di minoranza rivelano spesso valutazioni implicite negative dell'ingroup e positive dell'outgroup. Ciò potrebbe riflettere un mero effetto associativo, per cui le associazioni culturalmente disponibili (ad esempio, quelle che associano gruppi di minoranza a un'immagine stereotipata e negativa) sono fatte proprie dalle persone in maniera inconsapevole. In altre parole, gli individui potrebbero acquisire valutazioni implicite negative dei gruppi di minoranza senza rendersene conto. Si noti come queste valutazioni negative non intacchino l'immagine egualitaria della persona. Infatti, le norme egualitarie sono presenti solo nel momento in cui si attivano i processi proposizionali, processi che caratterizzano il pregiudizio esplicito e che implicano dei giudizi valutativi consapevoli dell'individuo. Per questo, il pregiudizio implicito, espressione dei processi associativi, quando arriva al livello consapevole, può essere contrastato e modificato attraverso l'educazione e la consapevolezza.

La consapevolezza diviene spesso positivo (nel caso in cui vi siano norme contro la discriminazione). Ciò non toglie che nella persona permangano tendenze "interiori" spesso negative verso l'outgroup (il pregiudizio implicito) che, come affermato, possono condizionarla. Riconnettendosi al pregiudizio riluttante, molti autori hanno teorizzato che il pregiudizio riluttante sia associato ad alti livelli di pregiudizio implicito (che si traduce nel disagio delle persone allorquando sono a contatto con le minoranze e nel loro desiderio di evitarle), ma che a livello esplicito gli individui rivelino atteggiamenti favorevoli verso i membri dell'ingroup [Dovidio e Gaertner 2004]. Un'ulteriore forma di pregiudizio "inconsapevole" molto studiata è l'infraumanizzazione (vedi quadro 10.4).

4. L'impatto del pregiudizio e degli stereotipi negativi

Fino ad ora, la nostra attenzione si è principalmente rivolta su coloro che esprimono pregiudizio.

In realtà, la psicologia sociale si è per lungo tempo focalizzata sulle cause e sulla natura del pregiudizio e, soltanto più recentemente, ha indagato quali possano essere le conseguenze di questo fenomeno per coloro che lo subiscono, per i membri di gruppi stigmatizzati.

Il concetto di stigma, introdotto dal sociologo Erving Goffman [1963], si riferisce a una particolare caratteristica distinguibile della persona che la porta a percepirsi, entro certi contesti, come denigrata e discriminata agli occhi degli altri. Tale caratteristica può essere visibile e difficilmente modificabile (ad esempio, il colore della pelle o il genere della persona), oppure non immediatamente percepibile (ad esempio, il proprio orientamento sessuale o la classe sociale di appartenenza). In entrambi i casi, percepirsi «portatori» di uno stigma può avere delle conseguenze negative pervasive, sia a livello individuale che sociale.

4.1. Le conseguenze

Appartenere a gruppi stigmatizzati può anzitutto influire negativamente sul benessere fisico. Ad esempio, seppure le evidenze empiriche non siano sempre chiare al riguardo, diverse ricerche condotte in ambito medico hanno mostrato che negli Stati Uniti la percezione degli afroamericani di essere discriminati è correlata positivamente con uno stato di stress cronico e conseguenti problemi cardiovascolari. Una simile relazione è stata trovata anche in altre nazioni e considerando altri membri di gruppi stigmatizzati, come ad esempio persone gay o lesbiche.

Da un punto di vista strettamente psicologico, la prima conseguenza che probabilmente la maggior parte di noi associa allo stigma è un abbassamento dell'autostima: percepirsi come membri di gruppi valutati negativamente dalla società dovrebbe costituire una seria minaccia per la propria identità sociale e, quindi, influire negativamente sull'immagine di noi stessi e sulla nostra autostima.

