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Forme di appartenenza all'heredium
Anticamente esisteva un istituto che prevedeva l'assegnazione da parte del re di un terreno a ciascun capo famiglia. Questo istituto costituisce dunque la prima forma di proprietà individuale. Alla morte del capo famiglia, Gaio descrive una forma di comproprietà per la quale ciascun erede diviene proprietario del tutto e può quindi liberare lo schiavo o vendere la cosa senza che gli altri possano impedirglielo. Con la diffusione della teoria atomistica, secondo la quale tutto è divisibile, viene introdotto in seguito il concetto di quota, che permette le regole della pienezza e dell'esclusività che caratterizzano la proprietà. Si poteva essere proprietario o per il diritto dei quiriti (antichi abitanti della città) o avendo la cosa tra i propri beni (in bonis habere). Al possessore che però aveva pagato e aveva pattuito con il venditore un'alienazione a titolo definitivo gli venne fornito.
uno strumento giudiziario che glipermetteva di difendersi anche di fronte al proprietario del diritto basato sulla buonafede. Due modi per acquistare i beni: un modo di diritto naturale (traditio), e un altrodi diritto civile (mancipatio, usucapione). I contratti nel diritto romano creanoesclusivamente effetti obbligatori. Per avere effetti reali occorrono atti che abbianocaratteristiche diverse: la traditio non è altro che la consegna della cosa. Finchè ilcompratore non passa il prezzo e il venditore non passa la cosa noi abbiamo soloeffetti obbligatori. Nelle province orientali dell'impero non necessitava la consegnaperchè il contratto di per sé generava effetti reali, allora l'imperatore Dioclezianoemanò una legge nell'anno 293, secondo la quale la proprietà non si trasmetteva con icontratti ma con la traditio, per dare uniformità a un impero che si stava sfasciando.C'è anche una terza forma diproprietà che riguarda le terre provinciali di proprietà dell'imperatore o del popolo romano, ma che sono date in uso ai provinciali, dietro pagamento di un tributo.
Codice civile francese schematizza i beni: la regola è che i beni appartengano sempre a qualcuno e l'altra regola è che i beni appartengono ai privati, il resto è residuale, somiglia a quello che Gaio aveva spiegato. Codice civile italiano del '42 si allontana dal codice francese, ha maggiori confini di vicinanza con il codice tedesco. Codice francese articolo 543: si può avere un diritto di proprietà, un semplice diritto di godimento o soltanto diritti fondiari. L'articolo 544: la proprietà è il diritto di godere e disporre delle cose nella maniera più assoluta. Codice civile italiano del '42, art.832: per allontanarsi dal francese non si definisce la proprietà ma il proprietario, entrano due caratteri propri del dominio romano: la
pienezza el’esclusività. Costituzione italiana articolo 42: la proprietà è pubblica o privata,abbiamo nella costituzione ciò che nel codice non c’è, sembrerebbe che la proprietàprivata possa differire in qualche modo dai caratteri della proprietà pubblica. Perl’acquisto dell’appartenenza, nel codice civile tedesco la soluzione è proprio quellaantica cioè della distinzione tra gli effetti del contratto e gli effetti della consegna: glieffetti del contratto di compravendita sono obbligatori, non sono reali, perché l’effettoreale dell’acquisto della cosa può avvenire solamente attraverso la consegna.Repubblica francese, articolo 1583: la proprietà è acquistata di diritto dall’acquirenteverso il venditore nel momento in cui ci siamo messi d’accordo anche se la cosa nonsia stata ancora consegnata e il prezzo pagato. Il contratto di compravendita
nel codice francese ha effetti reali.Codice civile italiano: il contratto di compravendita ha di regola effetti reali, può avere effetti obbligatori.
Nel diritto romano esistono due figure di possesso: la disponibilità materiale della cosa, che i romani chiamano corpus, e la volontà da parte del possessore di tenere la cosa presso di sé come se fosse propria, cioè l'animus.
