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TRASPOSIZIONE RADIOFONICA DI "SE QUESTO È UN UOMO" 1964
Levi insiste molto sul mantenere una dignità, di sentirti ancora un uomo: la pulizia del proprio corpo per rimanere in contatto con la propria identità, non lasciarsi andare, svolgere bene un lavoro per conservare un rispetto di me stesso che mi permette di rimanere essere umano, perché il lavoro nobilita - insiste molto sull'annientamento morale.
A Levi era stata inviata una prima copia di versione radiofonica dal Canada. Lui la rifà.
Il rumore del treno è il così detto "luogo parlante" del radiodramma (l'ascoltatore riesce a comprendere il luogo attorno a cui si gira la vicenda solo dal rumore, senza vederlo e senza che la voce narrante lo specifichi).
La trasposizione radiofonica permette infatti di vivere il campo: il rumore del campo, dei piedi strascicati dai prigionieri, il vento, la differenza delle lingue parlate (tedesco, ebraico..)
20 settembre
2021Primo Levi vuole raccontare esattamente cos'è successo nel campo di concentramento, come si svolgeva la giornata, le condizioni, attraverso la propria esperienza e al tempo stesso vuole riettere.Cosa funziona nel radiodramma per rendere l'atmosfera, l'esperienza, del campo di concentramento? i rumori, le voci, i silenzi- Ogni prigioniero deve essere in grado di riconoscere il proprio numero in tedesco- Primo Levi dà una descrizione accurata del luogo in cui si trova6fl fi fi fl& &%& &_4./5+99+&/<.+/.5+*91&/)&/+*9+&07+&8+*21*1&/3I)91&/<12-).9)6&4./.9)6&-.8.9)6&(.99)&0144+4+&.-&(4+,,1&'&=3+/91&-3121&T&3*&inferno organizzato, un mondo in cui ci sono regole assurde- I rumori atmosferici sono un elemento su cui Levi insiste- Luogo di lavoro: fabbrica della buna- Insiste sulla relatività di certi sentimenti e valori e di come li concepiamo noi oggi,
Anche paragonati ad altri. Es: il momento subito dopo pranzo quando le SS comunicano che devono riprendere a lavorare, dopo che i prigionieri avevano trovato un minimo di sollievo dall'assopimento / paragone con l'inferno di Dante - la guardia sulla porta paragonata a Caronte.
Noi abbiamo dei valori etici e morali, là certe distinzioni, certi confini, si annebbiano. Quando valutiamo certi comportamenti tenuti dai prigionieri del campo, dobbiamo pensare che si trovavano all'interno di un esperimento sociale, biologico, organizzato. Ognuno era disperatamente solo, e nel campo spesso la linea tra bene e male non esisteva. Ma succedeva anche che ci fossero dei gesti di amicizia, solidarietà e raramente condivisione dei beni.
La voce narrante, che nella prima parte è isolata, riflessiva, non solo narrativa ma inevitabile nella storia, è mista ai rumori e serve per comprendere ciò che avviene, ci guida. (non sempre nei radiodrammi)
È presente "Se questo è un uomo" c'è un io narrante che parla in prima persona e si identifica poiché c'è bisogno di capire cosa è successo. È fatto di scene sia in presa diretta (rumori, voci) sia aposteriori (voce che guida).
Episodio: "Il canto di Ulisse" - Primo Levi sta svolgendo un incarico insieme al francese Jean Pikolo, molto affascinato dall'Italia e desideroso di imparare la lingua. Primo Levi si mette dalla parte dell'insegnante e sceglie di raccontargli "Il canto di Ulisse" di Dante.
Quello che colpisce è il paradosso: si incaponisce di ricordare i versi di Dante e dispiegarli ma ad un certo punto c'è un vuoto di memoria, quindi in quel momento prova piacere a rievocare un qualcosa che gli apparteneva nella vita prima del campo e per poter dimostrare di avere un'identità ricordandosi dei versi di Dante e concedere a Jean.
Il piacere di ascoltare e apprendere qualcosa della cultura italiana. Ma non appena ha il vuoto di memoria e non riesce a proseguire con il racconto Levi è affranto, tanto che afferma che avrebbe rinunciato alla sua razione di cibo giornaliera questo perché quel patrimonio culturale fa parte di quella identità che è andata perduta nel campo.
Si sovrappongono due voci di Primo Levi e si gioca sulla distanza: Primo Levi oggi, dopo l'esperienza (voce più vicina) e poi lui personaggio (voce più lontana).
Levi si lega molto a un uomo di nome Alberto, che morirà sulla via del ritorno quando i tedeschi abbandonano il campo (quando i tedeschi capiscono che stanno arrivando i russi e devono battere in ritirata, viene abbandonato il campo e si portano dietro dei prigionieri). Levi, malato di scarlattina, resta nel campo con altri prigionieri; un altro amico era Lorenzo che prende a cuore la sua condizione: gli presta degli indumenti, gli
dà del cibo, scrive per confortare la famiglia di Levi Che rumori si riconoscono? - La voce narrante - Il respiro delle persone accalcate durante la selezione - Le urla dei soldati tedeschi - La marcia - Il rumore dei passi in contesti differenti - Contrasto tra il tono di chi impartisce ordini e il tono impaurito dei prigionieri - Le preghiere - Le lingue dei vari prigionieri - Il suono della campana che annuncia le selezioni - La banda dopo le esecuzioni Episodio: "I sommersi e i salvati" (capitolo di "Se questo è un uomo") - è una riflessione su quell'esperienza e sulle colpe di chi non ha agito in prima persona: - Venivano chiamati musulmani coloro che stavano per morire - Concetto di colpa: c'è chi è stato prigioniero del campo e chi è stato il carnefice - c'è un responsabile? Levi ha assistito ai processi delle SS e c'è una serie di testimonianze che spingono Levi ha individuare unaGradazione di colpe:
L'indifferenza è meno grave della partecipazione attiva, l'ignoranza scusa l'indifferenza.
