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Francesca Schirru
*Senza lavoro non si mangia e senza mangiare non si vive, questo era il collegamento, una cosa tira l’altra*.
Ci troviamo in un’Italia devastata dalla guerra che, dopo 20 anni di dittatura, diventa un paese libero ma si
scontra con la dura realtà.
Capiamo che l’interesse dell’individuo non è nulla agli occhi di tutti gli altri, perché siamo in un contesto in
cui tutti hanno dei bisogni che vengono prima di quello che, per esempio può essere (all’apparenza) una
“stupida” bicicletta. Nessuno si interessa ai bisogni degli altri, ognuno pensa a sé.
Percepiamo anche la freddezza e l’indifferenza da parte della legge nei confronti della tragedia che vive il
protagonista nell’aver perso la sua bicicletta. (scena minuto 22:49)
Il film inizia con la disperazione del tempo nel non avere un lavoro, si passa poi alla gioia immensa nel
trovare un “semplice” (che poi in questo contesto tanto semplice non è) oggetto (bicicletta) che però ha un
valore immenso, per poi tornare alla completa disperazione e finire con l’umiliazione e la perdita di dignità
del protagonista, come cittadino e anche come padre.
In tutto il film ci sono delle scene in cui capiamo perfettamente in che situazioni di crisi ci troviamo:
-Una scena che ci fa capire il disagio economico del tempo è quella in cui il protagonista e il figlioletto sono
in una trattoria e il bambino guarda il piatto di un altro bambino seduto in un altro tavolo con la sua famiglia
benestante, perché lo desidera ma sa che il padre non può permettersi il lusso di ordinare qualsiasi cosa
come stanno facendo loro. Il padre per accontentarlo e provare a non pensare alla disperazione per la
ricerca della bicicletta, fa sembrare tutto una cosa più leggera, quasi come una festa e gli dice di non
preoccuparsi. (scena 1:02:10)
-Un altro esempio può banalmente essere il fatto che il bambino invece che andare a scuola va a lavorare e
aiuta il padre con la ricerca della sua bicicletta rubata. In questi tempi di crisi un bambino non può
nemmeno permettersi di essere un bambino, di giocare come dovrebbe fare. Diventa una sorta di baby
adulto ed è costretto a crescere tutto in una volta. In questo caso il bambino Bruno in alcune situazioni
diventa più maturo del padre e si permette anche di “sgridarlo” (minuto 14:25)
Non c’è un rapporto padre-figlio e infatti anche il padre a tratti si dimentica che sia suo figlio, lo possiamo
notare nei comportamenti che ha nei suoi confronti e per come gli parla, cosa che cambierà nel momento in
cui pensa che gli sia successo qualcosa al fiume, da lì in poi si accorge che stava per perderlo ed inizia a
preoccuparsi e farci più attenzione.
*clip incontro con il padre primo (e unico) giorno di lavoro*
Altri personaggi:
La figura del ladro, che dovrebbe essere un antagonista, un cattivo, viene invece messa in un’ottica diversa,
prende il ruolo di un bravo e umile ragazzo, ancora più disperato del protagonista, che invece finisce per
Francesca Schirru
prendere lui stesso il ruolo di ladro, come vedremo alla fine del film. Si ha un vero e proprio scambio di ruoli
dall’inizio alla fine del film. ricapitolando…
Il film è interamente governato dalla disperazione (parola chiave):
-Disperazione del tempo, perché il periodo storico è quello del secondo dopoguerra e quindi l’Italia è
completamente a pezzi e in totale crisi.
-Disperazione della popolazione in tempi di crisi, disperazione del protagonista che non ha un lavoro,
disperazione quando gli rubano la bici, disperazione nel vedere che la legge non fa niente per aiutarlo,
disperazione nel cercare la bici che probabilmente non troverà mai più, disperazione quando pensa che sia
successo qualcosa al figlioletto Bruno, disperazione nel provare a cercare per ogni cosa una soluzione (che
diventa poi quella di diventare un ladro di biciclette anche lui).
Il finale è un finale non consolatorio che porta con sé tutta la disperazione che abbiamo visto nell’intero
film, con un velo di (ormai) rassegnazione.
Un’altra causa dell’insuccesso iniziale di questo film è anche il fatto che non ci sia un lieto fine, che non ci sia
una concessione al sogno, come quello del protagonista di creare una vita migliore per sé e per la sua
famiglia.
Francesca Schirru
Grazie per l’attenzione