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3. PUBBLICITÀ E STRUMENTI DI ANALISI
Evoluzione della pubblicità
La pubblicità ha un lungo percorso evolutivo che, sebbene appaia giovane, affonda le radici in
tempi antichi. Già nel 1479, il tipografo inglese Caxton fece uso della pubblicità per promuovere i
suoi libri. La sua iniziativa segna la nascita di una comunicazione pubblicitaria finalizzata alla
promozione di un prodotto, che si sarebbe evoluta nel tempo, con la pubblicità che diventa parte
integrante della nostra vita quotidiana, presente in ogni angolo della nostra routine.
Pubblicità come comunicazione persuasiva
La pubblicità oggi è presente ovunque, dalle auto ai beni alimentari, e ha il compito di
accattivare il consumatore. Alcuni progetti pubblicitari sorprendono, colpendo per la loro
creatività e capacità comunicativa. La pubblicità ha quindi come obiettivo quello di sorprendere e
attirare l'attenzione, portando il consumatore ad apprezzare un prodotto attraverso scenografie
e messaggi coinvolgenti. Caxton fu il primo ad avviare una forma di pubblicità per i suoi libri, ma
è con il 1630 che iniziano a emergere le prime vere e proprie campagne pubblicitarie. Questo
periodo segna anche l'inizio della produzione in serie di beni e della creazione di consumatori.
La pubblicità crea il consumatore
Nel corso del tempo, la pubblicità ha iniziato a costruire il profilo ideale del consumatore, con
rappresentazioni che incarnano famiglie, persone o situazioni ideali, spesso mitizzando il
consumatore di beni quotidiani. La pubblicità non si limita a promuovere il prodotto ma mira a
creare un desiderio, un'identificazione del consumatore con il messaggio pubblicitario. L’obiettivo
non è mostrare i pro e i contro del prodotto, ma enfatizzarne solo i vantaggi, educando
implicitamente il consumatore ad essere "efficiente" nella sua funzione di acquirente.
La pubblicità tra il 1630 e l'Ottocento
Nel corso del tempo, la pubblicità continua a svilupparsi, ma il suo scopo rimane invariato:
promuovere prodotti e far crescere il desiderio nei consumatori. Negli anni 1800, la pubblicità
comincia a entrare in nuovi media come la radio, e negli anni '30 del Novecento con la
televisione. La pubblicità diventa una parte fondamentale della radio e altre trasmissioni, non
solo per la vendita di prodotti, ma per l'integrazione di contenuti in un ampio mercato
economico. L’obiettivo della pubblicità non è solo vendere, ma inserire il prodotto all’interno di
un contesto di consumo più ampio.
Differenza tra pubblicità e altri mezzi di comunicazione
La pubblicità non si limita a comunicare eventi e fatti come fanno i giornali, la radio o la
televisione, ma costruisce il suo messaggio in modo diverso: sfrutta eventi quotidiani e
scenografie per veicolare un prodotto da vendere. Mentre le altre forme di comunicazione si
concentrano su fatti e notizie, la pubblicità usa questi stessi eventi per narrare un desiderio di
consumo, utilizzando la quotidianità come uno sfondo su cui promuovere il prodotto.
Creazione del desiderio e manipolazione del consumatore
La pubblicità ha come scopo fondamentale quello di suscitare il desiderio nel consumatore. Si
assume che l’individuo sia "carente" di qualcosa e la pubblicità offre una soluzione a questa
carenza. Questo approccio è sottile e consapevole, poiché il pubblicitario sa che il consumatore è
predisposto a percepire un vuoto che il prodotto può colmare, diventando una necessità. Inoltre,
si cerca di educare il consumatore ad essere "migliore", più soddisfatto, più socialmente
integrato, attraverso l’acquisto dei prodotti pubblicizzati. Nonostante l’aspetto educativo sembri
prominente, la funzione educativa è solo un aspetto della pubblicità, poiché la sua funzione
principale resta quella di promuovere e vendere.
Immagine e apparenza nella pubblicità
L’immagine è un elemento centrale nella pubblicità, specialmente nei mezzi visivi come la
televisione e internet, ma anche nel caso della radio, dove l'immaginazione gioca un ruolo
importante. La pubblicità utilizza l’estetica e l’immagine per attrarre il pubblico, creando un
legame emozionale che va oltre il semplice fatto del prodotto. Con l’avvento dei social media, la
pubblicità ha acquisito nuova forza, usando piattaforme come Facebook e Instagram per esporre
prodotti con una narrazione ancora più mirata e diretta.
L'evoluzione della pubblicità nel ventesimo secolo
Nel ventesimo secolo, la pubblicità è cresciuta, adattandosi ai cambiamenti tecnologici e
linguistici. Le pubblicità, un tempo essenziali e semplici, si sono trasformate in veri e propri
cortometraggi, con scenografie e tecniche visive sofisticate. La pubblicità ha giocato un ruolo
importante nella creazione di consumatori "affidabili", promuovendo una vita sana, estetica e
desiderabile. Non solo i prodotti vengono proposti come ideali, ma viene anche indotto un
cambiamento nelle aspettative e nelle necessità del consumatore.
