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PATOTA SCHEMAVOCALISMO TONICO

Monottongamento di AU, AE, OE

  • AU → o chiusa (FAUCEM → FOCE)
  • AU → o aperta (AURUM → ORO)
  • AE → iè in sillaba libera (LAETUM → LIETO)
  • AE → è (PRAESTO → PRESTO)
  • OE → é (POENA → PENA)

Dittongamento toscano

  • dittongamento di Ĕ - Ŏ in sillaba libera o aperta:
  • E aperta (derivata da Ĕ latina e da monottongamento del dittongo AE) → IÈ (pèdem → piède)
  • O aperta (derivata da Ŏ latina) → UÒ (bonum → buono)

Regola del dittongo mobile

  • In alcuni verbi con Ĕ e Ŏ nella radice si verifica l'alternanza tra forme con e senza dittongo:
  • Potere = puoi, può, MA poteva, potete, ecc.
  • Dittongo mobile:
    • SOLO nelle forme rizotoniche (accentate sulla radice) in cui Ĕ e Ŏ sono toniche
    • NON sulle forme rizoatone (cioè non accentate sulla radice) in cui Ĕ e Ŏ sono atone
    • Anche su parole corradicali: piede-pedata

ruota-rotaia…Il dittongamento di Ĕ e Ŏ toniche in sillaba libera non è presente in tutte le parole:

  • No nelle parole dotte
  • Non in tutte le parole proparossitone (accentate sulla terzultima sillaba):
  • Non si produce in tre parole parossitone (accentate sulla penultima sillaba): bène, nòve, lèi

Anafonesi —> innalzamento articolatorio Trasformazione di 2 vocali in posizione tonica e -o in i - u

Due casi:

  1. E tonica si chiude in i quando è seguita da L palatale o da N palatale [ Familia - FamégliaFamiglia ]
  2. E tonica e O tonica si chiudono rispettivamente in I - U se sono seguite da -énk, -éng,-óng (no con – ónk) [ Linguam - Léngua - Lingua ]

Chiusura delle vocali toniche in iato È - É - O aperta - O chiusa toniche —> se precedonoun’altra vocale diversa da i con cui formano non un dittongo ma uno iato, tendono achiudersi no al grado estremo:

aperta i o aperta u• in E(G)Ō la E tonica in iato anziché produrre il dittongo "iè" (ièo), si è progressivamente chiusa: EŌ > èo > éo > io VOCALISMO ATONO Chiusure in protonia e postonia: 1. Chiusura é protonica in i: 20fi fi In posizione protonica (cioè prima della sillaba accentata) una e chiusa tende a chiudersi in i. Esempio: • CICŌNIA(M) > cecogna > cicogna In altre parole il passaggio di e protonica in i non si è avuto a atto (FEBRUARIU(M) > febbraio). La e non si chiude in i nei latinismi e nelle parole prese in prestito da lingue straniere. 2. Chiusura di e protonica sintattica: Tale fenomeno è stato uniforme e generale nei monosillabi con e, nei quali la e si è presentata in posizione protonica all'interno di una frase. Vista la loro scarsa consistenza fonica, essi perdono la loro accentazione che si concentra sulla parola che segue: così nella frase la e

si chiude in i.DĒ > de MĒ > me TĒ > te SĒ > se

Queste parole ne precedevano un’altra: DE NOCTE > de notte > di notte

Chiusura o protonica in u:La o in posizione protonica si è talvolta chiusa in u.OCCĪDO > occido > uccido

Chiusura e postonica in sillaba non finale:Anche la e postonica si chiude in i ma non appartiene mai alla sillaba nale di una parola. Èsempre interna alla parola e così si può veri care solo in parole di almeno 3 sillabe.• CĪMICE(M) > cimece > cimice