Codice civile italiano, articolo 844: il proprietario di un fondo non può impedire le emissioni derivanti dal fondo del vicino se non superano la normale tollerabilità.
Articolo 2043: il risarcimento del danno.
Obbligazioni
L'obbligazione è quel dovere giuridico per il quale una parte detta debitore deve tenere un comportamento specifico nei confronti di un'altra parte che si chiama creditore.
La definizione di obbligazione del codice italiano non c'è, mentre nel diritto romano ci sono due definizioni di Paolo e Giustiniano. Quella di Paolo
Il testo fornito consiste nel costringere altri verso di noi a dare, a fare, a prestare un servizio. L'obbligazione è dunque descritta dalla prospettiva del creditore. Per Giustiniano l'obbligazione è un vincolo giuridico per effetto del quale noi ci troviamo costretti dalla necessità di eseguire una prestazione. Qui è descritta dalla prospettiva del debitore, e in aggiunta l'obbligazione deve avere un contenuto giuridico. Per Gaio le obbligazioni possono nascere da contratto e da delitto. Per Giustiniano i delitti sono tipici e sono quattro: furto, rapina, iniuria (sia morale che fisica) e danneggiamento. Nelle obbligazioni da delitto la soddisfazione dell'offeso è secondaria perché l'obiettivo primario della pena è punire il reo. Nelle obbligazioni da contratto la soddisfazione del creditore invece è primaria. Successivamente Gaio individua una terza categoria di atti che da sé generano obbligazioni, pur senza l'accordo.
Come ad esempio la “indebiti solutio” (pagamento dell’indebito), nella quale un individuo ritenendo erroneamente di essere debitore di tizio va da tizio e adempie alla sua obbligazione. Tizio credendo erroneamente di essere creditore riceve il pagamento. L’obbligazione, dunque, consiste nel dovere di tizio di restituire quanto erroneamente gli fu pagato. Giustiniano le divide in quattro: obbligazioni da contratto, da misfatto (cioè delitto, perché infatti i delitti sono gli stessi), i quasi contratti e i quasi delitti. I quasi contratti non sono contratti ma è come se lo fossero (es. indebiti solutio). I quasi delitti sono quelle figure antigiuridiche che colpiscono gli interessi degli individui, non del gruppo, ma che non sono inseriti nel novero dei delitti (non rientrano cioè nelle 4 categorie tipiche). Codice civile tedesco: in virtù dell’obbligazione il creditore ha il diritto di pretendere una prestazione dal debitore.
(prospettiva analoga a Paolo). Nel codice francese la parola contratto non appare, c'è un suo sinonimo, cioè la convenzione. Secondo questo, le obbligazioni nascono o dalla legge o da un fatto proprio di chi si obbliga. Il legislatore italiano nel 1865 traduce il codice francese, quindi riporta la sua stessa visione. Invece nel codice civile italiano del 1942, articolo 1173, le obbligazioni derivano da contratto, da fatto illecito o da ogni altro atto o fatto idoneo a produrle. Questa è una scelta che lo stacca visibilmente dalla esperienza giustinianea. Per Labeone gli atti che producono obbligazioni sono suddivisi in tre gruppi: atti compiuti, atti gestiti e atti contratti. L'atto è un termine generale, genera l'obbligazione, ma che per esistere necessita di modalità specifiche che lui individua nelle parole e nelle cose. Se ci sono obbligazioni reciproche questi atti sono contratti, mentre gli altri atti in cui l'obbligazione è unilaterale,
Sono o compiuti o gestiti. Un paio di esempi degli atticompiuti sono la stipulazione e il mutuo. Sesto pedio afferma che anche la stipulazione che si realizza con le parole se non comprende il consenso è nulla.
