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DAL PUNTO DI VISTA TEORICO
Dal punto di vista teorico la scelta ottima del monopolista (che è la massimizzazione del suo profitto) è in contrasto con il criterio di equità perché il monopolista può avvantaggiarsi, in quanto unico produttore nel mercato, della situazione appropriandosi di una parte del surplus, generato dalla transazione, che doveva essere del consumatore.
Tuttavia mentre esiste uno strumento per misurare efficienza ed efficacia (= il criterio di Pareto, che dà delle regole da applicare), per quanto riguarda l'equità non esiste uno strumento specifico/una regola tecnica da applicare per misurarla: noi andremo a studiare quanto la distribuzione del reddito (variabile flusso), o della ricchezza (variabile stock) dei soggetti è distribuita in modo asimmetrico, non equo. Tuttavia non sappiamo quale sia la soglia tollerabile di disuguaglianza oltre la quale la nostra società non intende accettare di andare.
Quando...
nel mercato c'è concorrenza perfetta (e quindi non c'è motivo da parte dello stato di intervenire), se lo stato impone prezzi diversi da quelli formatisi sul mercato si crea un'inefficienza, in quanto viene intaccata la collocazione ottima delle risorse per la società (collocazione che era stata stabilita secondo il criterio di Pareto). Lo stato sta deviando dalla scelta ottima; all'obiettivo di efficienza secondo il criterio di Pareto si contrappone il criterio dell'equità, con l'intento di aumentare l'uguaglianza/equità all'interno della società modificando una situazione che era stata riconosciuta essere ottima. DAL PUNTO DI VISTA DELL'ANALISI EMPIRICA: Dal punto di vista dell'analisi empirica l'obiettivo della crescita è correlato fortemente all'efficienza: se un paese è efficiente mi aspetto che cresca di più. Dunque, un intervento volto ad aumentareL'equità andrebbe a discapito dell'obiettivo della crescita?
No, alla prova dell'analisi dei dati questi due obiettivi non si pongono in contraddizione.
La teoria ci suggerisce l'esistenza di un trade-off preoccupante, ossia che si debba barattare quanto perseguire di efficienza e quanto di equità.
Tuttavia l'analisi empirica ci dice che storicamente questi due obiettivi non sono in opposizione tra loro. Ci possono però essere delle situazioni in cui si rende necessaria una scelta, nella quale questi due obiettivi o non sono in relazione tra loro (per fortuna!), oppure sfortunatamente non possono essere perseguiti contemporaneamente.
Relazione tra teoria e analisi empirica:
Teoria: contrapposizione tra obiettivo di crescita e obiettivo di equità.
Analisi empirica: non c'è contrapposizione tra i tassi di crescita dei paesi e la variazione nel tempo di alcuni indici.
EFFICIENZA
Efficienza = allocazione efficiente delle risorse.
Riprenderemo l'analisi della scatola di Edgeworth (già vista in micro), per introdurre i primi due teoremi del benessere.ANALISI STATIC
Pensiamo all'efficienza senza considerare ciò che può cambiare nel corso del tempo. Contrapponiamo una situazione di monopolio e una situazione di concorrenza perfetta. C'è un problema di efficienza col monopolio, a differenza della concorrenza perfetta:
Area rossa = perdita secca da parte dell'economia: né il produttore né il consumatore possono godere dell'area rossa, perché essa è associata a tutte quelle quantità che in monopolio non vengono prodotte.
ANALISI DINAMICA
Pensiamo all'efficienza osservando ciò che può cambiare nel corso del tempo. L'efficienza produttiva delle imprese si può misurare in tanti modi, ma noi per semplicità immaginiamo di misurarla come produttività del lavoro (ma escludiamol'apporto)
capitale e tecnologie alla produttività):output = misura unidimensionale di produttività (dove input = numero di lavoratori)
Come può cambiare la produttività delle imprese di un intero paese o di un intero settore industriale?
- CANALE CHE OPERA A LIVELLO DELLE SINGOLE IMPRESE AUMENTO DI → PRODUTTIVITÀ DELLA SINGOLA IMPRESA (es. un settore industriale è composto da 10 imprese. Grazie all'adozione di nuove tecnologie, tutte e 10 le imprese diventano più produttive poiché aumenta l'efficienza).
- CANALE CHE OPERA TRA LE IMPRESE CAPACITÀ DEL MERCATO DI → SELEZIONARE LE IMPRESE PIÙ EFFICIENTI. Ad esempio, un'impresa è responsabile per una percentuale maggiore di produzione grazie all'acquisizione di una maggior quota di mercato.
FALLIMENTI DEL MERCATO
Casi di fallimento del mercato:
- ESTERNALITÀ In presenza di un'esternalità si rompe il meccanismo per il quale: costo
sostenuto dal singolo produttore per la produzione = costo che l'interasocietà deve sostenere per produrre un certo bene: Costo privato costo sociale ≠ La quantità che il privato ritiene ottimo produrre non coincide più con la quantità ritenuta ottima di produrre dall'impresa. Nell'esternalità abbiamo un produttore il cui costo non coincide più col costo della società. Si ha un solo produttore e si considera ciò che avviene a ciascun singolo consumatore, separatamente.
COMMONS = BENI COMUNI
TRAGEDIA DEI COMMONS ( ) problemi di coordinazione della società, poiché ci sono più produttori che utilizzano una risorsa comune. Più sfrutto la risorsa comune, più vantaggi ho a mio beneficio da tale sfruttamento. Tuttavia il danno provocato da tale sfruttamento è patito in modo frazionato, ripartito su tutti gli altri produttori (ciascun produttore sarà penalizzato soltanto
per una frazione e non patisce l'intero danno). Es. Più pastori utilizzano lo stesso pascolo. La scelta razionale che massimizza l'interesse individuale è aumentare progressivamente di una unità il bestiame che viene portato al pascolo, sfruttando il pascolo il più possibile. Così facendo, il mio vantaggio individuale di produttore è accresciuto di una certa quantità