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GERIATRICO
EMATURIA: presenza di sangue nelle urine (globuli Rossi integri). può conferire all’urina un colore rosa,
rosso o bruno, in base alla quantità di sangue, alla durata del suo ristagno e al livello di acidità dell’urina. Si può
distinguere in:
Ematuria macroscopica: la quantità di sangue presente nelle urine è sufficiente a conferire una
colorazione con varie tonalità di rosso.
Ematuria microscopica: presenza di globuli rossi in quantità limitata e tale da poter essere svelata solo
con indagini di laboratorio.
Ematuria totale: presente uniformemente durante la minzione.
Ematuria parziale: presente solo in alcune parti della minzione.
Principali cause di ematuria:
Renali: malattie glomerulari, nefropatie tubulo interstiziali, nefropatie vascolari, infezioni, neoplasie
primitive benigne e maligne, ematuria da sforzo.
Post renali: meccaniche (calcoli, ostruzioni vie escretrici), infettive (cistite, prostatite, epididimite,
uretrite), iperplasia prostatica benigna, neoplasie benigne e maligne della prostata e delle vie escretrici.
Sistemiche: patologie emorragiche (difetti piastrinici, difetti della coagulazione) farmaci anticoagulanti.
INFEZIONI DELLE VIE URINARIE
Le vie urinarie, dai reni al meato uretrale, sono normalmente sterili e
resistenti alla colonizzazione batterica, nonostante la frequente
contaminazione dell'uretra distale da parte dei batteri del tratto intestinale. La
difesa principale contro le infezioni urinarie è il completo svuotamento della
vescica durante la minzione. Altri meccanismi che garantiscono la sterilità
comprendono l'acidità delle urine, la valvola vescico-ureterale, e le diverse
barriere immunologiche e mucose. Infiammazione della parete delle vie
urinarie conseguente all’invasione di batteri che hanno colonizzato l’urina.
Dal punto di vista microbiologico si parla di IVU quando nelle urine è
presente una concentrazione di microrganismi superiore a 105 /ml.
Infezioni del tratto urinario superiore: rene.
Infezioni del tratto urinario inferiore: uretere, vescica, prostata, uretra.
Sporadiche: (≤1 episodio/6 mesi o ≤2 episodi/anno).
Ricorrenti: (≥2 episodi/6 mesi o ≥ 3 episodi/anno).
Nell’ambito delle forme ricorrenti si distinguono:
Recidive:(si verificano entro 2 settimane dalla sospensione della terapia e sono sostenute dallo stesso
microorganismo isolato in precedenza).
Reinfezioni: (nuova infezione sostenuta da un germe differente che si manifesta settimane o mesi dopo la
sospensione della terapia).
Si distinguono anche in:
Non complicate: si verificano in assenza di anomalia strutturale o funzionale del tratto urinario.
Complicate: se si associano a condizioni sistemiche o locali che favoriscono l’insorgenza e la persistenza
dell’infezione. È sempre considerata complicata se il paziente è un bambino oppure è una donna incinta.
EPIDEMIOLOGIA
Nel 90% IVU inferiori, nel 10% pielonefriti. Incidenza variabile nei due sessi e nelle diverse età:
Nella popolazione giovanile rapporto femmine:maschi = 30:1.
Soggetti di età superiore a 65 anni: IVU nel 20% delle donne e nel 10% dei maschi.
Soggetti di età superiore a 80 anni: IVU nel 25-50% delle donne e nel 20% dei maschi (rapporto
femmine:maschi = 2:1). FATTORI DI RISCHIO
Fattori di rischio per lo sviluppo di infezioni delle vie urinarie comuni in entrambi i sessi sono:
Reflusso vescico-ureterale: Nei bambini (responsabile del 35-50% circa delle IVU sintomatiche) di
solito è dovuto a un difetto congenito che causa incompetenza della valvola vescicoureterale. Altre
anomalie anatomiche che predispongono alle IVU comprendono gli sfinteri uretrali (anomalia congenita
ostruttiva), la ritardata maturazione del collo vescicale, i diverticoli vescicali e le duplicazioni uretrali.
Negli adulti è più frequentemente acquisito: pazienti con vescica flaccida da lesione del midollo spinale
o come conseguenza di una chirurgia sul tratto urinario.
Incontinenza fecale.
Incontinenza urinaria.
Diabete mellito.
Tutte le patologie che determinano immunosoppressione (correlata alla malattia oppure da causa
iatrogena).
Deterioramento cognitivo.
Condizioni neurologiche che interferiscono con la minzione normale (p. es., lesione del midollo
spinale).
Fattori di rischio per lo sviluppo di infezioni delle vie urinarie nelle donne:
Rapporti sessuali.
Uso di diaframma e spermicidi.
Uso di antibiotici.
Nuovo partner sessuale nell' ultimo anno.
Anamnesi di infezioni delle vie urinarie nei parenti di sesso femminile di primo grado.
Anamnesi di infezioni delle vie urinarie ricorrenti.
Prima infezione delle vie urinarie in età precoce.
Gravidanza.
Prolasso uterino.
Fattori di rischio per l'infezione delle vie urinarie nei maschi:
Ipertrofia prostatica benigna con ostruzione frequente negli uomini di età superiore ai cinquant'anni.
Qualsiasi altra causa di ostruzione delle vie urinarie.
Recenti manovre strumentali o cateteri a permanenza.
Anomalie strutturali. PATOGENOSI
Via ascendente, attraverso l’uretra. Per contiguità o continuità (via diretta) a partenza da visceri in rapporto con
le vie urinarie. Via ematogena ad opera di germi molto virulenti, da foci infetti in altre sedi dell’organismo.
