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SINDROME METABOLICA E FATTORI INFIAMMATORI
Sull'asse delle X è riportata la concentrazione di proteina C reattiva che aumenta in caso di infiammazione. Nei soggetti obesi e diabetici si verifica un fenomeno definito di subinfiammazione dove gli indici infiammatori si alzano di poco.
Se misuriamo la presenza di proteina C reattiva gradualmente con la crescita del tessuto adiposo intra addominale (1,2,3,4,5) vediamo che la concentrazione della proteina aumenta consistentemente.
I soggetti obesi producono una serie di citochine (leptina [in grado di controllare l'appetito], TNFa, IL-6, adiponectina). Tali sostanze vanno ad alterare la funzione endoteliale dei vasi. L'aumento dell'infiammazione spiegherebbe l'aumentato rischio di avere neoplasie nei soggetti obesi.
Nei soggetti con sindrome metabolica dunque si ha un aumento del grasso intraddominale con aumento della produzione di acidi grassi liberi che si vanno a depositare anche nel fegato. Inoltre si ha alterazione...
del metabolismo del glucosio e un aumento dell'infiammazione. La resistenza insulinica incide molto a livello del tessuto muscolare. Domanda: La genetica ha qualche ruolo nell'eziopatogenesi dell'obesità? Ovviamente la genetica fa la sua parte. Esistono ad esempio delle alterazioni del gene dell'interleuchina 6. Domanda: Perché il grasso si deposita proprio a livello viscerale? - Fattori genetici legati al genere - Ruolo degli ormoni di tipo sessuale come il testosterone. Questo è provato dal fatto che le donne con ovaio policistico che hanno una concentrazione di testosterone più elevata rispetto alla norma possiedono un'obesità di tipo viscerale. DIABETE MELLITO DI TIPO 2 Il diabete è una patologia caratterizzata da iperglicemia cronica, sia a digiuno sia dopo i pasti. Esistono dei criteri diagnostici basati sul test di tolleranza al glucosio. Si tratta di un test molto semplice: dopo un digiuno notturno si somministradopo il carico orale di glucosio < 140mg/dLdopo il carico orale di glucosio < 140mg/dLLa terapia del prediabete non è purtroppo ancora ottimale.
Non esistono infatti farmaci o altre terapie approvati per il trattamento del pre-diabete.
Ciò rappresenta un grosso problema in quanto anche i soggetti prediabetici hanno una certa tendenza a sviluppare tutta una serie di complicanze.
PREVALENZA DEL DIABETE
Attualmente a livello mondiale ci sono circa 500 milioni di soggetti diabetici.
Il diabete è pertanto una patologia estremamente frequente.
Il diabete è una patologia cronica che comporta una lunghissima serie di complicanze e comorbidità.
- Per esempio, il diabete può facilmente dare problematiche a carico dei piccoli vasi (retina, rene e nervi periferici) e dei grossi vasi (malattie cardiovascolari).
- Un soggetto diabetico ha un rischio di incorrere in eventi cerebrovascolari di circa 4 volte superiore rispetto a quello della popolazione generale.
Solamente 1/3 dei pazienti con DM2 sa di avere la
malattia e viene trattato. I rimanenti 2/3 dei soggetti sono affetti da diabete o pre-diabete clinicamente non manifesti e quindi sfuggono al trattamento e alla prevenzione delle complicanze croniche (es. problematiche micro-vascolari).
Molti soggetti non eseguono mai alcun tipo di esame per il diabete.
Pertanto, tale patologia spesso viene diagnosticata solo nel momento in cui si siano già manifestate tutte le varie complicanze.
PATOGENESI DEL DIABETE MELLITO DI TIPO II
Comprendere la patogenesi del diabete mellito di tipo II è fondamentale per quanto concerne il trattamento e la prevenzione. Per quanto concerne la patogenesi del DM2 le alterazioni principali sono le seguenti:
- RESISTENZA INSULINICA
- TESSUTO ADIPOSO
- la resistenza all'insulina del tessuto muscolare provoca iperglicemia dopo un pasto o un carico diglucosio.
- le cellule beta, deputate alla produzione di insulina;
- le cellule alfa, deputate alla produzione di glucagone (ormone antagonista dell'insulina);
- le cellule delta, deputate alla produzione di somatostatina (ormone che controlla la secrezione di insulina e glucagone attraverso un meccanismo
- Due sub-unità alfa extracellulari mediano il legame del recettore con l'insulina;
- Due sub-unità beta transmembrana trasmettono il segnale insulinico all'interno della cellula.
