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L'intenzione del legislatore
L'intenzione del legislatore, che si evince dal contesto normativo, consente di scegliere tra i vari significati letterali.
In alcuni casi, l'intenzione porta a interpretare un vocabolo in modo più ampio, estensivamente: se il legislatore ha utilizzato un termine non corretto (la parola "tasso" può essere interpretata come "corrispettivo"). Un esempio è dato dalla Legge 108 del 1996 riferita all'usura e allo scambio di prestazioni che manifesti uno squilibrio allo scambio delle stesse. Il legislatore parla di usura pecuniaria e usura penale utilizzando la parola "tasso" in riferimento allo squilibrio rispetto a operazioni similari. Qui il legislatore ha usato un termine sbagliato in quanto si voleva riferire anche allo scambio di prestazioni iniquo e non solo.
Allo scambio di denaro ma anche di altri beni. In tal caso non poteva essere utilizzata la parola "tasso", troppo ristretta in quanto riferita al paramento di riferimento dello scambio di denaro. In questo caso l'interpretazione dovrà essere estensiva.
In altri casi, l'intenzione porta a specificare il termine ampio utilizzato dal legislatore, attribuendo un significato più specifico, ristretto: la parola "danno" può essere interpretata come "danno patrimoniale" (art. 2043 c.c.)
Se si va oltre il significato ricostruito connesso all'intenzione del legislatore si opera per analogia.
Presupposti per poter creare una norma con il procedimento analogico:
- Assenza di norma: il legislatore non deve aver avuto l'intenzione di dettare alcuna regola per quel caso, né espressamente né implicitamente (a volte la disciplina negativa si ricava dall'assenza di specifica disposizione positiva);
- Norma
Che regola un caso simile o una materia analoga (in mancanza si attinge ai principi generali)
3. Non deve trattarsi di norma penale né eccezionale
Ratio Legis
L'interprete non può fermarsi al significato letterale della legge. Alla legge bisogna infatti attribuire il significato che risulta dal significato delle sue parole e dalla "intenzione del legislatore" (art. 12 disp. prel.). Questo richiamo alla intenzione del legislatore non deve essere riferito alla volontà di coloro che hanno concorso a emanare la norma (teoria della volontà soggettiva). Si riconosce infatti comunemente che l'espressione è figurata e che ciò che rileva è piuttosto l'intento obiettivo della legge (teoria della volontà obiettiva).
15 | P a g .
Diritto Privato
L'intento obiettivo è lo scopo al quale la legge risulta obiettivamente indirizzata e che ne costituisce la ragione. Di questa ragione tiene conto l'interpretazione funzionale.
In quanto la legge interviene sempre per la tutela di interessi socialmente rilevanti, la ragione della legge si identifica con l'interesse specifico tutelato. L'interpretazione funzionale è allora quella che ha riguardo alla ragione della norma, cioè all'interesse specifico da questa tutelato. L'interpretazione deve essere sempre funzionale poiché, si è visto, la legge impone di procedere alla interpretazione utilizzando insieme i due criteri letterale e funzionale.
Non sembra quindi esatto il dire che l'interprete dovrebbe acquietarsi di fronte al significato letterale del testo se questo non presenta dubbi interpretativi. Anche un testo apparentemente chiaro può in realtà offrire un significato più appropriato alla ragione giustificativa della legge, e quindi occorre sempre verificare tale ragione.
L'interpretazione letterale, dunque, è solo il primo momento dell'atto interpretativo che si completa con...
La ricerca e la verifica della ragione della norma. Il risultato finale interpretativo non può essere in contrasto col significato letterale della legge perché attraverso le parole la norma è enunciata e comunicata ai suoi destinatari. È tuttavia possibile che l'interpretazione funzionale della legge ne modifichi il significato letterale.
Interpretazione restrittiva ed estensiva
L'interpretazione è detta restrittiva quando attribuisce alla legge un significato meno ampio di quello risultante dalla stretta interpretazione letterale. Un esempio può essere l'art. 2043 del c.c.
Dispositivo dell'art. 2043 Codice Civile
Fon ti → Codice Civile → LIBRO QUARTO - Delle obbligazioni → Titolo IX - Dei fatti illeciti
(1) (2) (3) (4) (5) (6)
Qualunque fatto doloso o colposo, che cagiona ad altri un danno ingiusto, obbliga colui che ha commesso il fatto a risarcire il danno [2058]
Qui si parla genericamente di danno. In astratto può essere di qualsiasi tipo, ma analizzando il contesto storico e normativo anche riferito ai danni non patrimoniali, ci rendiamo conto che l'art.2043 riguarda solamente i danni patrimoniali. La parola DANNO è quindi utilizzata in senso RESTRITTIVO riferendosi solamente al danno patrimoniale.
