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SEZIONI TRASVERSALI DI UN FUSTO DI DICOTILEDONI IN STRUTTURA PRIMARIA

Questa frase si può riassumere con la parola EUSTELICA. Eustele vuol dire vero cilindro centrale, quindi la prima struttura che è stata osservata del cilindro centrale assunta come quella tipica e caratteristica, tutte le altre sono variazioni.

La struttura eustelica è caratteristica dei fusti dei dicotiledoni. Guardando le immagini, lo strato esterno è epidermide monostratificata, può avere cuticola e stomi. La parte sottostante dell'epidermide fino a una zona diversa è la corteccia, che in un caso è spessa, nell'altro caso ha pochi strati. Poi vi è il cilindro centrale o stele.

La corteccia nel primo caso è formata da cellule parenchimatiche aerifere, come nel fusto di una Mandrovia che può essere parzialmente immerso in acqua. Nel cilindro centrale o stele, vi sono i fasci conduttori. Anche il midollo è bucato per favorire il trasporto di aria. Quasi...

Tutta la sezione è costituita dal cilindro centrale. I fasci conduttori sono disposti in una cerchia regolare, per questo la struttura è eustelica, intervallati da cellule parenchimatiche che formano i raggi midollari o parenchima interfasciale. In mezzo è presente tessuto parenchimatico che forma il midollo. Dal fascio fino al centro vi è il cilindro centrale o eustele. Se i fasci sono disposti in modo apparentemente disordinato si parla di atactostele, stele disordinate caratteristica delle monocotiledoni, non vi è il bisogno di specificare che si tratta di una struttura primaria perché nelle monocotiledoni non è presente la struttura secondaria).

Per la teoria di Munch, xilema e floema sono spazialmente associati. All'interno di ciascun fascio, vi sono sempre questi 2 tessuti associati tra loro. Lo xilema si trova all'interno del fascio, il floema all'esterno e a copertura di quest'ultimo, in alcuni casi.

Giorgia Arcadi

sono presenti le fibre che rivestono il fascio come se fosse un cappuccio.

SEZIONE TRASVERSALE FASCIO VASCOLARE DI

Nell’immagine accanto è visibile:

TRIFOGLIO

l’epidermide monostratificata, la corteccia compostada 5 strati di cellule. Poi vi è il cilindro centrale checontinuerà fino al midollo (non visibile nell’immaginein quanto si tratta di un ingrandimento). Vi è poi unfascio, lo xilema con le trachee colorate in rosso inquanto il tessuto è stato colorato con floroglucinaacida, con pareti inspessite ma non eccessivamentecome quelle delle fibre. Vi sono più piccole letracheidi, alcune cellule parenchimatiche. Nellaparte più in alto è presente il floema non lignificatoper questo colorato con un altro colorante. Le fibreformano un cappuccio che ricopre il fascioconduttore. Alcune volte le fibre possono circondarecompletamente il fascio vascolare.

Nell’immagine è visibile una sezione di una struttura

La pianta è costituita da una struttura eustelica con epidermide, corteccia, uno strato di cellule parenchimatiche e uno strato di sclerenchima. Vi sono i fasci disposti in una cerchia, è presente lo xilema e il floema. Rispetto alla figura precedente, lo sclerenchima prende una colorazione differente in quanto sono stati utilizzati coloranti specifici come il verde di metile che colora le strutture lignificate e il rosso congo che colora le strutture non lignificate. Questi 2 coloranti sono quelli utilizzati per le preparazioni temporanee. Per i preparati permanenti, invece, la colorazione è differente, rosso per le strutture non lignificate e verde per quelle lignificate. All'esame le strutture lignificate saranno rosse mentre le strutture non lignificate saranno verdi in quanto si tratta di colorazioni temporanee. Xilema e floema formano i fasci conduttori ma possono essere di diverso tipo. Quelli più diffusi prendono il nome di fasci conduttori, che presentano lo xilema verso l'interno e il floema verso l'esterno.

Inoltre, il xilema e i fasci collateralifloema sono perfettamente allineati lungo un raggio ideale che collega il centro del fusto verso l'esterno. Vi sono poi fasci più rari, caratteristici ad esempio delle Cucurbitacee, che formano i quali presentano fasci bicollaterali, con xilema fiancheggiato da entrambi i lati dal floema e sono quasi sempre di tipo aperto. I fasci collaterali si distinguono in 2 tipologie: cioè tra xilema e floema è presente uno strato di cellule meristematiche, ovvero le cellule del procambio, che andranno a far parte del cambio cribrovascolare. Infatti, il cambio cribrovascolare si forma grazie alla formazione di un raccordo tra i procambi presenti all'interno di tutti i fasci aperti disposti in una cerchia regolare. Le piante che hanno fasci collaterali aperti possono andare incontro a crescita secondaria. Si trovano in strutture eusteliche, sono caratteristici delle Gimnosperme (tutte Giorgia Arcadi e delle Angiosperme.Dicotiledoniarboree o arbustive, formano tutte strutture secondarie) (possono formare;strutture secondarie) cioè il procambio, una volta che ha dato origine allo xilema o floema primario,Fasci collaterali chiusi o scompaiono perché perde funzionalità. Tra xilema e floema non è presente il procambio. Queste piante non possono andare incontro a crescita secondaria. Si trovano in strutture atactosteliche, sono caratteristici delle Angiosperme Monocotiledoni. Descrizione immagine: Nella porzione del fascio che contiene lo xilema più vecchio prende il nome di metaxilema e si trova nella porzione più interna; mentre quello protoxilema più nuovo prende il nome di protoxilema e si trova nella porzione più esterna a metaxilema del floema. Il procambio, infatti, si trova nella porzione mediana tra xilema e floema. Molto spesso a ricoprire il floema, il fascio è rivestito da un cappuccio di fibre con funzione protettiva in questo caso è assente.

