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Ad esempio, del 1911, un dipinto iniziato nella casa di famiglia a Rouen, in Francia,

ra gura le sue sorelle che eseguono una ‘recita musicale’ (Yvonne suona il pianoforte, Madeleine

il violino e Suzanne è seduta davanti in primo piano). Oltre le tre sorelle è rappresentata la madre

Lucie (al centro dietro le tre sorelle) che ascolta attentamente da dietro. Le tonalità del dipinto

sono in uenzati dal fatto che molto spesso dipingeva al lume di candela. Questo lavoro segna i

primi tentativi dell'artista nel cubismo. ‘Portrait’

( Un altro esempio di opera appartenente al movimento cubista è del 1911, dove si

ispira a Picasso per rappresentare il volto della donna visibile da più angolazioni.

è un’opera che esplora il tema del tempo e del movimento attraverso un ritratto di una donna

misteriosa che Duchamp aveva notato per strada. Questa donna viene rappresentata in 5

posizioni una successiva all’altra, poiché l’artista immaginò questa gura in vari stati di

spogliazione ciascuno con un indumento in meno rispetto la precedente. )

Nudo che scende le scale 1

Uno dei quadri più famosi di Duchamp è il del 1911 che riceverà poi

(Nudo che

una seconda versione nel 1912 che diventerà ancora più famosa della precedente

scende le scale 2).

In questo dipinto Duchamp rappresenta appunto un nudo che scende una scalinata, di cilmente

percepibile, molto simile ad un manichino di legno de nita “un bruto che scende le scale” o

“un’esplosione in una fabbrica di petardi”.

la direzione del movimento è chiarita nel titolo che ci aiuta nella comprensione dell’opera. Il

movimento che si crea va da sinistra , in alto, verso destra in basso. Questo movimento fu ispirato

dalle cronofotogra e di Étienne-Jules Marey e dai lavori di Eadweard Muybridge.

Il dipinto fu inizialmente ri utato dai cubisti del Salon des Indépendants di Parigi nel 1912.

Tuttavia, quando fu esposto all’Armory Show di New York nel 1913, ricevette grande attenzione e

divenne uno dei simboli dell’avanguardia artistica.

Quest’opera segna un momento cruciale per Duchamp poiché segna il distacco dall’estetica

cubista e cerca di distanziarsi da ogni movimento artistico (anche perché i temi del nudismo e il

movimento non era prettamente un tema cubista).

Nel 1912, Duchamp trascorse un periodo a Monaco di Baviera, un’esperienza che in uenzò

profondamente la sua carriera artistica.

Al suo rientro a Parigi, decise de nitivamente di smettere di dipingere. Si trova un lavoro come

libraio che gli lasciava molto tempo libero per se stesso e questo gli permetteva di dipingere per

se stesso. ‘Macinatrice di cioccolato’

Proprio in questo periodo creò l’opera del 1914. Il dipinto come dice

il titolo si ispira ad una macchina per macinare cioccolato che l’artista vide in una vetrina di una

confetteria a Rouen, in Francia. La macinatrice di cioccolato e ra gurata con una tecnica simile a

un disegno tecnico/ disegno industriale. La composizione è caratterizzata da linee nette e forme

geometriche, che conferiscono all’opera un aspetto meccanico e astratto.

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Oltre a quest’opera, vi sono altre opere più sperimentali su supporti non convenzionali, come

‘Slitta contenente un mulino ad acqua, in metalli vicini’ (primo test di Duchamp di pittura su

‘La sposa messa a nudo dai suoi scapoli’ / ‘Il grande

vetro), realizzata tra il 1913 e il 1915, e

vetro’. So ermandoci proprio su quest’ultima è considerata una delle opere più misteriose e di

di cile interpretazione. Realizzata tra il 1915 e il 1923 (probabilmente è rimasta incompiuta per un

pò di anni poiché si vede della polvere ssata sull’opera) è composta da due ampie lastre

rettangolari di vetro, sovrapposte e separate a metà da una cornice d’acciaio. Nella parte

superiore, chiamata “Regno della Sposa”, troviamo la gura della Sposa, rappresentata come una

forma astratta e meccanica sospesa in una nuvola che simboleggia la “Via Lattea”. Questa

sezione include anche tre fori chiamati “Pistoni di corrente d’aria” e nove buchi noti come “L’area

dei Nove spari”, creati sparando ammiferi imbevuti di vernice sul vetro. La parte inferiore, il

“Regno dello Sposo” o “Apparecchio Scapolo”, contiene i nove scapoli, rappresentati come gusci

vuoti in divisa, collegati ai “Sette Setacci” tramite “Vasi capillari”. Al centro di questa sezione c’è

“La Macinatrice di Cioccolato”, una macchina con rulli che Duchamp aveva già rappresentato nel

1913. Un meccanismo chiamato “Carrello, Slitta o Scivolo” oscilla avanti e indietro, azionato da

un mulino ad acqua, facendo aprire e chiudere le “Forbici”. Gli zampilli dai “Setacci”

simboleggiano l’orgasmo degli scapoli nel tentativo di fecondare la Sposa, ma il concepimento

non avviene a causa della casualità degli eventi. Un elemento distintivo dell’opera è la sua

trasparenza, che permette di vedere attraverso il vetro, integrando l’ambiente circostante e

aggiungendo un elemento di casualità. Quando l’opera si ruppe durante un trasporto nel 1927,

Duchamp decise di non ripararla, considerando le fratture come un intervento del caso e parte

integrante dell’opera.