Incapacità di concentrazioni normali di insulina di metabolizzare efficacemente il glucosio.
La resistenza insulinica riguarda...
Il tessuto adiposo sviluppa una resistenza alla spinta dell'insulina ad accumulare
utilizzo dei tag html per formattare il testo fornito sarebbe il seguente:lipidi. Il tessuto adiposo diventa resistente all'insulina: non è in grado di immagazzinare trigliceridi e risponde aumentando il rilascio di acidi grassi liberi. Così in un soggetto diabetico la concentrazione di acidi grassi liberi sarà superiore alla norma. Gli acidi grassi liberi hanno un effetto tossico diretto sulle cellule beta.
APPARATO MUSCOLO-SCHELETRICO
Il tessuto muscolare ha un ruolo fondamentale nel metabolismo glucidico nella fase post-prandiale. Il tessuto muscolare normalmente è capace di metabolizzare il 95% del glucosio introdotto dopo un carico orale o un pasto. Il tessuto muscolare è pertanto il principale organo bersaglio dell'insulina. Nei soggetti di tipo II il tessuto muscolare è profondamente resistente all'effetto dell'insulina.
FEGATO
Il fegato è l'organo, che in condizioni di digiuno prolungato, rilascia costantemente glucosio. Il corretto utilizzo dei tag html per formattare il testo fornito sarebbe il seguente:
Il funzionamento del SNC è permesso da una continua disponibilità di glucosio e pertanto l'azione del fegato risulta assolutamente fondamentale. Se la concentrazione di glucosio scende eccessivamente il SNC non funziona correttamente.
In condizioni fisiologiche il fegato risponde all'azione dell'insulina aumentando la glicolisi e favorendo la sintesi del glicogeno, dei lipidi e delle proteine; inibendo la lipolisi e la proteolisi; contrastando la gluconeogenesi e la chetogenesi. Nel diabete mellito di tipo II il fegato non risponde correttamente all'effetto dell'insulina: produce una maggiore quantità di glucosio. Pertanto, rilevando la glicemia alla mattina (quando il fegato ha lavorato per il digiuno prolungato) in un soggetto diabetico ritroveremo valori di glicemia elevatissimi.
Fegato e muscolo sono pertanto gli organi che controllano maggiormente il metabolismo del glucosio in risposta alla presenza di insulina:
L'alterazione a livello epatico sfocia in un iperproduzione di glucosio in condizioni di digiuno;
2) INSUFFICIENTE PRODUZIONE DI INSULINA
L'insufficiente produzione di insulina è correlata all'azione del pancreas. Nei soggetti diabetici infatti il pancreas diventa incapace di produrre una sufficiente quantità di insulina.
La componente endocrina del pancreas (isole di Langerhans) è quantitativamente poco rilevante ma funzionalmente importantissima. Nelle isole di Langerhans si ritrovano infatti:
inibitorio).› Nel diabete di tipo II il pancreas è sottoposto per diversi anni ad un meccanismo di resistenza insulinica. Il pancreas risponde così aumentando la produzione di insulina. Ad un certo punto però si verifica una progressiva riduzione della capacità del pancreas di produrre insulina. Tutti i meccanismi detti in precedenza confluiscono nella condizione di iperglicemia.
OBESITÀ E DIABETE
Prevalenza e associazione di obesità e diabete diagnosticato in adulti USA. L'obesità è una malattia caratterizzata da una marcata insulino-resistenza. L'incidenza del diabete attualmente è circa 1/3 di quella dell'obesità. L'incidenza del diabete è tuttavia in costante aumento. Si tratta pertanto di una patologia destinata a produrre una serie di effetti gravissimi sulla popolazione mondiale nell'arco dei prossimi decenni.
Osserviamo come nel corso degli anni si sia verificato un enorme
Aumento del numero di soggetti obesi. L'aumento del numero di soggetti obesi è stato accompagnato da un aumento del numero di soggetti diabetici. Esiste dunque una forte correlazione tra obesità e diabete. La ragione principale di tale parallelismo va ricercata nel fatto che anche nell'obesità esiste un fenomeno di insulino-resistenza molto marcato. Fortunatamente però non tutti i soggetti insulino-resistenti sono destinati a diventare diabetici.
FUNZIONAMENTO DELL'INSULINA. L'insulina è un ormone proteico (non steroideo) che agisce a livello delle membrane cellulari. Il recettore dell'insulina è una proteina etero-tetramerica, ovvero composta da 4 subunità uguali a due a due: