(ORL,
dermatologia
ecc…) e
dimissione dopo
soddisfacimento
del bisogno.
Nella risposta
all’emergenza
intraospedaliera
(I-HCA) abbiamo RSS
(Sistema di risposta
rapida), braccio
afferente (riconosce il
problema), e braccio
efferente (risponde
rapidamente con
medical emergency
team MET).
Catena dell’emergenza
Sistema a parametri singoli: MET con 1 singolo rosso o o 2 gialli preoccupazione generica,
criterio che viene considerato sufficiente per l’attivazione del MET da parte del personale
che ha in cura la persona assistita la quale, pur non raggiungendo nessuno dei criteri sopra
elencati, necessita, secondo il giudizio clinico dei sanitari, di una valutazione urgente da
parte del team di emergenza intraospedaliera. Il carrello per le
emergenze
presenta
stoccaggio del
materiale e
trasporto dei
farmaci e dei
dispositivi, piano
superficiale di
appoggio,
cassetti, ante,
check-list. lista
dei farmaci e dei
dispositivi, data
e ora di
compilazione,
codici dei sigilli.
Dopo la
necessità di
utilizzo, occorre ripristinare eventuale materiale utilizzato, riportando eventuali
malfunzionamenti o anomalie.
ACCESSI VASCOLARI
Gli accessi vascolari arteriosi sono tipicamente l’arteria radiale, arteria omerale o brachiale,
l’arteria femorale, l’arteria pedidia, l’arteria ascellare. Il cateterismo arterioso consente il
monitoraggio diretto e continuo della pressione anche in corso di interventi chirurgici e per
deficit gravi dell’apparato circolatorio (ambito intensivo, rianimatorio), permette di eseguire
prelievi ematici per l’emogasanalisi e prelievi di di sangue ad eccezione dell’assetto
coagulativo,
L’arteria radiale è la via più utilizzata poiché di facile accesso, poggia su un piano osseo ed
è anche di competenza dell’infermiere. Possibile e consigliato anche se non completamente
attendibile è il test di Allen prima della cannulazione, prevede di comprimere le arterie
ulnare e radiale, invitare il paziente a chiudere ripetutamente la mano fino all’ischemia del
palmo, rimuovere la compressione sull’arteria ulnare,
da qui si valuta < = 7 secondi circolo normale, tra 8 e
14 secondi circolo rallentato, > 14 secondi circolo
inadeguato.
Arteria femorale è indicata per scadenti condizioni emodinamiche, è di calibro più grande
rispetto alla radiale, ha maggior rischio di infezioni (vicinanza perineo), non è da utilizzare
nei casi di vasculopatia, è da attenzionare per l’ischemia agli arti inferiori (arteria terminale,
monitorare la temperatura periferica nella procedura). Per la rimozione occorre comprimere
per 20’’ il sito arterioso, ed effettuare una medicazione compressiva.
Il "morbo di Burger", noto anche come tromboangioite obliterante (TAO), è una malattia
infiammatoria rara dei vasi sanguigni (arterie e vene) di piccole e medie dimensioni che
colpisce principalmente le estremità, in questo tipo di pazienti è controindicata
l’incannulazione arteriosa. In generale complicanze possono essere trombosi vasale
condizionata da età, sesso (maggiormente femminile), vasculopatie periferiche, tipo di
catetre, durata dell’incannulazione, poi possiamo avere ematomi, dolore, parestesie,
embolizzazione per ingresso di bolle d’aria.
Fattori di rischio d’infezione sono agenti farmacologici (dobbiamo usare la via venosa),
aumento di esposizione ambientale, malnutrizione, condizioni associate possono essere
immunosoppressione, inadeguate difese primarie (lesioni cutanee, trauma tissutale),
inadeguate difese secondarie (leucopenia ecc…), procedure invasive e presenza di presidi,
trauma, malattie croniche.
A livello venoso distinguiamo cateterismo profondo o centrale per quanto riguarda
qualsiasi catetere la cui punta si trovi nella giunzione tra vena cava superiore e atrio destro o
nel terzo distale delle vena cava superiore (si usano succlavia, giugulare interna soprattutto
di destra, visto che è a maggior contatto con l’atrio, e femorale), questa tipologia può
consentire la misurazione della PVC per monitorare lo stato emodinamico, e cateterismo
superficiale o periferico, con la punta non nella giunzione tra la vena cava superiore e
l’atrio destro. Solitamente nel paziente critico abbiamo un accesso venoso centrale e uno o
due periferici in quanto potrebbe aver bisogno di riempimento volemico e nelle trasfusioni
non è consigliato utilizzare CVC per il maggior rischio d’infezione e la fertilità della soluzione.
Nella scelta della somministrazione di un
farmaco se ho un CVC e un CVP invece
si dimostra più sicuro il centrale, con
minor rischio di stravaso e infiltrazione,
inoltre la massima osmolarità non
dovrebbe superare i 300 mOsM.
Molto spesso nell’incannulazione viene
impiegata l’ecografia dagli infermieri del
PICC team.