Passaggio da AR intertonico e protonico a ER Vocale/sillaba intertonica = posta tral’accento secondario e l’accento principale.Le parole con 4 o più sillabe hanno due accenti: quello principale e quello secondario.Esempio: AttenzioneIl gruppo latino ar, in posizione intertonica è passato a er.Esempio: MARGARĪTA > margarita > margheritaPassa a er anche ar protonico, e il fenomeno si è veri cato•

Nelle parole con uscita in -erà:

  • Con il suffisso -arello
  • Con il suffisso -areccio

Labializzazione della vocale protonica:

In alcune parole le vocali protoniche seguite da consonante labiale sono state attratte nell'orbita articolatoria di questa consonante e si sono trasformate nelle vocali o - u.

DE MANE > demani > dimani > domani

CONSONANTISMO - Consonanti conservate:

Varie consonanti del latino si mantengono inalterate quando passano in italiano (M, N, D, L, R, F).

D DARE > dare

M MANU(M) > manum

N NIVE(M) > neve

L LENTU(M) > lento

R ROTA(M) > ruota

F FĪCTUM > tto

NB: L, M, N se seguite da iod si trasformano

Assimilazione consonantica:

  1. Regressiva: fenomeno per cui in un nesso di 2 consonanti di difficile da pronunciare, la seconda consonante assimila a sé quella precedente, diventando una doppia.
  2. -CS- FIXARE > ssare
  3. -CT- DICTU(M) > detto
  4. -DV- ADVENIRE > avvenire
  5. -MN- DAMNUM > danno

-PS- SCRIPSI > scrissi•

-PT- APTUM > atto2. Progressiva: dialetti meridionali + romanesco•

-ND- > NN MUNDUM > monno / munno•

-MB- > MM PLUMBUM > piommo•

-LD- > LL CAL(I)DUM > callo- Caduta consonanti finali: In latino frequenti in posizione nale tre consonanti: la M, la T ela S.In latino parlato -M e -T caddero molto presto.La -S non è caduta così velocemente e ha prodotto varie trasformazioni:

  1. Nei monosillabi: in alcuni casi si è palatalizzata in i che è vocale palatale (VOS). In altricasi si è assimilata alla consonante iniziale della parola successiva (= raddoppiamentofonosintattico, TRES CAPRAS > tre capre > trek’kapre)
  2. Nei polisillabi: prima di cadere ha palatizzato la vocale precedente (CAPRAS > capre)

- Palatalizzazione occlusiva velare Fenomeno molto antico del latino: originariamente lapronuncia della velare sorda [k] e della velare sonora [g] era tale indipendentemente

dallavocale che seguiva.Nel latino tardo però davanti a E, I si sono palatalizzate in ''T'' e ''D''. Questo fenomeno ha interessato la velare sorda [k] in posizione iniziale e interna; la velaresonora [g] in posizione iniziale.

In posizione interna [g] ha subito in alcuni casi si è intensificata (LEGIT > legge) e in altri si è dileguata perché assorbita da una I successiva. SAGITTA > SAITTA > saetta.

- Trattamento di iod iniziale e interno

Lo iod [j] si è trasformato in un'a ricata palatale sonora in posizione iniziale e in un'a ricatapalatale sonora intensa in posizione inter-vocalica.

- IACĒRE > giacere

- PEIŌRE > peggiore

- Trattamento labiovelare

- [kw]: labiovelare sorda —> cuore

- [gw]: labiovelare sonora —> guerra

Nel latino classico la [kw] si poteva trovare sia all'inizio che all'interno della parola,

mentre lalabiovelare sonora [gw] era solo interna.

