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-LA PRIMA TOPICA

La topica freudiana è la suddivisone della psiche in diverse componenti o istanze sviluppate in

maniera differente nelle due topiche.

La prima topica si basa sul fatto che i contenuti rimossi dalla coscienza si manifestano come impulsi

incomprensibili, quest’ultimi costringono l’individuo a determinati comportamenti. Riportare questi

contenuti sotto il controllo dell’Io permette di dominare gli impulsi.

Questa ipotesi clinica si fondava su una distinzione teorica fra le tre dimensioni separate della psiche

umana:

1. Inconscio.

2. Preconscio.

3. Coscienza(l’io).

L’inconscio è dominato dal principio di piacere (mira alla soddisfazione totale dei propri desideri)

mentre l’io riconosce anche il principio di realtà (cioè fa i conti con i limiti che le circostanze

oppongono alla realizzazione dei desideri, ed è disposto a sacrificarne alcuni).

Nel preconscio la coscienza può accedere ai desideri e a tutti gli altri contesti mentali che si sono

accumulati nella vita dell'individuo e si trovano "archiviati” come memorie in uno stato intermedio

tra inconscio e coscienza. Nell'inconscio invece i contenuti non sono più accessibili direttamente, e

per riportarli alla coscienza occorre superare una forte resistenza.

LE CAUSE DELLA RIMOZIONE

Inizialmente Freud Collegava l’origine della rimozione a un trauma effettivamente avvenuto, mentre

in seguito ritenne che la sola fantasia di desideri irrealizzabili o socialmente inaccettabili bastasse a

produrre la rimozione. In ogni caso, rispetto a questi desideri la coscienza opera una vera e propria

censura: essi spariscono dalla memoria, ma lasciano traccia in fissazioni e atti che non sembrano più

avere a che fare con la situazione originaria, risultando incomprensibili.

LA LIBIDO E L’ENERGIA PSICHICA

Per comprendere come mai la separazione del desiderio dalla coscienza produce dei sintomi

patologici Freud fa uso di un’ importante ipotesi che chiama dinamica: egli afferma che alla base di

tutta la vita psichica agisce un’energia che spinge a soddisfare gli istinti basilari (ad esempio la fame

e la riproduzione).

Freud chiama questa energia “ libido”, termine latino che significa appunto “desiderio”. La

manifestazione della libido, a livello psichico, è data da pulsioni (di realizzare desideri) dirette di

volta in volta a diversi oggetti.

Quando le pulsioni non portano all’appagamento del desiderio, l’energia psichica produce una

tensione, che tende a scaricarsi per altre vie. I sintomi fisici, le “fissazioni” ossessive e altri

comportamenti incontrollati sarebbero la manifestazione di questa tensione, che si sposta verso

oggetti diversi da quello originale.

Questa concezione dell’energia psichica rimanda alla base biologica della mente. Inizialmente Freud

concepì lo studio dell’energia psichica in termini meccanicistici e nell’incompiuto “Progetto di

psicologia (1894)” elaborò un modello neurologico in cui coscienza e inconscio corrispondono a

specifiche aree del cervello, tra cui scorre questa energia, e la rimozione corrisponde a una vera e

propria barriera che ostacola il passaggio dei pensieri dall’inconscio alla coscienza.

In seguito Freud abbandonò queste ipotesi, ritenendo che allo stato attuale delle conoscenze fosse

impossibile trattare i fenomeni psichici in termini neurologici. Tuttavia egli restò sempre convinto del

fondamento biologico dei fenomeni psichici e continuò a identificare i conflitti e le tensioni portate

alla luce dalla psicoanalisi con la manifestazione di processi organici latenti che si trasferiscono nel

desiderio e sono elaborati dalla coscienza.

LA TECNICA PSICOANALITICA

Nella tecnica psicoanalitica non si mira ad annullare le pulsioni dell’individuo ma si cerca invece un

tentativo di superare le resistenze poste dalla coscienza per rendere possibile indirizzare

diversamente le pulsioni, che sono diventate sintomi patologici.

Lo psicoanalista cerca di assumere un ruolo affettivamente significativo per il paziente, in modo da

far riemergere le profonde motivazioni del suo agire, talvolta fino al punto di rivivere, sotto la guida

dello psicoanalista, le situazioni originarie che hanno portato alla rimozione: è il procedimento noto

come transfert.

Freud cominciò prima di tutto a indurre i pazienti a esprimere liberamente le proprie fantasie e i

propri pensieri – secondo la tecnica dell’associazione libera – e a raccontare i propri sogni e i propri

comportamenti, per poi analizzare questi fenomeni e cercarvi traccia dei pensieri rimossi.

-LE COSTRUZIONI PSICOANALITICHE E IL RIEMERGERE DELLA VERITÀ

Per il suo lavoro di analisi, Freud elaborava delle ricostruzioni del passato rimosso dal paziente

presentandogliele come se fossero narrazioni in cui attribuiva al paziente pensieri, desideri e

emozioni che questi avrebbe avuto in determinati episodi della sua vita.

Secondo la psicoanalisi, la corrispondenza tra la costruzione proposta e l’esperienza rimossa deve

provocare la presa di coscienza di quest’ultima nella sua forma autentica.

Successivamente, medico e paziente analizzano insieme i desideri rimossi e cercano di indirizzarli

nuovamente, in modo compatibile con la realtà. Soltanto con questo nuovo spostamento potranno

scomparire i sintomi patologici.

Quello appena descritto, secondo Freud, era un metodo efficace per moltissimi pazienti, ma egli

ammise in diverse occasioni di aver riscontrato che in alcuni casi le resistenze erano troppo forti,

confidando che in futuro una conoscenza dei meccanismi chimici del cervello avrebbe potuto aiutare

a stimolare con dei farmaci la capacità di trasformare le pulsioni.

