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Altre funzioni della Corte costituzionale
Altre funzioni della Corte costituzionale: oltre a legittimare la costituzionalità della legge, svolge altre tre rilevanti funzioni:
- Risolve i conflitti di attribuzione tra i poteri dello Stato
- Giudica il presidente della Repubblica messo in stato d'accusa al Parlamento
- Valuta l'ammissibilità dei referendum abrogativi
Giudizio sui conflitti: se tra gli organi dello Stato, o tra lo stato e una regione sorgano conflitti di attribuzione in cui ciascuno dei soggetti coinvolti ritiene che una data competenza debba spettarle o che l'atto dell'altro sia lesivo di un proprio potere; La Corte costituzionale in questi casi è chiamata a risolvere il conflitto stabilendo attraverso una sentenza a chi spettino effettivamente le funzioni oggetto della contesa e annullando gli eventuali atti compiuti in violazione dei principi di competenza.
Conflitti tra i poteri dello Stato: art 134, la Corte costituzionale giudica sui
conflitti di attribuzione tra i poteri dello Stato, si fa riferimento al Parlamento, al governo e alla magistratura che sono titolari, rispettivamente, del potere legislativo, esecutivo e giudiziario. Al presidente della Repubblica, al Consiglio di Stato, alla Corte dei conti e alla stessa Corte costituzionale spetta un ruolo importante in questi conflitti. Il giudizio della Corte costituzionale è previsto solo per conflitti che sorgono tra organi appartenenti a poteri diversi o per atti di natura non legislativa. I conflitti tra lo Stato e le Regioni, così come tra le Regioni stesse, possono riguardare atti normativi non legislativi, come i regolamenti, gli atti amministrativi e le circolari ministeriali. Il ricorso alla Corte costituzionale deve essere presentato, per lo Stato, dal presidente del Consiglio dei ministri o da un ministro da lui incaricato, mentre per la Regione dal presidente della giunta regionale dopo unadeliberazione
giudizio sull'accusa il presidente della Repubblica: se il presidente della Repubblica viene messo in d'accusa dal Parlamento, la Corte ha il compito di giudicarlo diventando il giudice penale, in questa ipotesi la composizione della Corte si allarga e si aggiungono 16 giudici aggregati che vengono estratti a sorte da un elenco di 45 cittadini (>40 anni, formato ogni 9 anni dal Parlamento in seduta comune)
l'atto di accusa contro il presidente della Repubblica deve essere approvato a maggioranza assoluta dai parlamenti riuniti in seduta comune, se la deliberazione viene accolta si apre il giudizio presso la Corte che può disporre la sospensione della carica del capo dello Stato
istruttori, procedura: il giudizio inizia con gli in cui il presidente della Corte compie le indagini
udienza, necessarie e procede all'interrogatorio, si passa poi all' dove ha luogo il dibattimento basato sul contraddittorio tra accusa e difesa, infine la Corte si riunisce in
Camera di consiglio: decisione finale per la (devono partecipare almeno 21 giudici e deve risultare prevalente il numero dei giudici aggregati quorum costitutivo) - assolutoria.
Sentenza: deliberata maggioranza può essere (di condanna), viene quindi disposta la decadenza dall'incarico presidenziale e applica le sanzioni che ritiene migliori inappellabile compatibili con il reato commesso. La sentenza è a meno che non si scoprano fatti nuovi da cui risulti l'estraneità del presidente al reato.
Giudizio di ammissibilità: nel corso della procedura referendaria, la Corte chiamata a pronunciarsi sull'ammissibilità del referendum abrogativo (art 75 c. 2), non è ammesso il referendum per le leggi tributarie e di bilancio, mi stia ed indulto virgola di autorizzazione a ratificare trattati internazionali. La Corte può vietare l'esercizio del referendum anche se riguarda altre materie se lo ritiene incompatibile con lo spirito.
- Costituzionale
- Le regioni (3)
- Principio autonomista e la sua realizzazione
Fase dell'accentramento: il regno d'Italia adottò una forma di Stato accentrato, a tutto il territorio nazionale furono estese le competenze delle istituzioni amministrative del Regno di Sardegna, mentre gli organismi locali (province comuni) furono dotati di scarsi poteri; la scelta dell'accentramento fu dettata dall'urgenza con cui occorreva risolvere alcuni problemi essenziali, come l'unificazione dei codici civili e penali, l'introduzione di un'unica moneta, l'abolizione dei dazi che colpivano il trasferimento delle merci fra le diverse zone del paese. L'organizzazione amministrativa e militare del Piemonte fu estesa a tutta l'Italia e ogni decisione fu affidata dal potere centrale, anche gli enti locali erano soggetti al controllo governativo, dato che la nomina degli organi provinciali e comunali fu riservata al governo nazionale. La struttura accentrata.
