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IL CAVALIERE INESISTENTE

Il cavaliere inesistente nella finzione letteraria è scritto da Suor Teodora, che alla fine si rivela essere l'eroina Bradamante, per la madre badessa del suo convento. L'esercito cristiano guidato dall'imperatore Carlo Magno fronteggia, sotto le mura di Parigi, l'esercito degli infedeli invasori. Mentre Carlo passa in rassegna le sue truppe, fra letreciume, fango e sangue, nota un cavaliere che sembra quasi irreale: armatura bianca, lucida e pulita, portamento regale. Si tratta di Agilulfo, un cavaliere "senza macchia e senza paura". Egli, impavido e coraggioso in battaglia, sempre sveglio e attento anche nei momenti di riposo, impiega il tempo libero a riordinare e controllare il campo, a impartire ordini e a criticare sottoposti e colleghi, attirandosi l'antipatia di molti. Agilulfo, una notte, mentre sta vagando per l'accampamento, incontra Rambaldo, un giovane cavaliere, che gli chiede consigli su...

come potrò il giorno dopo trovare sul campo di battaglia l'Argalif Isoarre, perché deve ucciderlo per vendicare la morte del padre. Agilulfo, per risposta, gli indica il padiglione al quale dirigersi, dove troverà cavalieri addetti a dargli le risposte che cerca. Rambaldo rimane colpito dalla sicurezza e dalla fermezza del cavaliere, ne prova subito grande stima e lo prende a modello. Il giorno dopo, lungo la strada per il campo di battaglia, l'esercito si imbatte in un originale personaggio. Si tratta di Gurdulù: al contrario di Agilulfo che "sa di esserci ma non c'è", lui "c'è ma non sa di esserci", tanto da essere chiamato in modo diverso in base ai vari paesi per i quali passa. Carlo Magno ne resta particolarmente colpito e ordina al cavaliere inesistente (Agilulfo) di prenderlo con sé come scudiero. Infuria la battaglia, durante la quale Rambaldo trova e uccide l'Argalif (vi riesce solo

Perché questi durante un combattimento ha perso gli occhiali). Sulla strada del ritorno Rambaldo cade in un'imboscata: durante il duello con due arabi è aiutato e salvato da un cavaliere misterioso, che fugge via al galoppo non appena il duello ha termine. Rambaldo lo insegue per scoprirne l'identità e manifestargli la sua riconoscenza; lo perde di vista, ma poi lo ritrova mentre sta facendo un bagno nel fiume e scopre che è una donna. Chiede informazioni ai suoi compagni di campo e viene a sapere che il suo nome è Brandamante. Anche Brandamante combatte al seguito di Carlo Nagno ed è innamorata (ma non corrisposta) di Agilulfo. Rambaldo se ne innamora pazzamente. Agilulfo ha ricevuto il titolo di cavaliere dopo che, quindici anni prima, ha salvato dalla violenza di due briganti la vergine figlia del re di Scozia, Sofronia. Durante un banchetto all'accampamento con altri cavalieri, però, si viene a conoscenza di un'altra

versione dei fatti. A raccontarli è Torrismondo, un giovane cavaliere, che si dichiara figlio di Sofronia, nato da lei venti anni prima quando aveva solo tredici anni. Agilulfo dichiara che il ragazzo mente, quindi partirà alla ricerca di colui che per prima l'ha violata e avere così conferma della data sino alla quale Sofronia può considerarsi "ragazza". Anche Torrismondo lascia il campo per andare alla ricerca di suo padre, del quale non conosce l'identità, sa solo che fa parte dell'ordine dei Cavalieri del Santo Graal. Brandamante, sconvolta dalla notizia della partenza di Agilulfo, indossa la sua armatura e parte in gran furia, mentre Rambaldo le grida dietro di non andar via. Egli proprio non comprende come la ragazza non possa ricambiare il suo amore; è convinto che lei sia solo innamorata dell'idea dell'amore e della visione di se stessa con Agilulfo. E così parte anche Rambaldo. Durante il suo viaggio,Agilulfo arriva in una città cinta da mura; le guardie gli chiedono di scoprire il viso, poiché c'è un feroce brigante che imperversa dei dintorni. Agilulfo si rifiuta, forza il passaggio, scappa ed entra nel bosco. Lo batte in lungo ed in largo finché non scova il brigante, lo disarma, lo incatena e lo trascina davanti alle guardie della città e poi riprende il suo viaggio. Poco dopo Brandamante raggiunge la stessa città e chiede ai cittadini se hanno visto passare un cavaliere dall'armatura bianca. Coloro le rispondono che da lì è corso via; Bradamante sprona al galoppo il suo cavallo. Dopo un po' arriva Rambaldo, che chiede ai cittadini se hanno visto passare un cavaliere che ne insegue un altro e loro rispondono di sì. Intanto Agilulfo prosegue nel suo cammino e sulla strada incontra una donna affannata con le vesti lacere, che gli si butta in ginocchio. La donna invoca il suo aiuto, affinché liberi ilcastello della sua padrona (la nobile vedova Priscilla) stretto d'assedio da un branco di orsi, dai quali lei è riuscita a fuggire per miracolo, calandosi con una corda dai merli. Agilulfo è pronto a soccorrere lei e la sua padrona. Fa salire la ragazza sul cavallo di Gurdulù, perché li guidi al castello. Sulla strada incontrano un mendicante. Questi, per ringraziare Agilulfo dell'elemosina che sta per elargirgli, lo mette in guardia dalla vedova Priscilla: "quella degli orsi - dice - è tutta una trappola: è lei stessa che li alleva, per farsi liberare dai più valenti cavalieri che passano sulla strada maestra e attirarli al castello ad alimentare la sua insaziabile lascivia". Lo stesso mendicante, come egli stesso racconta, era stato uno dei tanti cavalieri accorsi a salvare Priscilla ed ora si ritrova in quello stato mal ridotto. Agilulfo ringrazia, ma vuole comunque affrontare la prova. Agilulfo arriva nello spiazzo dove

