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MASS MEDIA E TERRORISMO
Terrorismo degli anni Settanta e Ottanta
Il termine “terrorismo” è un termine che ha contorni sfocati, esprime un giudizio di valore e
non un fatto concreto.
Descrive un atto davvero generico di violenza politica, che come tale può anche essere
efferato
[[[ Far esplodere di notte un’automobile davanti a una sede istituzionale è un atto di
terrorismo
Dirottare e fare schiantare un aereo su un grattacielo è un atto di terrorismo
Non c’è una definizione accettata a livello di diritto internazionale, per questo può essere
spesso utilizzato per screditare gli avversari
Il terrorismo include:
- una violenza, attuata o anche solo minacciata
- un obiettivo
- un’“audience”, qualcuno è pensato come destinatario dell’atto terroristico
Il senso comune ci dice che il terrorismo sia atto a causare terrore
Il terrorismo è stato, nella storia, pensato per suscitare clamore e mobilitare la parte che i
terroristi ritengono sopita, che può venire fuori e far assumere la consapevolezza che il più
→ l’obiettivo è “mobilitare gli amici”,
debole può mettere in crisi il più forte
creando un clima dicotomico: i buoni stanno da una parte, i cattivi stanno dall’altra, come
in un vero e proprio scenario di guerra ]]]
Il terrorismo è una propaganda con le azioni, è uno strumento di comunicazione, utilizza i
mass media perchè finalizzato ad avere visibilità
“Gli attacchi sono coreografie”, De Angelis
[[[ Gli studiosi del terrorismo legano la nascita del fenomeno agli atti concepiti dagli
anarchici di metà Ottocento, altri parlano dell’italiano Pisacane
L’atto terrorismo può essere uno strumento politico, come nello stragismo neofascista e nel
clima delle Brigate Rosse dell’estremismo di sinistra in Italia
Nel corso del tempo, il terrorismo assume forme molto diverse ]]]
L’accusa di terrorismo giustifica provvedimenti estremi, azioni extralegali come tortura e
rapimento e vengono proposte limitazioni all’informazione o alla privacy, giustifica così
limitazioni alla libertà per combatterlo
Il terrorismo è un’arma linguistica di comunicazione che disumanizza l’avversario, il
terrorista è sempre concepito come un folle o un fanatico
I nemici sono definiti “terroristi”, “ribelli”, “militanti”, “guerriglieri” o “soldati” a seconda
del grado di legittimazione conferitogli.
[[[ A seconda del contesto l’etichetta del terrorista può essere o meno affibbiata ad un gruppo:
Putin considera terroristi i democratici… il partito araboisraeliano è stato definito un partito
di terroristi da Netanyahu finchè ne ha cercato l’appoggio]]]
La teoria del contagio
I terroristi mettono in atto le proprie azioni per cercare visibilità: impedire ai mass media di
parlare degli atti terroristici eviterebbe gli attentati (ragionamento ingenuo, ma popolare)
Chi sostiene che il terrorismo sia un prodotto della libertà di stampa spesso intende limitarla
per evitare il terrorismo (fermando l’emulazione, molti attacchi terroristici nascono dal voler
emulare qualcun altro), secondo questa teoria c’è una correlazione tra lo sviluppo dei media e
l’affermarsi del terrorismo
C’è chi sostiene che la libertà di stampa viene utilizzata dai terroristi, ma allo stesso modo se
non ci fosse stato l’aereo l’11 settembre non si sarebbe potuto dirottare l’aereo
“La libertà di stampa è responsabile del terrorismo quanto l’aviazione dei dirottamenti
aerei”
→ la libertà di stampa non va limitata, anzi, può essere utile per capire le ragioni del
terrorismo e per stroncarlo alla radice
Il racconto dei media non aiuta la causa dei terroristi, non le conferisce legittimità e si
concentra sul lato violento degli avvenimenti
I mass media possono aiutare a risolvere il problema del terrorismo, concentrandosi sulle sue
cause e facendo emergere problemi che non avevano visibilità!
