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L’ECOSISTEMA

Un ecosistema è un insieme sistemico (spesso chiamato "unità ecologica")

costituito da due componenti in stretta relazione: la prima rappresentata dagli

organismi viventi (comunità biologica o biocenosi) e l'altra dall'Ambiente fisico

(componente abiotica) in cui essi vivono. L'ecosistema è l’unità funzionale di

base in ecologia. Tra gli organismi di un ecosistema e l'ambiente si innestano

delle relazioni che danno vita a un continuo scambio di materia ed energia.

L'ecosistema e l'ambiente non sono la stessa cosa, sono concetti diversi.

L'ecosistema è un insieme più piccolo di dimensioni rispetto alla definizione

generale di ambiente. In altre parole l'ecosistema è l'insieme degli esseri viventi

e delle relazioni chimiche e fisiche, tra gli organismi stessi e l'ambiente, in uno

spazio determinato. Sulla terra non esiste un solo ecosistema, bensì molti.

L'insieme di tutti gli ecosistemi del pianeta forma la biosfera. A sua volta, ogni ecosistema composto da diversi habitat e

nicchie ecologiche.

Un habitat è un particolare luogo fisico in cui una specie di organismi vive abitualmente. Quindi l'habitat è un sottoinsieme

dell'ecosistema.

La nicchia ecologica è il luogo dove l'organismo vivente svolge la sua funzione e il suo ruolo ecologico all'interno di una

comunità. Quindi, è un sottoinsieme dell'habitat.

LA PERDITA DELLA BIODIVERSITÀ

Uno dei grandi problemi del nostro mondo è la perdita della biodiversità.

I cambiamenti indotti dall'attività umana distruggono, frammentano e alterano gli ambenti naturali portando all'estinzione

di specie. Si valuta che, ogni giorno, si estinguano dalle 50 alle 150 specie; ciò equivale ad una perdita annua approssimata

compresa fra le 20.000 e le 50.000 unità. ¼ della diversità biologica del pianeta corre il rischio di estinguersi nei prossimi

30 anni.

La maggior perdita di biodiversità attualmente dovuta alla distribuzione delle foreste tropicali, in cui oltre la metà di tutte

le specie viventi ha il proprio ambiente. Vengono in tal modo distrutte complesse catene alimentari che garantiscono il

mantenimento dello stato di equilibrio stazionario del pianeta.

Viene definita catena alimentare la successione di passaggi di materia ed energia attraverso gli organismi. In un ecosistema

vi è equilibrio se le masse, a breve o lungo periodo, sono, pur con delle fluttuazioni (per esempio, nei paesi temperati,

secondo i cicli stagionali) in linea di massima costanti nei singoli comparti. In altri termini l'eco-organizzazione recupera

sotto forma di materie prime tutti i sottoprodotti (rifiuti respiratori e digestivi dei viventi) in una condizione di

autosufficienza, in cui le uniche necessità sono l'energia solare ed i sali minerali provenienti dalla decomposizione delle

rocce. Per i sistemi ecologici si parla di stato di equilibrio stazionario o stato di stabilità dinamica. Lo stato di equilibrio

stazionario verso il quale tendono gli ecosistemi viene definito dagli ecologi "climax": esso può mantenersi

indefinitamente, a parità di altre condizioni.

LO SVILUPPO SOSTENIBILE

Per sviluppo sostenibile si intende uno sviluppo che soddisfi i bisogni del presente senza compromettere la capacità delle

generazioni future di soddisfare i propri (rapporto our common future - Commission on environment and delopment - ONU)

--> si parte da un concetto di sviluppo e tutti noi dobbiamo procedere nella nostra realtà di domanda e offerta.

I concetti base sono quindi la soddisfazione dei bisogni estesa a tutti gli ambienti della terra (inclusi i più poveri) e la

responsabilità verso i posteri. Non è solo quindi un problema economico, ma soprattutto un tema di qualità dell'ambiente

in senso lato e, quindi, di qualità della vita.

Lo sviluppo sostenibile si basa su tre principi fondamentali:

• efficienza economica: si punta a conseguire il livello di produzione e consumi compatibili nel lungo periodo con

gli equilibri ecologici --> si utilizzando merci e energie che non si consumano ma rimangono utilizzabili nel lungo

periodo in sintonia con gli equilibri ecologici;

• integrità del sistema: geosistemi ed ecosistemi devono essere mantenuti integri, evitando alterazioni irreversibili

e contenendo prelievi ed emissioni inquinanti;

• equità sociale: va intesa su una doppia scala temporale: intra-generazionale (equa possibilità nel presente di

accedere alle risorse in termini di corretta distribuzione dei redditi) e intergenerazionale (pari opportunità per le

generazioni future di fruire dell’ecosistema e delle sue risorse.

Ci sono diverse tipologie di sostenibilità:

• sostenibilità ambientale: punta all'integrità dell'ecosistema e alla qualità dell'ambiente, in primis difesa dagli

inquinamenti ed emissione e smaltimento rifiuti;

• sostenibilità economica: attenta gestione delle risorse non rinnovabili e ricerca dell'efficienza intra-generazionale

di lungo periodo;

• sostenibilità demografica: considera la "capacità di carico" di ciascun territorio in relazione alla quota di

popolazione a cui possibile garantire un adeguato livello di qualità della vita;

• sostenibilità sociale: verifica le possibilità di equa distribuzione del reddito e del livello perseguibile di qualità della

vita;

• sostenibilità geografica: punta ad evitare gli squilibri territoriali in termini di distribuzione della popolazione, degli

insediamenti, delle attività economiche;

• sostenibilità culturale: capacità di preservare le diversità (etniche, religiose, linguistiche) viste anch'esse come

risorse da tutelare.

