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PREMESSA

La realtà organizzativa non può essere osservata da un solo punto di vista poiché nel caso

lo facessimo altri aspetti del sistema sarebbero destinati ad essere offuscati, questa

limitazione fa si che essa sia difficile da osservare a da analizzare essendo un sistema

così complesso.

La realtà organizzativa è formata da tre componenti:

•Individuo

•Gruppo

•Organizzazione

Per andare ad analizzare la realtà organizzativa bisogna però innanzitutto esporre i tre

concetti preliminari : la conflittualità, l'inconscio e la chiusura organizzativa.

conflittualità: solitamente viene considerata come negativa e controproducente sia che

•La

riguardi il singolo che la comunità,ci sono però conflittualità che non si possono evitare e

che invece possono essere positive. In ambito sanitario riscontriamo due logiche, quella

dell'efficacia, cioè l'ottenimento dei risultati di cura e salute attesi e l'efficienza, cioè il

raggiungimento degli obiettivi con il minimo utilizzo di risorse disponibili;sono logiche in

conflitto tra di loro ma l'importante non è razionalizzare i due processi bensì verificare che

ognuno di essi abbia al suo interno delle regole.

ogni livello della realtà organizzativa possiede una componente inconscia.

•L'inconscio:

L'inconscio viene descritto dalla psicanalisi come un contenitore di elementi rimossi dalla

propria mente, in particolare è importante per noi l'emozione,intesa come espressione

della logica inconscia.

chiusura organizzativa: per descriverla prendiamo come esempio una struttura

•La

sanitaria, è definita sistema aperto in quanto accoglie persone dall'esterno a cui applica un

percorso terapeutico per farle guarire e rimandarle a casa cioè, è quindi un sistema che

comunica e interagisce con ciò che lo circonda; però è anche un sistema chiuso in quanto

l'organizzazione al suo interno le pone dei limiti in modo da combinare e tenere insieme le

componenti.

INDIVIDUO

Andiamo ora ad analizzare le quattro componenti che definiscono l'individuo lavorativo:

: l'elemento essenziale è il riconoscimento che si divide in quattro fasi che

•L'identità

determinano la nostra identità. La prima fase è quella dello specchio, descritta dallo

psicologo Jack Lacan: nei primi diciotto mesi di vita il bambino è abituato a vedersi in

maniera frammentata ma,se posto davanti ad uno specchio per la prima volta, reagirà

agitandosi e muovendosi a causa della prima visione unitaria di se stesso.

La seconda fase è quella che contribuisce alla fragilità o alla stabilità della nostra identità:

la domanda di riconoscimento: ogni individuo nel corso della vita conosce persone e viene

giudicato dalle persone che gli stanno intorno sia in ambito sociale che lavorativo.

La terza fase è il potere di riconoscimento che si accompagna al quello di

disconoscimento; per ultima la fase della comunicazione, nella quale all'interno abbiamo

sempre una domanda di riconoscimento sia che per gli interlocutori che per i locutori.

motivazioni : sono state il primo argomento affrontato dalla psicologia del lavoro e fu

•Le

McClelland a proporre le sotto elencate motivazioni dell’agire sociale:

- l’appartenenza, di cui ogni individuo ha bisogno per potersi sentire parte integrante di un

gruppo, fin da bambini sperimentiamo questa sensazione nel rapporto con i genitori ed è

per questo una delle motivazioni più influente nelle relazioni con gli altri;

- il potere, ovvero il bisogno che l’individuo ha di porsi dei limiti ma soprattutto di capire, fin

da bambino, fino a che punto può arrivare.

- la realizzazione, cioè il bisogno di dimostrare agli altri le proprie capacità, da bambini lo

esprimiamo durante la costruzione di giochi.

fantasie sul lavoro: per fantasia si allude a un insieme di immagini sia consce che

•Le

inconsce che organizzano la nostra vita in particolare nel mondo del lavoro. In particolare

l'ambito sanitario suscita molto le fantasie dei lavoratori, l'ipotesi di Klein è che noi siamo

animati dalla pulsione di vita e dalla pulsione di morte (tutto ciò che è mantenere la vita si

confronta con l'aggressività), dal confronto si ricava ansietà: dovuta a questa duplicità

pulsionale, ci sono due fasi nella nostra mente:

posizione schizo-paranoidea dove la nostra mente scinde le due pulsioni e le

- indirizza verso due oggetti diversi, l'esempio è quello del bambino che individua un

seno buono che porta calore e affetto e un seno cattivo, questa scissione ha come

risultato la disgiunzione e la separazione dell'odio e dell'amore e da ciò derivano gli

oggetti parziali che in questo caso è l'oggetto cattivo.

posizione depressiva è per il bambino la scoperta di non avere a che fare con

- oggetti parziali cattivi o buoni, ma ha a che fare con un solo oggetto che è la madre

verso la quale nutre sentimenti contrastanti portando alla cosiddetta “depressione

dell'ottavo mese”.

L'ambivalenza è un elemento costante nella nostra vita e ciò che ci permette di far fronte

alla crisi depressiva è la riparazione. Il lavoro sanitario è adatto ad attivare questi oggetti

del nostro mondo interno: quando troviamo persone malate noi riattiviamo gli oggetti

interni, riusciamo ad aiutare qualcuno quando richiamiamo alla mente tecniche che già

abbiamo all'interno di noi.