In italiano la labiovelare sorda (kw):

  1. Primaria già esisteva in latino (quale, quando…)
  2. Secondaria si è prodotta dal passaggio dal latino volgare all’italiano (cuore, qui,questo…)

1. Labiovelare primaria nel passaggio dal latino all’italiano:

Se seguita da una A, la labiovelare in posizione iniziale si conserva, in posizioneintervocalica si conserva e ra orza la componente velare:

  • QUALE(M) > quale
  • AQUA(M) > acqua

Se seguita da vocale diversa da A, la labiovelare perde la componente labiale [w] e si riducealla velare semplice [k]:

  • QUID >che

2. La labiovelare secondaria si mantiene intatta qualunque vocale segua

- Spirantizzazione della labiale sonora intervocalica

  • In posizione iniziale la B latina si è conservata: BASIU(M) > bacio
  • Seguita da R è diventata intensa: FABRUM > fabbro
  • In posizione intervocalica si è trasformata in
labiodentale sonora [v]: FABAM > fava- Sonorizzazione delle consonanti intervocaliche Sonorizzazione = processo di indebolimento articolatorio per il quale una consonante sorda si trasforma nella sonora corrispondente: - (p) > (b) - (k) > (g) - (t) > (d) In tutta l'area romanza occidentale le occlusive sorde latine P, K (seguita da A, O, U), T, in posizione intervocalica e intersonantica (tra vocale e R) si sono trasformate nelle sonore corrispondenti [b], [g], [d]. Per la labiale in particolare, subisce dopo sonorizzazione anche spirantizzazione in [v]. - AMĪCU(M) > spagn., port. e ligure amigo Nella grande maggioranza dei casi si è sonorizzata anche la sibilante sorda del latino. Limitato è l'elenco delle parole che la conservano sorda: - Intervocalica in casa, naso... nei su ssati in -oso - Quando la S latina non era intervocalica: mese < MENSE(M) - Nelle parole con su sso -ese proveniente dal su sso latino -ense(m): inglese

Tutti gli altri casi la pronuncia della -s- intervocalica è sonora: accusare, avvisare…

Nessi di consonante + iod

Lo iod (j) è una i seguita da un’altra vocale. Nel passaggio da latino ad italiano, lo (j) ha costantemente trasformato la consonante che lo precedeva. Trasformazione più frequente è stata il raddoppio della consonante stessa. Ci sono stati anche altri tipi di cambiamenti:

Labiale e labiodentale) + iod

Trattamento dei nessi -PJ-, -BJ-, -VJ-. Lo iod ha prodotto il raddoppiamento della labiale che lo precedeva: • SAPIA(T) > sappia

Velare + iod

Trattamento dei nessi -KJ- e -GJ-. Il processo di trasformazione ha subito 3 fasi:

  1. (j) ha intaccato la velare sorda e sonora trasformandole in un’a ricata palatale sorda e sonora;
  2. Lo iod ha prodotto un raddoppiamento dell’a ricata precedente;
  3. (j) si è dileguato dinanzi al suono palatale omorganico.

Dentale + iod

Trattamento del nesso -TJ-. Tale nesso in Toscana ha avuto

Due esiti:

  1. In alcune parole si è trasformato nell'a ricata dentale sorda (ts), doppia se il nesso TJ era fra 2 vocali (VITIU(M) > vezzo), scempia se TJ era fra consonante e vocale (FORTIA > forza)
  2. In altre parole si è trasformato in una sibilante palatale sonora (j)

Trattamento del nesso -DJ

In Toscana ha avuto 2 esiti paralleli:

  1. In alcune parole si è trasformato nell'a ricata alveolare sonora (dz), doppia se il nesso DJ era fra due vocali e scempia se tra vocale e consonante;
  2. In altre parole (e sono la maggioranza!) si è trasformato in un'a ricata palatale sonora (dʒ) intensa: (H)ODIE > oggi

Nasale + iod Trattamento del nesso -MJ- : [J] ha prodotto il raddoppiamento della nasale labiale che

Dettagli
Publisher
A.A. 2022-2023
38 pagine
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-FIL-LET/12 Linguistica italiana

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Giu_lia0 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Istituzioni di storia della lingua italiana e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Roma La Sapienza o del prof Cantoni Paola.