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ISTOLOGIA

Un ruolo fondamentale all’interno dello studio istologico dei tessuti è detenuto dall’ osservazione

della loro morfologia, per comprendere al meglio la funzione degli organi. Possiamo trovare, ad

esempio, epiteli che si specializzano per proteggere il nostro corpo, epiteli costituiti da tanti strati di

cellule come l’epidermide (formata da numerosi strati di cellule pavimentose). Le cellule più

superficiali che arrivano alla fine della loro vita poi si corneificano, quindi vanno a costituire uno

strato che impedisce la disidratazione della nostra cute, poi si desquamano e via via vengono

sostituite dalle cellule sottostanti. Tutto ciò è fatto per proteggere il nostro organismo dalle

aggressioni esterne, dalle sostanze batteriche e virali, instaurando una difesa meccanica

Quando noi deglutiamo il bolo alimentare, dalla cavità orale passa nella faringe e poi nell’esofago.

L’esofago è praticamente un tubo che si dilata quando viene attraversato dal bolo.

Dal punto di vista istologico, come è fatto l’esofago? Presenta un epitelio pluristratificato, perché il

bolo alimentare attraversando l’esofago fa attrito, e ciò può andare a rovinare quest’organo. Una

volta nello stomaco, questo presenta un altro tipo di epitelio, con delle cellule superficiali che devono

produrre del muco per proteggerlo dalle sue stesse secrezioni, in quanto le ghiandole gastriche

secernono acido cloridrico. Lo stomaco si organizza per proteggersi ed essere un organo adatto alla

secrezione producendo succhi gastrici; in caso di reflusso dallo stomaco all’esofago, (reflusso gastro-

esofageo), l’esofago non è capace di resistere a quest’aggressione dell’acido cloridrico e si rischia di

lesionare l’epitelio dello stomaco.

Che cosa fa il nostro organismo in questo caso? Il nostro organismo tende sempre all’omeostasi,

ovvero a raggiungere un equilibrio, a risolvere un fenomeno. Normalmente vi è una sorta di valvola

che impedisce questo reflusso; nell’individuo sano il contenuto dello stomaco procede solamente

verso l’intestino, e non torna indietro.

Ritornando invece ai tessuti, ci poniamo la domanda :”che cos’è un tessuto?”. Un tessuto è un

gruppo di cellule simili tra di loro che svolgono la stessa funzione. Un organo deriva dall’associazione

di tessuti. Riprendendo l’esempio precedente dello stomaco, e soffermandoci in particolare sulla sua

parete, essa è formata da diversi strati: uno strato di tessuto epiteliale, uno di tessuto connettivo e

più strati di tessuto muscolare e tessuto nervoso. Un organo quindi è un insieme di tanti tessuti che

si associano tra di loro. Un apparato o un sistema è un insieme di strutture costituite da uno stesso

tessuto. I tessuti sono di 4 tipi: tessuto epiteliale, tessuto connettivo, tessuto muscolare, tessuto

nervoso

Il tessuto epiteliale comprende degli epiteli di rivestimento. Questo tipo di tessuto va a rivestire tutto

ciò che è a contatto con l’esterno (mucose, epidermide, sistema respiratorio; anche l’intestino ne è

provvisto, in quanto arriva del materiale alimentare che ha origine esterna rispetto al nostro corpo).

Ci sono vari tipi di epiteli secernenti (ghiandole piccole o grandi che siano) come le ghiandole

associate al bulbo pilifero, a secrezione mucosa, le ghiandole salivari, o il fegato che è la ghiandola

più grande del nostro corpo. Gli epiteli si organizzano anche a costituire delle ghiandole. Esistono poi

degli epiteli sensoriali; basti pensare alla lingua dove sul dorso sono presenti le papille gustative,

provviste di recettori del gusto, detti calici gustativi. Quando mangiamo, gli alimenti sciolti con la

saliva vengono a contatto con questi calici gustativi che hanno delle cellule epiteliali specializzate,

che inviano delle informazioni al nostro sistema nervoso centrale.

Quali sono le caratteristiche del tessuto epiteliale? Le cellule sono a mutuo contatto tra di loro,

ovvero sono l’una accanto all’altra e non è presente fra di loro una sostanza intercellulare, inoltre

possiedono una polarità con una base e un apice. Questi epiteli si trovano di solito sopra il tessuto

connettivo e una caratteristica del tessuto epiteliale è che non presenta vasi sanguigni.

Quindi in che modo il tessuto epiteliale riceve ossigeno? Come fa a espellere gli scarti e ricevere

sostanze nutritive? Queste raggiungono le cellule epiteliali o dai tessuti connettivi adiacenti oppure

dalle superfici dove si affacciano questi epiteli. È interessante osservare come la cellula epiteliale

abbia una sua cronologia, ad esempio il suo ciclo può durare un paio di settimane e una volta

concluso, la cellula viene espulsa a seguito di una diminuzione della sua attività, per essere poi

ovviamente rimpiazzata. Abbiamo detto che gli epiteli vanno a rivestire la parte esterna del nostro

corpo e tutte quelle pareti dei nostri organi cavi che si affacciano in un lume che andrà a comunicare

con l’esterno. L’Epitelio cambia in base alla sua funzione Parlando di un altro organo, ad esempio la

vescica urinaria, che potremmo grossolanamente definire come un contenitore provvisorio di urina,

che la “tiene” prima di espellerla verso l’esterno. La vescica ha il compito di contenere l’urina, ma

soprattutto l’epitelio presente deve assorbirla. Troviamo qui un epitelio di transizione, chiamato così

poiché cambia la sua forma: quando la vescica è piena diminuisce il suo spessore, viceversa quando è

vuota lo spessore aumenta. Parlando di epitelio di transizione, ci potremmo rifare alla situazione di

