Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
EXUBERA
Proprio per le caratteristiche della membrana che sta a livello più profondo dell’apparato
respiratorio si è pensato che la somministrazione inalatoria di insulina potesse
essere un’alternativa all’iniezione. I prodotti commerciali sono prodotti nei quali
l’insulina è presente in forma solida, quindi sono polveri di insulina e la prima
formulazione approvata negli stati uniti si chiamava exubera e in questa
formulazione l’insulina è contenuta in blister che vengono inseriti all’interno di
un apparecchio, si preme in un punto e si aveva la formazione di un aerosol in
polvere in una camere del sistema e tramite il boccaglio si inalava la polvere id
insulina. Questa versione porta ad un assorbimento di insulina più veloce
rispetto alla somministrazione sottocutanea di farmaco. il sistema funzionava
bene però la compliance è stata bassa perché questo device è ingombrante è il
vantaggio legato all’assenza dell’iniezione non era compensato dalla scomodità di questa
attrezzatura.
Oggi l’evoluzione di questo sistema ha portato ad un device nel quale l’applicatore è molto
piccolo, questo si apre e si inserisce una cartuccia che contiene
l’insulina. Ci sono cartucce di due tipi diversi che hanno 2 dosaggi
diversi. Si espira e poi si prende il device, si inclina e si inspira. Si fa
più volte in funzione del dosaggio richiesto.
La somministrazione polmonare di insulina è un’alternativa alla
somministrazione di insulina a pronto rilascio, quindi non è un
sostituto dell’insulina a lento rilascio.
Dal punto di vista formulativo le particelle di farmaco (insulina) sono assorbite su microparticelle
del fumaril dichetopiperazina. L’insulina è adsorbita dalla superficie che è ampia e non appena la
microparticella arriva a livello polmonare si scioglie immediatamente e questo permette di
ottenere subito un elevato gradiente di concentrazione.
Somministrazione nasale
Al livello della mucosa nasale abbiamo una regione vestibolare che ha la funzione di filtrare e
riscaldare l’aria in entrata, una regione respiratoria
che ha le dimensioni maggiori, la vascolarizzazione
in questa regione è elevata e la mucosa è sottile, di
20-30micron. I questa regione avviene
l’assorbimento dei principi attivi. Infine, c’è una
regione olfattiva che si trova nella parte più alta
della cavità nasale e in questa regione arrivano gli
assoni delle cellule olfattive, assoni che poi
passando attraverso la lamina cribrosa arrivano al
bulbo olfattivo.
Se utilizziamo la via nasale abbiamo i vantaggi tra
cui quello che non c’è il metabolismo del primo
passaggio epatico e inoltre abbiamo un epitelio sottile e moto vascolarizzato quindi anche la via
nasale viene effettuata quando abbiamo bisogno di un assorbimento rapido di farmaci. Rispetto
alla via polmonare la permeabilità è più bassa e anche l’area a disposizione per l’assorbimento è
inferiore. C’è poi la possibilità di raggiungere il sistema nervoso centrale tramite questa via diretta.
I limiti sono due, l’area di assorbimento che è relativamente limitata e l’altro problema è che non è
una via adatta ad una somministrazione cronica o troppo frequente perché eè bene non
interferire con i meccanismi di clearance mucociliare che caratterizzano questa membrana
micotica.
La permeabilità è elevata e infatti troviamo anche la somministrazione di peptidi come la
calcitonina e anche la desmopressina.
La somministrazione nasale può essere ottimizzata usando le nanoparticelle che sono in grado di
permeare attraverso il muco in modo da interagire con le cellule epiteliali.
Come somministriamo nanoparticelle?
O ho la sospensione colloidale che spruzzo al livello della cavità nasale, oppure se voglio una forma
farmaceutica solida preparo microparticelle che a contatto con il muco danno origine a delle
nanoparticelle.
La quantità e la velocità con cui un principio attivo viene assorbito attraverso la mucosa nasale
determinano l'efficacia terapeutica della somministrazione nasale.
Si è visto che non sono soltanto gli assoni delle cellule che fanno poi capo al bulbo olfattivo, ma
anche il nervo trigemino, quindi il passaggio dalla cavità nasale al sistema nervoso centrale corre
lungo o le cellule del bulbo olfattivo (che è lento) o anche il nervo trigemino.
L’ultima considerazione riguarda l’utilizzo di vettori di dimensioni nanometriche, in questo caso è
stato dimostrato che tramite i vettori nanoparticellari aumenta la quantità di farmaco che
troviamo nel sistema nervoso centrale, ciononostante non sembra che le nanoparticelle per
quanto piccole possano migrare e raggiungere il sistema nervoso centrale, quindi non è chiaro il
meccanismo.
Somministrazione oculare (non è alternativa ma locale)
Le patologie oculari sono in continuo aumento. L’incidenza delle patologie oculari è in aumento
perché correlata con l’invecchiamento della popolazione, con il diabete (al momento sta
aumentando la sua incidenza) è correlata all’inquinamento atmosferico ed è correlata all’uso di
lenti a contatto da una parte e anche il continuo utilizzo di device elettronici.
