Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
Andromaca
Andromaca da quello opposto. Astianatte compare nel secondo episodio e nell’esodo, ma è un personaggio muto (bambino) che qui torna in scena come cadavere (già un precedente con il cadavere di Neottolemo nell’esodo dell’Andromaca). Elena è presa dai soldati greci, poi Menelao lascia lascena dal suo stesso eisodos, verso le navi. Il cadavere del bambino è portato in scena da Taltibio, che nel primo episodio era entrato in scena per annunciare le assegnazioni, nel secondo per prendersi Astianatte. Il coro dice di vedere i soldati che agitano le fiaccole sulle alture troiane (acropoli di Troia, complesso collinare roccioso, non proprio la città), soldati che apparivano sotto la costruzione che rappresentava la città. Le donne ed Ecuba si allontanano ad un suono di tromba dallo spazio extrascenico dove si trovava l’esercito greco. Alla fine della tragedia si ha un senso di distruzione totale, la scena si svuotava. La distribuzione.Dei personaggi: Ecuba (primo attore, maschio con maschera femminile); Cassandra ed Andromaca (parti impegnative, pezzi cantati, secondo attore); Elena (discorso lungo e con cambi di tonalità, secondo o terzo); Poseidone e Menelao (secondo attore); Atena e Taltibio (terzo attore).
Messo in scena nella primavera del 415 era un dramma pacifista. Euripide provoca assumendo il punto di vista dei vinti, delle loro donne. La protagonista è la moglie di Priamo. Andromaca di Ettore, primogenito di Priamo ed Ecuba, madre di Astianatte che i greci vollero morto per vendicare gli uomini sterminati da suo padre ed estinguere la sua stirpe. Siamo a ridosso della spedizione contro Melo del 416, prima impresa bellica ateniese a cinque anni dalla pace di Nicia con Sparta del 421. Euripide, drammaturgo pacifista, è ammiratore di Alcibiade fino a quando lui promuove la spedizione contro Siracusa da cui iniziano le disgrazie per i Greci. Alcibiade è estraneo alla spedizione contro Melo.
Euripide considerava il comportamento di Atene nei confronti di alcune città più deboli come un tradimento degli ideali nel nome di cui i greci, gli ateniesi, si erano opposti al barbaro persiano, si ha quindi un rovesciamento del giudizio tradizionale del binomio greci-barbari. Vengono fatte riflessioni sulle degenerazioni della democrazia e trionfo della demagogia. La guerra di Troia è presa a modello di conflitto in cui anziché una pace i condottieri sono trascinati nell'autodissoluzione, con chiara allusione ai politici del suo tempo (Cleone). L'uccisione di Polissena, figlia di Priamo ed Ecuba, amata di Achille, sacrificata sulla tomba di lui per volere dei greci. Duro il giudizio su Ulisse, costante in Euripide, astuto cialtrone dal dolce eloquio che parla per compiacere il popolo, le cui parole sono decisive nell'immolazione di Polissena, prototipo del demagogo. È un modo per dire agli ateniesi: attenti, che le vittorie ottenute con
Metodi astuti e spietati come Ulisse sono apparenti, portano ai vincitori disgrazie e lutti. Si stravolge il mito classico ai fini di un'invettiva contro i leader del tempo. Euripide polemizza contro Agamennone, disposto a tutto pur di piacere: Ecuba gli chiede di aiutarla a vendicarsi contro il re del Chersoneso, Polimestore, che aveva ucciso il suo ultimogenito Polidoro; Agamennone si domanda quale decisione sarà apprezzata dalle sue genti. La modifica dei miti omerici ai fini di queste polemiche è una costante nella drammaturgia di Euripide, motivo di grande interesse dei contemporanei. Paride in realtà ha rapito un fantasma, Elena è rimasta nascosta in Egitto, fedele al marito, quindi la guerra non ha nessuna giustificazione, simbolo di assurdità universale sono i dieci anni di guerra sanguinosa solo per un fantasma. Nelle Troiane la responsabilità degli achei nella guerra di Troia smonta il mito liberatorio per i greci che incolpa Paride.
Paride viene alla luce dopo che Ecuba ha sognato di partorire un tizzone ardente che incendia Troia, affidano il bimbo ad un pastore che lo doveva lasciar morire sul monte Ida, ma lo alleva; Zeus chiama Paride a giudicare la bellezza delle tre dee, sceglie Afrodite provocando ire di Era e Atena, lui torna a Troia a dispetto delle profezie di Cassandra è riammesso nella famiglia reale; Afrodite da patto fa innamorare di lui Elena, moglie del re di Sparta Menelao, lo segue a Troia, i greci si coalizzano e muovono guerra aiutati dalle dee rivali ad Afrodite. Paride uccide Achille e poi è ucciso da Filottete. Seguono infinite lotte per Troia e achei. Euripide esalta la prima parte a dispetto della seconda (che attribuisce a Paride la colpa della guerra salvando ogni responsabilità ai greci). Euripide servendosi di Ecuba chiede conto in modo sfrontato a Zeus delle ingiuste sofferenze provocate ai troiani (messa in crisi della teodicea).