Viceversa, l'interpretazione è detta estensiva quando essa attribuisce alla legge un significato più ampio di quello risultante dalla mera interpretazione letterale. Un esempio di interpretazione ESTENSIVA è dato dalla Legge 108 del 1996 riferita all'usura e a scambio di prestazioni che manifesti uno squilibrio allo scambio delle stesse. Il legislatore parla di usura pecuniaria e usura penale utilizzando la parola "tasso" in riferimento allo squilibrio rispetto a operazioni similari. Qui il legislatore ha usato un temine sbagliato in quanto si voleva riferire anche allo scambio di prestazioni.
in base al contesto normativo in cui si inserisce. Per quanto riguarda il concetto di "iniquo", è importante sottolineare che esso non si riferisce solo allo scambio di denaro, ma anche ad altri beni. Pertanto, è necessario utilizzare un termine più ampio e generale per descrivere questa situazione. Inoltre, è importante considerare che la parola "tasso" è troppo limitata quando si fa riferimento al parametro di riferimento nello scambio di denaro. Pertanto, è necessario adottare un'interpretazione estensiva per comprendere appieno il significato di questa parola nel contesto specifico. Nel processo di interpretazione della legge, non si può limitare l'analisi a una singola norma, ma è necessario considerare l'intera disciplina legislativa in cui essa si inserisce. Solo così è possibile individuare l'interesse tutelato e la misura della sua tutela, tenendo conto delle altre norme che riguardano lo stesso interesse e che possono entrare in conflitto. In altre parole, l'interesse normativo non può essere considerato isolatamente, ma deve essere valutato in relazione al contesto normativo più ampio in cui si inserisce. Solo così è possibile comprendere appieno la sua rilevanza e le sue implicazioni.Dalla rilevanza riconosciuta agli altri interessi.
Diritto Privato
L'interpretazione funzionale è dunque essenzialmente un'interpretazione sistematica, e cioè un'interpretazione coerente col sistema della legge.
La coerenza dell'interpretazione col sistema della legge implica ulteriormente la coerenza con i principi dell'ordinamento nei quali la società esprime le sue scelte di fondo. Occorre cioè che l'interpretazione sia coerente col sistema generale dei valori che la comunità pone a base della propria convivenza.
L'interpretazione deve allora essere coerente con la Costituzione, dove sono appunto enunciate le scelte fondamentali del nostro ordinamento.
Analogia
Serve a colmare un vuoto di disciplina, mentre per l'interpretazione si ricostruisce una norma di Legge, quando si opera per analogia siamo in assenza di una precisa norma di legge.
Se si va oltre il significato ricostruito connesso
All'intenzione del legislatore si opera per analogia. L'analogia è sancita dal 2° comma dell'art. 12 delle disposizioni preliminari.
Art. 12. (Interpretazione della legge). Fonti → Preleggi → Capo II - Dell'applicazione della legge generale.
Nell'applicare la legge non si può ad essa attribuire altro senso che quello fatto palese dalla significatoproprio delle parole secondo la connessione di esse, e dalla intenzione del legislatore.
Se una controversia non può essere decisa con una precisa disposizione, si ha riguardo alle disposizioni che regolano casi simili o materie analoghe; se il caso rimane ancora dubbio, si decide secondo i principi generali dell'ordinamento giuridico dello Stato.
Presupposti per poter creare una norma con il procedimento analogico:
- PRIMO REQUISITO: Assenza di norma: il legislatore non deve aver avuto l'intenzione di dettare
TERZO REQUISITO: Non deve trattarsi di norma penale né eccezionale
Terzo requisito è un requisito di carattere negativo. È previsto dall'articolo 14 delle preleggi e che richiama un principio, per alcuni versi è un principio costituzionale e anche un principio sancito dal Codice penale. Infatti, l'articolo 14 delle preleggi dice che "le leggi penali e quelle che fanno eccezione a regole generali o ad altre leggi non si applicano oltre i casi e i tempi in essere considerati". Con riguardo allaLegge penale, l'inflizione di una pena già nella Costituzione è previsto il principio