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CLINICA OCULISTICA

Docente: Alessandro Autelitano

  • tonaca intermedia (tonaca vascolare o uvea)
    • L'uvea comprende la coroide, il corpo ciliare e l'iride.

Coroide

La coroide è un supporto per la retina ed è molto vascolarizzata (struttura sanguigna spugnosa), proprio per nutrire l'epitelio retinico.

Corpo ciliare

Il corpo ciliare è la struttura oculare deputata sia alla produzione dell'umor acqueo, che al controllo dell'accomodazione (messa a fuoco delle immagini). Attraverso il muscolo ciliare, infatti, questa parte dell'uvea agisce regolando la curvatura del cristallino, al quale è collegata attraverso i legamenti sospensori del cristallino (fibre zonulari).

Iride

L'iride è la parte anteriore della tonaca vascolare ed è l'unica componente dell'uvea ad essere visibile attraverso la cornea. Questa struttura appare come una sottile membrana dalla forma anulare, posta come un

Il bulbo oculare è costituito da diverse strutture:

  • tonaca esterna (o tonaca fibrosa): composta dalla cornea e dalla sclera. La cornea è la parte anteriore trasparente del bulbo oculare, mentre la sclera è la parte bianca e resistente che lo riveste posteriormente.
  • tonaca media (o tonaca vascolare): composta dall'iride, il corpo ciliare e la coroide. L'iride è la parte colorata dell'occhio, che regola la quantità di luce che entra nel bulbo oculare attraverso la pupilla. Il corpo ciliare è responsabile della produzione dell'umore acqueo e dell'accomodazione del cristallino. La coroide è uno strato vascolare che fornisce nutrimento alla retina.
  • tonaca interna (o tonaca nervosa): rappresentata dalla retina, che riveste completamente l'interno del bulbo oculare. La retina è il tessuto nervoso dell'occhio, composto da fotorecettori, cellule di sostegno, neuroni e vasi sanguigni.

La cornea è la parte anteriore trasparente del bulbo oculare, che permette il passaggio della luce all'interno dell'occhio. La cornea è composta da diversi strati di tessuto e ha un ruolo importante nella messa a fuoco dell'immagine sulla retina.

La sclera è la parte bianca e resistente che riveste posteriormente il bulbo oculare. La sclera fornisce protezione e sostegno all'occhio.

L'iride è la parte colorata dell'occhio, che regola la quantità di luce che entra nel bulbo oculare attraverso la pupilla. L'iride presenta un forame centrale chiamato pupilla, il cui diametro può essere modificato grazie ai muscoli sfintere e dilatatore, a seconda dell'intensità della luce. Inoltre, l'iride è responsabile del caratteristico colore dei nostri occhi.

La retina è il tessuto nervoso che riveste completamente l'interno del bulbo oculare. È composta da fotorecettori, cellule di sostegno, neuroni e vasi sanguigni. I fotorecettori sono i recettori in grado di registrare gli stimoli luminosi. Le cellule di sostegno e i neuroni modulano le informazioni sensitive generate dalla stimolazione dei fotorecettori. I vasi sanguigni irrorano i tessuti di rivestimento della cavità posteriore della retina.

circa 100/130 milioni di fotorecettori, ciascuno dei quali controlla una determinata porzione retinica. I fotorecettori contraggono sinapsi con circa 6 milioni di neuroni bipolari, la cui attività varia in risposta al tipo di neurotrasmettitore rilasciato dai fotorecettori attivati.

I neuroni bipolari, a loro volta, contraggono sinapsi con i neuroni multipolari (o cellule gangliari).

Gli assoni di circa 1 milione di neuroni multipolari si riuniscono in un unico fascio, ovvero il nervo ottico, il quale si diparte posteriormente verso l'encefalo per portare il segnale a livello corticale. A livello corticale il segnale viene dunque elaborato e gli viene conferito un significato.