Per quanto riguarda i CVC in generale si
utilizza materiale biocompatibile come
poliuretano o silicone, l’obiettivo è
garantire stabilità e riduzione delle
complicanze infettive oltre che
trombotiche. Le dimensioni del diametro
esterno del catetere sono espresse in
French (1 French = 0,3 mm), nell’adulto si
usano cateteri da 6 a 9 French, mentre nei bambini il diametro del catetere è compreso tra
2,7 e 5,5 French, il diametro interno del catetere invece è espresso in Gauge. Nel caso di
cateteri a più lumi il Gauge si riferisce a ogni singolo lume, mentre la lunghezza è espressa
in centimetri. I cateteri non tunnellizzati sono inseriti direttamente all’interno del lume della
vena mentre ai cateteri tunnellizzati viene prima fatto svolgere un tragitto sottocutaneo,
infatti noi vediamo emergere l’uscita, mentre la parte di ingresso del catetere nella vena non
la intravediamo. Questo diminuisce il rischio di infezioni e la durata di utilizzo del dispositivo
può essere maggiore, possono essere a punta chiusa (per esempio il Groshong) o a punta
aperta (come l’Hickman e il Broviac), in base all’impedimento che hanno le sostanze di
riemergere. Qui la fibrina sottocutanea che si forma funge da ancoraggio.
Sulla base della permanenza in sede i cateteri possono essere suddivisi in cateteri a breve
termine, quando vengono tenuti per 3-4 settimane, medio termine, quando vengono tenuti
per 1-6 mesi (per esempio PICC), lungo termine, quando vengono tenuti oltre i 6 mesi (per
esempio port-a-cath).
I midline sono invece cateteri periferici la cui lunghezza è intermedia tra quella dei PICC e
quella dei CVP.
Nell’inserimento del CVC si utilizza la tecnica di Seldinger, una
procedura medica che permette di accedere in modo sicuro a
vasi sanguigni e organi cavi, come quelli che si trovano nel torace
o nell'addome, si esegue perforando il vaso con un ago,
inserendo un filo guida attraverso di esso, rimuovendo l'ago e
facendovi passare un dilatatore e, successivamente, un catetere
o un tubo di drenaggio attraverso la guida.
L’infermiere prepara il materiale e
supporta il monitoraggio in quanto
potrebbero insorgere anomalie del ritmo
come extrasistoli (la procedura viene eseguita con monitoraggio
costante). Dopo l’incannulazione si controlla la pervietà di ogni lume
attraverso una siringa di fisiologica e si procede al fissaggio alla cute
preferibilmente con dispositivi sutureless.
Tra le funzioni il cateterismo venoso centrale consente monitoraggio diretto e continuo della
pressione venosa centrale (PVC), di effettuare prelievi ematici, infondere liquidi anche in
grande quantità, soddisfare la necessità di infusioni continue, somministrare nutrizione
parenterale (NPT, che dovrebbe preferibilmente essere somministrata in CVC),
somministrare farmaci che agiscono sull’emodinamica e/o sul cuore cuore (monitor), infine
sono utili in situazioni di emergenza che richiedono un accesso rapido e sicuro. Il CVC può
essere anche usato per incannulazione periferica venosa difficoltosa, condizioni
emodinamiche instabili, trattamento emodialitico, somministrare farmaci irritanti o vescicanti,
che non si possono infondere per via periferica, necessità di infusioni continue, elettrodo per
per stimolazione cardiaca temporanea (PM temporaneo).
EBN e pratica clinica:
• hand hygiene
• ICU staffing (non numero di membri per la procedura ma nel turno)
• antimicrobial stewardship
• prevention of intubated–associated pneumonia (IAP)
• prevention of central line–associated bloodstream infection (CLABSI)
Care bundle (prevenzione infezioni):
• igienizzare mani prima di ogni procedura e uso guanti
• disinfettare accuratamente hub (i CVC possono avere fino a cinque lumi)
• usare tecnica asettica no touch
• controllare quotidianamente stato della medicazione e registrare nella documentazione
Le medicazioni cambiano a seconda del tipo di catetere e delle condizioni del paziente,
subito dopo l’impianto va eseguita una medicazione con garza e cerotto, da rinnovare dopo
24-48 ore (medicazione precoce), per le medicazioni successive, in base al tipo di CVC e le
condizioni del paziente, bisogna preferire la medicazione semipermeabile trasparente, da
rinnovare ogni 7 giorni. Può essere preferita anche in partenza quella semipermeabile o
rinnovare prima le medicazioni in caso di bisogno (per es. problemi di sanguinamento).
La vena giugulare esterna viene scelta quando le altre non sono accessibili, a causa della
difficile gestione e dello scarso comfort, oltre che per posizionamento complesso vista la
tortuosità, che porta anche maggior rischio di dislocazione.
Nell’inserimento in generale complicanze immediate possono essere pneumotorace,
emotorace, quando il catetere è inserito dalla succlavia, puntura della carotide, ematoma, in
seguito a ripetuti tentativi di inserimento, embolia gassosa, causata dalla rottura e
conseguente migrazione della punta nel piccolo circolo, aritmie, per stimolazione del filo
guida sul nodo del seno. Le complicanze tardive possono essere invece provocate da un
malposizionamento del catetere, che può avere conseguenze meccaniche, e riguardano
pizzicamento del tratto di catetere che passa tra la clavicola e la prima costa, se posizionato
per via succlavia (pinch off), inginocchiamento di un tratto del catetere (kinking, il catetere si
piega o attorciglia), rottura del catetere, ribaltamento della camera del port, dislocazione
della punta. Generalmente il catetere si può occludere per coaguli o trombi, precipitati di
farmaci o aggregati lipidici, deposizione di fibrina, fino a formare un manicotto che avvolge il
catetere venoso centrale nel suo percorso endovenoso. Infine una delle complicanze più
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