La psicoanalisi non si presentava quindi come tecnica infallibile e del tutto alternativa agli altri

approcci medici, ma mirava a restituire una dimensione negata di sensatezza a una grandissima

quantità di casi di disagio mentale, che la medicina aveva troppo a lungo ridotto a fattori

esclusivamente fisici. Condannando i malati all’incomprensione e a trattamenti spesso inutili o

dannosi.

L’INCONSCIO E LA VITA QUOTIDIANA: SOGNI , ATTI MANCATI E SINTOMI

-L’INTERPRETAZIONE DEI SOGNI

Freud si domandò come i contenuti inconsci potessero manifestarsi in forme irriconoscibili e la prima

trattazione di questo problema si trova nell’”Interpretazione dei sogni (1900)”.

Per Freud il sogno è importante per lo studio dell’inconscio, perché è uno stato eccezionale in cui le

resistenze della coscienza vengono meno e lasciano affiorare contenuti inconsci solitamente

inaccessibili nella veglia.

In altre parole, nel sogno il paziente si illude di realizzare il proprio desiderio, rappresentandoselo in

forma camuffata. Questo determina la profonda somiglianza tra il meccanismo che produce i sogni e

quello che produce i sintomi nevrotici. Perciò lo studio dei meccanismi onirici serve a capire più in

generale la trasformazione dei contenuti inconsci.

-I MECCANISMI DEL LAVORO ONIRICO

Anche se il sogno lascia affiorare desideri inconsci, nella loro rappresentazione agisce la censura

della coscienza. Pertanto, i sogni elaborano i desideri rimossi e li presentano in una forma

modificata, che lo psicoanalista tenta di decifrare.

Questa trasformazione Freud la chiama lavoro onirico e risponde a meccanismi che si trovano in atto

anche nella formazione dei sintomi nevrotici, e che dunque regolano sempre la manifestazione dei

contenuti inconsci. I principali meccanismi sono i seguenti:

• Simbolizzazione: è la rappresentazione di un contenuto rimosso attraverso un’immagine che

lo sostitusce, alludendo a esso mediante qualche somiglianza, un’analogia o un’associazione

di idee. Per esempio, un motivo musicale può indicare che il sogno riguarda una persona che

lo cantava, e la minaccia di un mostro carnivoro può alludere al timore di una molestia

sessuale.

• Drammatizzazione: è la presentazione del desiderio e della situazione rimossa sotto forma

di immagini, o vere e proprie sequenze narrative come quelle di un dramma Teatrale o di un

film.

• Spostamento: è la tendenza a trasferire l’intensità e l’importanza emotiva di determinati

elementi ad altri elementi, in modo da aggirare la sorveglianza della coscienza. Cosi, nel

sogno possono presentarsi in primo piano particolari marginali, mentre quelli veramente

rilevanti restano sullo sfondo o svolgono ruoli secondari.

• Condensazione: si verifica quando diversi pensieri inconsci si manifestano attraverso un

singolo oggetto, che contiene alcune caratteristiche di ognuno di essi. Per esempio, diverse

persone sono rappresentate attraverso un singolo personaggio, che ha qualcosa in comune

con ognuna di loro.

L’interpretazione dei sogni, attraverso questi meccanismi di elaborazione, porta alla luce i contenuti

rimossi. Questi, per Freud, sono sempre legati in qualche modo alla sfera del desiderio sessuale

dell’individuo e Il fatto che lo stesso procedimento agisce nella decifrazione dei comportamenti

nevrotici segnala una conseguenza di enorme importanza per la psicoanalisi: casi patologici e casi

normali rispondono agli stessi meccanismi inconsci.

-GLI ATTI MANCANTI

La psicoanalisi, quindi, non ha validità nel solo ambito clinico, ma permette di svelare una

dimensione nascosta della vita psichica di qualsiasi individuo.

Freud sottolineò questo aspetto della teoria nella “Psicopatologia della vita quotidiana "esaminando

gli atti mancanti (ovvero i diversi comportamenti che solitamente non destano preoccupazione).

Questi possono essere scambi di parole (i cosiddetti lapsus linguae), dimenticanze e falsi ricordi.

Egli sostiene che questi piccoli eventi non sono mai casuali malfunzionamenti delle nostre facoltà,

ma coincidono con il venire alla luce di contenuti inconsci che, come nel sogno, sfuggono al controllo

della coscienza. Per esempio, nel romanzo La coscienza di Zeno (1925) di Italo Svevo – che si ispirava

alle teorie di Freud – il protagonista segue il corteo del funerale sbagliato: in ciò emerge il suo

inconscio risentimento verso il cognato morto, che l’amata Ada gli ha preferito come sposo.

Un’interpretazione simile è riferita, nel “Motto di spirito e la sua relazione con l’inconscio (1905)”,

alle battute che suscitano il riso. La battuta ha sempre un doppio senso, che rimanda a un contenuto

inconscio, solitamente di carattere sessuale, la cui espressione diretta sarebbe impedita alla

coscienza. Questa liberazione di un contenuto represso viene colta dall’ascoltatore e suscita il riso.

SESSUALITÀ E PULSIONI NELLO SVILUPPO DELL’INDIVIDUO

La concezione psicoanalitica dell’inconscio considera anche la sessualità come la dimensione

fondamentale del

Dettagli
Publisher
A.A. 2022-2023
10 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PSI/04 Psicologia dello sviluppo e psicologia dell'educazione

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher elevitanz di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Psicologia dello sviluppo e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Roma La Sapienza o del prof Marci Tito.