Nell’anziano l’IVU è favorita dalla diminuita capacità dell’organismo di reagire agli agenti infettivi e dalle
patologie d’organo e sistemiche prevalenti in età avanzata.
In entrambi i sessi:
Cateterismo vescicale.
Calcolosi delle vie urinarie: stimolo irritativo-flogistico sull’urotelio e conseguente riduzione delle
difese locali e/o ostruzione delle vie urinarie con conseguente stasi urinaria. Calcoli → serbatoi di
batteri difficilmente aggredibili dagli antibiotici
Calcolosi vescicale: da disfunzione neurologica, da ostruzione in ipertrofia prostatica, da catetere
vescicale.
Diabete mellito: riduzione della funzionalità dei granulociti neutrofili, disfunzioni neurologiche della
vescica, induzione della crescita batterica e micotica da parte della glicosuria.
Malattia renale cronica: riduzione dei fattori renali che inibiscono la crescita batterica come l’acidità,
l’osmolarità, le concentrazioni di urea e di acidi organici.
Malattie neurologiche e cerebro-vascolari: responsabili di disfunzioni vescicali nelle fasi di accumulo
ed espulsione dell’urina (ristagno post-minzionale e reflusso vescico-ureterale.
Nel sesso maschile: l’IVU è facilitata da patologie ostruttive cervico-uretrali (ipertrofia della prostata, sclerosi
del collo vescicale, stenosi dell’uretra) che determinano ristagno vescicale post-minzionale → pabulum per la
moltiplicazione batterica e che spesso richiedono il ricorso a cateterismo vescicale. Ma anche: sclerosi serrata
del prepuzio (facilita la risalita attraverso l’uretra dei batteri che albergano nel prepuzio), ridotta attività
battericida delle secrezioni prostatiche, frequenza di focolai infettivi nella ghiandola prostatica.
Nel sesso femminile: cistocele (prolasso vescicale), esiti di pregressi interventi ginecologici, incontinenza
fecale ed urinaria con necessità di uso di pannoloni assorbenti. Il calo degli estrogeni tipico della post
menopausa condiziona una riduzione dei lattobacilli e del glicogeno → aumento del pH vaginale che favorisce
la colonizzazione dell’apparato urinario da parte degli enterobatteri.
CATETERISMO VESCICALE
Il cateterismo vescicale è responsabile di IVU durante la fase di posizionamento (risalita dei batteri presenti
nell’uretra) e durante la fase di mantenimento. I germi possono raggiungere la vescica sia attraverso la
superficie esterna che attraverso il lume del catetere. Fase di mantenimento: sacche di raccolta infette,
manipolazioni non sterili da parte del personale di assistenza, traumatismi da parte del paziente, scarsa igiene
dei genitali e dell’area perineale. Circa il 40% di tutte le infezioni nosocomiali riguarda le vie urinarie, di cui
l’80% si verifica nei portatori di catetere vescicale. I pazienti portatori di catetere vescicale sviluppano
batteriuria con incidenza che va dal 3% al 10% per ogni giorno di permanenza in situ del catetere dopo un
mese di cateterizzazione la quasi totalità dei pazienti presenta batteriuria.
COMPLICANZE:
Infezioni delle vie urinarie sepsi.
Occlusioni.
Torsione.
Perforazione vescicale.
Decubito.
CLINICA: VARIABILE CON I QUADRI CLINICI
Uretrite.
Cistite.
Sindrome uretrale acuta.
Batteriuria asintomatica.
CLINICA IN EPOCA NEONATALE
Irritabilità.
Rifiuto del pasto.
Arresto della crescita.
Vomito.
Diarrea.
Letargia.
Febbre o ipotermia.
Mitto ipovalido, urine maleodoranti.
CLINICA IN ETA’ PRE-SCOLARE E SCOLARE
Disuria talora associata a dolore addominale o lombare.
Urgenza minzionale.
Pollachiuria.
Enuresi.
Febbre.
Urine maleodoranti.
Si tratta di sintomi aspecifici in quanto presenti anche in:
Vaginiti.
Eritema da pannolino.
Masturbazione.
Infezione da ossiuri.
Abuso sessuale.
CLINICA IN ETA’ SUCCESSIVA
Sintomi ascrivibili ad interessamento delle basse vie urinarie:
Pollachiuria.
Urgenza minzionale.
Incontinenza diurna.
Ematuria.
Stranguria.
Urine maleodoranti e/o torbide.
DIAGNOSI
Anamnesi + esame obiettivo.
Esami bioumorali: emocromo, PCR, PCTI.
Esame chimico-fisico delle urine.
Esami colturali + antibiogramma. Urine sperma sangue.
Indagini strumentali: ecografia renale, vescicale e prostatica, urografia e.v. + cistouretrografia
retrograda, cistoscopia. RACCOLTA DELLE URINE
Sospetto di infezione a trasmissione sessuale: tampone uretrale prima della minzione. La raccolta delle urine si
esegue con la tecnica del mitto intermedio oppure cateterismo. Raccolta con la tecnica del mitto intermedio: si
lava il meato uretrale con un disinfettante leggero senza schiuma e si asciuga all'aria. Il contatto del getto
urinario con la mucosa deve essere ridotto al minimo separando le grandi labbra nelle donne e tirando indietro il
prepuzio negli uomini non circoncisi. I primi 5 mL di urina vengono gettati; i successivi 5-10 mL sono raccolti
in un contenitore sterile. Nelle donne anziane e nelle donne con sanguinamento o secrezioni vaginali è
preferibile un campione prelevato con cateterismo. I campioni di urina devono essere processati entro 2 h dalla
raccolta; in caso contrario devono essere refrigerati.
UROCULTURA NEL PAZIENTE PORTATORE DI CV
Nei pazienti