Contratto
Secondo Sesto Pedio, il consenso è alla base di tutti i contratti, senza di esso il contratto è nullo. Il consenso è un incontro di almeno due volontà, quindi non è da confondere con il termine "volontà". Gaio introduce quattro generi di contratto, secondo i quali si contrae o con la cosa o con le parole o con gli iscritti o col consenso (rispettivamente contratti reali, verbali, letterali e consensuali). Codice civile francese, articolo 1101: il contratto è una convenzione tramite la quale una o più persone si obbligano verso una o più altre a dare, a fare o a non fare qualcosa (ci sono le prospettive di Gaio per il consenso, di Labeone per la reciprocità e di Paolo per il dare e fare).
Codice civile spagnolo, articolo 1254: il contratto esiste da che una o più persone consentono ad obbligarsi (prospettiva di Sesto Pedio per l'accordo, di Labeone per la reciprocità).
Codice civile tedesco: l'accordo deve essere inteso in senso generale astratto, cioè deve essere su ogni contenuto del contratto.
Codice italiano del 42: il rapporto giuridico deve essere patrimoniale.
All'inizio gli schemi contrattuali erano pochissimi, ma con il tempo l'essere umano ha cercato di accomodare i propri interessi anche al di là degli schemi. Dunque, la prima soluzione fu aumentare il numero degli schemi di volta in volta, e nel primo secolo a.C. maturano la convinzione che il numero degli schemi abbia raggiunto la sua quota massima. Giustiniano, nel paragrafo 18 della Costituzione Tanta afferma che è solo la realtà divina che è perfetta ma quella umana è in continuo movimento, quindi sorgeranno prima o poi nuovi.
Affariche oggi non sono disciplinati giuridicamente e quando ciò avverrà, bisognerà rivolgersi con fiducia all'imperatore. Aristone che cita Ulpiano afferma: quando in base al nostro accordo abbiamo messo in piedi una causa che però non trova corrispondenza in uno schema tipico preesistente, comunque questa causa crea un'obbligazione. Iniziano a nascere schemi non tipici secondo il concetto di sinallagma dove le obbligazioni sono funzionalmente collegate fra loro; quindi, ecco che i romani creano il presupposto fondamentale per disciplinare comunque la libertà dei privati di muoversi nell'ambito dei loro interessi fuori dagli schemi preordinati. Allora tutti gli accordi dei quali si combina il dare e il fare generano obbligazione in capo solamente a colui che dovrà corrispondere alla prestazione (contratti innominati). Codice civile francese, articolo 1107: c'è una disciplina minima che riguarda tutti i contratti, mentre le
i stabilire le regole contrattuali, purché non siano contrarie alla legge o all'ordine pubblico. Tuttavia, esistono alcune norme generali che si applicano a tutti i contratti, indipendentemente dalla loro natura. Ad esempio, il codice spagnolo richiede che i contratti siano stipulati da persone con capacità giuridica. Ciò significa che le persone devono essere maggiorenni e non devono essere soggette a incapacità legale, come ad esempio l'incapacità di agire o l'incapacità di intendere e volere. Inoltre, il codice spagnolo richiede che i contratti siano basati su un consenso libero e volontario delle parti. Ciò significa che le parti devono essere d'accordo sulle condizioni del contratto senza essere soggette a coercizione o inganno. Il codice spagnolo richiede anche che i contratti siano redatti in modo chiaro e comprensibile. Ciò significa che le clausole contrattuali devono essere scritte in modo semplice e accessibile, in modo che le parti possano comprenderle pienamente. Infine, il codice spagnolo richiede che i contratti siano eseguiti in buona fede. Ciò significa che le parti devono agire in modo leale e onesto durante l'esecuzione del contratto, evitando comportamenti fraudolenti o sleali. Queste sono solo alcune delle regole generali che si applicano ai contratti in base al codice spagnolo. Tuttavia, è importante notare che esistono anche regole specifiche per determinati tipi di contratti, come ad esempio i contratti di compravendita, i contratti di locazione o i contratti di lavoro.