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studente metodi e osservazioni utili che lo possono portare alla scoperta e alla
interiorizzazione di generalizzazioni formali della lingua.
E’ una posizione che rompe con il passato e apre la strada a nuove prospettive.
TRADIZIONE CLASSICA
Nell’antichità egizia o greca si insegnavano le lingue allo scopo di comunicare
con i popoli stranieri che i greci chiamavano → balbuzienti con cui
βάρβαροι è una parola
entravano in contatto per motivi commerciali o bellici. ( βάρβαροι
onomatopeica che imita i suoni che i greci non conoscevano e quindi non
capivano).
Nel mondo romano veniva studiato soprattutto il greco che era considerata la
lingua veicolo di una cultura da ammirare e imitare. L’apprendente doveva
interagire il più possibile con un parlante nativo che generalmente era uno
schiavo greco.
Nel medioevo e nel primo rinascimento l’insegnamento delle lingue aveva uno
scopo principalmente comunicativo all’interno delle corti. I modelli di
riferimento erano i testi classici e i libri sacri per i quali lo studente doveva avere
il massimo rispetto e per la cui decodifica doveva affidarsi al magister.
Nel secondo rinascimento e nel ‘600 nacquero dei centri di studi linguistici
come l’ Accademia della Crusca, Port Royal e la Royal Society dalle cui analisi
nacquero le prime grammatiche e i primi dizionari delle lingue nazionali
(francese e inglese) e dell’italiano letterario che affiancarono il magister
nell’insegnamento delle lingue.
L’italiano e poi il francese divennero le lingue principali della comunicazione
tra le corti, il latino rimase confinato al mondo ecclesiastico. L’insegnamento
delle lingue moderne essendo affidato a scuole gestite da gesuiti o barnabiti fu
impostato secondo le stesse modalità con cui veniva insegnato il latino ovvero
ricavando le regole dai testi letterari.
Nel ‘600 nacque l’approccio formalistico con il metodo
gramattico-traduttivo → tutto lo studio delle lingue moderne venne
incentrato sull’uso dei manuali e sull’apprendimento a memoria di schemi
grammaticali già formalizzati. Le regole erano concepite come stabili e
immutabili e ogni variante era vista come popolare e perciò condannata.
I testi che venivano usati per l’insegnamento erano i classici
DAnte-Petrarca-Boccaccio e i poemi cavallereschi.
Nell’approccio formalistico lo studente doveva studiare i testi affidandosi
totalmente al magister e imparare i manuali di grammatica quasi a memoria. Il
metodo e i contenuti non potevano essere messi in discussione dallo studente
che era considerato una tabula rasa su cui incidere le regole. Il magister era il
detentore della verità assoluta, lo studente poteva solo ascoltarlo e credere in ciò
che gli veniva detto.
Il metodo prevedeva sia l’insegnamento dell’orale → venivano spiegate le
regole prosodiche e di pronuncia e venivano letti testi che spesso lo studente
non capiva;
sia dello scritto → venivano fatti tradurre i testi stranieri.
La fonologia era vista come un insieme di regole di pronuncia e il lessico era
studiato su elenchi precompliati di verbi irregolari, di parole suddivise per
campi semantici o presenti in un testo letterario.
L’approccio formalistico e il metodo grammatico-traduttivo sono rimasti in
voga nelle scuole italiane fino agli anni ‘80.
L’Italia non aveva ancora un’unità politica né tantomeno linguistica ma negli
altri paesi europei la situazione era diversa
→ Francia: c’erano due blocchi linguistici, la lingua d’Oc e la linguai d’Oil che
poi si imporrà perché era quella che veniva parlata a corte e quindi nel centro
politico
→ in Spagna si parlavano Castigliano e Catalano che sopravvive parlato tuttora
→ in Inghilterra si parlavano l’inglese e le lingue celtiche come il gallese e lo
scozzese
→ in Germania vi erano l’alto tedesco parlato al sud, è la lingua con cui Lutero
scrive le sue tesi e si imporrà e il basso tedesco parlato al nord
1800
Nel corso dell’800 l’approccio formalistico viene messo in discussione negli
Stati Uniti.
la società americana era una società in evoluzione, multiculturale e in forte
ascesa economica. Il problema era proprio la comunicazione tra persone di
diverse etnie; molti docenti stranieri si trovarono ad insegnare nelle grandi
università americane (Da Ponte ad esempio va ad insegnare alla Columbia).
George Ticknor, docente di Harvard, fu il primo a sostenere che
l’insegnamento delle lingue doveva essere personalizzato in virtù delle
caratteristiche individuali dello studente e doveva essere usato il metodo
induttivo.
Maximilian Berlitz nel 1827 fondò nel Rhode Island una scuola di tedesco
che successivamente si sarebbe diffusa in tutto il mondo. Veniva usato il
metodo diretto secondo il quale il docente madrelingua si concentrava
soprattutto sulla capacità di leggere e comprendere un testo anche se non parola
per parola.