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I LIBRI DI LETTERATURA PER LE CLASSI ELEMENTARI E I CORSI POPOLARI DOPOL'UNITA'
La sovrapposizione tra la manualistica scolastica e la letteratura per l'infanzia.
Nella lettura della conclusione c'è un'assonanza con padre soave che aveva introdotto una serie di valutazioni che ritroviamo in questo testo sul ritorno di una morale a fine 700 che ritroviamo 100 anni dopo nelle conclusioni di uno dei punti di svolta della letteratura dell'infanzia.
Nelle conclusioni c'è anche educazione ambientale perché gli atti di violenza contro gli animali erano diffusi.
Vi dovete accontentare di appartenere alla classe nella quale siete nati e in cui rimarrete.
Quindi c'è una serie di consigli morali. La cosa più importante da sapere su questo libro è che è fantasioso, guarda alla favola come punto di riferimento. La tradizione favolistica era stata marginalizzata nella produzione rivolta ai fanciulli borghesi.
perché la letteratura per l'infanzia doveva avere una finalità educativa e l'educazione veniva concepita come sacrificio per poi essere un buon cittadino e cristiano, quindi non c'era spazio per il divertimento, la fantasia, lo svago presente nelle favole e nelle fiabe. Esse erano popolate da elementi fantastici che estraneano il bambino dalla realtà e lo fanno entrare in un mondo onirico che poteva compromettere la sua formazione globale, perché è come se non si accettasse il mondo nel quale viviamo. L'inizio: parla un pulcino nel quale il bambino si può rispecchiare. La storia continua con l'antropomorfizzazione degli animali, c'è una ricreazione della società all'interno del mondo del pollaio. La cosa interessante è che quando andiamo alla conclusione torna la predica (siate buoni, non fate male agli animali, ubbidite ai genitori...), come 100 anni fa. Con questa opera siamo in un confine sottile.Perché quando c'è uno stacco tra prima e dopo, una parte del prima convive nel dopo. C'è la sussistenza di un modo di concepire la letteratura per l'infanzia del passato e un modo di scrivere per bambini rimandando all'umorismo che li fa fantasticare, ma che li educa. È come se innovasse dal punto di vista formale la letteratura per l'infanzia ma non per i contenuti morali che si propongono, a differenza di Emilio Salgari che vuol solo far divertire i bambini.
Le caratteristiche principali sono: umorismo, fantasia e linguaggio semplice il quale riprende dal fatto che a scuola i bambini se gli si parlava in modo difficile non capivano niente. Il linguaggio semplice serve per dare leggerezza, trasmettere contenuti, rendere vivace il racconto, che comunque non rinuncia a educare.
EMMA PERODI (1850-1918)
Coetanea di Ida Baccini. Fiorentina di origine, famiglia nobiliare che gli consente di compiere studi importanti, riceve una buonissima educazione.
Cresce nel contesto della cultura fiorentina. Firenze è una città in continua esplosione in quegli anni, dove si concentrano numerose iniziative editoriali, tra queste c'è Cordelia, in cui lei cura una rubrica chiamata "Le idee di Elena" destinate alle giovinette in cui lei intrattiene una corrispondenza con loro. Le riviste per bambine sono un prodotto molto ambito perché hanno illustrazioni, a volte anche a colori. Poco usate per la letteratura per l'infanzia perché facevano salire il costo dei libri. Escono settimanalmente o mensilmente. Offrono l'occasione a molti autori di confrontarsi con il mondo della letteratura per l'infanzia. Emma Perodi si trasferisce a Roma e comincia a lavorare a un altro giornalino che è "Fanfulla della domenica" e manda brevi racconti al giornale per bambini, fondato da Ferdinando Martini (in cui usciranno le avventure di Pinocchio) e avvierà rapporti con altri giornalini.
Come il paradiso dei bambini dell'editore Perino. Dirigerà anche alcune riviste oltre al giornale per i bambini, diresse anche il tesoro dei bambini e più tardi il messaggero della gioventù. Sono tutte riviste rivolte all'infanzia all'interno delle quali nuovi autori hanno l'occasione di sperimentare. Inoltre la possibilità di pubblicare su una rivista permette all'autore di acquisire una grande fama letteraria e di conseguenza un vantaggio economico perché se il libro garantisce di andare sul mercato con una certa frequenza, la rivista permette più frequenza. Inoltre la rivista permette il contatto e il confronto con i destinatari. Ida Baccini si rivolge direttamente ai lettori come per stabilire un ponte che non c'era mai stato e permetteva all'autore di abbassarsi al livello del bambino. Infatti la rivista contiene delle rubriche che permettono allo scrittore di mettersi in contatto con il suo pubblico.
attraverso le lettere, è anche un luogo di discussione, incontri e confronto con i destinatari che ha in mente ma che non conosce—> concetto di pubblico reale e ideale. L'idea è il pubblico al quale l'autore essa di indirizzare il proprio prodotto editoriale, che ha caratteristiche culturali, sociale, religiose, politiche ben definite. Ma questo destinatario ideale puo differire dal destinatario reale cioè quello al quale effettivamente giungono i testi. Nell'800 i libri costavano molto ma poteva accadere che una famiglia agiata prendesse dei libri per i proprio bambini (pubblico ideale che coincide con il primo pubblico che riceve quel testo) ma questa famiglia ha in casa una serva o un maggiordomo che lavora in casa e appartiene alle classi più sfortunate che ha un figlio quindi la ricca signora glielo dà oppure gli dà i giornalini. Le riviste non sono l'unica produzione letteraria che contraddistingueL'attività di Emma Peroda. È anche autrice di libri di lettura e grandi raccolte di novelle, fiabe e racconti.