Quest’opera nel 1927 subì alcuni danni in un trasporto, dunque Duchamp considerò queste

fratture come un intervento del caso, integrandole quindi come parte integrante dell’opera stessa.

Quest’opera come detto in precedenza è molto misteriosa e di di cile interpretazione infatti non

si concentra tanto sulla realizzazione ma sul concetto. Duchamp ha lavorato solo sporadicamente

a quest'opera, passava la maggior parte del tempo a creare un "clima concettuale" attorno a

questa; scrisse delle note (come la prefazione) in cui risiedono i termini fondamentali per

interpretare l'opera, i termini sono istantaneo e extra rapida. È importante ricordare due cose:

1. L'intenso realismo degli oggetti, dato il loro senso di solidità, forte prospettiva e lo spazio che

li contiene.

2. Impenetrabilità dell'allegoria stessa, espressa dalla aggeggio meccanico che ospita i celibi,

dal guscio metallico e dalla nuvola amorfa della Sposa.

Duchamp non ha pubblicato subito queste note e dunque rimaneva solo il titolo a dare un

signi cato all’opera.

Il titolo dell’opera, “La Sposa messa a nudo dai suoi celibi, anche”, ha generato molte

interpretazioni. Alcuni vedono l’opera come un’allegoria dell’amore cortese, altri come una

puri cazione alchemica o un accesso alla quarta dimensione. Tuttavia, nessuna interpretazione

fornisce una soluzione de nitiva, lasciando l’opera aperta a molteplici letture.

Duchamp ha utilizzato tecniche fotogra che per creare alcune parti dell’opera. Ad esempio, i

Pistoni di corrente d’aria sono stati ottenuti fotografando un tessuto deformato dal vento. Questo

approccio ri ette il concetto di “messaggio senza codice” della fotogra a, come descritto dal

critico Roland Barthes. La fotogra a, secondo Barthes, è un messaggio che non contiene la sua

interpretazione, ma dipende da un testo aggiunto per essere compresa.

L’opera contiene vari indici, o tracce, che collegano materialmente l’opera al suo processo di

creazione. Questi elementi indicano il passare del tempo e l’interazione sica con l’opera.

I (precedente lavoro di Duchamp) sono un esempio di come Duchamp utilizzi

Tre Rammendi-tipo

l’indice come traccia di un evento casuale. Questi rammendi sono stati creati lasciando cadere li

su una super cie e ssandone la con gurazione casuale. Questo metodo s da l’idea tradizionale

di precisione e signi cato, poiché l’unità di misura di Duchamp non è standard e cambia da un

caso all’altro.

Duchamp esplora anche il concetto di “parole prime”, che sono divisibili solo per se stesse e per

l’unità, analogamente ai numeri primi. Queste parole resistono alla combinatoria del linguaggio,

simili a come un nome proprio o un gesto indicativo (“questo”) si riferiscono a un evento

speci co.

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L’uso del caso da parte di Duchamp ha in uenzato altri artisti come Hans Arp e Francis Picabia,

che hanno adottato strategie simili per eliminare la composizione tradizionale nell’arte. Duchamp

ready-made,

ha anche introdotto il concetto di oggetti trovati che diventano arte attraverso la

scelta dell’artista.

L’opera di Duchamp riassume molti dei suoi concetti post-cubisti, utilizzando ombre di

“Tu m’”

ready-made e rappresentazioni di indici. Quest’opera fu commissionata a Duchamp da Katherine

Dreier (una gura chiave nel movimento dell’arte moderna americana) dopo il suo arrivo a New

‘Nudo che scende le scale n. 2’).

York nel 1915 (si trasferì in America sulla scia del successo di

Nonostante Duchamp avesse abbandonato la pittura a olio dal suo arrivo in America accettò

l’incarico. Questa richiesta era simile alla commissione di pannelli decorativi che Hamilton Easter

Field aveva fatto a Picasso nel 1910.

m’’’

L’opera si chiama “Tu ed è un dipinto lungo circa tre metri, pensato per essere collocato

sopra gli sca ali della libreria di Dreier, da cui deriva la sua forma allungata e simile a un fregio.

Il titolo “Tu m’” è un gioco di parole che può essere interpretato come “Tu m’emmerdes” (mi

annoi) o “Tu m’aimes” (mi ami), ri ettendo il carattere ironico e provocatorio di Duchamp.

“Tu m’”, evoca inoltre, il dialogo tra “tu” e “io”, ri ettendo la natura indicale del linguaggio.

L’implicazione nale dello spostamento di Duchamp dall’iconico all’indicale diventa chiara in

questo contesto. Oltre alla sua rottura con il “pittorico” e al ri uto dell’“abilità”, e oltre al suo

spostamento di signi cato dal codice ripetibile all’evento unico, l’aspetto dell’indice come

commutatore ha implicazioni anche sullo statuto del soggetto, di colui che dice “io”, in questo

caso Duchamp stesso.

Come soggetto del vasto autoritratto messo insieme da Duchamp si dichiara soggetto

“Tu m’”,

diviso, frammentato, attraversato dalla frattura assiale tra i due poli dello spazio pronominale, così

come si è scisso nei due poli sessuali in alcuni autoritratti fotogra ci en travesti, rmandosi “Rrose

Dettagli
Publisher
A.A. 2024-2025
8 pagine
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-ART/03 Storia dell'arte contemporanea

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher DD_01 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Fenomenologia delle arti contemporanee e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Nuova Accademia di Belle Arti - NABA o del prof Galati Gabriela.