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LA NULLITÀ DELLA SOCIETÀ
Nel momento in cui viene stipulato l’atto costitutivo, deve essere poi iscritto nel registro delle imprese affinché la società
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diventi esistente. La società iscritta può essere nulla anche i contratti delle società di persone possono essere nulli, solo
che, a livello di codice, non c’è una disciplina espressa a tal proposito perché si andrebbe ad applicare la disciplina ordinaria
della nullità dei contratti.
Nel caso di società per capitali, la disciplina della nullità è disciplinata dal legislatore e viene a differenziarsi dalla nullità
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dei contratti. Ogni effetto giuridico del contratto viene tolto di mezzo fin dall’inizio quindi è impossibile applicare questa
disciplina alle società di capitali.
La cassazione ritiene che questa disciplina, per un discorso di uniformità, vada estesa anche alle società di persone.
Nel caso della s.p.a., la disciplina della nullità si sostanzia fondamentalmente nella previsione di poche e specifiche cause
di nullità ART. 2332 cc Avvenuta l'iscrizione nel registro delle imprese, la nullità della società può essere pronunciata soltanto nei
seguenti casi:
• mancanza della forma: la società non è stata contratta nella forma dell’atto pubblico;
• illecita dell’oggetto sociale: l’attività svolta è illecita;
• mancanza degli elementi essenziali: qualora mancasse ogni indicazione relativa alla denominazione, all’oggetto
sociale, ai conferimenti e al capitale, si verifica la nullità della società. Se mancano altri elementi, si parla di
irregolarità della società e si sana con l’iscrizione al registro delle imprese.
Il secondo meccanismo che il legislatore individua per evitare le conseguenze riguardo la nullità è quello di trasformare le
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cause di nullità in cause di scioglimento se il tribunale accerta un’ipotesi di nullità, quindi se ritiene che l’atto costitutivo
sia nullo, a questo punto non toglie di mezzo il contratto e tutti gli effetti, ma apre la fase della liquidazione. I soci sono
chiamati a nominare i liquidatori, così da portare a termine le operazioni, ripartendo l’attivo residuo tra i soci e chiudere
la società.
In questo caso, per legge, la causa di nullità si trasforma in causa di scioglimento con la conseguenza che il tribunale
nominerà i liquidatori e la sentenza apre la fase della liquidazione. In questo modo, rimarranno invita tutti i rapporti
giuridici attivi e passivi prodotti fino a quel momento, perché i liquidatori pagano i debiti, riscuotono i crediti e ripartiscono
la parte di attivo se presente. Attraverso questo meccanismo, il legislatore consente di mantenere in vita quei rapporti
giuridici, anche se il contratto è nullo. →
Una terza particolarità è data dal fatto che l’eventuale nullità può essere sanata si può mettere apposto lo statuto, l’atto
costitutivo, togliendo di mezzo il vizio che porta alla nullità. Questo accade a condizione che i soci sistemino le cose prima
della sentenza del tribunale. L’eliminazione del vizio va reso pubblico attraverso l’iscrizione al registro delle imprese.
Questa disciplina di nullità è applicabile solo per le società iscritte nel registro delle imprese. Se dovesse emergere il vizio
di nullità nei tempi tra la stipula dell’atto costitutivo e l’iscrizione andrebbe gestita con la disciplina dei contratti.
In questo caso, due o più persone predispongo il contratto, cioè l’atto, poi lo firmano e danno vita alla società.
→ →
Nel codice civile è illustrata una particolare fattispecie di costituzione costituzione per pubblica sottoscrizione i soci
sono soci promotori (non sono soci fondatori come quelli della disciplina precedente). I promotori sono persone che
predispongono una bozza dello statuto, la concordano, la rendono pubblica e danno a chiunque fosse interessato un
termine (30 gg, 60 gg …) per aderire a quella proposta contrattuale. In questo caso, quindi, si una sorta di proposta fatta
dai promotori verso i soggetti interessati ad entrare in quella società, sottoscrivendo il contratto sociale secondo le
modalità previste. →
Nel 2003 è stata introdotta la disciplina dei patti parasociali si tratta di qualunque accordo, solitamente stipulato tra
una parte di soci, per regolamentare in modo congiunto e diverso dall’atto costitutivo un loro rapporto all’interno della
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società sono accordi che stanno al di fuori del sociale, cioè al di fuori dell’atto costitutivo.
Quando i soci danno vita ad una società, regolamentano i loro rapporti (diritti e obblighi) all’interno dell’atto costitutivo e
dello statuto. Per vari motivi, è possibile che alcuni soci regolamentino in modo particolare tra loro i diritti attribuiti dalle
azioni che possiedono.
ART. 2341 bis cc – ART. 2341 ter cc I due patti parasociali più comuni e regolamentati sono:
• il patto di voto;
• il patto di blocco.
può accadere che, soprattutto nelle società aperte, alcuni soci si mettano d’accordo tra loro per votare nelle assemblee
ES: →
in maniera concordata prima io ho una società dove ci sono 5 soci, nessuno di loro da solo raggiunge la maggioranza in capitale
sociale; per raggiungere la maggioranza 3 su 2 siano d’accordo nel portare a favore determinate idee. Quindi, per evitare sorprese
all’interno della società, 3 di questi 5 soci si trovano e stipulano tra loro un patto parasociale, cioè un accordo di voto in questo caso
Il patto prende il nome di
per il quale decidono di discutere precedentemente all’assemblea su come votare e su altre modalità.