Le colpe vanno anche agli ebrei che hanno provato a ottenere privilegi nel campo = Zonagrigia: prigionieri che avevano ottenuto delle posizioni leggermente elevate - alcuni cercavano di collaborare con i propri carcerieri nell'aspettativa di salvarsi la vita.
Caso limite: veniva indicato dalle SS a chi spettava la gestione del crematorio agli ebrei i quali però non ne ricavavano nessun vantaggio, venivano a loro volta uccisi per aver visto le atrocità che venivano compiute. (i tedeschi cercano di far diventare gli ebrei come loro. Es: nella tradizione degli ebrei c'era quella di non sporcare il corpo con dei tatuaggi e i tedeschi tatuano il corpo dei prigionieri con un numero)
Levi confessa, nonostante fosse ateo, di aver avuto la tentazione di affidarsi a Dio nella disperazione del campo. Si è subito pentito di questa cosa perché
Non ha senso diventare credenti per paura e di chiedere a Dio di scegliere > è difficile pensare che ci possa essere un’entità superiore osservando quella situazione.
27 settembre 2021● Ultimo capitolo di “Se questo è un uomo” che coincide con l’ultima frazione della versione radiofonica.
-Levi qualche volta veniva mandato in laboratorio a svolgere la sua professione di chimico, ogni tanto scriveva qualcosa, provava a buttar giù delle memorie che poi faceva sparire per paura di essere scoperto-
Le SS organizzano questa opera di sistematico sterminio con l’intenzione di non pubblicarlo, ed è per questo che poi l’esercito porta via i prigionieri sani e gli spara in un secondo momento-
Probabilmente l’intenzione iniziale è quella di uccidere i prigionieri, poi però cominciano a bombardare ed è imposta la fretta di lasciare il campo ai tedeschi-
Levi utilizza spesso dei riferimenti
All'inferno dantesco > paragona il campo in cui è nitoa un luogo di non ritorno > c’è un riemergere verso una zona di limbo, qualcuno può sperare9fi fi fi fi fiancora di salvarsi nell’attesa di un salvatore, le persone tentano di resistere- Sostanzialmente è riprodotto con le stesse parole di Levi ma saltando dei brani- Ci sono malati che vagano in cerca di calore, in cerca di medicinali, c’è questaatmosferaapocalittica- Niente più acqua ed elettricità, nestre e porte sfondate, ad opera delle bombe,cenciosi, cadenti,scheletrici i malati che riuscivano a muoversi > avevano rovistato ogni baracca e si guardano conocchi feroci > anche se non c’è più la guardia tedesca, c’è un istinto di sopravvivenza che prevalesulla solidarietà- Il campo era silenzioso, i malati si aggiravano come spettri- Il lm tratto da “La tregua” si apre su questi 10 giorni in cui
I prigionieri devono cavarsela da soli anche per le necessità primarie: c'è un episodio in cui un amico di Levi riesce a procurarsi dei piatti e si reca nei villaggi vicini per farli vedere e scambiarli con una gallina. Nel libro, le ultime pagine sono un aggiornamento sulla sorte dei prigionieri che erano rimasti con Levi negli ultimi 10 giorni. Nel radiodramma, l'opera si chiude con la poesia che dà soglia d'entrata e d'uscita. Levi dedica un capitolo di "I sommersi e i salvati" a Jean Amery. Levi riporta spesso le domande che gli vengono fatte quando racconta la sua esperienza e in alcuni passaggi di "I sommersi e i salvati" dice che i prigionieri erano indeboliti, si consideravano di minor valore, se erano stranieri non avevano conoscenze nei rifugi vicini dei dintorni.
Il brano finale del libro conclude parlando della tipologia umana delle SS: erano esseri umani medi, mediamente intelligenti, mediamente malvagi, non
erano mostri, avevano il nostro viso, ma erano stati educati male dalla scuola voluta di Hitler. Solo pochi di loro si pentirono: scelsero il fronte, aiutarono i prigionieri o si suicidarono. La prima parte del percorso artistico di Primo Levi è legata a questa esperienza e al racconto di essa. Quando nel '66 se ne esce con un volume fatto di racconti di finzione, fantascientifici, il lettore medio, chi conosce Primo Levi, rimane spiazzato, deluso e presagendo questa reazione, Primo Levi si firma con uno pseudonimo: Damiano Malabaila. Primo Levi è un chimico e al tempo stesso è un narratore per trasmettere la memoria dello sterminio degli ebrei, ma al tempo stesso decide che può essere anche uno scrittore, non per forza un testimone di una contingenza storica. La scelta dello pseudonimo decide di raccontarla in un'intervista al quotidiano "Il giorno" nel '66. Dice che in sosta