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AREE DOVE L’AVANZARE DEI PROCESSI O SONO ASSENTI O SONO ARRIVATE IN FORMA
LIMITATA.
Per capire dove si collocano queste aree. Sito dell’ISPRA. Fenomeni di consumo di suolo, urbanizzazioni
compatte (più denso) fenomeni di suburbanizzazione o urbanizzazione diffusa. L’immagine a dx: immagine
che rivela la distribuzione dell’inquinamento luminoso. Zone densamente popolate. Aree bianche e aree
scure si sovrappongono e ci mostrano che il fenomeno della espansione delle città compatte e urbanizzazione
diffusa occupa l’intero paese. Ultimo ventennio secolo scorso agisce per intensificazione del fenomeno. Le
zone del paese investite da questo processo sono molto estese. Non è un fenomeno pervasivo. Il fenomeno
della diffusione urbana non arriva a coprire più del 50 % del territorio nazionale. Aree che alla fine del secolo
sono ancora debolmente urbanizzate. Dentro queste zone buie/ bianche. Dal punto di vista della morfologia
del paesaggio: importanti processi di urbanizzazione. Non rimangono stabili. Ci sono dei cambiamenti e che
si definiscono a seconda di alcune traiettorie e zone un modo diverso di funzioni e strutture economiche che
coinvolgono queste aree. Assistiamo all’attivazione di peculiari processi di valorizzazione turistica. I cicli di
urbanizzazione e valorizzazione turistica sono relativi alla forma di sviluppo di massa.
Nuove forme di valorizzazione turistica: la spettacolarizzazione dei paesaggi culturali e naturali per il
turismo globale. Preservate come una sorta di scenografia. Si mantiene questa forma in cui si sottolinea con
strategie di marketing per immettere nei circuiti del consumo turistico. Trentino Alto Adige (südtirol).
Paesaggio in cui si esalta la naturalità. In questo contesto è il paesaggio che viene offerte. Estensione della
tendenza alla spettacolarizzazione. Diffusione dei parchi a tema. Spettacolarizzazione gioca sullo
sfruttamento del paesaggio naturale o spesso nel paesaggio di immagini di paesaggio che viene naturalizzata,
paesaggio plasmato da attività.
Toscana. Gioca un tipo di strategia, punto di vista marketing. Ha puntato sulla spettacolarizzazione del
proprio paesaggio. Paesaggio ben conservato nelle forme tradizionali. Offerto al consumo turistico. Strategia
di valorizzazione turistica. La lettura critica fa leva che su ciò che viene venduto è un simulacro di una scena
che viene curata e mantenuta stabile.
Nuove forme di valorizzazione: il turismo slow. (Aree collinari alpine- valle minori e maggiori). In alcune di
queste aree emergere dei fenomeni in salita e bi dimensionalità. Sorta di coinvolgimento nel fenomeno della
suburbanizzazione. Aree dove i fen9meni sono stati meno presenti. Forme di valorizzazione turistica. Forme
di turismo, dolce. Slow. Per numero di turisti. Riscoperta di aree. Nuovo ciclo di valorizzazione e vantaggio
della circolarità:1. Sweet Mountains: rete di iniziative per un turismo sostenibile nelle Alpi occidentali nata
nel 2014. 2. Bandiere arancioni: marchio di qualità turistico-ambientale istituito dal TCI nel 98.
Integrazione tra agricoltura e industria. Integrazione tra funzioni agricole e industriali nelle aree distrettuali a
minore intensità insediativa.
Le trasformazioni delle strutture agrarie. Aree investite da trasformazioni importanti. Hanno degli effetti
visibili e sensibili sulla morfologia dei paesaggi agrari.
Agricoltura e allevamento sempre meno collegati al territorio e ai Milieu locali. Svincolano l’agricoltura dal
nesso tra zone coltivate e quelle da coltivare. Le fragole non sono piantate nel terreno ma crescono
all’interno di strutture del paese e alimentate attraverso il rapporto di sostanze concimati. Allevamento
intensivo, immagine a sx allevamento bovino con animali che non escono dalla stalla e vengono alimentati
con mangimi acquisiti dall’azienda acquisendo quell’interazione. Bovini alimentati.
Altro aspetto che contribuisce alla pratica agricola e caratteristiche specifiche del milieu locale. Fitta rete di
opere umana che hanno sostenuto l’attività agricola hanno sostenuto. Investimento di capitali, ma svincolano
l’agricoltura dai suoi campi. Estensione agricoltura. Avvento dell’irrigazione a pioggia favorisce il degrado,
la rete delle canalizzazioni.
Altra tendenza che caratterizza il piano orientamenti economici. Sistema agroindustriale. La singola azienda
agricola depotenziata dal punto di vista autonomia. La singola azienda ridotta ad un segmento di fatto
all’interno di segmenti industriali. Mangime e concimi chimici come le sementi. Orientare le scelte tecniche
e gli orientamenti culturali delle aziende. Serie di vincoli e condizionamenti che provengono da imprese che
stanno a valle dell’impresa stessa. Forti input rispetto alla scelta di prodotti in relazione alle esigenze che
stanno a valle. La stessa unità aziendale perde l’autonomia. Ci troviamo in una situazione che oggi ha dietro
di se un mosaico e convivenza tra molteplicità di strutture aziendali con coesistenza di mondi differenti.
