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IPERTENSIONE ARTERIOSA

L'ipertensione arteriosa è una condizione caratterizzata dall'elevata pressione del sangue nelle arterie, che è determinata dalla quantità di sangue che viene pompata dal cuore e dalla resistenza al flusso del sangue.

I valori di normalità (ideali) della pressione arteriosa, per soggetti tra i 18 e gli 80 anni, sono di 120/80.

In ogni caso è importante che i valori di pressione arteriosa restino al di sotto dei 140/90. Ovviamente soggetti con un'età oltre gli 80 anni potranno anche avere valori di pressione arteriosa leggermente oltre 140/90 ma il target per la popolazione generale deve essere quello.

L'ipertensione arteriosa è il fattore di rischio cardiovascolare più diffuso nel mondo.

In Italia ci sono circa 16 milioni di pazienti ipertesi.

In tutto il mondo ci sono più di 1 miliardo di ipertesi.

Il principale fattore di rischio per moltissime malattie cardiovascolari è la pressione arteriosa alta. Questa danneggia i vasi e determina un insieme di problematiche che prendono il nome di danno d'organo.

Il danno d'organo è definito come le modificazioni indotte sul cuore, sulle arterie della retina, sui tronchi sovra-aortici, sul rene e sul cervello dai valori pressori elevati.

Un altro fattore di rischio importante è quello dello scompenso cardiaco. Anche noi fisioterapisti possiamo fare tanto per migliorare la condizione dei pazienti con scompenso cardiaco.

I pazienti con scompenso cardiaco sono soggetti il cui cuore non è in grado di pompare una quantità di sangue adeguata alle esigenze dell'organismo. Questi pazienti sono moltissimi e gli scompensi cardiaci sono considerati una potenziale

emergenza epidemica del prossimo secolo.› Come è già stato ribadito in precedenza infatti la popolazione sta invecchiando e sta aumentando anche la percentuale di soggetti obesi o in sovrappeso.› È importante osservare che anche i costi economici necessari a combattere gli scompensi cardiaci sono assolutamente non indifferenti.

DIABETE MELLITO DI TIPO 2

  • Il diabete mellito di tipo 2 è una patologia che, sempre per i fattori di rischio precedentemente detti (sedentarietà, sovrappeso, fumo, …), sta prendendo sempre più piede.
  • I pazienti con diabete mellito di tipo 2 sono inoltre pazienti complicati, solitamente con una lunga serie di comorbidità.
  • Il diabete mellito di tipo 2 è un fattore di rischio per le patologie cardiovascolari, in particolare:
    • infarto
    • ictus
    • ipertensione arteriosa
    • claudicatio intermittens, per occlusione dei vasi inferiori
  • Il diabete mellito, cosìcome gli scompensicardiaci e l'ipertensione, è largamente presente in ogni fascia d'età. Tuttavia, l'incidenza del diabete mellito di tipo 2 aumenta con l'anzianità ed uno stile di vita scorretto.

    LINEE GUIDA

    La prevenzione cardiovascolare (CV) viene definita come una serie di azioni coordinate intraprese a livello di popolazione e individuale, volte ad eliminare o ridurre al minimo l'impatto delle malattie cardiovascolari (MCV) e delle relative disabilità.

    Le linee guida consistono in una serie di obiettivi che rappresentano il minimo indispensabile per ottenere una buona correzione dei fattori di rischio.

    • Fumo: Non bisogna fumare nemmeno una sigaretta, nemmeno quelle elettroniche!
    • Dieta:
      • La dieta deve essere povera in grassi saturi. I formaggi che si trovano a poco prezzo nei supermercati sono spesso quelli con la maggiore concentrazione di grassi saturi.
      • Mediamente occorre aumentare il consumo di cereali.

    vegetali, frutta e pesce.

    • Attività fisica
      • Il numero di passi giornaliero deve essere almeno attorno ai 15.000.
      • L'attività fisica deve essere almeno di 150 minuti a settimana se consistente in attività aerobica moderata.
      • In alternativa, l'attività fisica può essere di 75 minuti alla settimana se consistente in attività aerobica vigorosa.
    • BMI
      • Il valore di BMI deve essere compreso tra 20 e 25.
    • Giro vita
      • Il giro vita deve essere <94cm per gli uomini e <80cm per le donne.
    • HbA1c (emoglobina glicata)
      • L'emoglobina glicata si forma quando nel sangue si accumula troppo glucosio.
      • L'emoglobina glicata è un parametro che rispecchia la concentrazione degli zuccheri nel sangue negli ultimi tre mesi. Pertanto, l'emoglobina glicata permette di sapere se la glicemia ha superato i livelli di "guardia" nelle persone diabetiche o a
    rischio di diventarlo.

    Il valore di emoglobina glicata, per quanto concerne le patologie cardiovascolari, dovrebbe essere inferiore al 7%.

    Domanda: perché si misura l'emoglobina glicata e non semplicemente la glicemia?

    In parole povere, il valore della glicemia è più fluttuante nel breve periodo rispetto a quello dell'emoglobina glicata che è invece un parametro abbastanza stabile.

    Analizzare il valore di emoglobina glicata ci permette di comprendere la concentrazione di glucosio nel sangue del soggetto nelle ultime settimane e non nelle ultime ore.

    FUMO

    Anche una sigaretta al giorno è considerata fumo attivo.

    Bisogna smettere di fumare del tutto!

