Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
ESODO
Con l’uscita di Oreste comincia l’esodo in cui Atena convince le Erinni a diventare le
Eumenidi. Dal punto di vista strutturale ha una tecnica diversa da quella a cui siamo abituati:
c’è un’asserzione delle Erinni e comincia una sezione a due in cui si alterna parlato e
cantato senza distinzione di parti (inno alla città di Atene).
Atena chiede alle Erinni di non vendicarsi su Atene. In cambio di ciò, Atena promette alle
Erinni un onore e degli altari e la vicinanza agli altri dei. Le Erinni avevano già spiegato che
questo era un elemento che dispiaceva. Il principio dell’orrore, che ora è diventato legge, ha
posto la loro sacralità: loro rappresentano il terrore che porta al bene perché regolamentato
dalla legge della città.
Atena presenta il
concetto di anzianità con quello di sapienza, ma anche lei stessa è sapiente. Atena sa poi
che la città di Atene sarà destinata a diventare sempre più potente e alle Erinni conviene di
fatto rimanere lì cosicché potranno essere grandi. Atena dopo chiede di non istillare nei
giovani la violenza che li metta uno contro l’altro e di non instaurare aggressività tra civili. Ci
saranno battaglie, ma dovrebbero essere solo con i nemici (nobiltà). Eschilo sa che
all’interno della comunità si può scatenare la violenza lesiva alla collettività perché ogni
individuo ha dentro di sé un grumo di male: la legge serve a tutelare la collettività formata
da individui diversi.
Atena, dato che è riuscita a convincere le Erinni a diventare Eumenidi, dice quello che
affida a loro: le Eumenidi hanno il compito di preservare ciò che è legato alla terra,
all’acqua, alla fertilità e alle nascite. Le Eumenidi stabiliscono il principio femminile della
terra che è in accordo con l’universo femminile.
Questo è un
grande onore per le dee benevole: la femminilità oscura, sanguinolenta e pericolosa si
trasforma in femminilità dell’accettazione, dell’amore e dell’accoglienza.
Le Eumenidi scacciano quello che prima era il suo stesso dominio. Chiamano poi le Moire
che taglino troppo piccolo il pezzo di vita di ciascuna delle donne della città, affinché
possano vivere a lungo. Le Eumenidi scacciano le possibili guerre civili e chiedono che mai
Letteratura teatrale della Grecia antica 77
scorra sangue all’interno della vita della città di Atene, rinnegando il loro compito iniziale
quali Erinni. Se deve proprio scorrere del sangue, che sia quello nemico che porta onore
alla città
Le Eumenidi dicono che gli ateniesi sono fortunati perché sono sotto la protezione di
Pallade che riesce a inculcare nella mente dell’uomo la misura e la razionalità. Gli ateniesi
non si inorgogliscono ma mantengono il senso della misura, non portando ad azioni
delittuose. Vediamo nel finale il corteo in cui Atena allude ai nuovi altari, alle nuove feste, ai
nuovi cortei, alle nuove processioni dedicate alle Eumenidi. Dobbiamo immaginare il
trasformarsi dell’orchestra nella simulazione di una processione a cui partecipano anche i
cittadini.
Entrano
i nuovi Custodi del tempio come personaggio (un secondo piccolo coro) che custodiscano
il nuovo elemento sacrale proprio delle Eumenidi. Dobbiamo quindi immaginare una
processione.L’esodo è molto movimentato e improntato alla religiosità di come il divino si
riflette sulla città. Dopo l’istituzione di una legge e di una nuova sacralità, Eschilo porta in
scena il momento in cui la nuova sacralità prende le forme di processioni, cortei, sacrifici e
canti. L’autore fa vedere come viene normata la legge, ma anche come viene normato un
nuovo principio sacrale della realtà civica. Le scene portano un principio parallelo tipico
eschileo, come l’istituzione di realtà fisiche/concrete e sacrali.
Ventitreesima Lezione
EURIPIDE
Abbiamo la fortuna di conoscerlo meglio perché ci sono arrivate molte più tragedie rispetto
a Sofocle ed Eschilo, inoltre, ci è giunta parte di un’edizione antica che conteneva le sue
opere in ordine alfabetico – questo ci fa vedere la sua produzione sotto un aspetto più
ampio. Delle 92 opere attribuite in antichità ad Euripide, ci sono giunte integre solo 19 (18
tragedie e 1 dramma satiresco).
INNOVAZIONI:
1. Linguaggio chiaro, tanto da essere accessibile a tutti i cittadini
2. Temi politici, scomodi, di etica sociale e familiare
3. Innovazione della musica
Euripide non fu mai molto amato in Atene, tant’è che gli ultimi anni della sua vita e della sua
produzione hanno luogo in Macedonia. Vinse pochissime volte, al contrario di Eschilo e
Sofocle. Euripide era un intellettuale moderno, in urto con la città perché il suo teatro
portava diverse criticità legate alla contemporaneità
Letteratura teatrale della Grecia antica 78
il suo scopo era segnalare i punti deboli della città.
Il teatro di Euripide
utilizza un linguaggio molto più comprensibile, questo perché cerca un tipo di
comunicazione che non può essere confusa e non può non arrivare all’attenzione del
pubblico, che vuole far ragionare.
