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HPV
Lo Human Papilloma Virus (o HPV) è un virus a DNA; sono stati
individuati più di 120 HPV, chiamati sottotipi e contrassegnati con
dei numeri (HPV 6,11, 16,18, ecc). Si tratta di un virus rimasto
sconosciuto fino agli anni 70. Viene considerata una malattia
sessualmente trasmessa per contatto; essa ha maggiore incidenza
tra i 20 e i 40 di età e la sua prevalenza è particolarmente alta
nelle donne di 20-24 anni sessualmente attive, poi diminuisce. La
fonte principale dell’infezione è il rapporto sessuale, ma è
possibile una trasmissione, anche se è più rara, nell’ambito
familiare e ospedaliero attraverso indumenti, asciugamani, servizi
igenici. Un’altra via di contagio è il parto, quando il papillomavirus
può essere trasmesso al neonato attraverso secrezioni vaginali
infette. Il virus non oltrepassa però la barriera della placenta
durante la gravidanza, dal momento che non entra nel circolo
sanguigno. Infine, un’ulteriore via di trasmissione è rappresentata
dall’autoinoculo, ovvero dal trasporto del virus nello stesso
soggetto da una parte all’altra del corpo. In questo caso
l’infezione si estende localmente grazie a microtraumi o
strofinamenti. È stato stimato che fino al 50% delle donne contrae
un’infezione da HPV entro due anni dal primo rapporto sessuale.
Il tumore della cervice uterina è il primo tumore riconosciuto
dall’OMS come riconducibile a un’infezione. I papillomavirus
umani sono virus a DNA che si trasmettono per via sessuale che si
replicano nelle cellule epiteliali.
-Modalità trasmissione infezione da HPV
➢ Contatto diretto e rapporti sessuali
o maggior numero di partner sessuali
o Età primo rapporto sessuale a 16 anni
o Partner con elevato numero dei partner sessuali
➢ Contatto indiretto
o Con indumenti contaminati
➢ Trasmissione verticale
o Canale del parto: ipotizzata trasmissione intrauterina
-Rapporto fra infezione da HPV e cancro
Esso viene considerato come il secondo agente patogeno
responsabile di cancro nel mondo (casi di cancro della cervice,
tumori anali, tumori vaginali, tumori del pene, tumori vulvari). Il
virus penetra nella cute e nelle mucose attraverso piccole lesioni
dei tessuti; a questo punto può succedere che l’infezione si arresti
grazie alle difese immunitarie dell’organismo o che il virus persista
nella cellula. Un dato certo è che la persistenza a lungo di uno
stesso HPV ad alto rischio in un soggetto, sia la condizione
necessaria per la trasformazione tumorale; ciò significa che se
l’infezione persiste può provocare una lesione del collo dell’utero
che, se non trattata, può dopo anni, diventare tumore. Tutto ciò,
dipende anche dal ruolo di altri cofattori: la persistenza dello
stesso ceppo di virus HPV ad alto rischio per molti anni, la risposta
immunitaria dell’ospite, il fumo di sigaretta, l’uso prolungato del
contraccettivo orale.
-Prevenzione
Si previene identificando precocemente le lesioni del collo
dell’utero prima che queste possano evolvere in tumore
attraverso lo screening periodico cioè il Pap-test, raccomandato
per le donne di età compresa tra i 25 e i 64 anni, e con
l’esecuzione del test HPV (prevenzione secondaria) per le donne
oltre i trent’anni di età; un’altra misura di prevenzione è la
vaccinazione contro l’HPV (prevenzione primaria). Per le donne
vaccinate resta fondamentale la prevenzione con lo screening. (Il
vaccino affianca ma non sostituisce pap-test e test HPV). Infatti, le
donne dai 25 ai 64 anni, vengono invitate con lettera ogni tre anni
a eseguire il Pap-test e ogni cinque anni a eseguire l’HPV-test. Tra
le prospettive future che riguardano la prevenzione, vi è
l’autoprelievo, cioè un campione da sottoporre ad HPV DNA test
mediante tampone o raccolta di un campione di urine; come altra
prospettiva, vi è l’opportunità di proseguire lo screening dopo i 65
anni.
-Vaccini (prevenzione primaria)
Nel 2008 è partita in Italia la campagna di vaccinazione anti-
papillomavirus. Quando è stata introdotta, la vaccinazione era
raccomandata e gratuita solo nelle ragazze che avessero compiuto
gli 11 anni. Tuttavia, il piano nazionale vaccini 2017-2019 ha
sottolineato l’importanza di includere nella campagna di
vaccinazione anche i ragazzi della stessa età, sia per proteggerli da
alcune rare forme di tumore che possono colpire anche i maschi e
sia per arginare la circolazione dei virus nella popolazione e
proteggere e così anche le donne che non siano state vaccinate.
Al momento sono disponibile il nostro paese tre vaccini:
▪ Vaccino bivalente efficace contro i due principali tipi di HPV
responsabili del tumore della cervice uterina (16 e 18),
somministrato in tre dosi. (Ceppi 16 e 18 responsabili della
cervice uterina quindi il vaccino bivalente nell’uomo non è
stato approvato poiché sarebbe inutile)
▪ Vaccino quadrivalente efficace contro i quattro tipi di HPV
responsabili del tumore della cervice uterina (6,11,16,18),
somministrato in tre dosi
▪ Vaccino nonovalente garantisce una protezione contro nove
tipi di HPV (6,11,16,18,31,22,45,52,58) responsabili della
maggior parte dei tumori genitali