"Il canto del fuoco" era quella parte della casa contadina all'interno del quale c'era un grande focolare dove c'erano sedili di pietra ai lati dove d'inverno si sedevano le persone per stare al caldo e poter godere del tepore della stanza e creare un gruppo che si concretizzava nell'attività del raccontare.
"A veglia" ci richiama del mondo, perché si intende la particolare usanza contadina di riunirsi intorno al fuoco o nella stalla nelle notte invernali rimanendo sveglia e svolgendo lavori manuali come filare la lana, lavorare la maglia all'interno del quale c'era l'usanza di raccontare storie.
Con "Novelle della nonna" ci immergiamo proprio in un mondo fantastico perché "fiabe fantastiche" è proprio il sottolio. Esce per l'editore Perino.
Si basa sulla storia di una famiglia che vive nel casentino che, insieme al Mugello, erano i territori più selvaggi in quella zona di confine tra Toscana e Emilia Romagna caratterizzata da numerose montagne che avevano isolato queste popolazioni. Era un territorio molto povero con la sopravvivenza di culture antiche alla modernità. La nonna si chiama "Nonna Regina" che racconta in un anno, nei giorni di festa, tutte le domeniche una storia. Racconta la famiglia intorno a sé, o nelle stalle o sull'aia (perché d'estate c'era l'uso per le donne di parlare sulla aia) del podere di Farneta (piccolo borgo sulla via di Camaldolesi). Sono storie che la nonna aveva a sua volta sentito e che raccontava ai nipoti affinché anche loro ne potessero fare dono a chi sarebbe venuto dopo. Ci sono personaggi fantastici come orchi, nani, piccole principesse alle quali queste popolazioni guardavano mirabolanti, ma anche racconti dove i personaggi sono.Legati alla cultura cristiana con angeli, demoni, santi che intervengono sulla vita degli uomini che o li tentano o li salvano. - Il lupo mannaro
Donna trova lupo mannaro nel bosco e lo nasconde in una casa ma succedono cose strane nel paese: l'uva appassisce, i contadini hanno il terrore che ci sia qualcosa di maligno, qualcuno ha anche visto questo essere maligno. Il testo è semplice dal punto di vista sintattico e grammatica, c'è il discorso diretto che rende fruibile il testo. L'altra caratteristica del testo è la paura, c'è atmosfera cupa e il lupo mannaro era tipico dei racconti popolari più turbolenti. Questo lupo mannaro si innamora e la Teresona, la sua innamorata, capisce che sono state le sue sante protettrici che lo hanno fatto trasformare nel lupo mannaro per salvarlo dal linciaggio a cui le persone lo avrebbero sottoposto. Alla fine andranno a Firenze e lui non sarà più un lupo mannaro. I contadini troveranno
Il corpo di una belva e gli daranno fuoco e loro vivranno felici.
La narrativa orale popolare
Forma di trasmissione della cultura basata sull'oralità che l'uomo ha fin dal momento in cui ha acquisito la facoltà di parlare. La trasmissione orale è lo strumento principale che le culture avevano per trasmettere il patrimonio di conoscenze, di comportamenti che avevano acquisito nel corso del tempo e che non sapevano come raccontare perché non erano ancora in grado di scrivere. L'oralità permetteva di tramandare quello che si era capito del mondo: come accendere il fuoco, quali bacche non mangiare, che permettevano la conservazione della specie. Questa tradizione orale è stata riservata alla trasmissione di storie, miti, leggende, filastrocche, fiabe e favole quindi a racconti che vedevano la presenza di elementi magici che servivano a spiegare la realtà e che incarnavano una visione del mondo ancora ingenua che queste popolazioni,
Non essendo istruite, avevano. Per Piaget il pensiero magico è quella forma di pensiero che viene prima di quello logico che consente al bambino di spiegare attraverso elementi magici, quindi non razionali, quello che gli succede intorno. È una delle fasi evolutive. Quando avrà il pensiero logico, abbandonerà il pensiero magico ma esso non è solo una fase evolutiva ma anche un retraggo culturale dell'evoluzione dell'uomo. Il bambino si trova a volere leggere e credere a questi racconti quando si sta costruendo il pensiero logico.
Dipinti di Giuseppe Costantini. È stato un autore ottocentesco della zona di Nola che rappresenta scene quotidiane dove spesso ci sono scene di scuola.
Siamo in una cucina, l'ambiente è annerito perché l'uso della stufa ha annerito l'ambiente, che è molto povero. C'è terra battuta, paglia, briciole, sassoline. I bimbi sono appoggiati su un braciere dove si stanno scaldando.
I bambini non hanno le scarpe e sono sporchi. La nonna ha un costume tipico della zona e tiene in mano un fuso per filare la lana. Incarna una tradizione secolare che parte.