Un passo di una commedia di Aristofane,
le Rane, è molto interessante: il commediografo immagina che Dioniso scenda nell’Ade
perché Atene non ha più un buon poeta e scende per recuperare Euripide – secondo
Eschilo però era lui stesso il migliore. Aristofane inventa una sfida tra i due poeti; Nella sfida
Eschilo e Euripide portano sulla scena le caratteristiche del loro teatro, in base alle quali
Dioniso decreterà il vincitore da riportare sulla terra. Euripide critica Eschilo dicendo che il
suo era un linguaggio troppo complesso, mentre Eschilo accusa Euripide che con le sue
sottigliezze ha insegnato al popolo a ragionare con la propria testa e ora ogni cittadino
ritiene di poter esporre il suo parere. Questo ci fa capire quale fosse la caratteristica
principale del teatro di Euripide, ovvero uno stile limpido e razionale, accessibile a tutti, e ci
fa capire l’insegnamento di Euripide, ovvero il ragionamento razionale che dà la possibilità
a tutti di parlare, ma Aristofane con ironia la fa passare come una capacità d’autonomia
pericolosa per la città.
Un’altra delle caratteristiche di Euripide che lo resero poco amato è quella dell’innovazione
musicale, che non piacque al pubblico. Anche in questo, comunque, manifesta autonomia e
libertà. Bisogna poi considerare i messaggi da lui portati sulla scena. Indubbiamente
Euripide prende di mira non solo situazioni politiche (vedi le Troiane per la decisione sulla
guerra), ma anche temi riguardanti l’eticità della società e della famiglia (vedi Medea e il
ragionamento sulla condizione femminile). Gli interessa anche parlare di tutto ciò che il
proprio stato non ha assimilato completamente, come l’inserimento dello straniero (vedi
sempre Medea), oppure gli interessa l’integrità di personaggi umili, che si contrappongono
ai cittadini ateniesi (vedi Elettra e l’importanza data al mondo contadino).
Altre due sono importanti caratteristiche del suo modo di fare tragedia:
1. Il patetismo (vedi Ecuba nelle Troiane che piange sul corpo del nipote);
2. L’avventurosità, tant’è che pone varianti notevoli sulle trame mitiche, arrivando
addirittura a inventare vere e proprie trame (vedi Ione). Quanto più il drammaturgo
scatenava il pianto tanto più piaceva, e quanto più si romanzavano e stravolgevano le
trame tanto più il pubblico era coinvolto e fremeva nel conoscere le soluzioni adottate,
anche se poi la trama mitica finiva così come era conosciuta.
La produzione variegata di Euripide ci dà l’idea di una tecnica drammaturgica che volta per
volta voleva portare al suo pubblico delle soluzioni innovative, inattese. È possibile trovare
però un filo rosso nella sua produzione, che è il portato dell’epoca nella quale Euripide vive,
ovvero l’età della guerra del Peloponneso, i suoi personaggi hanno una sorta di nevrosi
Letteratura teatrale della Grecia antica 79
tipica di questi decenni, tutti hanno un’individualità lacerata, tutti si caratterizzano per un
alternarsi di posizioni e idee, tutti sono in urto con altri. Questo dà il senso dell’incertezza
vissuta in quei decenni. Al pubblico ciò non piace: presentare sulla scena un animo che
costantemente vive nell’incertezza e nella fragilità non è ciò a cui si è abituati, inoltre, non
fa piacere quando si porta sulla scena uno specchio della realtà.
IPPOLITO
Quello che possediamo è il cosiddetto “Ippolito incoronato”, incoronato perché vinse alle
Grandi Dionisie del 428 a.C.; il primo vero Ippolito però fu composto prima, si tratta del
cosiddetto “Ippolito velato”, che andò in scena qualche anno prima e fu un fiasco → era
evidentemente una storia a cui Euripide teneva tanto.
La storia è il “motivo di Putifarre” → (PATTER IN CUI una donna matura si invaghisce di un
giovane e gli avanza, in modo esplicito, il giovane, tuttavia, rifiuta e lei per vendetta lo
accusa di aver tentato di stuprarla).
Si fa riferimento al pattern della storia, così come compare nella Bibbia, in relazione al
personaggio di
Giuseppe. Giuseppe venne venduto dai fratelli come schiavo in Egitto, presso la casa di
Putifarre che era un alto funzionario del faraone. Quest’ultimo aveva una moglie che però si
innamora di Giuseppe: era un amore non corrisposto e per vendicarsi calunnia l’uomo e
sostiene che abbia tentato di violentarla; per questo Giuseppe viene sbattuto nelle carceri,
dove però comincerà la sua grande fortuna perché lì rivela la sua capacità di profeta, sa
interpretare i sogni à gli vengono riferiti i sogni del faraone e lui è l’unico che li sappia
spiegare → sono i sogni della vacche grasse e delle vacche magre. A questo punto il
faraone lo fa uscire di prigione e lo chiama a sé alla sua corte, dove diventerà un altissimo
funzionario. Il motivo della storia è dunque quello di una sposa rifiutata dall’uomo di cui è
innamorata, che poi denuncia presso il marito e da lì ha inizio una serie di avventure.
TRAMA: Questa è la storia di Fedra, ambientata a Trezene, dove vivono il marito di Fedra,
ovvero Teseo, con lui vive anche il figlio Ippolito, figlio non di Fedra ma di una relazione
precedente, quella avuta con l’amazzone Ippolita (Teseo aveva combattuto contro le
amazzoni per difendere Atene, ma con