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Estratto del documento

Durante l’emerging adulthood, le credenze e i valori formati durante l’infanzia e l’adolescenza vengono

riesaminati.

I giovani spesso rivedono le loro visioni del mondo alla luce delle nuove esperienze e delle esposizioni a idee

diverse.

Secondo le ricerche di William Perry, gli adulti emergenti tendono a entrare nel college con una visione del

mondo appresa durante l'infanzia o l’adolescenza.

Tuttavia, l’esposizione a un’ampia gamma di prospettive durante l’università li porta spesso a mettere in

discussione queste convinzioni.

Gli individui ritengono importante riesaminare le credenze apprese nella famiglia e sviluppare un sistema di

valori basato su riflessioni proprie e indipendenti.

Questo processo di esplorazione e riconsiderazione delle credenze è essenziale per lo sviluppo di una visione

del mondo autonoma.

Altre importanti scoperte dell’emerging adulthood

Comportamenti a rischio

Anche se la ricerca per i comportamenti a rischio è abbondante per gli adolescenti, si è scoperto che la loro

prevalenza maggiore si manifesta nell’emerging adulthood e non nell’adolescenza.

I comportamenti a rischio includono:

-sesso non protetto;

-uso di sostanze (come alcol e droghe);

-comportamenti di guida pericolosi (velocità eccessiva, guida sotto effetto di sostanze).

Esempio di binge drinking

Motivazioni dietro i comportamenti a rischio:

Nell’emerging adulthood i comportamenti a rischio possono essere interpretati come parte della ricerca di identità.

Gli adulti emergenti desiderano accumulare un ampio ventaglio di esperienze prima di assumere i ruoli e le

responsabilità dell’età adulta.

Una delle motivazioni principali è la ricerca di sensazioni, ossia il desiderio di esperienze nuove e intense.

Gli adulti emergenti possono ricercare più facilmente queste esperienze perché:

-hanno meno controllo da parte dei genitori rispetto agli adolescenti;

-sono meno vincolati da ruoli adulti rispetto agli adulti veri e propri.

Ruoli e responsabilità che riducono i comportamenti a rischio:

Quando gli adulti emergenti assumono responsabilità adulte (es. matrimonio o genitorialità), i comportamenti a

rischio tendono a diminuire.

Relazioni familiari nell’emerging adulthood

-Negli USA, i contatti frequenti con i genitori migliorano il benessere psicologico;

-In Europa, gli adulti emergenti sono più soddisfatti vivendo con i genitori.

Differenze tra la visione dell’adolescenza di Hall e quella moderna

Lo studio scientifico dell’adolescenza è iniziato con Stanley Hall circa un secolo fa.

Hall collocava l'adolescenza tra i 14 e i 24 anni e questo era basato sui cambiamenti sociali e biologici del suo tempo.

Oggi, gli studiosi definiscono l’adolescenza in modo diverso rispetto ad Hall.

Secondo il Journal of Research on Adolescence, l’adolescenza coincide con il “secondo decennio di vita” (dai 10 ai 20

anni).

La concezione di Hall dell’adolescenza come fase dai 14 ai 24 anni è cambiata per diversi motivi.

Due cambiamenti chiave spiegano perché la visione dell’adolescenza sia stata anticipata:

1) Declino dell’età della pubertà (cambiamento biologico)

-Inizio della pubertà all’inizio del ‘900:​

L’età media del menarca nelle nazioni occidentali era circa 15 anni.

Il menarca avviene nella fase avanzata della pubertà, quindi i cambiamenti puberali iniziavano intorno ai

13-15 anni. Questa tempistica coincideva con l’inizio dell’adolescenza secondo Hall (14 anni).

-Abbassamento dell’età del menarca nel corso del XX secolo:

Tra il 1900 e il 1970, l’età del menarca è scesa gradualmente, stabilizzandosi intorno ai 12.5 anni negli USA.

I primi cambiamenti puberali iniziano ora intorno ai 10 anni.

-Implicazioni -> il cambiamento nell’età puberale ha portato gli studiosi a rivedere l’inizio dell’adolescenza,

ora collocata attorno ai 10-11 anni, corrispondendo al secondo decennio di vita.

2) Crescita della frequenza scolastica (trasformazione sociale)

-Frequenza scolastica nei primi anni del XX secolo

Solo il 10% dei giovani tra i 14 e i 17 anni frequentava la scuola superiore negli USA.

-Frequenza scolastica nel 1985

Il 95% dei giovani tra i 14 e i 17 anni frequentava la scuola superiore negli USA.

La scuola superiore è diventata un’esperienza normativa per la maggior parte degli studenti.

Nel tempo di Hall, l’educazione finiva più presto, il lavoro iniziava prima e il matrimonio avveniva intorno ai 24-25

anni, per questo motivo considerava i 24 anni come la fine dell’adolescenza: il passaggio alla vita adulta (lavoro,

matrimonio, genitorialità) avveniva in questa fascia d’età.

Al giorno d’oggi ha senso definire come periodo dell’adolescenza quello che va dai 10 ai 18 anni perché le persone in

questa fascia d’età condividono una serie di caratteristiche comuni come:

-vivere ancora con i genitori;

-sperimentazione dei cambiamenti fisici della pubertà;

-frequentare la scuola secondaria;

-appartenere a una cultura basata sui coetanei scolastici.

Dopo i 18 anni, queste caratteristiche diventano meno comuni o scompaiono del tutto, il che giustifica il termine

dell’adolescenza a questa età.

