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・STOMI
traspirazione, cioè dove avvengono gli
scambi gassosi;
ACQUIFERI: l’acqua dei sistemi
・STOMI
di conduzione esce allo stato liquido dagli
stomi;
Gli stomi: - si occupano di equilibrare l’impermeabilità e la fuoriuscita di gas;
- sono verdi, in quanto sono le uniche cellule epidermiche ricche di cloroplasti,
hanno un grande vacuolo e circondano una rima stomatica;
- le cellule di guardia, possono essere circondate da cellule compagne che a loro volta
sono circondate da cellule epidermiche.
Ci sono diversi casi di cellule compagne:
- anomocitico: le cellule compagne sono assenti, quindi gli stomi sono a contatto con le cellule
epidermiche;
- anisocitico: si hanno tre cellule compagne con dimensioni differenti;
- paracitico: si hanno due cellule compagne con l’asse maggiore parallelo all’asse maggiore
delle cellule di guardia;
- diacitico: le cellule di guardia sono perpendicolari alla lunghezza delle cellule compagne.
Come si differenziano gli apparati stomatici?
Gli apparati stomatici si originano dai meristemoidi: nell’epidermide compare una cellula
madre dello stoma, che subisce una divisione: una delle due cellule figlie rimarrà nella cellula
madre dello stoma, l’altra si differenzierà come cellula compagna.
La cellula madre dello stoma si divide ulteriormente e le due cellule figlie si differenziano nelle
cellule di guardia; mentre si specializzano, la lamella mediana viene dissolta da un enzima.
La parete dell’apparato stomatico è ispessita verso la rima stomatica, più sottile in tutte le altre
parti della cellula, questo bilanciamento tra elasticità e rigidità, è fondamentale per il turgore
cellulare.
L’apertura della rima stomatica è determinata da molecole energetiche di ATP prodotte dalla
fotosintesi che attiva pompe ioniche, che aumentano la concentrazione all’interno del vacuolo e
rendono la membrana permeabile, quindi permettono l’entrata di ioni potassio, cloro e acqua,
la quale rende il vacuolo turgescente: le pareti che delimitano la rima non si distendono,
mentre le pareti elastiche si distendono, quindi le cellule si curvano e rimangono unite nelle
estremità determinando l’apertura della rima.
La sera la rima si chiude, in quanto la fotosintesi non avviene, perciò si ha una minore
produzione di energia e una fuoriuscita d’acqua, in quanto la concentrazione dei soluti è
maggiore all’esterno del vacuolo. Questo determina la perdita della turgescenza, quindi le
pareti più rigide si riuniscono e chiudono la rima stomatica.
Un caso particolare di ubicazione degli stomi, è la pianta dell’oleandro: questi infatti si trovano
all’interno di invaginazioni dell’epidermide detta “cripta”.
Questo perchè l’oleandro vive principalmente in luoghi aridi perciò si adatta con particolari
caratteristiche: una cuticola molto spessa, un epidermide pluristratificata e gli stomi situati
nelle cripte e dei peli che mantengono l’ambiente umido.
In piante acquatiche, l’epidermide espone nella pagina superiore gli stomi che stimolano la
fuoriuscita d’acqua e possiedono gli stomi acquiferi (tutte le altre piante li hanno aeriferi):
tracheidi che trasportano la linfa grezza, convogliano nell’epitema;
・le
dallo stato liquido l’acqua viene trasformata in vapore nella camera sottostomatica.
Gli stomi si trovano sul margine della foglia e sono costituiti da cellule morte, quindi la rima
è sempre aperta.
Peli o tricomi
Si originano dai meristemoidi, come modificazioni di cellule epidermiche:
-peli di protezione;
-peli secretori o capitati;
-emergenze;
-peli urticanti;
-peli radicali.
I peli:
- sono costituiti da cellule vive o morte;
- sono unicellulari o pluricellulari, possono formare un’unica fila di cellule (un solo pelo) o più
file di cellule affiancate (più peli), inoltre può essere semplice o ramificato.
Peli di protezione: Sono tipici di piante che si devono proteggere dal clima
arido e sono costituiti da cellule morte, vuote e piene
d’aria.
La funzione è quella di riflettere la luce e proteggere
l’epidermide, creando un ambiente umido tra questa e lo
strato di peli. Proteggono soprattutto gli apparati
stomatici.
I peli assorbenti, assorbono l’umidità e il pulviscolo atmosferico,
rendendo pura l’aria. La tillandsia non sono piante ramificate,
ma vivono appoggiate tra le ramificazioni degli alberi, quindi
assorbono i nutrienti dai peli
Peli uncinati
: Si trovano nella pianta ma anche nei frutti, sono
costituiti da cellule vive con una parete irrigidita
da formazioni calcaree.
I peli servono alla pianta e ai frutti per
aggrapparsi, ad esempio nella pelliccia di
animali.
Peli ghiandolari
: Sono costituiti da tre cellule in colonna e l’ultimo pelo ha
una forma sferica, con una parete all’esterno rivestita da una
cuticola. Il secreto vacuolare si riversa tra la cuticola e la
parete, quindi la rottura della cuticola determina la
fuoriuscita degli oli (piante aromatiche).
L’emissione di questi odori nell’atmosfera, attira gli insetti
impollinatori.
Emergenze:
È una struttura costituita da tessuto
epidermico e sottoepidermico.
