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CASA DOLCE CASA (O AMARA?)
la casa rappresenta un nodo cruciale nel processo di inserimento nella società ospitante. Anche se la presenza straniera nel territorio è stata a lungo silenziosa "invisibile", e spesso negli ultimi anni si sono andate costituendo aree urbane a forte presenza straniera, all'interno delle quali si assiste ad una diversificazione degli spazi di natura etnica.
I modelli residenziali variano in base al progetto migratorio del singolo individuo, al gruppo d'appartenenza, al sesso, al ciclo di vita e la durata di residenza del Paese di inserimento. Se un individuo decide di migrare solo per un periodo limitato per poi rientrare definitivamente in patria, probabilmente si accontenterà di una soluzione di fortuna non troppo impegnativa da un punto di vista economico, adattandosi anche a vivere in quartieri svantaggiati.
Le ricerche spaziali portate avanti in ambito scientifico, generalmente analizzano i pattern residenziali.
(progetto migratorio, se si è single o meno, nazionalità – durata della residenza, età…) alcuni gruppi sono più coesi di altri- senza porre alcuna attenzione nell'ottica di genere, come se non esistessero differenze nelle scelte territoriali tra i sessi, uomini e donne. Invece, anche se provenienti dallo stesso Paese, non sempre attuano uguali strategie residenziali. Dopo un breve periodo in cui le immigrate vengono ospitate dai membri della collettività etnica d'appartenenza, riescono a trovare una sistemazione all'interno delle case degli italiani, lavorando in qualità di Stato o di badanti. L'ho capita. Azione tra le famiglie italiane, le donne straniere ha portato ad una distribuzione della componente femminile nelle aree urbane, che si differenzia da quella registrata dai maschi singoli e dalle famiglie immigrate. Dal momento che solo alcune nazionalità occupano il segmento dell'assistenza alla casa edella cura. Nelle maggiori città italiane le case abitate dagli stranieri disegnano un mosaico di diversi colori. Nelle periferie di molte città si concentrano la povertà e si innescano problemi di convivenza che rischiano di creare problemi di ordine pubblico. Gli alti palazzi del settore orientale della capitale, ad esempio, ospitano molti migranti provenienti dall'Africa settentrionale, soli con le famiglie dell'Est europeo. Le scuole pubbliche sono affollate di bambini che parlano lingue diverse dall'italiano, gli asili della zona non riescono a soddisfare le numerose richieste di accoglienza. I pronto soccorso degli ospedali devono rispondere anche alle necessità di popolazione migrante. I servizi sociali prendono in carico le famiglie disagiate... A volte la convivenza si fa difficile, i colori si mischiano nella zona grigia delle maggiori città e nella convivenza si fa sempre più stretto anche l'uso dello.spazioprivato e pubblico che cambiano notevolmente in relazione all'appartenenza etnica degli individui.IL MERCATO IMMOBILIARE
Il problema della casa, ovviamente, investe anche le fasce più deboli della popolazione italiana, ma per quanto concerne gli stranieri è un problema ancora più complesso. Nella società contemporanea i migranti hanno generalmente un reddito basso e gli affitti sono elevati. Secondo una ricerca recente di scenari 107 immobiliari, 1 straniero su 5 vive in una casa di proprietà, 2 su 3 in affitto, mentre i restanti adottano, o sono costretti ad adottare, altre soluzioni abitative, spesso di ripiego. La maggior parte dei migranti si rivolge al mercato degli affitti. Studi effettuati tra gli agenti immobiliari e i proprietari degli appartamenti "l'indisponibilità" hanno ampiamente dimostrato l'esistenza di discriminazioni etniche nei confronti della casa, verificando con un'interessante ricerca, di
al fatto che la segregazione è un problema persistente. Questo fenomeno può avere conseguenze negative sulla coesione sociale e sull'integrazione dei migranti nella società ospitante. È importante affrontare queste forme di discriminazione e promuovere politiche abitative inclusive che garantiscano pari opportunità a tutti i cittadini, indipendentemente dalla loro origine etnica. Inoltre, è necessario sensibilizzare i proprietari immobiliari sulle leggi antidiscriminatorie e promuovere la diversità e l'inclusione nelle comunità residenziali. Solo attraverso un impegno congiunto delle istituzioni, delle organizzazioni della società civile e dei cittadini è possibile contrastare efficacemente la segregazione e promuovere una società più equa e inclusiva per tutti.Ai ricercatori che ritengono che alcuni ostacoli della mobilità sociale siano permanenti.
RUSTICO, VILLETTA O CONDOMINIO?