L’età dei 18 segna anche diverse transizioni legali (diritto di voto, maggiore età, ingresso nel mondo del lavoro senza

obbligo di istruzione.

Alcuni studiosi propongono di considerare l’età tra i 18 e i 20 anni come “tarda adolescenza”.

Tuttavia, la maggior parte degli studiosi considera l’adolescenza compresa tra i 10 e i 18 anni e le ricerche principali su

di essa tendono a concentrarsi su questo gruppo d’età.

The forgotten half

Nel 1987 un gruppo di studiosi è stato riunito dalla William Grant Foundation con l’obiettivo di analizzare la situazione

dei giovani che non frequentano il college dopo la scuola superiore, soprattutto in termini di prospettive economiche.

Pubblicarono un rapporto intitolato The Forgotten Half: Non-College-Bound Youth in America che analizzava la

condizione dei giovani che non frequentano il college.

Oltre un decennio dopo, gli studi su giovani che non frequentano il college restano rari, a causa di motivazioni

pratiche:

-gli studiosi hanno un accesso diretto agli studenti, poiché lavorano in università.

-gli studiosi mostrano difficoltà a studiare i giovani non universitari in quanto non facilmente reperibili in contesti

istituzionali, rendendo difficile la ricerca.

Gli studiosi decidono allora di contattare organizzazioni comunitarie o pubblicare annunci sui giornali ma incorrono

nel problema che i campioni spesso non sono rappresentativi.

Perché l’emerging adulthood non è la giovane età adulta

L’emerging adulthood è un periodo della vita distinto dall’età adulta per diversi motivi:

a) problema con l’espressione “giovane età adulta”

-l’espressione indica che l’adultità sia stata raggiunta, ma la maggior parte dei giovani tra i 18 e i 25 anni non

si considera completamente adulta.

-l’espressione emerging adulthood è preferita perché riflette meglio la condizione dinamica e mutevole di

questa fase.

b) differenza di percezione tra i giovani:

-i giovani tra i 18 e i 25 anni vedono sé stessi come in una fase di transizione, non come adulti completi.

-il termine emerging adulthood cattura meglio le sfide e i cambiamenti di questa età.

c) confusione con l’età adulta vera e propria:

-definire questa fascia d’età come “giovane età adulta” genera confusione su cosa sia la piena adultità: coloro

che si trovano nei loro trent’anni, che sono considerati “giovani adulti”, hanno spesso raggiunto una stabilità

in carriera e vita personale, a differenza dei giovani tra i 18 e i 25 anni che sono ancora in fase di formazione.

d) percorso di vita ancora instabile:

-la maggior parte delle persone tra i 18 e i 25 anni non ha ancora raggiunto obiettivi definitivi in termini di

carriera e stabilità.

-le persone tra i 30 e i 40 anni sono più stabilizzate, il che rende inappropriato includere entrambe le fasce

d’età sotto lo stesso termine.

Emerging adulthood nelle diverse culture

Il concetto di emerging adulthood è stato sviluppato principalmente in riferimento ai giovani nei paesi occidentali, in

particolare negli Stati Uniti.

La domanda chiave è: “L’emerging adulthood è un periodo di vita ristretto a determinate culture e tempi?”.

La risposta è affermativa: l’emerging adulthood è un concetto che non è universalmente applicabile.

Shlegel e Barry (1991) in uno studio su 186 culture non occidentali hanno concluso che:

-l’adolescenza è universale;

-solo il 20% delle culture ha una fase intermedia tra adolescenza ed età adulta;

-l’entrata nell’età adulta è segnata tipicamente dal matrimonio che avviene intorno ai 16-18 anni per le ragazze e ai

18-20 per i ragazzi (nei paesi in cui il matrimonio avviene presto, non vi è spazio per una fase di esplorazione

post-adolescenziale).

Motivi per cui in alcune società esiste l’emerging adulthood:

a) industrializzazione e modernizzazione:

-le società industrializzate e modernizzate offrono opportunità educative prolungate e lavori specializzati che

richiedono un’educazione avanzata

=> questo consente ai giovani di posticipare il matrimonio e il lavoro estendendo la fase di esplorazione e

sviluppo personale.

b) alto livello di istruzione:

-accesso diffuso all’istruzione superiore e professioni che richiedono titoli di studio elevati

=> i giovani passano più anni a formarsi, il che ritarda l’ingresso nell’età adulta e favorisce una fase di

transizione più lunga.

c) ricchezza e stabilità economica:

-nelle società più ricche, il bisogno di manodopera giovanile è ridotto, permettendo ai giovani di dedicare

tempo alla scoperta di sé stessi e alla costruzione di carriere e identità.

-maggior sicurezza economica, familiare e sociale consente ai giovani di ritardare decisioni come matrimonio

e lavoro stabile.

d) opportunità di sperimentazione:

-i giovani possono esplorare diversi percorsi educativi, lavorativi e di relazione senza essere costretti a fare

scelte definitive in età precoce.

-le società più individualiste permettono una maggiore esplorazione dell’identità e delle aspirazioni

personali.

Motivi per cui in alcune società non esiste l’emerging adulthood:

a) matrimonio p

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A.A. 2024-2025
22 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PSI/04 Psicologia dello sviluppo e psicologia dell'educazione

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher arianna_stagnii di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Psicologia dello sviluppo e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Bologna o del prof Tomasetto Carlo.