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PERIODO FIORENTINO
2) : Boccaccio dedica la letteratura a coloro che sono afflitti da pene d'amore, per intrattenerli con dei
racconti e dare loro consigli morali. Le opere son rivolte in particolare ad un pubblico di donne, precisamente a quelle che amano.
• Comedia delle ninfe fiorentine (1341-1342): è una narrazione in prosa, con componimenti in terzine cantati da vari personaggi.
Narra la storia di Ameto, un rozzo pastore che un giorno incontra delle ninfe devote a Venere e si innamora di una di esse, Lia.
Nel giorno della festa di Venere le ninfe si raccolgono intorno al pastore e gli raccontano le loro storie d'amore. Alla fine, Ameto
è immerso in un bagno purificatore e comprende così il significato allegorico della sua esperienza: infatti le ninfe rappresentano
la virtù e l'incontro con esse lo trasformano da essere rozzo e animalesco in uomo.
• Amorosa visione (1341-1343): poema in terzine suddiviso in 50 canti. La narrazione vera e propria è preceduta da un proemio
costituito da tre sonetti. La vicenda descrive l'esperienza onirica di Boccaccio che, sotto la guida di una donna gentile perviene
a un castello, sulle cui mura sono rappresentate scene allegoriche che vedono protagonisti illustri personaggi del passato.
• Elegia di Madonna Fiammetta (1343-1344): romanzo in prosa suddiviso in nove capitoli che racconta di una dama napoletana
abbandonata e dimenticata dal giovane fiorentino Panfilo. La lontananza di Panfilo le crea grande tormento, accresciuto dal
fatto che Fiammetta è sposata e deve nascondere al marito il motivo della sua infelicità. L'opera ha la forma di una lunga lettera
rivolta alle donne innamorate; la lunga confessione della protagonista consente una minuziosa introspezione psicologica. La
vicenda è narrata dal punto di vista della donna, un elemento nettamente innovativo rispetto alla tradizione del tempo.
• Ninfale fiesolano (1344): poemetto di Boccaccio con il quale ha termine la sua produzione prima del Decamerone. L'opera è
un cordiale omaggio alla città di Firenze, di cui il Boccaccio cercava di attirarsi i favori.
PERIODO DEL DECAMERON
3) : viene scritto il Decameron (1349-’53); qui c’è un equilibrio fra piacere e moralità.
4) PERIODO DELLA VECCHIAIA : ora invece l'amore è visto come causa di degrado e le donne sono respinte in nome delle
Muse, emblema di una letteratura più elevata. Il capovolgimento è attribuito ai suoi turbamenti religiosi negli ultimi anni.
• Il Corbaccio (1365): la narrazione è incentrata sull’invettiva contro le donne: il poeta, illuso e rifiutato da una vedova, sogna di
giungere in una selva (che richiama il modello dantesco) nella quale gli uomini che sono stati troppo deboli per resistere alle
donne vengono trasformati in bestie orribili. Qui incontra il defunto marito della donna, il quale, dopo avergli elencato ogni sorta
di difetto femminile, lo spinge ad allontanare ogni suo pensiero da esse lasciando spazio ai suoi studi, che innalzano lo spirito.
• Trattatello in Laude di Dante (1365): una delle prime biografie moderne di Dante Alighieri, frutto delle sue ricerche.
• DECAMERON , principe Galeotto (1349-’53): raccolta di 100 novelle e origine di questa forma poetica.
Titolo: è una parola composta dal greco antico: δέκα, déka, "dieci" e ἡμερῶν, hēmerôn, genitivo plurale di ἡμέρα, hēméra,
"giorno", letteralmente "di dieci giorni", nel senso di "[opera] di dieci giorni" (simbolismo numerico: il 10 è il numero ‘perfetto’).
Esso è inoltre ispirato all’Exameron di sant’Ambrogio (che parlava delle 6 giornate della creazione). L’opera è sottotitolata
Prencipe Galeotto, con riferimento al personaggio Galeuth, del ciclo bretone del romanzo cortese che fece da intermediario
d’amore tra Lancillotto e Ginevra. ‘Galeotto’ inoltre ricorda un verso del V canto dell’Inferno di Dante, cioè di Paolo e Francesca.
Trama: il libro narra di un gruppo di giovani (sette ragazze e tre ragazzi) che, durante l'epidemia di peste del 1348, incontratisi
nella chiesa di Santa Maria Novella, decidono di rifugiarsi sulle colline presso Firenze. Per due settimane la 'brigata’ s'intrattiene
serenamente con passatempi vari, in particolare raccontando a turno le novelle (a turno c’è un nuovo Re o Regina che decidono
il tema dei racconti), raccolte in una cornice narrativa dove si intercavallano più piani narrativi: ciò permette a Boccaccio di
intervenire criticamente su varie tematiche connesse ad alcune novelle che già circolavano liberamente.
Struttura: vi sono 100 novelle suddivise in 10 giornate. Ci sono 10 narratori (7 ragazze e 3 ragazzi) che raccontano a turno una
storia per giornata; il tema è scelto da un Regina o Re, diversi per ogni giornata, tranne la 1° e la 9°. Ogni novella ha
un'introduzione chiamata rubrica, che funge da riassunto all’intera novella (questo per aiutare ad orientarsi nella storia, come
nell’introduzione delle scene teatrali). Alla fine di ogni giornata c’è una ballata amorosa.
Proemio: l’autore giustifica le motivazioni per le quali scrive l’opera e afferma alcuni propositi per aiutare coloro che sono afflitti
da pene d’amore (soprattutto donne), deliziandoli e rallegrandoli con piacevoli racconti.
Introduzione 1° Giornata: l’opera si apre con una drammatica immagine di morte, che contrasta con il tono del resto dell’opera.
