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A A
esempio, di avere due assi e che si intersecano in un
1 2 α
punto O . Per semplicità, assegniamo un angolo di incidenza
tra i due assi. Inoltre, supponiamo che il rapporto di
τ
trasmissione sia de nito come il rapporto tra i moduli delle
ω ω
velocità angolari e :
2 1
| |
ω
2
τ = | |
ω
1 ω A ω
Le velocità angolari possono essere rappresentate vettorialmente, con lungo e lungo
1 1 2
A di istantanea rototraslazione,
. Per descrivere la dinamica del sistema, consideriamo l’asse
2 α α α
due parti:
che divide l’angolo in e . La relazione tra questi angoli e il rapporto di
1 2
trasmissione è data da:
sin α
1 = τ
sin α 2
Questo implica che il rapporto di trasmissione in uisce direttamente sulla distribuzione degli
α α
angoli e .
1 2 scorrimento lungo l’asse di
Inoltre, è noto che, anche in questo caso, lo
istantanea rototraslazione è nullo. La velocità angolare totale relativa,
Ω , del moto rototraslatorio tra le ruote è data dalla somma vettoriale:
±
Ω = ω ω
1 2
Se rappresentiamo gra camente le velocità angolari come vettori
Ω
applicati ai rispettivi assi, possiamo determinare la direzione di
ω ω
tracciando le parallele ai vettori e . La risultante di questa somma
1 2
vettoriale rappresenta la direzione e il modulo della velocità angolare
totale.
fi fi fi fi fl
A questo punto, per determinare le super ci coniugate
A A
associate agli assi e , procediamo come segue. Da un
1 2
Ω
dell’asse
punto qualsiasi , tracciamo le perpendicolari agli
A A
assi e . Gli angoli di semiapertura dei coni coniugati
1 2 α α
corrispondono agli angoli e , calcolati in precedenza.
1 2
triangolo
Facendo ruotare un rappresentante una generatrice
intorno al proprio asse, otteniamo la super cie conica
A
l’asse
associata. Per esempio, per , la super cie conica è
1 A
generata triangolo
dalla rotazione del attorno a , e
1
A
analogamente per .
2
Le ruote di frizione risultano essere tronchi di cono. Per
due sezioni
determinarne la forma e le dimensioni, scegliamo
super cie conica dall’origine
della a distanze arbitrarie h O .
sezioni
Le ottenute rappresentano le basi dei tronchi di cono.
α
Ad esempio, se consideriamo un’altezza h e l’angolo , il
1
A
super cie
raggio della base della conica associata a è dato
1
da:
ρ = h ⋅ sin α
1 1 A
cono associato a
Analogamente, per l’altro , il raggio della
2
base è:
ρ = h ⋅ sin α
2 2 posti a contatto lungo una
Questi tronchi di cono, generatrice
comune, costituiscono le ruote di frizione. Il moto viene
trasmesso per attrito lungo la super cie di contatto. Questa
con gurazione garantisce che il rapporto di trasmissione sia
rispettato, grazie al continuo contatto tra le super ci coniche
tronche.
In conclusione, stabiliti i parametri geometrici e cinematici delle
super ci coniche e delle velocità angolari, è possibile progettare
e rappresentare le ruote di frizione in modo coerente e preciso,
garantendo l’e cacia della trasmissione del moto rotatorio.
ρ A
Abbiamo determinato che il raggio della sezione conica associata all’asse è pari a
1 1
h ⋅ sin α ρ A h ⋅ sin α
, mentre il raggio della sezione conica associata all’asse è , dove h
1 2 2 2
rappresenta la distanza del piano di sezionamento dal vertice comune dei due coni. Di
conseguenza, il rapporto tra i raggi risulta essere:
ρ sin α
1 1
=
ρ sin α
2 2
fi fi fi ffi fi fi fi fi fi fi
sin α
1 τ
Osserviamo che corrisponde esattamente al modulo del rapporto di trasmissione .
sin α 2
Pertanto, anche nelle ruote coniche, il rapporto di trasmissione può essere determinato come
rapporto dei raggi delle sezioni coniche ottenute mediante piani di sezionamento posti alla stessa
distanza dal vertice del cono.
Mi fermo qui nella trattazione delle ruote coniche, ricordandovi che, come già discusso nelle
lezioni precedenti, il meccanismo di trasmissione del moto si basa sull’attrito statico nei punti di
contatto delle super ci. Nel caso delle ruote cilindriche o coniche, tale attrito statico gioca un
ruolo fondamentale nel garantire la trasmissione del moto. Tuttavia, l’attrito statico ha un valore
μ F
massimo, che dipende dal coe ciente di attrito e dalla forza di chiusura , ossia la
N
componente della forza esterna applicata perpendicolarmente alle super ci di contatto.
Inoltre, la forza di contatto massima determina il massimo valore della potenza trasmissibile tra le
ruote. Questa potenza è proporzionale al prodotto della forza di contatto e della velocità relativa
tangenziale delle super ci nel punto di contatto. Poiché la forza di contatto è limitata dal valore
massimo dell’attrito statico, anche la potenza trasmissibile è limitata. Possiamo aumentare la
forza trasmessa agendo sul coe ciente di attrito (ad esempio, migliorando i materiali delle
super ci) o aumentando la forza di chiusura. Tuttavia, entrambi questi fattori presentano limiti
pratici: i materiali utilizzati hanno un coe ciente di attrito massimo, e la forza di chiusura non può
essere aumentata inde nitamente senza compromettere la struttura del sistema.