Ciò che in sanità scaturisce specifiche ansietà sono: l'ansietà di ottenere un sapere

onnipotente che è inquietante, poiché se sono onnipotente nel dare la vita lo sono anche

nel dare la morte; curiosità originarie portiamo l'esempio dei bambini che chiedono sempre

il perchè delle cose volendo arrivare all'origine e ciò crea ansietà; contatto con la malattia

e la morte ci obbliga a confrontarci con le nostre angosce di morte; incertezza del risultato.

Dobbiamo essere in grado di costruire delle difese per contrastare l'ansietà, se non lo

facciamo saremo costretti a cambiare lavoro. Le difese le possediamo dentro di noi con

l'identificazione dei nostri maestri e posso essere individuali o collettive.

emozioni : Damasio dimostrava che senza la parte emozionale tutto finiva per essere

•Le

irrazionale, è essenziale dunque per la costruzione della realtà. L'inconscio lo vediamo

come un contenitore di ricordi infantili rimossi. Matteblanco lo definiva come un modo di

funzionare della nostra mente, e segue un'altra logica, è strutturato secondo due principi:

logica asimmetrica (cosciente), prendiamo in considerazione una relazione

- asimmetrica è quella padre-figlio la quale per l'inconscio è vera anche la relazione

opposta.

logica simmetrica (inconscia) segue il principio di generalizzazione, cioè riguarda

- una singola persona come il membro di una classe, racchiuso a sua volta in una

classe più grande e così via.

Le emozioni sono caratterizzate dalla simmetria, dal punto di vista dell'inconscio noi

prendiamo l'elemento che è incluso in una classe e così via.

GRUPPO

Il gruppo è un argomento molto interessante da affrontare e dato che è piuttosto difficile

fare una distinzione netta tra esso e le organizzazioni ( il gruppo ha al suo interno

un’organizzazione e quest’ultima può essere formata da uno o più gruppi), alcuni concetti

che riguardano questi due possono essere sovrapponibili.

Il concetto di “fattore umano” è stato individuato e introdotto da Elton Mayo attraverso uno

studio sulle motivazioni psicologiche dei lavoratori, esso descrive il soggetto lavoratore

inteso come individuo con proprie capacità ed esigenze. Durante questo studio venne da

lui elaborato anche l’immagine di “uomo sociale” nella quale il fulcro della condizione

lavorativa era ,appunto, la dimensione sociale.

Il comportamento leader venne invece affrontato da Kurt Lewin attraverso la descrizione di

tre stili di leadership: quella autocritica dà buoni risultati per quanto riguarda la produttività

ma ha effetti negativi sul clima del gruppo; quella permissiva, essendo molto lasciva con i

membri del gruppo, ha effetti negativi sulla produttività; infine quella democratica appare la

più funzionale promuovendo la partecipazione dei membri al raggiungimento degli

obiettivi. . Lewin inoltre sottolinea la necessità di osservare il gruppo come totalità e lo

identifica come soggetto sociale organizzato al pari dell’individuo e dell’ambiente.

Bion, invece, interpreta il gruppo come unità globale interdipendente, egli afferma che il gruppo è

in grado di sviluppare un pensiero ed emozioni al di là del singolo membro ed individua nella

partecipazione psicologica la base per la costruzione del gruppo stesso. Egli propone due livelli di

lettura: il gruppo di lavoro ovvero l’aspetto funzionale del gruppo(struttura di lavoro, operativa,

razionale) che si occupa della realtà e cerca di impiegare metodi scientifici anche; ed il gruppo

assunto di base che si riferisce all’attività mentale del gruppo (struttura di base, affettiva,

irrazionale) , che può essere considerata come una reazione emotiva dell’intero gruppo ad un

assunto di base del momento.

Bion indica: l’assunto accoppiamento,l’assunto attacco-fuga e l’assunto dipendenza, come

importanti organizzatori della vita di relazione e delle forme sociali una volta che esse si combinano

fra di loro, la prevalenza di uno sugli altri due porta a una condizione di disturbo.

ORGANIZZAZIONE

Ci sono vari modelli per poter analizzare un’organizzazione ed i tre principali sono i

seguenti:

1) Il primo riguarda le motivazioni individuali che si sviluppano durante la crescita

dell’individuo e che rimangono anche da adulti formando ,a volte, l’asse portante delle

organizzazioni; abbiamo tre modelli:carismatico: al centro di esso abbiamo un individuo

carismatico che grazie alle sue abilità è in grado di dirigere un gruppo di persone, però

dobbiamo considerare che senza un’insieme non ci può essere un leader, quindi è

necessario analizzare il tutto nella sua totalità; burocratico: in esso a ogni membro

corrisponde un posto e una funzione specifica e si basa sul concetto di efficacia come nel

mondo sanitario; tecnocratico: si basa sul bisogno di realizzazione come ad esempio i

laboratori di ricerca.

Dettagli
Publisher
A.A. 2015-2016
4 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PSI/06 Psicologia del lavoro e delle organizzazioni

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher marty2205 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Psicologia del lavoro e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Firenze o del prof Guerra Giovanni.