La pubblicità e il consumatore come "essere sociale"
La pubblicità si concentra sull’individuo non solo come individuo isolato, ma come parte della
società. L'individuo deve appartenere a una comunità, essere parte di una società che condivide
determinati valori e desideri. Il successo della pubblicità dipende quindi dalla capacità di
influenzare l’individuo in modo tale che il messaggio pubblicitario venga recepito, ma anche
condiviso e validato socialmente. La pubblicità deve essere costruita tenendo conto di questo
aspetto sociale, in modo che il consumatore possa confrontarsi con gli altri, con idee e opinioni
diverse.
L'impatto e la consapevolezza del consumatore
La pubblicità non solo crea un bisogno nel consumatore, ma lo educa (seppur indirettamente) a
desiderare, acquistare e apprezzare determinati prodotti. Il suo successo dipende dalla
comprensione profonda dei desideri e delle necessità sociali e individuali dei consumatori.
Attraverso una narrazione strategica, la pubblicità è in grado di influenzare il comportamento di
acquisto e di costruire una visione ideale della vita sociale ed estetica.
La pubblicità come strumento di omogeneizzazione e solidarietà sociale
(Anni Venti negli USA)
Nei primi decenni del Novecento, la pubblicità negli Stati Uniti aveva un forte ruolo nella
creazione di omogeneità e solidarietà sociale. La pubblicità non solo doveva essere abile nel
narrare i prodotti, ma anche favorire una sensazione di uguaglianza tra le persone. Esempi come
Coca-Cola, che enfatizzava lo slogan "Bevo Coca-Cola e sono uguale a tutti gli altri americani",
dimostrano come la pubblicità creasse un simbolo di status, portando le persone ad identificarsi
con un determinato gruppo sociale, pur essendo di diversa provenienza e classe.
Questa omogeneizzazione contribuiva a formare una massa di consumatori simili, non più divisi
per classe sociale, ma uniti attraverso il consumo di determinati prodotti. Coca-Cola e
McDonald's sono esempi di come la pubblicità abbia trovato un ampio successo globale,
adattandosi a qualsiasi contesto culturale, grazie alla sua capacità di universalizzare l’esperienza
di consumo.
La globalizzazione e la comunicazione pubblicitaria
Con il processo di globalizzazione, aziende come McDonald's e Coca-Cola hanno creato pubblicità
che si adattassero facilmente a diverse culture e contesti geografici. Queste aziende hanno
perfezionato la loro comunicazione per mantenere una forte identità globale, facendo leva sulla
solidarietà sociale e sull’omogeneizzazione. La pubblicità diventa così uno strumento non solo di
marketing, ma anche di costruzione di miti e di fidelizzazione del pubblico.
Il cambiamento nei ruoli di genere nella pubblicità
Nel corso del tempo, la pubblicità ha riflesso e, in parte, plasmato i cambiamenti sociali legati ai
ruoli di genere. Inizialmente, la pubblicità mostrava ruoli tradizionali, con il genere maschile in
posizioni di rilievo e la figura femminile relegata a compiti domestici. Con l’evolversi della
società, la pubblicità ha iniziato a rappresentare una maggiore equità tra i generi, con le madri e
le figlie che svolgevano attività simili e i padri e i figli maschi che avevano ruoli diversi. Questo
cambiamento rispecchiava l’evoluzione della società verso una maggiore inclusività e parità di
genere.
La pubblicità come riflesso dei cambiamenti sociali e storici
La pubblicità si sviluppa parallelamente alla società e ai cambiamenti storici, adattandosi alle
trasformazioni culturali, tecnologiche e sociali. Nei suoi primi stadi, la pubblicità era semplice,
riflettendo la società di allora, ma con l’evoluzione della società e l’aumento della sofisticazione
culturale, la pubblicità ha iniziato ad affrontare temi più complessi, come la relazione tra i generi
e la funzione dei messaggi pubblicitari. Questo sviluppo ha reso la pubblicità un indicatore del
progresso sociale.
L’importanza di gesti, corpo e parole nella pubblicità
Nella pubblicità, la combinazione di gesti, corpo e parole è essenziale per creare una narrazione
che colpisca efficacemente il pubblico. Questi tre elementi devono essere armonizzati per evitare
che la pubblicità perda impatto. La pubblicità è breve, quindi è necessario che i gesti, il corpo e
le parole siano ben integrati in una trama che trasmetta il messaggio in modo chiaro. L’equilibrio
tra questi elementi consente di rendere la pubblicità una narrazione coinvolgente, simile a quella
cinematografica, ma concentrata in un tempo più ristretto.
La pubblicità come narrazione di piacere immediato (Jean Baudrillard)
Jean Baudrillard, nel suo libro La Società dei Consumi, analizza la pubblicità come uno
strumento che va oltre la verità e la falsità, proponendo un "defilé di immagini" che non ci
obbliga a fare scelte esistenziali. Secondo Baudrillard, la pubblicità offre un piacere immediato e
una forma di evasione dalla realtà quotidiana, permettendo agli spettatori di liberarsi
temporaneamente dai giudizi e dalle convenzioni sociali. La pubblicità diventa così un campo di
immaginazione e piacere, senza obblighi, ma con una capacità di influenzare e coinvolgere
profondamente l'individuo.
Il ruolo della marca e del logo nella pubblicità
La marca, insieme al suo logo, ha un’import