Mezzi diottrici dell'occhio

I mezzi diottrici dell'occhio sono formazioni localizzate all'interno del bulbo oculare per il miglioramento della trasmissione dei raggi luminosi e la convergenza di questi sulla retina.

Il diottro oculare è dunque l'insieme

delle strutture che concorrono alla realizzazione dell'immagine visiva. - L'immagine visiva si forma quando i raggi luminosi che provengono dall'esterno vanno a stimolare i fotorecettori presenti sulla retina. I raggi luminosi possono pertanto concorrere correttamente alla formazione di un'immagine visiva solo quando sono resi convergenti sulla retina. CLINICA OCULISTICA Docente: Alessandro Autelitano - I mezzi diottrici dell'occhio sono: 1) Cornea: la cornea può essere annoverata fra i mezzi diottrici oculari in quanto, oltre ad avere una funzione protettiva, costituisce anche la prima lente che viene attraversata dai fasci luminosi. - La cornea svolge una funzione refrattiva, ovvero concorre a comprimere i raggi luminosi in un unico punto. - La cornea è

una lente concava - convessa in quanto è convessa nella sua parte esterna nell'occhio attraversae concava nella sua parte interna. mezzi diversi prima di- La cornea ha un alto indice di refrazione, ovvero un alto potere di convergenza sui convergere sulla retina.raggi luminosi.

2) Camere anteriore, camera posteriore e umor acqueo- La camera anteriore è quello spazio delimitato anteriormente dalla cornea e posteriormente dall'iride.- La camera posteriore è delimitata dall'iride e dalla capsula anteriore del cristallino.- L'umore acqueo riempie le due camere. È un liquido incolore, prodotto dai processi ciliari.

3) Corpo vitreo- Il corpo vitreo è una sostanza gelatinosa e trasparente.- È il mezzo diottrico più voluminoso dell'occhio. Occupa tutta parte della cavità del globo oculare fra ilcristallino, il suo sistema sospensore e la retina.- È trasparente e aderisce perfettamente alla retina, e ha

due funzioni:

  • nutritiva nei confronti della retina;
  • morfostatica, cioè mantiene il bulbo oculare tonico e tondo.

4) Cristallino

Il cristallino è la seconda lente naturale che la luce incontra dopo la cornea, prima di raggiungere la retina.

Anche il cristallino ha la funzione refrattiva di portare i raggi luminosi a fuoco sulla retina.

Il cristallino è una lente convergente di forma biconvessa.

Attraverso tali strutture diottriche i raggi luminosi vengono fatti convergere in un punto focale localizzato sulla retina, vengono cioè resi puntiformi.

Nell'immagine a lato è possibile osservare due diverse situazioni:

  • nell'immagine in alto i raggi luminosi provengono da un punto infinitamente lontano dall'osservatore;
  • nell'immagine in basso i raggi luminosi provengono da un punto vicino all'osservatore.

Risulta pertanto evidente come sia necessario un adattamento dei mezzi diottrici al fine di mantenere i