→
patto di voto (richiamato nell’art. 2341 bis cc) consente di disporre in maniera diversa da quella prevista nell’atto
costitutivo e nello statuto di un loro diritto, cioè il diritto di voto.
ES: i 3 su 5 si mettono d’accordo tra loro che le azioni di ciascuno non le possono vendere a soggetti terzi. Possono, al massimo,
→
Il patto prende il nome di patto di blocco (richiamato nell’art. 2341 bis) i soci disciplinano in un
vendersele tra loro.
contratto a parte un altro diritto che loro hanno, cioè quello di poter cedere le loro azioni.
La prima ipotesi di patto parasociale risale al 1930 circa e negli anni, soprattutto le società di grosse dimensioni, hanno
utilizzato questi strumenti di patti parasociali in maniera molto importante perché era funzionale soprattutto per
consentire ad alcuni soci di mantenere il controllo su determinate società. Il problema riguarda la giurisprudenza perché i
tribunali, andando ad esaminare i patti parasociali, li considerano nulli per violazione di norme imperative di diritto
societario.
Nel 1995, per la prima volta, la cassazione dice che i patti parasociali in astratto sono validi perché sono contratti atipici
(sono validi se perseguono un interesse meritevole di tutela).
Se nel caso concreto, i patti parasociali vengono usati per violare una norma imperativa sono considerati nulli; se, invece,
servono a far perseguire interessi meritevoli di tutela sono validi. La validità si guarda sul piano contrattuale, e non sul
piano societario perché questi accordi non hanno effetti sul piano del sociale.
→
Nel 1998 entra in vigore il testo unico delle società quotate ART. 121 - ART. 122 del testo unico introducono la disciplina
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dei patti parasociali nelle società quotate i patti parasociali di voto, di blocco e altre tipologie di patti sono validi a patto
che siano resi pubblici e abbiano una durata illimitata nel tempo.
Il legislatore nel 2003 trasferisce questa previsione a tutte le società. I patti parasociali diventano uno strumento lecito per
esercitare il controllo sulla società.
→ →
ART. 2341 bis cc patti parasociali I patti, in qualunque forma stipulati, che al fine di stabilizzare gli assetti proprietari o il
governo della società:
a) hanno per oggetto l'esercizio del diritto di voto nelle società per azioni o nelle società che le controllano;
b) pongono limiti al trasferimento delle relative azioni o delle partecipazioni in società che le controllano;
c) hanno per oggetto o per effetto l'esercizio anche congiunto di un'influenza dominante su tali società, non possono avere durata
superiore a cinque anni e si intendono stipulati per questa durata anche se le parti hanno previsto un termine maggiore; i patti sono
→ i patti parasociali possono essere rinnovati alla scadenza. Per una società, la gestione vuol dire
rinnovabili alla scadenza.
che gli amministratori devono avere una strategia che ha una durata nel tempo. Convenzionalmente, il legislatore ritiene
che 5 anni possa essere un termine in cui consolidare il programma imprenditoriale.
Qualora il patto non preveda un termine di durata, ciascun contraente ha diritto di recedere con un preavviso di centottanta giorni.
Le disposizioni di questo articolo non si applicano ai patti strumentali ad accordi di collaborazione nella produzione o nello scambio di
→ sono ammissibili i patti senza termine,
beni o servizi e relativi a società interamente possedute dai partecipanti all'accordo.))
cioè con durata indefinita e in questo caso i parasoci possono recedere con un semplice preavviso di 180 gg (6 mesi).
→ →
ART. 2341 ter cc pubblicità dei patti parasociali; bisogna far sapere ai terzi o agli altri soci che ci sono questi patti
((Nelle società che fanno ricorso al mercato del capitale di rischio i patti parasociali devono essere comunicati alla società e dichiarati
in apertura di ogni assemblea. La dichiarazione deve essere trascritta nel verbale e questo deve essere depositato presso l'ufficio del
→ ogni volta che viene convocata l’assemblea dei soci, va dichiarato il patto in assemblea.
registro delle imprese.
In caso di mancanza della dichiarazione prevista dal comma precedente i possessori delle azioni cui si riferisce il patto parasociale non
possono esercitare il diritto di voto e le deliberazioni assembleari adottate con il loro voto determinante sono impugnabili a norma
→ se manca la dichiarazione, i possessori delle azioni non possono votare, ma se votano lo stesso la
dell'articolo 2377.))
delibera può essere impegnata per annullabilità.
I CONFERIMENTI NELLE SOCIETÀ
Nelle società di persone si può conferire denaro, beni in natura, mobili o immobili, in godimento o in proprietà, crediti,
prestazioni d’opera o di servizio. Il valore di ciascun bene va riportato nell’atto costitutivo ed è accordato tra i soci.