AGENDA 21

La conferenza mondiale di Rio de Janeiro del 1992 pose, 20 anni dopo la conferenza mondiale delle nazioni unite di

Stoccolma, la necessità di ripensare un modello di sviluppo teso a ridurre i grandi squilibri esistenti (in particolare tra i

Paesi a nord e a sud del mondo).

I principali problemi per i quali fu ritenuta necessaria un’azione comune a livello internazionale furono riassunti con la

stesura della cosiddetta agenda 21 (la cifra 21 che fa da attributo alla parola Agenda si riferisce al 21 secolo). Tra i principali

problemi emergono:

• consumi;

• distribuzione del reddito;

• sostenibilità dell’agricoltura nei paesi ad economia commerciale e nel Sud del mondo;

• protezione delle foreste --> limitare l’abbattimento di foreste e riequilibrare il clima;

• conservazione del patrimonio genetico --> cercare di evitare la sparizione di tipologie animali e vegetali;

• aiuti ai paesi più poveri;

• gestione delle acque;

• regolazione delle emissioni gassose (in particolare CO2) che influiscono sul clima.

I concetti chiave dell'agenda 21 sono la corresponsabilizzazione (cittadini, amministrazioni e portatori di interesse devono

essere sensibilizzati sul proprio ruolo strategico nella realizzazione di uno sviluppo realmente sostenibile) e azione

sinergica tra politica - mondo produttivo - comportamento dei singoli.

I principi alla base del processo di Agenda 21:

• miglioramento continuo: monitoraggio delle fasi del processo per raggiungere i migliori risultati possibil;

• governance: passaggio da un'ottica impositiva ad una partecipativa, flessibile ed aperta alle varie componenti

sociali;

• trasversalità: inserimento del concetto di sostenibilità in tutte le politiche di settore;

• visione condivisa: costruzione di uno scenario comune di sviluppo sostenibile, condiviso dagli stakeholders;

• partenariato: creazione di partnership fondate su un nuovo modo di intendere il rapporto pubblico-privato.

AGENDA 2030: LE 5 P

L'agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile è un programma d'azione per le persone,

il pianeta e la prosperità sottoscritto nel settembre 2015 dai governi dei 193 paesi

membri dell'ONU. Essa ingloba 17 obiettivi per lo sviluppo sostenibile (sustainable

development goals, SDGs) - in un grande programma d'azione per un totale di 169

'target' o traguardi. L'avvio ufficiale degli obbiettivi per lo sviluppo sostenibile ha

coinciso con l'inizio del 2016, guidando il mondo sulla strada da percorrere

nell'arco dei prossimi 15 anni: i paesi, infatti, si sono impegnati a raggiungerli entro

il 2030.

Gli elementi essenziali dell'agenda 2030 sono i 17 obiettivi di sviluppo sostenibile

e i 169 sotto-obbiettivi ad essi associati, che si raggruppano in cinque principi

fondamentali quali le persone, il pianeta, la prosperità, la pace e la collaborazione

(le 5 P in inglese: people, planet, prosperity, peace, partnership). Tengono conto in manera equilibrata delle tre dimensioni

dello sviluppo sostenibile, ossia economia, sociale ed ecologica. Per la prima volta, un solo documento programmatico

riunisce lo sviluppo sostenibile e la lotta alla povertà.

AGENDA 2030: I 17 OBIETTIVI DI SVILUPPO SOSTENIBILE

1. Sradicare la povertà in tutte le sue forme e ovunque nel mondo;

2. Porre fine alla fame, raggiungere la sicurezza alimentare, migliorare l'alimentazione e promuovere l'agricoltura

sostenibile;

3. Garantire una vita sana e promuovere il benessere di tutti a tutte le età;

4. Garantire un'istruzione di qualità inclusiva ed equa e promuovere opportunità di apprendimento continuo per

tutti;

5. Raggiungere l'uguaglianza di genere e l'autodeterminazione di tutte le donne;

6. Garantire la disponibilità e la gestione sostenibile di acqua e servizi igienici per tutti;

7. Garantire l'accesso all'energia a prezzo accessibile, affidabile, sostenibile per tutti;

8. Promuovere una crescita economica duratura, inclusiva e sostenibile, la piena occupazione e il lavoro dignitoso

per tutti;

9. Costruire un'infrastruttura resiliente, promuovere l'industrializzazione inclusiva e sostenibile e sostenere

l'innovazione;

10. Ridurre le disuguaglianze all'interno dei e fra i paesi;

11. Rendere le città e gli insediamenti umani inclusivi, sicuri, resilienti e sostenibile;

12. Garantire modelli di consumo e produzione sostenibili;

13. Adottare misure urgenti per contattare i cambiamenti climatici e le loro conseguenze;

14. Conservare e utilizzare in modo sostenibile gli oceani, i mari e le risorse marine;

15. Proteggere, ripristinare e promuovere l'uso sostenibile degli ecosistemi terrestri, gestire in modo sostenibile le

foreste, contrastare la deforestazione, arrestare e invertire il degrado dei suoli e fermare la perdita di biodiversità;

16. Promuovere società pacifiche e inclusive orientate allo sviluppo sostenibile, garantire a tut

Dettagli
Publisher
A.A. 2025-2026
53 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-GGR/01 Geografia

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher nemistrip di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Geografia del turismo e sviluppo locale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Verona o del prof Bullado Emanuela.