“pienezza”, dove la vescica cambia la sua forma, in particolare cambiano forma le cellule ad ombrello

lì presenti, come vedremo in seguito. Introducendo il concetto di membrana, la definiamo come un

epitelio di rivestimento del suo tessuto connettivo sottostante. Ad esempio la cute è costituita da

epidermide, tessuto epiteliale che poggia su tessuto connettivo, mentre la mucosa è sempre una

membrana costituita da un epitelio superficiale, che si affaccia nella parte aperta dell’organo, il lume,

che poggia sul tessuto connettivo. I nostri organi si dividono in: organi pieni organi cavi (come la

vescica o lo stomaco) Definiamo sierose quelle membrane che non devono avere comunicazioni con

l’esterno, e se dovessero averne, si andrebbe incontro a patologie gravi. Ad esempio il polmone è

rivestito da una sierosa chiamata pleura, una membrana costituita da un epitelio e da tessuto

connettivo che avvolge i polmoni. Questa ad un certo punto si invagina per andare a costruire 2

foglietti detti foglietti pleurici; tra questi è presente un liquido, il liquido pleurico, prodotto dalla

pleura, che facilita l’espansione del polmone. Si va poi ad instaurare una pressione che aiuta

ulteriormente l’espansione di quest’ultimo.

Un altro tipo di membrana che possiamo incontrare è la membrana sinoviale. Le nostre articolazioni

mobili sono formate da una capsula fibrosa che avvicina i 2 capi ossei e all’interno è presente una

cavità, detta cavità articolare, rivestita dalla membrana sinoviale, formata da una sorta di tessuto

epiteliale che poggia sul tessuto connettivo. Anche questa membrana produce un liquido, il liquido

sinoviale, che va a nutrire le superfici articolari rivestite da cartilagine che non è vascolarizzata, e che

quindi necessitano di nutrienti forniti per l’appunto dal liquido sinoviale. Le cellule epiteliali

aderiscono strettamente tra di loro, sono a mutuo contatto, se ci sono delle cellule specializzate

nell’assorbimento o nello scambio di gas, queste sostanze attraversano la cellula e non passano tra

una cellula e l’altra perché sono presenti dei dispositivi che fanno in modo che non possa passare

nulla in quanto l’epitelio è selettivo e decide cosa far o non far passare. Ad esempio un epitelio

specializzato nell’assorbimento, come i villi intestinali, che possiedono cellule dotate di microvilli

specializzate nell’assorbimento delle sostanze necessarie al nostro organismo, situate sulla parte

esposta al lume, sono una strategia per aumentare la superficie di assorbimento (Intestino tenue).

Ci sono cellule specializzate nell’escrezione, nel secernere qualcosa; la direzione va dalla base

all’apice, in questo caso tra una cellula e l’altra non c’è passaggio di sostanze.

Come classifichiamo gli epiteli?

-Epiteli semplici, costituiti da un unico strato di cellule

-Epiteli complessi quando sono formati da più strati. L’epitelio più semplice è l’epitelio pavimentoso,

Ad esempio i capillari sono formati da un epitelio pavimentoso molto schiacciato chiamato,

endotelio, utile nel facilitare gli scambi gassosi. I capillari presentano inoltre delle fenestrature per

favorire ulteriormente gli scambi gassosi e di sostanze. Sempre nell’ambito degli epiteli semplici

troviamo gli epiteli cubici, che possiamo vedere nei condotti ghiandolari dove cambia la forma e le

cellule sono appunto più spesse, mentre possiamo trovare un epitelio cilindrico semplice a livello

dell’intestino dove le cellule hanno appunto una forma cilindrica. Se gli epiteli sono semplici non

proteggono la struttura, ma permettono la secrezione e l’assorbimento. Invece l’epitelio stratificato

protegge meccanicamente il nostro corpo da qualcosa che si trova all’esterno, ad esempio a livello

della cavità orale, quando mastichiamo, intervengono: i denti, il dorso della lingua, il palato duro, le

gengive, tutte strutture costituite da un epitelio che collabora con i denti per triturare il cibo e che

quindi è soggetto ad usura. Per quanto riguarda la cavità orale, la prima digestione, come si sente

spesso, avviene appunto in bocca grazie alle ghiandole salivari che producono saliva, che a sua volta

ha funzione digerente e anti-battericida. Se non ci fosse la detersione da parte della saliva, il cibo

verrebbe a contatto con le papille gustative e rimarrebbe sempre un unico gusto. Se diminuisce la

saliva nella bocca, il soggetto va incontro a infiammazione e patologie, perché non è più protetta la

mucosa. La saliva è prodotta in continuazione dalle ghiandole salivari minori; queste ghiandole

hanno un’ “innovazione”, che vedremo poi con lo studio del sistema nervoso autonomo, dove

troviamo un compartimento simpatico e uno parasimpatico. Riassumendo, questi 2 compartimenti

creano un equilibrio nei vari organi, uno prevale nei momenti di tranquillità (e parliamo del

parasimpatico) mentre il simpatico interviene nei momenti di stress. A livello della cavità peritoneale,

che è una membrana, abbiamo l’esempio dell’epitelio pavimentoso. In questo caso l’epitelio così

sottile non ha un compito di protezione, ma mira a

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Publisher
A.A. 2023-2024
6 pagine
SSD Scienze biologiche BIO/17 Istologia

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher ejchan13 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Istologia e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Roma La Sapienza o del prof Casini Arianna.