    DIETA

    COLESTEROLO

    Al fine di limitare il rischio di patologie cardiovascolari è fondamentale monitorare il livello di colesterolo nel sangue.

    Le LDL costituiscono la tipologia di colesterolo più pericolosa per l'organismo (colesterolo cattivo).

    Le LDL sono formate

    1. Infatti da piccole quantità di colesterolo ossidato e possono accumularsi formando una placca aterosclerotica.
    2. Il valore di LDL presenti nell'organismo deve essere quanto più basso possibile in quanto al crescere di tale valore cresce anche il rischio di incorrere in patologie cardiovascolari. Un valore di LDL salutare è inferiore a 110/115mg/dL.
    3. La correlazione tra malattie cardiovascolari e concentrazione di LDL nel sangue è di tipo lineare.
    4. Le HDL costituiscono il cosiddetto colesterolo buono (o colesterolo spazzino).
    5. La situazione per cui si ribalta rispetto a quanto visto per le LDL. Di fatto, maggiore è il livello di HDL nel sangue e maggiore è il grado di protezione nei confronti delle malattie cardiovascolari.
    6. Trattamento dell'ipercolesterolemia. Sia per trattare l'ipertensione sia per trattare l'ipercolesterolemia non basta assumere una terapia farmacologica.
    dell'ipercolesterolemia si avvale infatti di:
    • interventi non farmacologici (calo ponderale, esercizio fisico, dieta, stop fumo)
    • interventi farmacologici
    Storicamente nella fisioterapia ci si focalizza più sull'aspetto osteomuscolare rispetto all'aspetto cardiologico. Tuttavia, in un programma riabilitativo intelligente è importante che siano presi in considerazione entrambi gli ambiti. TRIGLICERIDI
    • Normalmente il livello di trigliceridi nel sangue dovrebbe essere inferiore a 150mg/dL.
    • Analogamente alle LDL, maggiore è il livello di trigliceridi nel sangue e maggiore è il rischio di sviluppare malattie cardiovascolari.
    ATTIVITÀ FISICA
    • Riassumendo estremamente, l'ideale sarebbe svolgere almeno 30 minuti di attività fisica al giorno.
    • Possono rivelarsi utili anche i nuovi smartwatch e le nuove smartband in quanto ci forniscono un chiaro e immediato riscontro del nostro livello di sedentarietà.
    • In soggetti
    con problemi cardiaci diviene inoltre fondamentale stilare un programma di allenamento centrato sugli obbiettivi e sulle esigenze del paziente. Esistono infatti sia soggetti eccessivamente sedentari sia soggetti che finiscono con il fare un'attività fisica eccessiva per le loro condizioni di salute.

    Attività fisica aerobica in pz con problemi cardiaci- Nel paziente con problemi cardiaci è sconsigliata l'attività fisica anaerobica. Un'eccessiva ipertrofia muscolare comporta infatti il rischio di ipertrofia cardiaca e di un eccessivo sforzo da parte del cuore.

    IMMAGINE RIASSUNTIVA SUI PARAMETRI DINORMALITÀ. Ha soltanto consigliato di darci un'occhiata in quanto a detta sua è un valido schema.

    IL RUOLO DELLA DIETA- Per quanto concerne la dieta le indicazioni sono:

    • Pochi acidi grassi saturi, che devono essere meno del 10% del totale di lipidi.
    • Un'alternativa più salutare è...
    rappresentata dagli acidi grassi polinsaturi.
    • limitare al minimo il consumo di acidi grassi trans-saturi.
    › Gli acidi grassi trans (TFA) sono molecole lipidiche indesiderate perché riconosciute come nocive.
    › Risultano naturalmente presenti in alcuni cibi (soprattutto latte, derivati ed alcune carni), ma in concentrazioni assolutamente ridotte rispetto a quelle dei prodotti industriali contenenti grassi idrogenati. Peraltro, alcuni studi differenziano i rischi per la salute di quelli ottenuti industrialmente da quelli naturalmente presenti nel cibo; questi ultimi sarebbero innocui o addirittura benefici per la salute.
    › Cibarsi prevalentemente, o anche solo frequentemente, di alimenti ricchi in grassi trans è nocivo per la salute. Non solo, il consumo di oli idrogenati o parzialmente idrogenati, anche solo in piccola percentuale nella dieta quotidiana, è sufficiente a creare alterazioni nell'organismo.
    › Gli acidi grassi trans sonocollegati da numerosi studi scientifici a: alterazioni del metabolismo dei lipidi e del glucosio, modificazioni della funzionalità delle membrane cellulari dei neuroni, obesità, cancerogenesi, problemi ormonali e della fertilità.
    • limitare l'assunzione di sale nella dieta
    • aumentare l'assunzione di fibre
    • mangiare 2-3 frutti al giorno
    • mangiare delle verdure ogni giorno
    • consumare pesce 1-2 volte a settimana
    • consumare 30 grammi di noci (e altra frutta secca) al giorno
    • ridurre il consumo di bevande alcoliche (meno di 2 bicchieri di vino rosso al giorno)
    • eliminare il più possibile gli zuccheri da ogni tipo di bevanda

    Una dieta sana è purtroppo anche una dieta costosa ma ne vale la pena!

    ADERENZA- Con il termine "aderenza" (compliance) ci si riferisce ad un com...

Dettagli
Publisher
A.A. 2020-2021
23 pagine
SSD Scienze mediche MED/23 Chirurgia cardiaca

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher andrecarbo99 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Cardiologia e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Milano o del prof Carugo Stefano.