fu rafforzata nel periodo fascistasvolta autonomista: il processo di decentramento iniziò con la stesura della Costituzione Italiana, i costituenti nell'art 5 previdero il passaggio dalla forma stato centrato a quella di Stato regionale, a tale scopo oltre a non tenere l'esistenza dei comuni e delle province, furono istituite le regioni dotate di maggiori poteri tra cui quello legislativo; più recenti sono le modifiche costituzionali che hanno condotto alla istituzione delle città metropolitane, ovvero enti locali la cui competenza si estende il territorio di una grande città e dei comuni limitrofi. L'istituzione delle regioni a statuto speciale furono inserite tra il 1945 e il 1948 quattro regioni a statuto speciale, ovvero la Sicilia, la Sardegna, il Trentino-Alto Adige/Sudtirol e la Valle d'Aosta/Vallée d'Aoste; l'organizzazione di ogni regione è determinato da uno statuto, nel caso di queste regioni a rangocostituzionale deliberato dal Parlamento con legge costituzionale. Lo statuto ha il significato di carta fondamentale, una sorta di costituzione della regione, che disciplina le attribuzioni, gli organi e il funzionamento; le regioni a statuto speciale furono dotate di una maggiore autonomia perché in alcune di esse vivevano persone di cultura e lingua non italiana e perché in altre si manifestavano pressioni autonomiste (Sardegna), la denominazione in due lingue delle due regioni in cui esiste un diffuso bilinguismo fu introdotta dalla 1. Cost. 18 ottobre 2001, n. 3, prima era utilizzata la sola denominazione in lingua italiana. Il Friuli Venezia Giulia è la quinta regione a statuto speciale, nota nel 1963 dopo il ritorno all'Italia del territorio di Trieste. Istituzione delle regioni a statuto ordinario: dopo oltre un ventennio dall'entrata in vigore della costituzione le elezioni per i loro consigli si tennero per la prima volta nel 1970, le ragioni di questo.ritardo sono riconducibili alla resistenza della burocrazia italiana e ai timori della classe politica al potere che temeva la vittoria elettorale di partiti di sinistra; nel corso degli anni 70 vennero conferite ai consigli regionali i poteri previsti dalla costituzione e alle regioni vennero trasferite risorse finanziarie e uffici prima appartenenti allo stato, questo avvenne con decreti legislativi emanati nel 1972 e nel 1977
Statuto delle regioni ad autonomia ordinaria: viene approvato e modificato dal consiglio regionale con una legge regionale approvata a maggioranza assoluta, con due deliberazioni successive distanziate da un intervallo di almeno due mesi; lo statuto può essere sottoposto al controllo della Corte costituzionale nell'ipotesi in cui il governo sollevi la questione della sua legittimità costituzionale, e poi è possibile che lo statuto sia sottoposto a referendum popolare se, entro tre mesi dalla sua approvazione, lo richiede almeno 1/5 dei membri
del consiglio regionale oppure un cinquantesimo degli elettori regionali
decentramento
evoluzione del decentramento e dell'autonomia: il consiste nell'affidare l'autonomia
una parte delle decisioni deliziare agli organi locali, mentre si riferisce al fatto che
regioni, province comuni possono produrre norme giuridiche valide sul loro territorio
principio di sussidiarietà: nel corso degli anni 90 fu disciplinata per legge l'organizzazione
legge Bassanini delle province dei comuni, nel 1997 la ha conferito agli enti locali tutte le
funzioni amministrative di interesse della comunità locale riservando allo stato quelle di
principio di interesse nazionale; Il criterio posta alla base di questa distribuzione è il
sussidiarietà (art 118), in base al quale le attività amministrative competono all'ente
territoriale più vicino ai cittadini (comune) legate ai livelli amministrativi territoriali superiori
(province, città metropolitane, regioni).
stato) solo se questi sono in grado di rendere il servizio in modo più efficace ed efficiente. Una svolta decisamente autonomista si è avuta in seguito alle l. cost. n. 1/1999 e n.3/2001 con cui sono stati riformati i rapporti tra stato e regioni a favore di un deciso decentramento. Nel 2016 il Parlamento ha approvato una riforma costituzionale orientata a ridurre le tendenze federaliste promosse dalle precedenti riforme a favore di una maggiore centralizzazione, il successivo referendum costituzionale del dicembre 2016 non ha confermato queste modifiche. Organizzazione delle regioni Organi regionali: in base all'art 121 i nonni regione operano tre organi: il consiglio regionale, la giunta e il presidente della giunta (consiglio regionale = Parlamento nazionale; giunta = governo; presidente della giunta = presidente del consiglio). Consiglio regionale: uno deliberativo e legislativo, prova le leggi regionali e può formulare proposte di legge da inviare alle camere e indirizza.l'attività politica e amministrativa delle regioni è composta dal consiglio regionale. Il consiglio regionale è composto da un numero di consiglieri che varia da 30 a 80, a seconda della popolazione della regione. L'articolo 122 prevede la possibilità per ogni regione di disciplinare per legge il proprio sistema elettorale. Si applica un sistema comune in base al quale il consiglio viene eletto ogni 5 anni dai cittadini maggiorenni della regione, utilizzando un sistema di tipo misto. I seggi regionali vengono assegnati per il 4/5 con il sistema proporzionale e per l'1/5 con il sistema maggioritario. L'assegnazione proporzionale dei seggi avviene sulla base di liste di partito. Le liste che non raggiungono il 3% dei voti, ovvero la soglia di sbarramento, non ottengono alcun seggio, a meno che non siano collegate con un candidato presidente che ha ottenuto almeno il 5% dei voti con il metodo maggioritario. L'attribuzione dei seggi avviene sulla base di liste regionali (listini) il cui capolistaÈ il candidato alla presidenza dell'organizzazione interna del consiglio regionale: p