In questo caso, la parte più vecchia denominata protofloema, si trova verso l'esterno mentre quella più giovane, denominata metafloema, si trova a ridosso del procambio. Lo xilema si differenzia in cioè dal centro verso l'esterno quindi in direzione centrifuga. Il nuovo xilema si formerà sempre più esternamente lasciando (metaxilema esarco) quello più vecchio all'interno; mentre il floema si differenzia in (protoxilema endarco) centripeto, dunque, il floema più vecchio sarà spinto modo (protofloema esarco) verso l'esterno dalla produzione di quello più nuovo (metafloema endarco).

Dicotiledoni - Eustele

Nelle dicotiledoni i fasci collaterali aperti sono disposti a formare un anello disposto regolarmente che prende il nome di eustele. In sezione trasversale è visibile una dicotiledone con epidermide, corteccia di tipo epidermis parenchimatico più o meno spessa cortex (di solito).

non troppo spesso e il vascular bundle cilindro centrale (costituito da cellule parenchimatiche) al cui pith interno sono disposti i fasci disposti in una cerchia regolare. Tra un fascio e l'altro vi è il parenchima interfasciale. I fasci sono sempre collaterali aperti. In questa sezione Ring of vascular bundles dividing Stem, transverse section; enlargement fibers in Sieve-tube members and trasversale è presente un fusto di ground tissue into cortex and pith of a vascular bundle shown at right phloem companion cells in phloem una dicotiledone in struttura primaria perché i fasci sono disposti in una cerchia regolare. Dall'interno verso l'estero si vede l'epidermide monostratificata, la corteccia con uno strato di cellule parenchimatiche e una guaina sclerenchimatica che avvolge il fusto, inizia poi il cilindro centrale costituito da cellule parenchimatiche con il midollo e i fasci disposti in una cerchia regolare. Nel fascio si vede lo xilema colorato in

verde verso l'interno, il floema in rosso verso l'esterno.

Giorgia Arcadi Monocotiledoni - Atactostele

Nelle monocotiledoni, i fasci conduttori sono chiusi quindi non hanno procambio. Sono distribuiti in modo apparentemente disordinato in tutto il cilindro centrale. Questa struttura prende il nome di fascio vascolare atactostelico in quanto i fasci sono sempre all'interno del tessuto parenchimatico e si trovano anche nella parte centrale, non c'è il midollo.

Molto spesso i fasci sono circondati da una guaina sclerenchimatica. Alcune Monocotiledoni hanno una struttura cava all'interno. Molte Graminacee hanno un fusto cavo; sono Monocotiledoni quindi hanno

struttura atactostelica. Se all'interno del cilindro centrale si formasse un buco tutti i fasci centrali non ci sarebbero e si vedrebbero solo i fasci periferici che potrebbero trarre in inganno. Le uniche strutture cave sono le atactostele.

Negli esempi di struttura atactostelica ogni struttura è un fascio, spesso sono numerosi, la corteccia è ridotta a pochi strati di cellule e il cilindro centrale riempie quasi totalmente la sezione. Alle volte si possono avere morfologie particolari in cui lo xilema può avvolgere totalmente il floema e formare una struttura a V.

Se si osserva una dicotiledone, invece, al di là della forma del fusto, se i fasci sono disposti in cerchio si tratta di un fusto di una dicotiledone. I fasci sono sempre di tipo collaterale aperto.

Crescita Secondaria

Nelle piante che vanno incontro a struttura secondaria, facendo un taglio longitudinalmente è possibile vedere un gradiente di differenziamento in cui nelle parti più giovani

è presente solo la struttura primaria. Nelle specie arboree o arbustive, sia il fusto che la radice si accrescono in diametro grazie ad una crescita di tipo secondario che prevede la formazione di floema e xilema secondario. Inoltre, nella struttura secondaria (si formano dal cambio cribro-vascolare) si formano anche sughero e felloderma (si formano dal cambio subero-fellodermico). Il cambio cribro-vascolare dopo essersi formato rimane per tutta la durata della pianta, è un meristema semplice che contiene solo due tipi di cellule quali iniziali fusiformi (cellule allungate longitudinalmente mentre in sezione e invece quelle iniziali dei raggi trasversali sembrano appiattite) (cellule meristematiche piccole poligonali). Il subero-fellodermico scompare dopo un anno. Passag
Dettagli
Publisher
A.A. 2021-2022
41 pagine
SSD Scienze biologiche BIO/17 Istologia

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher gioarc di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Botanica generale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università del Salento o del prof Lenucci Marcello Salvatore.