Storia del teatro greco
Pericle parla delle
numerose feste nell'Epitafio della guerra del Peloponneso; ne parla anche l'anonimo oligarca nella Costituzione degli Ateniesi. Le più importanti erano le Dionisie cittadine, festa annuale nei cui agoni al teatro di Dioniso gareggiavano poeti ditirambici, tragediografi e commediografi, nel mese attico di inizio primavera di Elafeboline (marco-aprile), istituite dal tiranno Pisistrato nella seconda metà del VI secolo a.C. La mattina del 10 una solenne processione (aperta da una vergine) con canti satirici portava la statua lignea di Dioniso dal tempietto presso l'Accademia sino al teatro, sfilavano anche falli lignei (rimando al primitivo culto dionisiaco) alla fine un toro era sacrificato al dio; poi erano incoronati in teatro cittadini onorevoli, orfani di guerra, si esponevano nell'orchestra i tributi versati annualmente dalle città della lega delio-attica (manifestazione di egemonia ateniese). La sera il komos era un corteo di uomini che bevendo vino facevano...festa per le strade. Le fonti parlano dell'istituzione dei primi agoni tragici ufficiali tra 535 e 33 con Tespi; nel 508 furono istituiti gli agoni ditirambici, nel 486 quelli comici. Nel V gli agoni tragici vedevano 3 tragediografi concorrere con una tetralogia ciascuno (tre tragedie e un dramma satiresco), i comici vedevano invece 5 commediografi con una commedia l'uno. Il pomeriggio del 10 c'era la gara tra i cori ditirambici, i tre giorni dopo una tetralogia tragica al giorno, l'ultimo giorno le cinque commedie (tre commediografi in fase di crisi). Dal 386 si può mettere in scena il palaiòn drama, una delle tragedie dei grandi drammaturghi del V, nel 339 lo stesso per la commedia antica. Nel V dopo la morte di Eschilo un decreto stabilisce la replica. Dopo il III non ci sono personalità poetiche di rilievo. Le Lenee sono una festa dionisiaca invernale (mese di Gamelione, gen-feb): dal 440 ufficiali agoni comici (5 commedie, una ciascuno), dal 432
i tragici (2 tragediografi, 2 a testa), quindi qui la commedia è più importante.Le Dionisie rurali erano organizzate dai singoli demi attici in inverno (Posideone, dic-gen), spettacoli teatrali con prime repliche di tragedie e commedie.
Pochi giorni prima degli agoni nell'Odeon (costruito con Pericle nel 442) si svolgeva la proagone, cerimonia in cui a turno i tragediografi e gli attori riassumevano le trame. Il pubblico vede stranieri alle Dionisie, meno alle Lenee (difficile viaggio invernale). La disposizione rifletteva la gerarchia sociale: nella proedria (gradini a contatto con l'orchestra) le autorità civili e religiose; a ridosso il buleutico e l'efebico con i buleuti, gli efebi; più in alto i cittadini distribuiti in dieci settori (tribù); nella parte superiore della cavea i meteci, stranieri e schiavi. Forse anche le donne, in numero inferiore, fossero presenti agli agoni comici, accompagnate dai mariti, escluse dalle prime.
persone scrive su tavoletta la sua graduatoria a fine gara, inserita nell'urna, l'arconte estrae cinque a caso che determinano la graduatoria finale. Non impossibili casi di corruzione dei giudici da autorevoli uomini politici. Per ottenere il premio i tragediografi si rivolgono spesso alla giuria attraverso la voce del coro, promettendo ad esempio benefici o punizioni. Il verdetto della giuria era influenzato dal pubblico con applausi, fischi, urla (in alcune commedie appelli agli spettatori che apportino alla vittoria). Dalla vittoria deriva grande prestigio per il drammaturgo, un cattivo piazzamento porta a beffe, meno stima dei concittadini, esclusione dagli agoni dell'anno dopo. Uomini politici con iniziative in favore del teatro speravano di ottenere il consenso popolare (Pericle per contrastare la popolarità dell'avversario Cimone istituisce il theorikòn, contributo statale con cui i meno abbienti possono partecipare). Importante il ruolo di sarti,
calzolai che preparano costumi, calzature. In totale 75 coreuti tragici (15x3 in Dionisiee 15x2 in Lenee), 240 comici (24x10 in Dionisie e Lenee), 15 attori tragici (3x5 “”), 40 comici (4x10“”), in alcuni drammi anche coro secondario, in V più di 15 attori tragici, a volte anche 4° attore, più alcuni attori muti (kophà prósopa). Falegnami, pittori… si occupano della messa in scena. La produzione comica di V è legata alla realtà ateniese contemporanea, tra cui riferimenti alla vita teatrale (allusioni a determinati episodi teatrali a noi sembrano incomprensibili non essendo noi contemporanei a cui si rivolgeva il commediografo). Le tragedie e commedie dopo rappresentate una copia scritta era depositata negli archivi di stato, forse i testi tragici poi circolavano in forma di libri ad Atene (ipotesi da alcuni contestata perché trattando di attualità dopo un po' perde interesse). Il decreto dopo lala presenza di elementi tragici e comici all'interno della stessa opera. Questo stile di scrittura è tipico delle commedie di Aristofane, che spesso mescolava il dramma con il sarcasmo e l'ironia. Un esempio di paratragodìa è la sua opera "Le Rane", in cui si ride della tragedia e dei suoi protagonisti.