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riaddormentare l’unico
modo sembra essere quello di cullarlo di nuovo.
Viola e Davide spesso litigano su quello che
ritengono giusto
fare per aiutare Matteo a dormire. Entrambi
riferiscono di essere talmente stanchi da non
riuscire a svolgere
correttamente le proprie attività durante l’arco
della giornata.
IL SONNO NELLA PRIMA INFANZIA
Situazioni come quella appena descritta sono
piuttosto comuni nelle famiglie con bambini
piccoli. Tanto comuni
che una delle domande ricorrenti che viene fatta
a dei neo-genitori è “il bimbo dorme durante la
notte?”.
Tanti bambini nei primi tre anni di vita, circa il
30%, non dormono adeguatamente durante la
notte, in
particolare hanno difficoltà di addormentamento
o si svegliano durante la notte. Il sonno dei
bambini piccoli è
una questione familiare. Se i bambini dormono, i
genitori dormono e durante il giorno si
sentiranno riposati e
risponderanno adeguatamente ai bisogni del
bambino, che a sua volta si sentirà compreso e
tranquillo.
INTERAZIONE TRA PROCESSI AUTO-REGOLATORI
E ETERO-REGOLATORI
•il bambino è nervoso:
—I circuiti neuronali del bambino che
regolano il sonno interagiscono con
quelli che regolano le emozioni
—le reazioni emotive del bambino sono dettate
dalle interazioni con i genitori
•il bambino dorme male:
—i genitori dormono male
—i genitori sono stanchi e meno disponibili
emotivamente
Diversi studi di ricerca hanno mostrato che la
regolazione dei pattern del sonno nella prima
infanzia è
influenzata da fattori associati alla maturazione
cerebrale e da abitudini culturali e familiari.
Inoltre, la qualità
del sonno è influenzata dalla disponibilità
emotiva dei genitori.
I PROBLEMI DI SONNO NELLA PRIMA INFANZIA
I disturbi del sonno in età pediatrica
costituiscono uno dei più frequenti motivi di
consultazione pediatrica. Nei
primi tre anni di vita i disturbi del sonno più
prevalenti sono quelli legati alle difficoltà di
addormentamento e
ai risvegli notturni.
La base eziopatogenetica è quasi sempre
rappresentata dalle interazioni di variabili
fisiologiche, genetiche e
comportamentali. Notevole importanza rivestono
i fattori relativi alle interazioni fra bambino e
figure genitoriali.
Solo in meno del 20% dei casi di insonnia infantile
si riconosce una causa organica.
PROBLEMI DI INSONNIA IN ETÀ PEDIATRICA
I CRITERI A-F DEVONO ESSERE RAGGIUNTI:
A. Il paziente riferisce, o il genitore del paziente o
il caregiver osservano uno o più dei seguenti
sintomi:
a. Difficoltà di iniziare il sonno;
b. Difficoltà a mantenere il sonno;
c. Risveglio prima del dovuto;
d. Resistenza ad andare a letto negli orari
appropriati previsti;
e. Difficoltà a dormire senza l’intervento del
genitore o caregiver.
B. Il paziente riferisce, o il genitore del paziente o
il caregiver osservano uno o più dei seguenti
sintomi
associati alle difficoltà di sonno notturno:
a. Fatica/malessere;
b. Difficoltà di attenzione, di concentrazione o di
memoria;
c. Difficoltà in ambito sociale, famigliare,
occupazionale o nella prestazione scolastica;
d. Disturbo di umore/irritabilità;
e. Sonnolenza diurna;
f. Problemi comportamentali (e.g., iperattività,
impulsività, aggressività);
g. Riduzione nella motivazione/energia/iniziativa;
h. Propensione agli errori/incidenti;
i. Preoccupazioni o insoddisfazione rispetto al
sonno.
C. Le difficoltà del sonno/veglia riferite non
possono essere spiegate semplicemente da
condizioni
inadeguate (i.e., tempo dedicato al sonno
insufficiente) o circostanze inadeguate per il
sonno (i.e., tenere
in considerazione se l’ambiente di sonno è sicuro,
buio, tranquillo e comodo);
D. I disturbi del sonno e i sintomi diurni associati
avvengono almeno 3 volte a settimana;
E. I disturbi del sonno e i sintomi diurni associati
durano da almeno 3 mesi;
F. Le difficoltà sonno/veglia non sono spiegate
meglio da un altro disturbo del sonno.
*Nel caso del Disturbo da insonnia a breve
termine (acuta o da aggiustamento) cambiano
solo i criteri:
D. I disturbi del sonno e i sintomi diurni associati
possono presentarsi < di 3 volte a settimana;
E. I disturbi del sonno e i sintomi diurni associati
durano da < di 3 mesi.
LE CONSEGUENZE DELL’INSONNIA PEDIATRICA:
Conseguenze dell’insonnia del bambino e della
deprivazione del sonno.
•Disturbi comportamentali:
Iperattività (ADHD), aumento dei problemi
scolastici = aumento dell’aggressività
Disturbi di apprendimento
Disattenzione à incidenti
•Obesità:
Rischio 4,2 volte > nei bambini ipodormitori