rifrazione del cristallino è ridotto. In questo caso, il cristallino è meno convesso e la sua distanza focale è maggiore. Quando si guarda un oggetto vicino, i raggi luminosi che raggiungono il cristallino sono più divergenti e il cristallino diventa più convesso, riducendo la sua distanza focale. Questo processo di adattamento del cristallino alla distanza dell'oggetto osservato è chiamato accomodazione. Durante l'accomodazione, i muscoli ciliari, situati attorno al cristallino, si contraggono o rilassano per modificare la forma del cristallino. Quando si guarda un oggetto da vicino, i muscoli ciliari si contraggono, rendendo il cristallino più convesso. Al contrario, quando si guarda un oggetto lontano, i muscoli ciliari si rilassano, rendendo il cristallino meno convesso. Grazie all'accomodazione, i raggi luminosi convergono nel punto focale della retina, consentendo una visione nitida dell'oggetto osservato. Questo processo avviene in modo automatico e continuo, permettendoci di vedere chiaramente oggetti a diverse distanze. In conclusione, l'accomodazione è il processo attraverso il quale il cristallino modifica la sua forma per adattarsi alla distanza dell'oggetto osservato, consentendo la convergenza dei raggi luminosi nel punto focale della retina e garantendo una visione nitida.rifrazione necessario per focalizzare le immagini sulla retina deve essere basso. Il cristallino deve essere, quindi, relativamente appiattito (lente più debole). CLINICA OCULISTICA Docente: Alessandro Autelitano Al contrario, le onde luminose riflesse da un oggetto vicino divergono quando raggiungono l'occhio; in questo caso, è necessario una lente più rotonda, per aumentare il potere di rifrazione e far convergere i raggi sulla retina. - La forma del cristallino è controllata dal muscolo ciliare: • quando il muscolo ciliare è a riposo, la tensione esercitata dai legamenti sospensori supera la resistenza elastica intrinseca della capsula e piega il cristallino, rendendolo di forma appiattita. • quando il muscolo ciliare si contrae, il corpo ciliare si sposta verso la lente, la tensione dei legamenti sospensori si riduce e il cristallino assume una forma quasi sferica. - L'accomodazione è sotto il controllo del sistema nervoso.

autonomoparasimpatico che attiva la contrazione del muscolo ciliare per lavisione da vicino. In assenza di attività parasimpatica, il muscolociliare si rilascia.

VIZI REFRATTIVI- In condizioni normali i raggi luminosi vanno a confluire a livello del pianoretinico.› Nell’occhio normale tutto il sistema diottrico è per cui strutturato in modo cheil punto focale sia localizzato sul piano passante per la retina.- Tuttavia, esistono condizioni in cui il punto focale è localizzato su un pianodiverso da quello retinico. Ciò da luogo ai cosiddetti vizi refrattivi, checostituiscono di fatto dei difetti visivi:

  • Ipermetropia- Nell’occhio ipermetrope il punto focale va a cadere posteriormente al pianoretinico.- Così i raggi luminosi, nel momento in cui incontrano la retina, non sono ancorasufficientemente a fuoco, ovvero non sono abbastanza puntiformi. Il soggettoipermetrope percepisce così l’immagine visiva come sfocata.

La correzione dell'ipermetropia avviene attraverso una lente a potere convergente (positivo). Si va così ad aumentare il potere convergente del sistema oculare e a far sì che il punto focale coincida con il piano retinico.

Nella miopia il sistema diottrico fa sì che il punto focale sia localizzato anteriormente al piano retinico. In questo caso per correggere il problema si utilizzerà una lente a potere divergente (negativo) in modo tale che i raggi convergano in un punto posteriore rispetto a quello originario e coincidente con il piano retinico.

L'astigmatismo è dato dalla maggiore accentuazione di un meridiano corneale rispetto agli altri. I raggi luminosi che incidono su tale meridiano vengono trascinati in modo diverso rispetto agli altri e ciò fa sì che non convergano più su un punto bensì su una linea. Pertanto, i raggi luminosi al posto che

generare un punto luminoso formano una linea luminosa che può collocarsi:

  • posteriormente al bulbo astigmatismo ipermetropico
  • anteriormente al bulbo astigmatismo miopico

Nel caso dell'astigmatismo ipermetropico e miopico si utilizzano lenti correttive con una duplice azione per rendere i raggi luminosi convergenti in un punto focale anziché su una linea focale e per portare tale punto in corrispondenza del piano retinico.

CLINICA OCULISTICA

Docente: Alessandro Autelitano

FOTORECETTORI

Premessa...

  • Condizioni fotopiche - presenza di luce
  • Condizioni mesopiche - poca luce
  • Condizioni scotopiche - assenza totale di luce.

Nel buio completo nessun fotorecettore risponde ad alcun tipo di stimolo. Occorre sempre un minimo di luminanza.

Dettagli
Publisher
A.A. 2020-2021
13 pagine
SSD Scienze mediche MED/09 Medicina interna

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher andrecarbo99 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Oculistica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Milano o del prof Auteliano Alessandro.