Un altro aspetto da considerare è che, pur assumendo super ci perfettamente rigide, nella realtà
queste tendono a deformarsi sotto carico, generando fenomeni aggiuntivi come lo
schiacciamento delle super ci di contatto. Tali e etti, se contenuti entro certi limiti, sono
generalmente accettabili.
Le ruote di frizione, per loro natura, o rono vantaggi signi cativi: sono semplici da costruire,
essendo solidi di rivoluzione facilmente realizzabili al tornio; sono silenziose durante il
funzionamento, poiché il moto si trasmette per attrito senza impatti o urti; hanno un buon
rendimento, dato dal rapporto tra l’energia fornita al sistema e l’energia e ettivamente trasmessa
all’esterno sotto forma di lavoro. Tuttavia, presentano due limiti principali:
1. Potenza massima trasmissibile limitata: la potenza trasmissibile è vincolata dal
valore massimo della forza di attrito, che a sua volta dipende dal coe ciente di attrito e dalla
forza di chiusura.
2. Mancanza di fasatura precisa tra gli alberi: sebbene in condizioni nominali il moto
sia trasmesso senza scorrimento, è possibile che si veri chi uno slittamento relativo tra le
super ci di contatto. Questo slittamento compromette la sincronizzazione (fasatura) tra i due
alberi, rendendo le ruote di frizione inadatte in applicazioni dove è richiesta una trasmissione di
moto rigorosamente sincronizzata.
Per superare questi limiti, si è sviluppata un’evoluzione del sistema basata sull’introduzione di
denti lungo la periferia delle ruote di frizione, trasformandole in ruote dentate. Il principio di
progettazione rimane simile:
1. Si calcolano le ruote di frizione necessarie, in base alla posizione relativa degli
alberi e al rapporto di trasmissione richiesto.
2. Si progettano e realizzano i denti sulla periferia delle ruote, in modo che le super ci
dentate possano ingranarsi correttamente.
fi
fi fi fi fi fi ffi ffi ff ffi ff fi fi fi ffi fi ff fi
Ad esempio, consideriamo due ruote cilindriche con assi
paralleli. Determiniamo l’interasse e il rapporto di
trasmissione, trovando così la posizione del punto C , ovvero
ruote di frizione.
il punto di contatto nominale tra le
Successivamente, si realizzano i denti sulle ruote:
ω
ruota senso
supponiamo che la motrice ruoti in
1 ω
ruota
antiorario e trasmetta il moto alla condotta ,
2
senso
anch’essa in antiorario. Il rapporto di trasmissione è
positivo, e le ruote dentate si scambiano il moto grazie
all’azione meccanica diretta dei denti.
due denti
Quando si trovano a contatto, si scambiano una
orientata
forza. Questa forza è perpendicolarmente alla
super ci dei denti nel punto di
tangente comune alle M
contatto. ruota
Tale forza produce una coppia sulla
12
condotta, determinando il suo movimento rotatorio. La stessa
M uguale e opposta, ruota
forza genera una coppia , sulla
21
motrice.
La trasmissione del moto risulta quindi meccanicamente precisa e non soggetta a slittamenti,
eliminando il problema della mancanza di fasatura.
In sintesi, l’introduzione dei denti consente di superare i limiti delle ruote di frizione tradizionali,
rendendo possibile una trasmissione di moto più potente e sincronizzata. Tuttavia, la
progettazione delle ruote dentate richiede un’accurata analisi delle forze, dei materiali e dei pro li
dei denti per garantire un funzionamento ottimale.
Analisi del Contatto tra Pro li
Quando passiamo da un meccanismo basato sull’attrito statico a uno basato su un contatto
diretto tra i pro li dei denti delle ruote, ci troviamo di fronte a una forza di contatto anziché a una
forza d’attrito. È fondamentale comprendere le caratteristiche di questo contatto. Istante per
istante, durante il moto relativo delle ruote, esiste un punto di contatto P , che corrisponde a un
punto della ruota 1 e a un punto della ruota 2 che occupano esattamente la stessa posizione nello
punto, curve
spazio. In questo le tangenti alle dei due pro li sono comuni. P P
A nché non si veri chino urti o distacchi tra i pro li, il moto relativo tra i punti e delle due
1 2
condizione fondamentale:
ruote deve soddisfare una la velocità relativa tra i due punti deve
tangente comune punto contatto.
avere componente solo lungo la nel di Non deve esistere
alcuna componente di velocità relativa lungo la normale al punto di contatto.
Pro li Coniugati e Polari del Moto
pro li
Per garantire questa condizione, i devono essere coniugati nel moto relativo. I pro li
coniugati sono de niti in modo tale che le curve associate ai due pro li rotolino l’una sull’altra
del moto
senza scivolare lungo la tangente comune e senza distacchi lungo la normale. Le polari
le curve geometriche fondamentali associate alle
(note anche come primitive) rappresentano
ruote. rotolano una sull’altra senza strisciare.
Queste polari, nel moto relativo,
Le primitive sono le sezioni ideali delle ruote di frizione e de niscono il comportamento
sistema sso,
cinematico del sistema. In altre