Con la repressione violenta non si può risolvere questa problematica, capirne le cause è la
chiave per affrontarla
[[[ Gli studiosi individuano vari cicli di terrorismo internazionale
1) dettato da una matrice anarchica (metà Ottocento, regicidio di Umberto I, assassinio
di McKinley)
2) dettato dall’anticolonialismo, dal desiderio di indipendenza nazionale (uccisione di
Francesco Ferdinando, OLP) metà XX secolo
3) estremismo politico (Brigate Rosse, RAF) anni Settanta
tra cui il radicalismo islamico (Torri Gemelle,
4) estremismo religioso,
Madrid, Parigi, Nizza → Al-Qaeda, Daesh) legato ad una forte
tensione religiosa che troviamo non solo nel mondo islamico, anche
in Giappone, USA, India… nasce negli anni Novanta
5) matrice dell’estrema destra, nato negli anni Duemila ]]]
Azioni terroristiche negli USA
Gli episodi più clamorosi:
- 1979: ostaggi all’ambasciata di Teheran;
- 1983: esplosione di una caserma USA in Libano;
- 1985: dirottamento del volo Twa 847
I mass media vengono accusati di:
- creare un clima d’urgenza
- dare visibilità ai terroristi
- minare l’effetto sorpresa dell'antiterrorismo
- radicale accusa verso i giornalisti che intervistano i terroristi per capirne le
motivazioni come fossero normali interlocutori politici
[[[ Oriana Fallaci intervista Arafat, leader dell’OLP, lei viene molto criticata perché gli dà
visibilità e arriva in un certo modo a legittimarlo ]]]
→ sono inutili le linee guida emanate per i mass media
capire le motivazioni del terrorismo non significa giustificarle…
Gran Bretagna
L’IRA è una formazione paramilitare che si batteva per la liberazione dell’Irlanda e, dalla
dichiarazione della Repubblica d’Irlanda, si batte per la liberazione dell’Irlanda del Nord
Si tratta di un’organizzazione che compie attentati
Il governo Thatcher cerca di imporre limitazioni alla libertà di stampa
Si infuria quanto la Bbc parla dell’omicidio di tre membri disarmati dell’Ira
1974 → legge che condanna chiunque non riferisca informazioni legate ai terroristi, diviene
impossibile organizzare interviste all’insaputa del governo
Si iniziano a inviare delle domande all’IRA, che costruisce dei videomessaggi in risposta
1988 → inasprendo questa legge, viene vietata ogni trasmissione diretta dei
messaggi dei terroristi
I messaggi vengono così sottolineati, doppiati
Gli irlandesi parlano inglese, eppure vengono doppiati con la scritta “a causa della censura”
Questo colpisce molto negativamente l’opinione pubblica britannica, che reagisce in maniera
opposta rispetto a ciò che il governo sperava
Questo ci fa capire come limitare l’azione dei media è del tutto inutile e può essere
controproducente se l’opinione pubblica non è convinta di essere in una guerra totale
___________________________________________________________________________
I MEDIA COME COSTRUTTORI DI PACE (“peace makers”)
I media possono supportare la guerra, come nell’esempio italiano degli anni 1914-1915, ma i
mass media hanno la possibilità di aiutare la fine di una guerra tramite i grandi eventi
mediatici e possono anche prevenire una guerra risolvendo un conflitto politico
I media possono agire, infatti:
– mandando segnali di “buona volontà”
– organizzando un negoziato tra le parti
– mobilitando l'opinione pubblica al fine di trovare un accordo
La possibilità di veicolare un messaggio in maniera estremamente rapida e la molteplicità
delle fonti fa sì che ci siano due categorie in cui si possa considerare l’azione dei media come
costruttori di pace
Public diplomacy
- comunicazione diretta ai popoli di altri Stati da parte di un membro del governo o
delle istituzioni (individuo autorevole), spesso senza ricorrere a menzogne
- esempio: si concede un’intervista ad un giornalista straniero
- obiettivo: incidere sull'opinione pubblica, quindi indirettamente sul governo straniero
Il dialogo tra governi si realizza tramite gli ambasciatori diplomatici, ma noi ragioniamo su
come i mass media vengono messi direttamente in campo
Media diplomacy
- nessun coinvolgimento diretto (ufficiale) di membri del governo
- si inviano messaggi informali per testare l'avversario senza compromettersi
- spesso i promotori sono membri del governo, ma non si palesano
La differenza sostanziale è che il messaggio non parta da un elemento del governo di uno dei
due Stati, almeno non ufficialmente, spesso dietro c’è un accordo che parte dal governo
[[[ Tutto ciò che non è potere militare è “soft power”
«Soft power [il potere non militare: soprattutto economico e culturale] e public diplomacy
sono le paroline magiche di quest’ultimo decennio, dietro le quali si celano le parti meno
appariscenti della guerra dell’informazione, dell’intelligence, della guerra psicologica e
della cyber war»
Generale Carlo Jean ]]]
Episodio di public diplomacy
Durante la guerra arabo-israeliana del 1973, Henry Kissinger, Segretario degli USA, viaggia
spesso tra le capitali degli Stati coinvolti per cercare di ottenere la pace (“shuttle diplomacy”)
In una conferenza stampa egli aveva annunciato di aver risolto molti problemi con l'Egitto e
che quindi si aspettava concessioni da Israele: questo fece sì che Israele sentisse una grande
pressione da parte della propria opinione pubblica
Esempio limite di media diplomacy
Walter Cronkite portò nella sua trasmissione contemporaneamente i leader di Egitto e
Israele, all’epoca in conflitto, anche se i loro Paesi non erano più in guerra, e fu lo stesso
giornalista ad improvvisarvi mediatore
I media events
Gli eventi mediatici sono una delle maniere in cui i mass media possano esercitare la propria
influenza al fine di risolvere un conflitto, creando un tema di grande aspettativa: ci si
aspetta che alla fine di un incontro tra due leader di Stati in conflitto si facciano dei grandi
passi avanti o che si arrivi già alla pace
I media sono dunque strumenti di pressione
Quella dei media può rivelarsi come un’occasione molto utile se in questi incontri si arriva
davvero alla risoluzione di un conflitto, come dopo gli incontri tra Reagan e Gorbaciov prima
e tra Bush Sr. e Gorbaciov poi
Questi media events possono, però, avere anche effetti negativi: rischiano di favorire uno
scoppio di violenza se gli accordi non risolvono un conflitto, infatti gli