Sono trattate quasi esclusivamente tramite una somministrazione locale, questo perché quella
sistemica avrebbe bisogno di dosaggi estremamente elevati con conseguente insorgenza di effetti
collaterali, cioè in seguito a somministrazione sistemica le quantità di farmaci che arrivano a livello
oculare sono molto bassi, questo perché esiste anche una barriera ematoftalmica.
Il bulbo oculare è fatto da 3 tonache che dall’esterno verso l’interno sono:
1) Di natura connettivale che è costituita
da cornea e sclera
2) Vascolare, costituita dall’uvea e
dall’iride
3) Nervosa, che è la retina
La sclera è lo strato bianco che mantiene la
forma dell’occhio, anteriormente la sclera si
continua nella cornea che è trasparente. La
cornea e la sclera hanno la stessa
composizione, solo che le fibre di collagene
sono organizzate in maniera diversa.
Più internamente c’è lo strato vascolare
(uvea) che si chiama anche coroide, che
contiene i vasi sanguigni. Questo tessuto si continua poi nell’iride che è quello che contiene i
pigmenti. Ha un tessuto muscolare che delimita la pupilla. Andando in profondità c’è la retina
che è di natura nervosa e converte le immagini in impulsi elettrici ed è quindi responsabile
della visione. La macula è una porzione della retina nel quale abbiamo la visione più nitida.
Infine, il cristallino è una strutta biconvessa che serve per la messa a fuoco delle immagini.
All’interno del bulbo oculare troviamo delle camere:
• anteriore, che si trova tra la cornea e l’iride
• posteriore, che è molto piccola e si trova tra l’iride e il cristallino
• umor vitreo, che si trova nel segmento posteriore e riempie il bulbo oculare
la congiuntiva è una membrana mucosa che ricopre a parte interna delle palpebre e ricopre la
sclera visibile, la cornea non è coperta dalla congiuntiva. Questa è vascolarizzata, quindi ci passano
tutti i capillari. Sulla superficie della congiuntiva e della cornea è presente un film lacrimale che
viene distribuita su tutta la superficie grazie al movimento delle palpebre. Questo film ha funzione
d protezione e lubrificazione ed è fatto da tre strati:
1) strato lipidico, si trova verso l’esterno, e serve per favorire lo spreading, e quindi la
copertura della superficie e riduce l’evaporazione dell’acqua.
2) strato acquoso, che contiene le mucine solubili
3) strato mucosa, troviamo elle mucine legate
Ognuno di questi elementi (lipidi, acqua, muco) viene prodotto da cellule diverse.
Il segmento anteriore dell’occhio è quello che comprende la lente e tutto quello che c’è davanti.
E quindi le patologie sono di vario genere, dalle
congiuntiviti, alle cheratiti, la sindrome dell’occhio
secco, ulcere a livello della cornea o vari tipi di
infiammazioni o infezioni
Per quanto riguarda il segmento posteriore
sicuramente abbiamo degenerazioni legata all’età,
al diabete, infezioni, qualche caso di tumore
oculare e il glaucoma che è una patologia che si può
trattare trattando per applicazione locale tramite
l’utilizzo dei colliri. Il glaucoma dà perdita
irreversibile della vista, è la seconda causa di cecità
nel mondo, la prima è la cataratta.
A seconda della localizzazione della patologia, cambia la modalità di somministrazione.
Se il target è il segmento anteriore, la somministrazione si effettua per applicazione topica della
formulazione nel sacco congiuntivale o sulla cornea. Quindi è una somministrazione locale e non
invasiva.
Se il target è localizzato nel segmento posteriore, la somministrazione è invece invasiva, quindi
iniettiva di tipo parenterale che può essere o un’iniezione nel bulbo oculare o un’iniezione intorno
al bulbo oculare.
Trattamento del segmento anteriore
In alcuni casi il target si raggiunge molto facilmente, come ad esempio congiuntiviti o ulcere
corneali. Diversi dono i problemi se il target è localizzato nella parte profonda della cora, o della
cornea, o nell’umor vitreo. Il farmaco deve quindi attraversare la cornea per arrivare al tessuto
target, in questo caso la somministrazione è più problematica perché la cornea ha delle ottime
proprietà di barriera, quindi abbiamo una parte centrale che si chiama stroma e che ha una
composizione che è sostanzialmente uguale a quella della sclera, quindi è tessuto connettivo, ma
abbiamo sulla superficie esterna un epitelio pluristratificato. Il primo problema è il tempo di
permanenza limitato nel sacco congiuntivale, mettiamo una goccia di collirio ma questo viene
eliminato sia perché il volume disponibile nel sacco congiuntivale è inferiore al volume di una
goccia, ci può essere un pò di lacrimazione indotta che favorisce l’allontanamento della soluzione,
la soluzione in eccesso viene drenata attraverso il dotto naso lacrimale, in più ci può essere anche
un assorbimento attraverso la congiuntiva. Quindi il farmaco che va nel dotto naso lacrimale e il
farmaco che entra nei capillari della congiuntiva è perso e può dare effetti collaterali a livello
sistemico. In tutti i colliri abbiamo l’indicazione di comprimere per
almeno un minuto l’occhio