Aziende di grande dimensione, aziende agricole in fase di marginalizzazione economica con piano di
defunzionalizzazione. Aziende familiari integrate che mantengono la produzione agricola mediante il reddito
familiare. Produzione segue su piano ridotto. Attività agricola diventa una delle componenti. Azienda è
controllata dall’esterno, conduce in proprietà. Scomparsa dell’unità aziendale. Terreni di proprietà che non
vengono più organizzati ma ceduti. Ceduti ad aziende vicine. Questa situazione in commistione all’interno,
va nello stesso senso. Tende a rendere sempre più temi, legami che connettono la produzione agricola. Ci
troviamo di fronte ad una crisi di leggibilità. Di fronte ad una uniformità delle forme del paesaggio. Trovare
le forme di conoscibilità in rapporto molto stretto con un modo di produzione : la mezzadria. Riconoscere
tratti del paesaggio in cui la lunga uniformità di un certo tipo di modo di conduzione. Forme dietro le quali ci
sta questa pluralità di situazioni aziendali. Situazione che vede venir meno il contesto sociale economico e il
contesto de paesaggio. Provare a passare dal piano strutturale all’impatto sui paesaggi agrari.
Effetti sulla morfologia e funzionalità dei paesaggi agrari.
Aree interne della montagna e alta collina.
-cessazione delle tradizionali pratiche agro-silvo-pastorali nelle Alpi. Aree in cui le zone agricole cessano.
Caso estremi si accompagna ad un abbandono delle sedi. Perdita delle funzioni rurali, evidente nella zona
alpina e Alpi occidentali. Ridotto le aziende familiari a renderle compatibili. In queste zone è stata fortissima
l’attrazione esercitata sulla popolazione. Aree alpino-occidentale. Vitalità sistema agricolo. Collasso dei
sistemi produttivi tradizionali. Zone del levante mantiene una produttività. Evidente nelle aree minori. E
perfino in alucuni segmenti aree maggiori non sono stati favoriti. Nel contesto Appennini assistiamo crisi
attività dello sfruttamento agricolo. Si assiste ad una tenuta maggiore delle attività pastorali della
transumanza. Riduzione dei circuiti della transumanza in una loro urbanizzazione e un processo di
sostituzione locale. Appennini e zone delle maremme. Sostituzione ad opera dei pastori provenienti dalla
Sardegna. Fase recente: pastori che provengono da aree esterne all’Italia. Pastori macedoni inglesi. Attività in
forte ripiegamento. Completamento cessata è l’attività di transumanza. Circuiti di transumanza che
connettevano e vede una interruzione nella seconda metà del 900. Questo tipo di dinamiche di forte riduzione
dell’attività agripastorale. Fenomeni diffusi di abbandono delle sedi. Abbandono di insediamenti tradizionali
che perdono il supporto e vengono riconvertiti. In altri casi, ripopolamento in risalita. Spostamento di una
parte di popolazione. Uso a sostegno delle attività pastorali. Azienda avrò-Silvio-pastorale. Abbandono o
riutilizzazione. Abbandono coinvolge altra serie di componenti materiali. Popolazione aree alpine o alto
collinare dominato il presidio per mantenere una stabilità dei versanti. Strappare il terreno coltivabile.
Deterioramento degli aspetti funzionali al mantenimento di questi sistemi. Abbandono delle mulattiere che
perdono la funzionalità. Viene meno la fitta rete. Sistemi di segni che hanno un valore di eredita storico
culturale che tendono a scomparire, altra faccia della medaglia è la nuova “grande reazione boschiva”.
Ripresa del bosco su aree che erano guadagnate. Avanzata rapida di formazioni boschive che non hanno le
caratteristiche di un bosco. Copertura molto più povera. La conca di Cortina d’Ampezzo nel 1903 e 2004.
Zona priva di boschi, un mosaico di campi e prati. Tendenza media di un terreno non coltivabile. Stessa zona.
Effetti di una diffusione e urbanizzazione turistica.
Riduzione della avrò-biodiversità. Fenomeno positivo di ripresa della natura e lo vedono come ripristino. In
realtà i costi di questo ritorno alla natura sono ecosistemi secondari contrassegnati da forti riduzioni e
l’abbandono delle pratiche pastorali si traduce nell’innescarsi di intensi fenomeni che si traducono in
dinamiche come frane, incendi. Meno il controllo di pulizia. Fenomeni di instabilità ambientale che
costituiscono un fattore di rischio fortissimo di disordine di gestione delle acque. Invito ad interpretare questi
fenomeni con consapevolezza critica e vantaggi dei rischi. Ripresa di elementi naturali e perdita secca in
termini di patrimonio storico culturale perdita della cultura.
Aree collinari dell’Italia centro settentrionale. Aree sono state associate tradizionalmente a forme di struttura
agraria. Connotate dalla presenza della piccola azienda contadina, radicavano le famiglie attraverso un
sistema. Avendo dato supporto per secoli ad una forma di agricoltura. Esigenze produttive avevano fondato
orientamenti economici policulturale. Impronta sul paesaggio della cultura promiscua. Effetti tendenza
trasformativa che vede il venire meno delle forme tradizionali. Tessuto aziendale si riorganizza. Nelle aree
collinari convivono forme molto diversificate che convivono. Aziende marginali in veloce de
funzionalizzazione . In questa area, la diffusione di indirizzi produttivi integrati. 2 grafici prodotti
dall’ISTAT, aggiornati al 2020. Dati organizzati per Marco aree. Altro grafico:concentrazione di agriturismi.
Anche in questo caso è confermata. Le regioni con almeno un agriturismo. Toscana, Umbria, Marche. (Vedi
slide).
Effetti sul paesaggio che mantiene effetto variegato a mosaico. Area di policoltura concentrata. Anche adesso
ci troviamo di fronte ad un pachwork, motivi di varietà risiedono i questa mancata…
Quali sono l tessere di questo nuovo mosaico? Porzioni di paesaggio segnate dall’abbandono. Aree
inquadrate da aziende più fragili dove non ci sono più le