L’autore descrive infatti la peste che colpì Firenze (e l’Europa intera) nel 1348, concentrandosi sul degrado morale della società
che l’epidemia ha portato con sé in città. Sette ragazze e tre giovani uomini decidono di allontanarsi dalla città, ormai allo stremo,
e ritirarsi nella campagna fiorentina.
1° Giornata (tema libero) 6° Giornata (motti e risposte argute)
2° Giornata (fortuna) 7° Giornata (beffe di donne ai mariti)
3° Giornata (ingegno) 8° Giornata (beffe)
4° Giornata (amori infelici) 9° Giornata (tema libero)
5° Giornata (amori felici) 10° Giornata (esempi di onestà e benevolenza)
Triplice livello narrativo: la storia è raccontata attraverso 3 livelli: i narratori delle novelle (i 10 ragazzi); il narratore del
Decameron (che funge da cornice); e l’autore (che parla in 4 occasioni: nel Proemio, introduzione, 4° giornata e nella
conclusione). Nella 4° giornata, nella Novella delle papere, Boccaccio si difende dai critici secondo i quali l’autore dedicava troppo
tempo alle donne per lenire le sue sofferenze, spiegando che l’amore non può essere frenato e che tale amore non è immorale:
nella conclusione, spiega che è accettabile parlare di argomenti piccanti se ci si trova in contesti come quelli giovanili.
Cornice: contesto storico della vicenda, ovvero il luogo e il tempo di svolgimento della storia. Boccaccio propose una spiegazione
accurata degli avvenimenti storici di quel periodo, ovvero la peste del 1348, nella quale inserì il suo racconto. Il periodo storico
era così accuratamente descritto che il testo è stato utilizzato per attuare degli studi sulla diffusione della peste.
Stile volgare di Boccaccio: è un volgare diverso da quello Dantesco: è scritto in prosa ed utilizza una lingua apparentemente
colloquiale ma è in realtà molto complessa. Dopotutto Boccaccio avevo tradotto varie opere, quindi sapeva creare una forma
ben ricercata. Inoltre, inserisce il linguaggio mercantile creando una lingua ricca e varia, che usa vari registri linguistici (lessico
semplice, espressioni dialettali e gergali), attraverso anche il discorso diretto dei personaggi (teatralità).
Temi: Amore realistico; Fortuna; Ingegno; Mercantilismo; Teatralismo; Comicità. {•TEMI}
Espansione: fino al '500 l’opera si espande molto in Europa, fino a quando non è, nel 1558, inserita nell’Indice dei Libri proibiti.
Nonostante ciò, l’innovativa forma della novella e il supporto di Pietro Bembo (che ergerà la scrittura di Boccaccio all’esempio
perfetto per la prosa) si espanderà molto nella cultura: l’opera influenzerà anche autori come Matteo Bandello nella scrittura
di Novelle, le quali influenzeranno a sua volta autori come George Gascoigne (Green Knight, in The Posies) e Shakespeare
(Molto rumore per nulla; La dodicesima notte; Romeo e Giulietta), o anche il novelliere Giambattista Giraldi Cinzio, dal quale
si ispirano Miguel de Cervantes (Le peripezie di Persile e Sigismonda) e di nuovo Shakespeare (Otello).
NOVELLE IMPORTANTI del Decameron
- G1, N1: Ser Ciepparello; Regina: Pampinea (tema libero) - Narratore: Panfilo
Lo scopo di questa storia è dimostrare come Dio ascolti lo stesso le preghiere dei fedeli nonostante questi si affidino a dei falsi
santi; c’è una critica verso gli ecclesiastici che diffondono tale credo. La storia si apre con il mercante francese Musciatto Franzesi
che deve lasciare la Francia per l’Italia ma non vuole farlo prima di aver trovato qualcuno che si occupi di riscuotere dei crediti
che lui ha presso dei borgognoni, persone veramente di malaffare. Pensa quindi di rivolgersi a Ser Ciappelletto e affidargli
l'incarico: l’uomo ha una pessima reputazione, ha commesso vari reati ed è poco affidabile, decide però di accettare l’incarico
perché in quel momento si trova in difficoltà economica. Così, Ser Ciappelletto parte per la Borgogna e viene ospitato da due
fratelli fiorentini che fanno gli usurai. Mentre Ser Ciappelletto è ospite della casa, cade malato tanto gravemente che i due fratelli
cominciano a preoccuparsi. Il problema risiede nel fatto che, qualora Ser Ciappelletto morisse da loro, dovrebbe essere
seppellito in terra sconsacrata causando problemi alla fama dei due fratelli che non è immacolata all’interno del paese. D’altro
canto, i due non se la sentono nemmeno di lasciare il povero Ser Ciappelletto fuori di casa in quelle condizioni e sanno che
qualora chiamassero un prete e lui si confessasse, nessuno potrebbe mai perdonarlo per tutti i suoi peccati. Ser Ciappelletto
però propone il suo piano, cioè chiamare un frate, confessarsi e fingere di essere colui che non è: all’arrivo del frate, Ser
Ciappelletto finge di essere una persona talmente tanto pia che il padre gli perdona peccati ridicoli, dicendo di non aver mai
commesso peccati violenti. Il frate gli dà l’estrema unzione e, dopo poco, Ser Ciappelletto muore. Nel momento in cui i frati del
convento sono chiamati per allestire il funerale, il frate si reca dal priore e racconta quanto Ser Ciappelletto fosse buono: la voce
si diffonde e viene fatta un’orazione in cui si esaltano le sue qualità. Inizia una lunga processione di fedeli che si recano al funerale
e alla tomba dell’uomo, senza sapere se l&rs