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Crispi e il rafforzamento
dello Stato
• Francesco Crispi (1887-1896) rafforzò
l’esecutivo, varò leggi repressive
contro socialismo, perseguì politica
estera espansionistica (Etiopia).
Sconfitta di Adua (1896)
• Disfatta italiana contro l’Etiopia di
Menelik II, fine della politica
espansionista crispina e crisi del
nazionalismo coloniale.
L’età giolittiana (1903-1914)
• Giovanni Giolitti dominò la politica
italiana con riformismo moderato,
crescita economica, legislazione
sociale e gestione parlamentare
pragmatica.
Il sistema giolittiano
• Basato su alleanze trasversali,
neutralità verso socialisti riformisti,
repressione del sindacalismo
rivoluzionario e consolidamento
liberale.
Riforme sociali di Giolitti
• Leggi su lavoro minorile e femminile,
assicurazioni sociali, arbitrato
obbligatorio nei conflitti di lavoro,
prime pensioni e indennità infortuni.
Riforma elettorale 1912
• Introduzione suffragio universale
maschile per maggiorenni
alfabetizzati e tutti gli uomini sopra i
30 anni, quadruplicando il corpo
elettorale.
Il rapporto con la Chiesa
• Politica di distensione con il Vaticano
(Patto Gentiloni, 1913), favorendo
candidature cattoliche in cambio di
tutela valori religiosi e sociali.
Il Partito Socialista Italiano
• Fondato nel 1892, diviso tra riformisti
(Turati) e massimalisti rivoluzionari,
divenne il principale partito
d’opposizione durante l’età
giolittiana.
La politica coloniale
giolittiana
• Conquista della Libia (1911-12)
sottratta all’Impero Ottomano,
motivata da nazionalismo, pressione
industriale e obiettivi strategici
mediterranei.
Il Nazionalismo italiano
• Movimento culturale e politico per
l’espansione coloniale e militare,
critica la mediazione giolittiana e
promuove un’ideologia autoritaria e
imperialista.
La crescita economica
dell’Italia liberale
• Industrializzazione nel triangolo
Torino-Milano-Genova, sviluppo
banche e infrastrutture, ma
permanenza del dualismo Nord-Sud e
della questione meridionale.
La Questione meridionale
• Dislivello economico, sociale e
culturale tra Nord industriale e Sud
agricolo, affrontata con repressione,
clientelismo e scarsi interventi
strutturali.
Il parlamentarismo liberale
• Sistema non democratico pieno: voto
censitario fino al 1912, clientelismo,
trasformismo e assenza di partiti
organizzati di massa fino a inizio
Novecento.
Crisi dell’Italia liberale
• Crescita socialismo, sindacalismo
rivoluzionario, nazionalismo radicale
e cattolicesimo politico erodono la
base liberale parlamentare
tradizionale.
La Prima Guerra Mondiale
• Intervento nel 1915 divise le forze
politiche, aumentò il debito pubblico
e radicalizzò il conflitto sociale e
politico interno al paese.
Il Biennio rosso (1919-1920)
• Periodo di scioperi operai,
occupazioni di fabbriche, conflitti
agrari, timore borghese della
rivoluzione socialista sul modello
russo (1917).
Avvento del fascismo
• 1922: crisi liberale e timore
bolscevico favorirono la marcia su
Roma e l’incarico a Mussolini, fine del
sistema parlamentare liberale
italiano.
Interpretazione storiografica
• Gli storici vedono l’Italia liberale
come modernizzazione incompiuta:
crescita economica e istituzionale
senza democratizzazione piena né
coesione sociale.