sorge il castello; gli orsi lo attaccano e Agilulfo ne fa strage. La vedova Priscilla lo accoglie nel suo castello e quasi gli ordina di fermarsi per la notte. Intanto le dame e le fantesche indirizzano i loro interessi verso Gurdulù, in piedi come un babbeo, tutto intento a grattarsi. Inizialmente Priscilla prova a sedurre Agilulfo, sfoderando tutte le sue astuzie di donna vissuta, ma è Agilulfo a sedurla con la sua poesia e il suo tatto di cavaliere dell'armatura bianca. La mattina seguente, stupita come se quella appena trascorsa fosse stata una passionale e indimenticabile notte d'amore. Giunto in Inghilterra, Agilulfo si dirige verso il monastero dove da quindici anni è ritirata Sofronia. Quando vi giunge trova solo un ammasso di rovine. Un vecchio del paese racconta che tempo addietro una flotta di pirati moreschi, sbarcata su quelle coste, hanno portato via con la forza tutte le religiose per venderle come schiave in Marocco e poi hanno dato fuoco alle

mura.Agilulfo si appresta a chiedere se tra esse c'era Sofronia (ora, a detta del vecchio, suor Palmira) e, al suo assenso, si premura di chiedere se Sofronia all'interno del convento conducesse una vita pia. Il vecchio risponde affermativamente; quindi Agilulfo e Gurdulù si dirigono al porto per imbarcarsi per il Marocco.

La nave sulla quale si imbarcano affonda, perché una grossa balena la urta con un gran colpo di coda. Agilulfo, a causa dell'armatura di ferro che indossa, cola a picco; prende a camminare sul fondo del mare, battendosi e uccidendo i mostri marini che man mano incontra. Gurdulù, invece, riesce a salvarsi e a raggiungere le coste dell'Africa e qui impiglia in una rete di pescatori. Tratte le reti a bordo, il capo pescatore lo riconosce, poiché in passato egli stesso era stato soldato dell'esercito moresco e li aveva conosciuto Gurdulù; decide di tenerlo con sé per farne un pescatore di ostriche. Una sera Gurdulù,

mentre se ne sta seduto sugli scogli ad aprire le ostriche pescate, vede emergere dal mare un'armatura che, camminando, giunge a riva: è il suo padrone Agilulfo. Agilulfo viene invitato da uno dei pescatori ad unirsi a loro nella pesca delle ostriche; ogni giorno infatti devono procurare una perla nuova al sultano, da regalare alla moglie di turno quel giorno. Agilulfo ringrazia, ma rifiuta la proposta perché è disdicevole per un cavaliere associarsi a imprese che abbiano come scopo il guadagno. Il pescatore però lo informa che la perla trovata quel giorno è destinata alla nuova moglie del sultano, Sofronia, comprata come schiava da pirati del Marocco un anno prima; ora è giunta, nel turno, a trascorrere la sua prima notte di nozze. Agilulfo propone quindi al pescatore di mediare per lui perché quella notte anziché della perla venga donato alla nuova sposa una completa armatura di guerriero cristiano, così da alleviare la sicura.

nostalgia di leiper il suo paese lontano.Con questo stratagemma, Agilulfo riesce a farsi portare nelle stanze di Sofronia; le sisvela, l'avvolge in un mantello e la porta via dal palazzo del sultano, uccidendo a fil dispada tutti coloro che cercano di ostacolare la loro fuga. Intanto, Gurdulù attende coicavalli, nascosto dietro ad un fico d'India. Nel porto ad attenderli c'è una feluca, prontaa partire per le terre cristiane. Durante la navigazione però l'imbarcazione va a sbatterecontro le scogliere di Bretagna e cola a picco. A stento Agilulfo e Gurdulù riescono aportare Sofronia in salvo a riva. Sofronia è stanca e Agilulfo la conduce in una grotta perfarla riposare. Nel frattempo, assieme a Gurdulù, egli raggiungerà il campo di CarloMagno per comunicargli che la ragazza è ancora vergine.Intanto, Torrismondo passa davanti alla grotta, vi entra e vede Sofronia. Nel flashback:Torrismondo, nel tempo che

Agilulfo ha viaggiato in lungo e in largo alla ricerca di Sofronia, è andato in cerca dell'accampamento segreto dei Cavalieri del Santo Graal. Lo trova nella remota terra di Curvaldia e chiede loro di poter essere ammesso a far parte dell'Ordine. Il più anziano tra i cavalieri gli comunica che prima deve purificarsi da ogni passione, liberare la sua mente e poi lasciarsi possedere dall'amore del Graal, raggiungendo così la piena comunione con l'Universo. Ma Torrismondo è continuamente preso e distratto da ciò che lo circonda e che non condivide. Ad esempio nota che tra i cavalieri tanto i giovani quanto gli anziani, giustificandosi con la storia che tutto in loro è mosso dall'infinito amore del Graal, "si lasciano andare ad ogni rilassatezza di costumi e pretendono di essere sempre puri". L'idea che possa essere stato concepito in quella maniera gli riesce insopportabile. Intanto arriva il giorno della riscossione.dei tributi dovuti dai contadini di Curvaldia ai Cavalieri dell'Ordine. Ma quelli sono tempi di magra e allora chiedono ai cavalieri di conceder
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Publisher
A.A. 2020-2021
7 pagine
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-FIL-LET/10 Letteratura italiana

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher dodicielode di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Letteratura e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Firenze o del prof Baldi Benedetta.