Sono definite delle trappole adesive, in quanto nell’estremità del
tentacolo è contenuta una sostanza che forma delle goccioline
per catturare insetti come nutrimento.
Nella sostanza sono contenuti enzimi: dopo che la foglia si
ripiega intrappolando l’insetto lo digerisce.
Questo meccanismo serve alla pianta per recuperare azoto, che
non può assorbire dal terreno, in quanto vivono in ambienti
paludosi poveri di azoto.
Pelo urticante:
È tipico dell’ortica: è costituito da un unica cellula viva, sostenuta a livello
epidermico da un’emergenza a coppa.
Il pelo è fortemente vacuolarizzato, con delle pareti mineralizzate con
carbonato di calcio nella parte sottile, silicio nell’estremità quindi è
fragilissima.
Le sostanze irritanti si trovano all’interno del vacuolo turgescente e quando
l’estremità viene spezzata, si ha la fuoriuscita di queste (la pianta si protegge
dal morso degli erbivori).
Aculei: sono delle emergenze.
Rizoderma e peli radicali: I peli radicali si trovano nell’epidermide della
radice, detta “rizoderma”.
Nella zona pilifera della radice, troviamo i peli
radicali, cioè delle estroflessioni delle cellule del
rizoderma.
Hanno funzione assorbente e le cellule
epidermiche della radice sono diverse rispetto
alla foglia o al fusto:
- sono monostratificate, non hanno lo strato della cutina in quanto l’acqua deve poter
entrare:questo viene favorito dai peli che aumentano la superficie d’assorbimento.
Il rizoderma è costituito da due tipi di cellule: tricoblasti, che sviluppano il pelo e
atricoblastiche che non li sviluppano.
Esoderma Si trova nella radice, sotto l’epidermide.
Con la crescita della radice, le cellule del rizoderma
muoiono, quindi viene sostituito dall’esoderma le
cui cellule hanno una parete suberificata.
Endoderma
È un tessuto di origine primaria, che si trova all’interno dello
spessore della radice fra corteccia e cilindro vascolare ma si
trova anche nel fusto, con funzioni differenti(di riserva).
È costituito da cellule con una parete a contatto con il
sistema conduttore e una parete incrostata da suberina, che
si trovano lungo una fascia che avvolge la cellula associata a
fasce di cellule confinanti.
Le fasce di parete suberificata impermeabile , prende il nome di “banda del Caspary”, che
controlla e seleziona i minerali del flusso d’acqua dall’esterno allo xilema e poi a tutta la pianta.
Altro tipo di cellule che costituiscono l’endoderma, sono definite cellula con ispessimento a U,
dove la parte non suberificata è a contatto con le cellula parenchimatiche. Se l’acqua entra in
quel tipo di cellula non esce. Tra queste cellule, ci sono cellule chiamate “punti di
permeazione” con ispessimento assente, che permettono il
passaggio delle soluzioni.
Vie di passaggio dell’acqua:
- trasporto apoplastico: si diffonde attraverso le pareti e gli
spazi intercellulari;
- trasporto simplastico, cioè assorbimento nel citoplasma di
una cellula corticale e trasferimento da cellula a cellula, grazie
ai plasmodesmi.
- trasporto transmembrana: tramite proteine di trasporto
attraversa la parete e la membrana di cellule adiacenti;
Il trasporto apoplastico prosegue dall’esterno sino alla banda del Caspary, dove viene bloccato
e fatta rimbalzare sulle cellule dell’endoderma, che selezionano gli ioni.
Sughero Si forma in seguito all’accrescimento
in spessore della pianta ed è prodotto
dal cambio subero-fellodermico;
l’insieme di sughero, fellogeno e
felloderma formano il periderma.
Le cellule del fellogeno quando si
dividono producono: cellule del
sughero all’esterno (morte), cellule
fellodermiche all’interno (vive).
L’anno successivo gli strati del periderma si trovano più spostati verso l’esterno, in quanto
all’interno si genera un nuovo cambio subero-fellodermico che genera nuove cellule del
sughero e del felloderma: questo porta negli anni, all’aumento dello spessore della corteccia
(può essere chiamata anche scorza).
SCORZA DEL NOCE: ciò che sta più all’esterno, la scorza degli anni precedenti, si spacca a
causa dell’aumento di volume interno, il cambio cribro-vascolare genera nuovo legno
(determina l’ispessimento del fusto).
SCORZA DELL’ACERO e EUCALIPTUS: il ritidoma dell’anno precedente, si stacca.
QUERCIA DA SUGHERO: ha una scorza esterna molto spessa, che viene decorticata
dall’uomo, se non venisse fatto si spaccherebbe comunque. Gli scambi tra interno ed esterno
avvengono attraverso il fellogeno della lenticella, che produce cellule vive che suberificano la
parete quando la pianta è in riposo, cioè si tappa la lenticella, la quale verrà stappata da nuove
cellule quando verrà ripresa l’attività della pianta.
Tessuti secretori
Si occupano di sintetizzare materiali elaborati, provenienti dal vacuolo che possono essere
trattenuti al suo interno o secreti all’esterno della cellula (tessuto ghiandolare), come: oli
essenziali (tessuti oleiferi), gomme, resine, nettare.
Si distinguono in:
- tessuti secretori a livello epidermico; Le papille: si trovano nell’epidermide e
rendono il petalo dei fiori morbido al tatto.
Le cellule epidermiche si modificano formando
queste escrescenze, il cui vacuolo contiene