Alcuni proprietari stranieri hanno un progetto migratorio di stabilizzazione in Italia, altri invece, alimentano ancora la speranza di rientrare nel Paese di partenza. Nonostante la consapevolezza di una permanenza temporanea, alcuni migranti decidono ugualmente di investire i loro risparmi nell'acquisto di un'abitazione. L'acquisto di un'abitazione nelle zone periferiche esterno dei grandi centri urbani, per molti migranti rappresenta alcuni vantaggi. Oltre al costo contenuto, uno dei principali vantaggi apertamente riconosciuto e dichiarato da molti migranti è il grado di autonomia che si acquisisce dall'acquisto di una villetta indipendente o di un rustico, la convivenza all'interno dei condomini, al contrario, rappresenta spesso la nascita di conflitti: i vicini, gli odori della cucina, la musica etnica, le abitudini non coincidenti.
le frequentazioni, le riunioni di condominio che si tengono in lingua italiana, gli orari del riscaldamento centralizzato, ecc. La vita all'interno di un'abitazione isolata è molto più facile, così come risulta conveniente l'acquisto di un rustico di un'abitazione da ristrutturare. Impiegando manodopera familiare dilazionando nel tempo le spese, i rustici diventano in breve tempo accoglienti dimore, che spesso portano segni dell'origine straniera dei proprietari. LE AGENZIE IMMOBILIARI A GESTIONE ETNICA Negli ultimi anni sono nate, infatti, alcune agenzie immobiliari gestite da stranieri e dirette al mercato, rappresentato dai migranti nelle maggiori città italiane. Le esperienze si moltiplicano, coinvolgendo soprattutto imprenditori provenienti dall'Est europeo e dalla Cina. I cinesi, pur rappresentando uno dei maggiori gruppi stranieri coinvolti nella compravendita di abitazioni, si rivolgono quasi esclusivamente alle agenzie.gestite da icone nazionali, laddove presenti. Uno stereotipo vuole che i cinesi acquistino gli immobili solo in contanti, riciclando denaro sporco. ha ampiamente dimostrato come la persistenza di certi stereotipi non sia congruente alla realtà, le diverse abitudini culturali dei cinesi, indicano nella solidarietà di gruppo uno degli elementi di forza dell'intera Comunità, soprattutto attraverso i doni in denaro ricevuti durante le nozze. Le coppie possono acquistare un'abitazione ed entrare a far parte di quella comunità solidale alla quale risponderanno appena possibile. Con regali in denaro agli altri appartenenti. In questo modo i cinesi possono acquistare gli immobili, ma in ogni caso si avvalgono dell'intermediazione di un connazionale. Le agenzie gestite da cinesi si concentrano ovviamente nelle città e nei quartieri in cui abitano già molti altri connazionali. Perché le strategie residenziali attuatedalla Comunità portano spesso ad una quasi esclusiva concentrazione di individui all'interno di alcuni spazi ben individuabili. fiLA SEGREGAZIONE RESIDENZIALEDISCRIMINAZIONE O SCELTA?Esistono molti ostacoli che si frappongono tra gli individui e il mercato immobiliare. Questi ostacoli sono fortemente collegati con alcune caratteristiche→ l'età,strutturali della popolazione l'appartenenza etnica, il sesso, la classe sociale, la religione professata, ecc... In risposta a queste caratteristiche, la cittàorganizza i suoi spazi, ne riempie alcuni di anziani e altri di giovani coppie con bambini, attrae i ricchi, allontani i poveri, concentra e conflitti o li disperde.Ovviamente non è solo la città, che spontaneamente disegna un mosaico, ma sono la stratificazione della storia, il livello di sviluppo economico e le politicheurbane e molti altri fattori che tutti insieme concorrono a tratteggiare lo spazio. Lo spazio urbano è unico.ma non è univoco, nel senso che ogni città ha la sua forma e i suoi contesti, le sue relazioni rivolte verso l'interno e verso l'esterno. Perché allora si ricercano i modelli, uguali per tutti, perché si cercano le regole che spieghino la distribuzione residenziale in ogni luogo? Bisogna puntare la ricerca verso l'individualità o al modello generale? Questo dibattito non ha ancora trovato una risposta definitiva, ci si limiterà ad analizzare diversi modelli di segregazione proposti nella letteratura internazionale per mettere in evidenza quegli elementi che possono accompagnare il lettore nel processo analitico, con la consapevolezza però della necessità di scandagliare ogni volta, nel profondo delle singole realtà, con scale sempre diverse per arrivare ad indagare le scelte delle persone, scelte che, nella loro totale complessità rimarranno ovviamente sempre un patrimonio individuale. Le differenze delladistribuzione dellecollettività straniere che si incontrano tra le realtà nordamericane ed europee, devono essere elette non soltanto attraverso la griglia spaziale della segregazione quanto, in un'ottica di complessità, anche alla luce dei diversi sistemi di welfare adottata a livello nazionale, regionale e locale. Lo spazio urbano e quindidifferente al suo interno, può essere fortemente denso, sfilacciato, interconnesso e isolato, è accessibile o negato. Può essere costituito da un solo centro o dapiù centri legati tra loro da flussi di persone, capitali, merci, informazioni. TRA CITTÀ EUROPEE E D'OLTREOCEANO → queste La stratificazione storica che ha formato le città italiane ed europee le rende profondamente diverse da quelle statunitensi e canadesi sono state spessopianificate e poi costruite, pensate e decise, non sono cresciute inglobando brandelli di storia che ne dirigevano e condizionavano losviluppo. Nelle città statunitensi, fino a qualche decennio addietro, le industrie che occupavano una fascia o un nucleo posto a confine con il centro. Nelle città vivevano anche gli operai che andavano ogni giorno a lavorare in queste industrie e, proprio per poter impiegare poco tempo nel viaggio, risiedevano nei pressi del posto di lavoro. Così, nelle città statunitensi si sono formate zone conc