In realtà, un'ametanalisi [Twenge e Crocker 2002] condotta su centinaia di studi che avevano rilevato i livelli di autostima di persone appartenenti a gruppi stigmatizzati ha in parte confutato tale assunzione. Anzi, ha mostrato ad esempio che nel contesto statunitense le persone afroamericane hanno mediamente un'autostima più alta rispetto alle persone bianche. È stato invece osservato come i diversi livelli di autostima dei membri di questi gruppi dipendessero in larga parte da altri fattori non legati all'appartenenza gruppale, quali ad esempio l'età o il livello di scolarizzazione. Un'altra conseguenza psicologica legata all'autostima e attualmente dibattuta riguarda l'interiorizzazione dell'inferiorità. Per lungo tempo, gli psicologi sociali hanno sostenuto che le persone target di stigma sociale facessero inevitabilmente propria l'immagine trasmessa dalla maggioranza che legittimava.l'idea dell'interiorizzazione dell'inferiorità, mettono in luce anche il ruolo delle dinamiche sociali e delle strutture di potere nel perpetuare e rinforzare tali stereotipi. Ad esempio, la teoria della dissonanza cognitiva suggerisce che le persone tendono a razionalizzare e giustificare le disuguaglianze sociali per mantenere un senso di coerenza e stabilità nella propria visione del mondo. Inoltre, è importante sottolineare che l'inferiorizzazione di un gruppo non è solo un fenomeno individuale, ma anche strutturale. Le istituzioni sociali, come il sistema educativo, il mercato del lavoro e il sistema giudiziario, possono contribuire alla marginalizzazione e all'oppressione di determinati gruppi attraverso politiche discriminatorie e pratiche di esclusione. In conclusione, l'inferiorizzazione di gruppi stigmatizzati è un fenomeno complesso che coinvolge sia processi individuali che sociali. Comprendere e affrontare questo problema richiede un'analisi critica delle dinamiche di potere e una riflessione sulle proprie credenze e pregiudizi. Solo attraverso un impegno collettivo per l'uguaglianza e la giustizia sociale possiamo sperare di superare l'inferiorizzazione e costruire una società più inclusiva e equa.possibilità di tale interiorizzazione, ne contestano l'inevitabilità. Attribuiscono cioè alle persone target distigma sociale un ruolo attivo in tale processo e, soprattutto, le vedono come capaci dimettere in atto delle strategie di copingfunzionali al loro adattamento nell'ambientesociale che li discrimina. Una delle strategie più utilizzate si rifà ai processiattribuzionali degli individui (vedi cap. 2): consiste specificamente nella tendenza deimembri di questi gruppi ad attribuire il motivo di una loro eventuale posizione socialesvantaggiata non a cause disposizionali interne, ma a cause esterne legate, appunto,al pregiudizio e alla discriminazione attuati dalla maggioranza ("se sono in questacondizione, è perché vivo in una società che mi discrimina").La stigmatizzazione sembra avere delle ricadute significative anche sulle prestazionidegli individui, soprattutto in ambito scolastico. In gran partedei contesti europei, tra cui quello italiano, gli studenti immigrati di prima o seconda generazione hanno in media dei rendimenti scolastici inferiori rispetto agli studenti nativi. Questo fenomeno può essere attribuito a diversi fattori, tra cui la barriera linguistica, la diversità culturale e le difficoltà di integrazione sociale. Tuttavia, è importante sottolineare che non si tratta di una regola generale e che ci sono molti casi di studenti immigrati che riescono ad ottenere ottimi risultati scolastici. Per promuovere l'inclusione e il successo scolastico di tutti gli studenti, è fondamentale adottare politiche educative e sociali mirate, che tengano conto delle specificità e delle esigenze di ciascuno.
Dettagli
Publisher
A.A. 2021-2022
27 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PSI/05 Psicologia sociale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher aledc0033 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Psicologia sociale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi Gabriele D'Annunzio di Chieti e Pescara o del prof Berti Chiara.